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Leonardo DiCaprio avrebbe potuto essere Lex Luthor per Zack Snyder

Leonardo DiCaprio Cannes 2023
Leonardo DiCaprio al Festival di Cannes - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Nell’ultimo episodio del podcast “Happy Sad ConfusedZack Snyder ha rivelato di aver parlato con Leonardo DiCaprio per fargli interpretare Lex Luthor in Batman v Superman: Dawn of Justice. Il ruolo, come noto, è stato infine interpretato da Jesse Eisenberg. Parlando di quel personaggio, Snyder ha ora confermato l’indiscrezione secondo cui avrebbe avuto una discussione telefonica con Adam Driver per il ruolo della nemesi di Superman, ma poi ha rivelato di aver corteggiato anche DiCaprio, il quale sembra si sia dimostrato interessato alla parte.

Ha avuto un sacco di grandi idee in realtà, proprio durante l’incontro. Credo che alla fine abbia detto: ‘Eh, non lo so’. Ma era davvero intelligente sul materiale e sul personaggio“. “È stato lui a parlarmi dell’idea di Superman che a un certo punto combatte contro la Justice League“, ha aggiunto Snyder, sottolineando che si trattava di un punto della trama che avrebbe poi incorporato nel suo Universo DC in Justice League. “Ho pensato: ‘Oh, che figata’. È un appassionato di fumetti. Ho pensato: ‘Metterò quest’idea da parte per usarla al momento giusto’“.

Non è noto il perché DiCaprio abbia deciso di rinunciare al ruolo, forse per via di quella sua regola, trasmessa anche al collega Timothée Chalamet: “Niente droghe pesanti e niente film di supereroi“. DiCaprio non ha infatti mai scelto la strada dei film sui fumetti e si è sempre tenuto alla larga da quel tipo di progetti. Il fatto però che abbia dimostrato interesse per un personaggio come Luthor dà un’idea del tipo di personaggio che potrebbe essere di suo interesse interpretare in uno di questi film. Probabilmente Leonardo DiCaprionon si unirà mai ad un cinecomic, ma i fan possono ora divertirsi ad immaginarlo nei panni di Luthor.

Leonardo DiCaprio: dove lo vedremo prossimamente?

Attualmente Leonardo DiCaprio è impegnato nelle riprese del nuovo film di Paul Thomas Anderson (Il filo nascosto, Licorice Pizza), ancora senza titolo e dalla trama sconosciuta, che sappiamo arriverà in sala nell’estate del 2025. Di recente, sono emerse le prime foto dell’attore sul set. Tra i prossimi progetti, invece, ci sarebbe l’adattamento del romanzo The Wager: A Tale of Shipwreck, Mutiny and Murderper la regia di Martin Scorsese, ma anche il biopic sul presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt e quello su Frank Sinatra, anche se questi ultimi due non sono ancora stati ufficialmente confermati.

 

La maschera di cera: trama, cast e curiosità sul film horror

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Affermatosi come regista di thriller come Orphan, Unknown – Senza identità, Run All Night e L’uomo sul treno – The Commuter, il regista spagnolo Jaume Collet-Serra ha esordito nel 2005 con un puro film horror intitolato La maschera di cera, vagamente ispirato all’omonimo titolo del 1953 (il quale era a sua volta un remake di un lungometraggio del 1933). Tra i due film, tuttavia, di comune vi è solo il titolo, mentre per il resto Collet-Serra dà vita ad una rivisitazione originale in chiave contemporanea, stando ben attento a distinguersi dagli horror adolescenziali sempre onnipresenti sul grande schermo.

Per riuscire nel suo obiettivo, in particolare, il regista decise di ricorrere quanto più possibile all’utilizzo di effetti pratici, rinunciando dunque alla CGI, da lui considerata uno strumento non valido a generare vera paura. Al momento della sua uscita La maschera di cera divise però nettamente critica e pubblico, tra chi lo liquidava come il classico film horror e chi invece ne lodava gli elementi di originalità. Il celebre critico Roger Ebert, ad esempio, ha affermato che si tratta di un titolo non eccellente, ma efficiente nel suo compito di suscitare terrore in un modo che si distingue rispetto a titoli simili.

Negli anni La maschera di cera ha conquistato sempre più appassionati del genere, divenendo un vero e proprio cult. A distanza di quasi vent’anni, è ancora un film capace di spaventare e divertire, proponendo qualcosa di diverso pur rimanendo nei canoni dell’horror. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La maschera di cera cast

La trama di La maschera di cera

Il film segue le vicende di sei ragazzi, Carly, suo fratello Nick, Wade, Dalton, Blake e Page, che partono tutti insieme per andare a vedere una partita di football. La notte decidono di dormire all’interno di un bosco e il mattino seguente, quando si svegliano, uno di loro si rende conto che la cinghia di trasmissione della macchina è inspiegabilmente rotta. Proprio in quel momento passa lì vicino un uomo che sta portando carcasse di animali su un furgoncino, offrendosi di accompagnarli all’officina nella città di Ambrose. Nel frattempo tutti gli altri vanno alla partita, mentre Wade e Carly si recano alla stazione di servizio.

Arrivati nella cittadina, i due scoprono che le strade sono completamente isolate. Attratti da una musica suonata da un organo, entrano in una chiesa ma, capendo che è in corso un rito funebre, decidono di uscire rapidamente. È allora che incontrano Bo, il proprietario dell’officina. L’uomo, però, non ha per niente buone intenzioni ma anzi attacca i due ragazzi cercando di catturarli. Nel tentativo di sfuggirgli, Carly si rifuggia nella chiesa precedentemente vista. Qui scopre però qualcosa di ancor più terribile: le persone che stanno prendendo parte alla funzione sono delle statue di cera ricavate dagli esseri umani. Per il gruppo di ragazzi ha dunque inizio una terribile lotta per la sopravvivenza.

 

Il cast del film

Vera e propria protagonista del film è Carly Jones, qui interpretata dall’attrice Elisha Cuthbert. Il regista la scelse dopo averla vista recitare in La ragazza della porta accanto, in cui era protagonista. Particolarmente attratta dalla storia e da ciò che capita al suo personaggio, l’attrice si dedicò moltissimo a trovare il modo migliore per calarsi nei panni di questo. Per la scena in cui le sue labbra vengono incollate, ad esempio, la Cuthbert insistette per utilizzare della vera colla invece di una finta. Accanto a lei, nei panni del fratello Nick, vi è l’attore Chad Michael Murray. Il rapporto tra i due attori si è però dimostrato essere molto forte, portando in più occasioni a dar vita ad un che di incestuoso tra i due.

Da molti è infatti stato affermato che avrebbe dovuto essere Murray ad avere il ruolo del ragazzo di Carly, Wade, andato invece a Jared Padalecki. Questi, particolarmente più alto della Cuthbert, la costrinse a dover portare dei rialzi alle scarpe al fine di diminuire la differenza di altezza tra di loro. Nei panni di Dalton e Black vi sono invece gli attori Jon Abrahams e Robert Ri’chard. Ad interpretare Paige, invece, vi è la celebre ereditiera Paris Hilton. La scelta di farla recitare nel film fu generalmente criticata, ma vi sono stati anche coloro che l’hanno difesa trovandola adeguata al suo personaggio. La Hilton finì poi con il vincere il Razzie Awards come peggior attrice non protagonista. Infine, nei panni degli assassini, i fratelli Bo e Vincent, vi è per entrambi l’attore Brian Van Holt.

La maschera di cera sequel

La maschera di cera 2: il sequel mai realizzato

Parallelamente all’uscita del film, gli sceneggiatori Chad e Carey Hayes, oggi noti in particolare per aver scritto film horror come I segni del male, Whiteout – Incubo bianco e L’evocazione – The Conjuring, avevano espresso il loro desiderio di dar vita ad un sequel di La maschera di cera. Il finale aperto, infatti, sembrava permettere di portare avanti quanto raccontato in questo primo film. In seguito, tuttavia, i due hanno dichiarato di aver maturato un maggior interesse nel dar vita ad un prequel, nel quale raccontare i primi omicidi commessi da Bo e Vincent. Nonostante il buon risultato economico di La maschera di cera, tuttavia, i piani per dar vita a questo secondo capitolo non si sono mai concretizzati.

La maschera di cera: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di La maschera di cera grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 18 aprile alle ore 21:15 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

 

 

The King’s Man – Le origini: la storia vera dietro il film

Ralph Fiennes in The King's Man - Le origini. Foto di Photo Credit: Courtesy of 20th C/Photo Credit: Courtesy of 20th - © 2020 Twentieth Century Fox Film Corporation. All Rights Reserved.

Dopo il grande successo di Kingsman – Secret Service e il suo sequel Kingsman – Il cerchio d’oro – liberamente tratti dalla miniserie a fumetti dal titolo The Secret Service, pubblicata tra il 2012 e il 2013 da Mark Millar, con le illustrazioni del noto Dave Gibbons – si pensava che il regista Matthew Vaughn avrebbe realizzato un terzo film per concludere la trilogia. Tuttavia, Vaughn ha preferito dare la precedenza a The King’s Man – Le origini, un prequel dove si racconta la storia delle le origini dell’agenzia d’intelligence supersegreta conosciuta nei primi due film.

Il film, uscito in sala nel 2021, narra dunque di come, nel corso dei primi travagliati decenni del Novecento, i Kingsman si siano formati e si siano trovati da subito contretti a fronteggiare un pericolo di enormi proporzioni. Pur se questo prequel non ha ottenuto gli incassi sperati, ostacolato in ciò dalla pandemia di Covid-19, è ora ufficialmente un lavorazione un suo sequel diretto, ad oggi noto come The King’s Man: The Traitor, ambientato durante l’ascesa al potere di Adolf Hitler, presente come personaggio anche in questo film.

In attesa di poter vedere questo sequel, è bene riscoprire il film del 2021 grazie alla sua prima trasmissione televisiva. Per gli appassionati del genere, è infatti un titolo assolutamente da non perdere. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a The King’s Man – Le origini. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, alle location italiane e alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

The King's Man - Le origini cast attori
Ralph Fiennes e Harris Dickinson in The King’s Man – Le origini. Foto di Photo Credit: Courtesy of 20th C/Photo Credit: Courtesy of 20th – © 2020 Twentieth Century Fox Film Corporation. All Rights Reserved.

La trama e il cast di The King’s Man – Le origini

Il film racconta come è nata l’agenzia di intelligence indipendente nota con il nome di Kingsman. Le radici della società segreta affondano nella Gran Bretagna della Prima guerra mondiale, dove si forma una generazione di guerrieri d’élite. Mentre i peggiori tiranni si riuniscono per organizzare una guerra che spazzi via milioni di vite umane, Orlando Oxford, anche noto con il nome in codice Artù, recluta infatti un gruppo di agenti per intraprendere una corsa contro il tempo, prima che sia troppo tardi. Da qui nascerà un nobile codice d’onore, quello dei Kingsman, impegnato nella silenziosa difesa dell’umanità intera.

Protagonista del film, nel ruolo di Orlando Oxford, è l’attore Ralph Fiennes. Accanto a lui si ritrovano gli attori Gemma Arterton nel ruolo di Polly Wilkins, membro della rete di spionaggio di Orlando Rhys Ifans in quelli di Grigori Rasputin, medico personale dello zar e anche agente e secondo in comando del Pastore; Matthew Goode in quelli di Max Morton alsia Il Pastore; e Tom Hollander in quelli di Re Giorgio. Completano poi il cast Harris Dickinson nel ruolo di Conrad Oxford, figlio di Orlando, Daniel Brühl in quelli di Erik Jan Hanussen, occultista e e il terzo in comando del Pastore, Djimon Hounsou nel ruolo di Shola, e Charles Dance in quelli di Herbert Kitchener.

Dove è stato girato The King’s Man – Le origini? Ecco le location italiane del film

Sebbene la maggior parte delle riprese di The King’s Man – Le origini si sono svolte nel Regno Unito, molteplici sono state anche le location italiane scelte per questo progetto. In particolare, sono state effettuate riprese in Piemonte, nella città di Torino e lungo il fiume Po, oltre che all’interno di due palazzi storici, ovver la Reggia di Venaria Reale, una delle residenze sabaude parte del sito seriale UNESCO iscritto alla Lista del Patrimonio dell’umanità dal 1997; e la Palazzina di caccia di Stupinigi, sito a sua volta proclamato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Infine, alcune riprese si sono svolte anche al Castello Reale di Racconigi, in provincia di Cuneo.

The King's Man - Le origini storia vera
Tom Hollander e Kristian Wanzl Nekrasov in The King’s Man – Le origini. Foto di Photo Credit: Courtesy of 20th C/Photo Credit: Courtesy of 20th – © 2020 Twentieth Century Fox Film Corporation. All Rights Reserved.

La storia vera dietro il film

Nonostante si basi su vicende di fantasia, The King’s Man – Le origini presenta un contesto ispirato a quello effettivamente esistente nel periodo della Prima guerra mondiale. Il film, inoltre, affianca accanto ai personaggi inventati altri realmente esistiti. Si ritrova infatti il monaco Rasputin e il generale tedesco Erich Ludendorff, ma anche l’illusionista austriaco Erik Jan Hanussen. Compaiono poi il Presidente degli USA Woodrow Wilson e il re Giorgio V, ma anche l’agente segreta Mata Hari, il generale britannico Horatio Herbert Kitchener, Adolf Hitler e Vladimir Lenin. Il personaggio di Max Morton è invece basato sul soldato tedesco Frederick Duquesne.

Oltre a ciò, sono riportati nel film una serie di episodi realmente avvenuti. Le prime panoramiche delle trincee con la voce fuori campo del Pastore, e in particolare la rappresentazione delle montagne di bossoli esauriti, sono ad esempio tratte da fotografie reali della battaglia della Somme. Combattuta tra luglio e novembre 1916, senza un chiaro vincitore, costò la vita a circa 700.000 soldati britannici e francesi e a 550.000 tedeschi. Come si vede, interi battaglioni furono falciati dal fuoco delle mitragliatrici e più di un milione di proiettili furono sparati solo nella prima settimana.

L’incidente del Telegramma Zimmermann è a sua volta un fatto storico reale. La Germania propose al Messico di invadere gli Stati Uniti per tenerli fuori dall’Europa anche se fosse stata dichiarata guerra. Al Messico furono offerti i territori dell’Arizona, del Nuovo Messico e del Texas, persi durante la guerra messicano-americana. Inoltre, come si vede nel film, il telegramma inviato all’ambasciatore tedesco a Città del Messico fu effettivamente intercettato dalla Gran Bretagna, decriptato e consegnato al Presidente Woodrow Wilson, che ne attese la conferma. Alla fine il Messico, che era in piena guerra civile, rifiutò la proposta tedesca.

The King’s Man – Le origini descrive poi correttamente il primo utilizzo dei campi di concentramento da parte dei britannici durante le guerre boere. La moglie di Oxford, Emily, è vagamente basata su Emily Hobhouse, un’attivista britannica che denunciò le condizioni deplorevoli dei campi di concentramento britannici durante la Seconda Guerra Boera. Infine, a un certo punto Conrad mostra al padre una piuma bianca, data come simbolo di codardia per non aver combattuto in guerra. Si tratta di una pratica reale utilizzata dall’Ordine della Piuma Bianca, un club che umiliava pubblicamente gli uomini che dovevano prestare servizio militare.

Il trailer di The King’s Man – Le origini e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The King’s Man – Le origini grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV, Prime Video e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 18 aprile alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

 

Cos’è l’Enclave? la spiegazione del misterioso gruppo di Fallout

Enclave spiegazione gruppo in fallout

Uno degli aspetti più interessanti dell’adattamento di Fallout di Prime Video è che il gioco è canonico rispetto all’acclamata serie di videogiochi da cui è tratto. Ciò significa essenzialmente che lo show di Fallout si svolge nello stesso mondo dei giochi, funzionando di fatto come una continuazione libera del franchise che si svolge dopo gli eventi di Fallout 4. Questo dà alla nuova ambiziosa serie di Jonathan Nolan l’opportunità di raccontare la propria storia originale nel mondo di Fallout senza dover adattare direttamente gli eventi di un gioco specifico.

Fallout, che si spera sia la prima di diverse stagioni, segue principalmente un’ingenua abitante del Vault di nome Lucy (Ella Purnell). Lucy si avventura per la prima volta nelle Terre Desolate per trovare suo padre, Hank (Kyle MacLachlan), che è stato rapito da un famigerato capo razziatore di nome Moldaver (Sarita Choudhury). Durante la sua ricerca, Lucy incontra un medico apparentemente di buon cuore ma eccentrico di nome Wilzig (Michael Emerson), che in precedenza lavorava per una famigerata organizzazione che i fan dei giochi di Fallout riconosceranno sicuramente.

L’Enclave è l’equivalente di Fallout dell’Impero Galattico di Star Wars

L’organizzazione da cui Wilzig è fuggito non è altro che la nefasta Enclave, un gruppo di patrioti radicali che non si vedeva bene nel mondo di Fallout dai tempi di Fallout 3, dove era l’antagonista principale del gioco. In sostanza, sono per il mondo di Fallout quello che l’Impero Galattico è per il mondo di Star Wars. Mentre molte fazioni dell’universo di Fallout si limitano a controllare piccole e specifiche zone di quelli che erano gli Stati Uniti, l’Enclave è praticamente onnipresente in tutti i resti del paese. È una delle organizzazioni più potenti del franchise, seconda solo ai suoi acerrimi rivali storici, la Fratellanza d’Acciaio.

La maggior parte degli abitanti delle Terre Desolate non conosce la storia delle sabbie che chiamano casa, ma l’obiettivo dell’Enclave è, letteralmente, rendere l’America di nuovo grande. Il concetto di riportare la società moderna a ciò che era un tempo sembra certamente positivo in un mondo pieno di mutanti, mostri, razziatori e altro ancora. Tuttavia, gli obiettivi radicali dell’Enclave per la ricostruzione dell’America non sono raccomandazioni, ma mandati. È evidente che i piani dell’oscura organizzazione di unire il Paese nel patriottismo si sono rapidamente trasformati in una forma radicale di fascismo.

La potenza militare dell’Enclave non è seconda a nessuno. Le loro armature sperimentali e la loro abilità con le armi al plasma ne fanno una forza militare da non sottovalutare. Non è certo controverso affermare che la loro conoscenza della tecnologia del vecchio mondo supera quella della Fratellanza d’Acciaio, e sono davvero l’unica organizzazione in grado di dare alla Fratellanza una sfida veramente difficile

Le origini dell’Enclave vanno oltre l’inizio della Grande Guerra

Le origini dell'Enclave vanno oltre l'inizio della Grande Guerra

In Fallout 3, l’Enclave sostiene di essere il vero e legittimo successore del governo degli Stati Uniti dopo il suo crollo nella Grande Guerra. La propaganda viene perpetrata da una stazione radio, dove un uomo che sostiene di essere il nuovo Presidente degli Stati Uniti, John Henry Eden (Malcolm McDowell), incoraggia gli scettici abitanti delle Terre Desolate a unirsi all’Enclave. John Henry Eden si rivela poi essere un’IA (cosa abbastanza profetica per un gioco uscito nel 2008), e la creazione di questo programma e dell’Enclave va ben oltre il cataclisma della Grande Guerra.

Prima che il mondo fosse inghiottito dalle fiamme nucleari, l’Enclave è nata come una cabala altamente esclusiva dello Stato profondo, gestita da alcuni degli individui più elitari del Paese. Scienziati stimati, leader militari e persino il vero Presidente degli Stati Uniti erano coinvolti in questa organizzazione simile agli Illuminati. Non è affatto azzardato pensare che fossero ben consapevoli dell’imminente guerra nucleare e che forse abbiano anche contribuito a farla scoppiare. Se una losca organizzazione come Vault Tec si è adoperata con gioia per trarre profitto dalla paura e dal conflitto nucleare, non sorprende che anche l’Enclave fosse coinvolta, rendendola una forza ancora più temibile e maligna nell’universo di Fallout.

Che fossero a conoscenza del collasso nucleare del mondo è una cosa che i fan sospettavano da tempo, ma potenzialmente ne abbiamo una conferma esplicita nel finale della stagione 1 di Fallout. Qui vediamo la Vault-Tec che conduce una riunione con i principali leader tecnologici dell’industria, tra cui il rappresentante della RobCo Mr. House di Fallout: New Vegas. L’incontro rivela che Vault-Tec ha suggerito di bombardare deliberatamente gli Stati Uniti, dando a loro e ai loro alleati la possibilità di ottenere un “vero monopolio”. Anche se non viene detto esplicitamente se questi membri del consiglio di amministrazione siano affiliati all’Enclave, questa sembra certamente una riunione che la cabala oscura avrebbe condotto.

Che ruolo ha l’Enclave nello show “Fallout” di Prime Video?

Che ruolo ha l'Enclave nello show _Fallout_ di Prime Video_

L’Enclave viene nominata per la prima volta nel primo episodio di Fallout di Prime Video, rivelando ufficialmente che la nefasta organizzazione è viva e vegeta nonostante sembri essersi dispersa dopo Fallout 3. La Confraternita d’Acciaio riceve la notizia che un noto membro dell’Enclave, il dottor Siggi Wilzig, e il suo compagno fidato sono in fuga e i Cavalieri della Confraternita ricevono l’ordine di catturare Wilzig e riportarlo ai capi della Confraternita. Un duo assegnato a questa missione è costituito dal neo-squadro Maximus (Aaron Moten) e dal suo cavaliere Titus (interpretato in un cameo isterico da Michael Rapaport).

L’episodio 2 di Fallout inizia con una vera e propria presentazione dell’Enclave, e quale modo migliore per mostrare il loro vero livello di malvagità se non quello di dare fuoco a un cucciolo appena nato? Vediamo Wilzig allevare il proprio Dogmeat fino alla maturità, mentre sviluppa rapidamente un legame tra sé e il cane. È chiaro che Wilzig non è più interessato ad aiutare un’aspirante dittatura fascista, quindi fugge dalla base dell’Enclave con Dogmeat e un pezzo di tecnologia molto prezioso.

Quello che Wilzig ha rubato è una scoperta nella tecnologia della fusione fredda, che ovviamente deve essere di grande importanza per l’Enclave. La sua scomparsa dà inizio a una caccia all’uomo in tutto lo Stato della Nuova California. Diverse parti sono a caccia di ciò che Wilzig possiede, e l’Enclave è senza dubbio una di queste. Abbiamo già detto che Maximus sta cercando di catturare Wilzig per dimostrare il suo valore alla Confraternita d’Acciaio, ma c’è anche il famigerato cacciatore di taglie precedentemente conosciuto come Cooper Howard (Walton Goggins) che spera di catturare Wilzig per ottenere una buona ricompensa.

In mezzo a tutto questo c’è Lucy, che fa amicizia con Wilzig e accetta di aiutarlo a portarlo da Moldaver. La loro amicizia è di breve durata, poiché l’incontro di Wilzig con il Ghoul ha provocato una ferita mortale. Fortunatamente, Wilzig ha conservato quel controverso pezzo di tecnologia nella sua testa e Lucy accetta a malincuore di segarlo e portarlo a Moldaver. Lucy non sa che questo atto di gentilezza, per quanto grossolano, la renderà il bersaglio di alcune delle persone più pericolose della Terra Desolata. È solo questione di tempo prima che l’Enclave venga a sapere che il loro avanzamento è stato rubato, e chissà come si vendicheranno in una potenziale stagione successiva?

 

The Peripheral meritava una seconda stagione

The Peripheral meritava una seconda stagione

Visti i significativi cambiamenti nella produzione televisiva nel corso dell’era dello streaming, i principali servizi hanno preso decisioni affrettate sul futuro dei loro show. Se da un lato è necessario che servizi come Prime Video diano la priorità ai contenuti che rilasciano, dall’altro questo non dà agli show la capacità di crescere naturalmente. Ci sono innumerevoli grandi serie che hanno avuto un salto di qualità significativo nelle loro seconde stagioni. Purtroppo, la serie di fantascienza di alto budget The Peripheral di Prime Video è stata vittima di questi conflitti.

Nonostante le promesse fatte da Vernon Sanders, responsabile del settore televisivo di Amazon Studios, la seconda stagione di The Peripheral non ha mai visto la luce. La prima stagione non sarà stata un classico, ma c’erano aspetti convincenti di The Peripheral che giustificavano l’espansione in quella che avrebbe potuto essere un’eccellente seconda stagione.

The Peripheral aveva un mondo interessante

Basata sull’omonimo romanzo di William Gibson, The Peripheral è ambientata in un futuro non troppo lontano in cui la programmazione della realtà virtuale è avanzata e ha cambiato il tessuto sociale in modo radicale. La serie è incentrata sui fratelli Flynne (Chloe Grace Moretz) e Burton Fisher (Jack Reynor), che vivono ai margini della società mentre si prendono cura della loro famiglia malata. Flynne ha un talento per la programmazione VR, ma scopre che il mondo virtuale ha iniziato a diventare indistinguibile dalla sua realtà. Un misterioso auricolare VR proveniente dalla Columbia e appartenente a un’enigmatica società nota come Milagros Coldiron le permette di accedere a un nuovo universo virtuale che assomiglia in modo impressionante a quello in cui vive ogni giorno. Inoltre, le consente di accedere a un futuro inquietante e da incubo, in cui le vite di tutti i suoi cari sono in pericolo.

L’idea di esplorare semplicemente questi diversi ambienti visivi sarebbe stata abbastanza interessante da sostenere la prima stagione di uno show drammatico. Prime Video non ha certo badato a spese quando si è trattato dell’elaborato design della produzione della serie e, a livello viscerale, The Peripheral è apparso migliore di molti degli show di genere popolari su rivali di streaming come Netflix o Disney+. Il livello di immersione che la serie offre in ogni episodio è un motivo sufficiente per guardarla, ma dato che The Peripheral è una serie d’azione e avventura, ha anche creato un mistero avvincente che non è stato risolto alla fine della prima stagione.

Uno dei problemi in cui spesso si imbattono le serie di fantascienza è quello di combinare la costruzione del mondo con una forte caratterizzazione dei personaggi. Quando si ha a che fare con un universo narrativo complesso che richiede una buona dose di conoscenze di base, può essere difficile coinvolgere gli spettatori a livello emotivo. The Peripheral è stata in grado di aggirare questi problemi grazie alle ottime interpretazioni, con Chloe Grace Moretzche si è distinta nella prima stagione. Flynne sperimenta per la prima volta “the Peripheral” stesso e funge quindi da avatar del pubblico quando entra nel mondo digitale. Lo stesso stupore, la stessa confusione e la stessa curiosità che uno spettatore può aver provato immergendosi nella densa narrazione del film sono vissuti da Flynne.

I produttori di ‘Peripheral’ Jonathan Nolan e Lisa Joy hanno un passato da sci-fi

Sono stati anni difficili per i fan di Jonathan Nolan e Lisa Joy. Nolan e Joy sono una coppia di narratori di fantascienza innovativi che hanno creato una base di fan significativa grazie al successo della loro serie di successo della HBO Westworld e al lavoro di Nolan sui progetti del fratello, Memento e Interstellar. Mentre la prima stagione di Westworld sembrava poter essere il prossimo Game of Thrones, l’interesse per la serie e per i suoi misteri enigmatici ha cominciato a scemare col tempo. La fortuna di Nolan e Joy non è migliorata con i progetti successivi. Il debutto alla regia di Joy, Reminiscence, è stato un fallimento per la critica, mentre Westworld è stato cancellato e rimosso completamente da Max. Sebbene la coppia abbia collaborato come produttori all’acclamato adattamento di Fallout di Prime Video, The Peripheral ha rappresentato la capacità della coppia di raggiungere una base di fan più di nicchia.

Westworld si era concentrato sul gioco mentale con i suoi fan, ispirando teorie e speculazioni selvagge. Nel frattempo, The Peripheral era una serie di fantascienza emotiva che analizzava i pericoli dell’eccessivo affidamento alla tecnologia e la disparità nella gerarchia sociale. Il mondo virtuale costringe Flynne a contemplare i suoi piani per il futuro e la sua educazione in una comunità povera è molto facile da capire. Inoltre, c’è una buona dose di battute comiche tra Reynor, Moretz e le altre guest star della serie che aiutano a bilanciare le parti espositive.

Mentre i personaggi di Westworld erano milionari annoiati, assassini sociopatici e forme di vita artificiali, The Peripheral era essenzialmente un racconto di formazione ambientato in un pericoloso mondo di realtà virtuali contrastanti. Era lo sfondo perfetto per esplorare le lunghezze che una famiglia sarebbe disposta a raggiungere per far crescere la propria posizione. Flynne sarebbe stata disposta a prestare la sua coscienza a una realtà migliore e piena di speranza, anche se non era reale? Quali cambiamenti avrebbe dovuto apportare per salvare la sua famiglia da un futuro oscuro che potrebbe attenderla?

The Peripheral preparava lo spettatore ad una seconda stagione

The Peripheral - Stagione 2

Sebbene una parte significativa della prima stagione di The Peripheral sia dedicata alla creazione del mondo, l’elemento della “scatola del mistero”, così essenziale per molte delle collaborazioni di Nolan e Joy, non sembra un filo sospeso senza risposta. Gli spettatori che hanno seguito la serie fino alla fine potrebbero aver finalmente capito come la serie differenzia certe realtà l’una dall’altra, e quando invece si suppone che siano lasciate ambigue. Le basi stabilite dai primi episodi di The Peripheral avrebbero permesso a una seconda stagione di dedicare meno tempo all’esposizione e di andare avanti con il mistero che si è creato nel finale di stagione, “The Creation of a Thousand Forests”, riguardante l’enigmatico Lev Zubov (J.J. Feild).

La prima puntata di The Peripheral non era perfetta. C’erano alcuni momenti goffi, personaggi poco sviluppati e cambi di tono imbarazzanti, ma nessuno di questi problemi avrebbe impedito a una seconda stagione di apportare miglioramenti. Dato l’enorme materiale di partenza del romanzo di Gibson che gli showrunner avevano a disposizione, The Peripheral sarebbe potuto diventare uno degli show di fantascienza più audaci e originali della televisione. La sua scioccante cancellazione indica che spesso i canali di streaming non sono interessati a lasciare che le serie trovino il loro spazio nel tempo.

 

Law and Order: SVU, Mariska Hargitay scambiata per un vero agente della polizia di New York da un bambino smarrito

Law and Order: SVU Mariska Hargitay

La vita imita l’arte. Durante le riprese degli episodi finali dell’ultima stagione di Law & Order SVU, la protagonista della serie Mariska Hargitay è stata scambiata per un vero agente di polizia di New York. Il 10 aprile è stata avvicinata da una ragazzina che si era separata dalla sua famiglia, come racconta un testimone a People.

Nelle immagini si vede la Hargitay mettersi al livello della ragazza e farle domande, proprio come fa il suo personaggio Olivia Benson nella serie. A quanto pare, la ragazza non si è accorta della troupe cinematografica e del partner di scena della Hargitay, Ice T, che interpreta Odafin “Fin” Tutuola, che si sono concentrati sul modo in cui la Hargitay era vestita e, naturalmente, sul distintivo della polizia di New York del suo personaggio.

Secondo il testimone, la bambina era stata separata dalla madre nel parco giochi Anne Loftus di Fort Tryon Park. Pare che Mariska Hargitay abbia interrotto la produzione per 20 minuti per aiutare la bambina a ritrovare la madre. Alla fine la madre è stata trovata e si è vista la Hargitay parlare con entrambe per assicurarsi che stessero bene.

Hargitay ha interpretato un poliziotto per due decenni

Law and Order: SVU è attualmente la fiction più longeva della televisione, con 25 stagioni e oltre. La Hargitay interpreta Olivia Benson fin dall’inizio della serie, nel 1999. SVU era uno spin-off del dramma giudiziario Law & Order, iniziato nel 1990 e andato avanti fino al 2010. È stato poi ripreso nel 2021.

La Hargitay ha parlato con People a gennaio, dicendo di aver avuto “quei momenti in cui mi sono infilata in lei. Se c’è una crisi, prendo il comando e mi metto al suo posto. Sono forte e senza paura”. A quanto pare, un incidente del genere si sarebbe verificato solo tre mesi dopo. Nonostante le telecamere abbiano smesso di girare, la Hargitay ha mantenuto il suo ruolo di protettrice della pace, aiutando a riunire la ragazza con la madre.

Law & Order: SVU negli USA va in onda il giovedì sulla NBC e i nuovi episodi sono disponibili in streaming il venerdì su Peacock.

 

Superman: James Gunn celebra il Superman Day con una nuova foto dal set

Superman: Legacy

Il co-CEO dei DC Studios e regista di Superman James Gunn sta celebrando gli 86 anni de L’uomo d’acciaio offrendo ai fan altri contenuti dietro le quinte. Sul suo account personale di Threads, James Gunn ha postato una foto di se stesso insieme alle star di Superman David Corenswet e Rachel Brosnahan, ognuno dei quali legge diversi fumetti di Superman.

Rachel Brosnahan, che interpreta Lois Lane, sta leggendo All-Star Superman, David Corenswet, che interpreta Clark Kent, sta leggendo Action Comics #114 e Gunn sta leggendo Superman #1. James Gunn ha dichiarato apertamente in passato che questi fumetti serviranno da ispirazione per la sua versione di Kal-El nel DCU.

Credit Foto - Social di James Gunn

Superman è in piena fase di produzione, con nuovi membri del cast che vengono rivelati man mano che le riprese procedono. Recentemente è stato annunciato che Pruitt Taylor Vince interpreterà il padre di Superman, Jonathan Kent, e Neva Howell sarà la madre di Clark Kent, Martha. Anche Wendell Pierce seguirà le orme di Laurence Fishburne nel ruolo del prossimo Perry White, caporedattore del Daily Planet Newspaper.

Forse l’aspetto più eccitante è che Superman non sarà un’altra storia di origini per l’Uomo d’Acciaio. Come nel caso di Spider-Man di Peter Parker, il pubblico ha visto Clark Kent passare attraverso le procedure per diventare Superman un sacco di volte, quindi Gunn ha deciso di iniziare con un Kal-El più esperto. Ha anche detto che Superman vive in un mondo pieno di altri eroi, ma che nessuno di questi colleghi ruberà i riflettori da ciò che è veramente la storia, ovvero Clark Kent, Lois Lane e Lex Luther. Il DCEU ha commesso l’errore di cercare di introdurre troppi eroi in una volta sola, e Gunn intende evitare questo errore costruendo un mondo ricco di altri personaggi da godere senza perdere di vista ciò che è più importante.

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion. Sean Gunn, María Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio, Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il cast.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

 

Le 23 migliori docuserie crime in questo momento su Netflix

migliori docuserie Crime su Netflix

Se siete alla ricerca della prossima grande docuserie true-crime da guardare su Netflix, siete nel posto giusto. Una docuserie poliziesca davvero eccezionale ti cattura con un aggancio affascinante, per poi approfondire sempre di più il caso a ogni episodio successivo. Sebbene l’omicidio sia certamente un tema presente nella nostra lista, ci sono anche alcune serie true-crime incentrate su crimini non violenti. Consultate la nostra lista dei migliori spettacoli di cronaca nera su Netflix qui sotto.

Worst Roommate Ever (2022)

Questo terrificante documentario racconta la storia di Alex Miller, una storia di inganni e diffidenza che vi scuoterà nel profondo. Nel tentativo di affittare la sua stanza libera su Craigslist, Alex ha accettato l’offerta di Jed Creek che, a sua insaputa, era un abusivo seriale che progettava di eliminarla meticolosamente dalla sua stessa casa. Con una storia che probabilmente molti di noi conosceranno, Worst Roommate Ever mescola l’orrore di un vero crimine con la suspense di un film di Hitchcock per creare un’esperienza di visione che non dimenticherete presto.

‘Get Gotti’ (2023)

Chi non ama il binge-watch di un vero crimine? Netflix lo fa di sicuro, e Get Gotti è una delle sue migliori offerte nel genere. Seguendo la vita e i crimini del famigerato John Gotti, questo racconto esamina entrambi i lati della questione, documentando il caso dell’FBI che alla fine ha portato alla sua condanna nel 1992. Agghiacciante e così avvincente, Get Gotti è come un film di Martin Scorsese avvolto in colori da vero crimine, con la comprensione della profondità del lavoro investigativo messo in un caso come questo a dir poco sbalorditivo. Anche una capsula del tempo nostalgica per chi ha vissuto nella New York degli anni ’80, Get Gotti è una miniserie avvincente e memorabile.

Murdaugh Murders: scandalo nel profondo Sud (Murdaugh Murders: A Southern Scandal) (2023)

Creato da Jenner Furst e Julia Willoughby Nason, Murdaugh Murders: A Southern Scandal segue la tragica storia vera di un incidente in barca che uccise l’amata giovane Mallory Beach – e di come la ricchezza e l’influenza di una famiglia abbiano corrotto il caso per assicurarsi che l’autista ubriaco Paul Murdaugh la facesse franca. È facile sottolineare quanto questa serie sia divertente, ma la verità è che la pura ingiustizia che ne è alla base è in grado di accendere la furia in tutti coloro che la guardano, e il miglior pregio della serie è la sua capacità di evocare una reazione viscerale ed emotiva. Avvincente dall’inizio alla fine, Murdaugh Murders: A Southern Scandal merita il vostro tempo.

‘How to Become a Cult Leader’ (2023)

Per quanto riguarda i titoli di true crime, questo è forse il più allettante di Netflix. How to Become a Cult Leader segue il successo di How to Become a Tyrant, con un esame in sei episodi di alcuni dei culti più malvagi della storia, come la Manson Family e Heaven’s Gate. Inoltre, gli elementi sociologici e culturali in gioco sono illustrati dalla voce rassicurante di Peter Dinklage. Con una pletora di filmati d’archivio e interviste che aprono gli occhi, oltre a una curiosa sezione animata, How to Become a Cult Leader attira l’utente con il suo seducente intrattenimento a episodi e lo tiene attaccato con promesse di maggiore conoscenza – una struttura intelligente che può sembrare fin troppo familiare a chi ha visto la serie.

‘Catching Killers’ (2021 – Present)

A volte un solo caso di true crime non è sufficiente. Catching Killers di Netflix offre una svolta unica a uno dei generi più affidabili dello streaming, con la serie che fornisce uno sguardo dettagliato al viaggio dell’investigatore verso la soluzione di alcuni dei casi più famigerati del mondo. Sostenendo coloro che hanno fermato il male piuttosto che caratterizzare il colpevole, Catching Killers offre un’esperienza di visione che suscita nel pubblico la volontà di riuscire, senza mai mancare di dare un forte impatto. Forse l’approccio più unico della serie al genere del true crime è quello di offrire la realtà del lavoro della polizia e di come i fondi e il tempo che vengono impiegati nei casi purtroppo non possono essere infiniti.

American Manhunt: l’attentato alla maratona di Boston (American Manhunt: The Boston Marathon Bombing) (2023)

Affrontare uno dei crimini più infami della storia recente non è cosa da poco, ma il team di American Manhunt: The Boston Marathon Bombing si è impegnato al massimo per offrire una visione sfumata e rispettosa della tragedia. Dalle interviste esclusive a giornalisti del calibro di Phillip Martin e dell’agente speciale dell’FBI Rick Deslauriers ai potenti filmati d’archivio, la serie di documentari sfida lo spettatore a non limitarsi a guardare passivamente, ma a impegnarsi attivamente in un evento che ha sconvolto la vita di molti. Agghiacciante e commovente in egual misura, American Manhunt rappresenta un’importante pietra miliare per la televisione sui crimini veri.

‘I Just Killed My Dad’ (2022)

Documentando la vera storia di Anthony Templet, I Just Killed My Dad racconta la storia che il titolo suggerisce, con l’orribile crimine del suddetto assassino e gli eventi che hanno portato ad esso mostrati in dettaglio. Diretto da Skye Borgman, il visionario autore del classico true crime Abducted in Plain Sight, I Just Killed My Dad affronta con disinvoltura una storia davvero terrificante, dando al pubblico la possibilità di immergersi completamente nell’agghiacciante sequenza di eventi che hanno portato alla tragedia. Grazie alle interviste con le persone più vicine a Templet, tra cui la madre e il fratellastro, non sorprende che questa docu-serie abbia ricevuto grandi apprezzamenti, tra cui un notevole punteggio del 100% su Rotten Tomatoes.

‘Killer Sally’ (2022)

In soli tre episodi, Killer Sally racconta la storia dell’ex lottatrice amatoriale Sally McNeil e del famigerato caso criminale che l’ha vista abusare e uccidere il suo fidanzato, l’iconico culturista Ray McNeil. Con un argomento così eclatante ed emotivamente sensibile al centro della vicenda, Killer Sally riesce a rappresentare con rispetto il difficile tema di fondo senza mai mancare di offrire un’ampia gamma di punti di vista sulla situazione. Creando un’atmosfera da brivido per tutta la breve durata della serie, Killer Sally si seppellisce nella mente del pubblico, diventando uno studio che fa riflettere sulla violenza domestica e un’esperienza genuinamente divertente.

The Real Bling Ring: Hollywood Heist” (2023)

Molti documentari sui crimini veri si concentrano su storie lontane nel tempo o non abbastanza pubblicizzate da essere ricordate da molti di noi. The Real Bling Ring: Hollywood Heist, invece, si immerge in una storia molto più recente e di alto profilo rispetto a molte altre – in particolare, le famigerate rapine alle case hollywoodiane di personaggi del calibro di Paris Hilton e Lindsay Lohan da parte di una banda nei primi anni Novanta. Utilizzando interviste sia con gli autori che con alcune delle vittime, The Real Bling Ring offre una doppia prospettiva sui crimini, con discussioni sulla verità e sullo status di celebrità, tra gli altri temi, rendendo la miniserie impossibile da spegnere.

The Most Hated Man on the Internet (2023)

Molto più di un titolo accattivante, The Most Hated Man on the Internet racconta la storia del francamente disgustoso Hunter Moore e della sua creazione – il sito web IsAnyoneUp.com. Con l’intento di rovinare la vita delle persone e di collezionare il maggior numero possibile di vittime, Moore si fa portavoce dell’orribile epidemia di revenge porn è semplicemente spaventoso, e questo documentario offre non solo la storia di Moore ma anche quella delle sue vittime. Avvincente e terribilmente reale, The Most Hated Man on the Internet è un promemoria degli orrori che vivono nel moderno mondo virtuale, con Moore purtroppo solo uno dei tanti terribili cattivi che si nascondono nel cyberspazio.

Bad Vegan: Fama, Frode e Fuggitivi (Bad Vegan: Fame. Fraud. Fugitives.) (2022)

Dopo aver ricevuto la promessa di far vivere per sempre il suo cane, la famosa ristoratrice di New York Sarma Meingailis sposa un uomo che, a sua insaputa, sta per rovinarle la vita. Quattro anni dopo, il marito Anthony Strangis, grazie a un controllo coercitivo, è riuscito a far arrestare entrambi per frode e la reputazione di Sarma sembra essere rovinata per sempre. Nominata come miglior docuserie in streaming agli Hollywood Critics Association Television Awards, Bad Vegan è una storia davvero unica che si distingue come una delle serie true crime più indimenticabili del periodo, non solo di Netflix, grazie al fatto che affronta la disgustosa realtà di molte relazioni moderne.

Night Stalker: The Hunt For a Serial Killer (2021)

Una serie true crime viscerale e grintosa come poche, Night Stalker: The Hunt For a Serial Killer racconta la storia di Richard Ramirez, il California Killer che ha brutalmente tolto la vita ad almeno 13 persone a metà degli anni Ottanta. Non lasciando nulla di intentato, Night Stalker racconta ogni aspetto della caccia a Ramirez, dall’uomo stesso ai detective incaricati di trovarlo, Gil Carrillo e Frank Salerno. Con la discussione su un mostro al centro di questo documentario, Night Stalker riesce a camminare sul filo tra una rappresentazione accurata di orrori reali e un’affascinante visione della mente di un assassino.

Unsolved Mysteries (2020 – Presente)

Originariamente una serie classica creata da John Cosgrove e Terry Dunn Meurer, Unsolved Mysteries è il reboot di Netflix che gli appassionati di true crime avevano richiesto da tempo. Con una serie di episodi diversi disponibili in tre stagioni, Unsolved Mysteries presenta una pletora di temi e racconti diversi che spaziano dalla realtà brutale al paranormale. Sempre avvincente e varia, Unsolved Mysteries si è certamente guadagnata le nomination agli MTV Movie, ai Critics’ Choice e agli Hollywood Critics Association Television Awards.

Scena del crimine: The Vanishing at the Cecil Hotel (2021)

Uno dei misteri più famosi di tutti i tempi, Scena del crimine: The Vanishing at the Cecil Hotel documenta l’improbabile tragedia di Elisa Lam nel 2013, quando la sua sparizione portò al ritrovamento del suo corpo in una cisterna in cima all’hotel. Dopo aver lasciato perplessi migliaia di aspiranti investigatori su Internet per anni, Crime Scene, a differenza di molti altri documentari su questo argomento, offre una risposta definitiva agli eventi accaduti poco più di dieci anni fa. Per coloro che sono abituati a questa storia e sono incerti se valga la pena di guardarlo, la sua interpretazione unica del caso lo rende sicuramente un’esperienza rinfrescante ma comunque straziante, sia che si abbia familiarità con il Cecil Hotel o meno.

‘The Ripper’ (2020)

Dall’altra parte dell’oceano, nel Regno Unito, il caso dello Squartatore dello Yorkshire (chiamato così dai media britannici in onore del suo omonimo vittoriano) è tristemente agghiacciante e continua a perseguitare gli incubi di molti che ne sono stati colpiti. Questo documentario di Netflix racconta la storia a un pubblico mondiale, documentando le imprese malvagie di Peter Sutcliffe e le furiose indagini che hanno portato alla sua cattura e alla sua incarcerazione. Certamente non è una serie true crime per i deboli di cuore, Lo Squartatore non ha peli sulla lingua nel raccontare questa storia atroce, ma si addentra anche nel modo misogino in cui il caso è stato trattato dai media alla fine degli anni ’70, un argomento ancora oggi di grande attualità.

‘Tiger King: Murder, Mayhem, and Madness’ (2020 – 2021)

Il fiore all’occhiello del catalogo dei crimini veri di Netflix, Tiger King: Murder, Mayhem, and Madness è stato un fenomeno mondiale alla sua uscita originale nel 2020, probabilmente aiutato dal fatto che la maggior parte di noi era a casa. Documentando la vita del proprietario di uno zoo di grandi felini, Joe Exotic, ogni episodio si dipana come un mistero tortuoso, ricco di colpi di scena inaspettati e di svolte ridicole quando la storia di Joe Exotic viene esaminata nei dettagli. Da un complotto per commettere un omicidio a un tentativo di candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti, in Tiger King si ha la sensazione che nulla sia fuori dal tavolo, rendendo l’esperienza di visione indimenticabile, diversa da qualsiasi altra.

Aguzzini in casa: la vicenda del piccolo Gabriel Fernandez (2020)

Questa serie originale Netflix racconta la storia straziante del protagonista Gabriel Fernandez, un bambino di 8 anni che è stato brutalmente torturato dai suoi genitori malvagi per un periodo di 8 mesi. Esaminando non solo la famiglia, ma anche il sistema sociale che ha deluso il bambino, The Trials of Gabriel Fernandez è, comprensibilmente, una visione terribilmente dura, con l’argomento al centro che rende la visione di alcuni dei crimini veri più scomodi disponibili oggi. Tuttavia, questo non toglie nulla alla sua pregnanza: la triste realtà che questo è solo uno dei tanti casi simili fa di questa docu-serie un faro di speranza che potrebbe allargare gli occhi di coloro che sono al potere e incoraggiarli a fare di più per impedire che questo accada di nuovo.

The Keepers’ (2017)

Raccontando la storia della scomparsa di suor Cathy Cesnik nel 1969, The Keepers si trasforma rapidamente in un mistero pieno di inganni e di realtà strazianti, con i tentativi della suora scomparsa di scoprire un sistema di terribili abusi sessuali in un liceo femminile che mette in moto la possibilità che ci sia stata una cospirazione che avrebbe potuto costarle la vita. Quella che inizia come una tipica serie di true crime si trasforma ben presto in un’indagine stomachevole su alcuni dei crimini più malvagi che si possano immaginare, con l’ignoranza armata di chi ha il potere che rischia di accendere un fuoco di rabbia nel ventre di tutti gli spettatori. The Keepers è davvero uno dei migliori documentari sui crimini veri presenti su Netflix.

‘Making a Murderer’ (2015 – 2018)

Una serie true crime che ha conquistato il mondo, Making a Murderer segue la storia di Steven Avery, un uomo che è stato ingiustamente condannato per omicidio e imprigionato per 18 anni. Dopo il suo rilascio, i tentativi di Avery di tornare alla sua vita tranquilla si sono arenati quando è stato nuovamente accusato di omicidio, questa volta di Teresa Halbach, e sia lui che suo nipote Brendan Dassey sono stati incarcerati. Questa volta, però, nonostante il documentario suggerisca l’innocenza di entrambi, i due sono ancora dietro le sbarre, e Making a Murderer esamina dove il sistema giudiziario potrebbe aver sbagliato. Completamente coinvolgente e molto divertente, Making a Murderer è così ben realizzato e unilaterale che può essere facile dimenticare che non si tratta di un’opera di finzione, con la pura indulgenza della storia che rende la serie un vero crimine che deve essere visto per essere creduto.

‘Wild Wild Country’ (2018)

Selezione ufficiale al Sundance Festival 2018, Wild Wild Country è una serie true crime come nessun’altra. La serie segue il guru Osho (più formalmente conosciuto come Bhagwan Shree Rajneesh) mentre lui e le sue legioni di devoti seguaci si dirigono nel deserto dell’Oregon per dare vita alla loro utopia. Tuttavia, le crepe tra la Chiesa e lo Stato iniziano a manifestarsi, mentre un conflitto con la popolazione locale si trasforma presto nel primo attacco bioterroristico del Paese. Avvincente, enigmatica ed estremamente importante, Wild Wild Country ha catturato l’immaginazione della critica e del pubblico alla sua uscita, portando la docu-serie a vincere il Primetime Emmy per il miglior documentario.

The Innocent Man (2018)

Uscito nel 2018, The Innocent Man adatta l’omonimo bestseller di John Grisham, raccontando la storia dell’uomo locale dell’Oklahoma Ron Williamson, rimasto nel braccio della morte per oltre dieci anni per un crimine che non aveva nemmeno commesso. Affascinante e devastante in egual misura, L’uomo innocente fa un’immersione profonda nel sistema giudiziario degli Stati Uniti e analizza le conseguenze mortali che si verificano quando si commettono errori, che molti ritengono avvengano troppo spesso. Questa serie, di una potenza sconvolgente, si assicura di rimanere fedele al materiale di partenza, coinvolgendo anche lo scrittore John Grisham come partecipante alla telecamera durante il documentario.

Killer Inside: The Mind of Aaron Hernandez (2020)

Una storia che ha catturato l’attenzione di una nazione, Killer Inside: The Mind of Aaron Hernandez racconta nel dettaglio la tragica serie di circostanze che hanno circondato gli efferati crimini dell’ex stella della NFL Hernandez, ricostruendo la sequenza di eventi che ha portato al momento in cui il mondo ha scoperto tutto. Quando si cerca il prossimo documentario sui crimini veri da guardare, è fondamentale che la serie sia in parti uguali sensibile e avvincente, e The Mind of Aaron Hernandez riesce in entrambi i casi. Riuscendo a esaminare in modo ordinato tutti i diversi colpi di scena che hanno circondato la tragedia, questa serie è un trionfo del genere true crime.

‘The Devil Next Door’ (2019)

The Devil Next Door segue sia John Demjanjuk, un uomo accusato di aver commesso crimini terribili come guardia di un campo di concentramento durante l’Olocausto, sia il suo avvocato, Yoram Sheftel, che, in quanto ebreo, si definisce “l’uomo più odiato di Israele” per la sua difesa di un potenziale nazista. Quello che normalmente sembrerebbe un caso aperto e chiuso, viene esaminato nei dettagli cruciali di questa docu-serie, che rappresenta uno degli spettacoli più ricchi di sfumature che Netflix possa offrire. Sostenuta dal suo 91% di gradimento su Rotten Tomatoes, Il diavolo della porta accanto è una serie di cronaca nera affascinante e malata che vi terrà sicuramente svegli la notte, sia per paura che per il desiderio di saperne di più.

 

Sunny, svelate le prime foto del nuovo thriller interpretato e prodotto da Rashida Jones

Sunny

Apple TV+ ha annunciato che Sunny, il mistery thriller con atmosfere da commedia dark, creata da Katie Robbins (“The Affair”, “The Last Tycoon“), che è anche showrunner, e dalla produttrice esecutiva e regista Lucy Tcherniak (“Station Eleven”, “The End of the F***ing World”), Sunny è interpretata dalla candidata agli Emmy, Rashida Jones (“On the Rocks”, “The Other Black Girl”, “Quincy”), che è anche produttrice esecutiva, insieme a Hidetoshi Nishijima, Joanna Sotomura, Judy Ongg, Jun Kunimura, YOU e annie the clumsy.

Sunny: quando esce e dove vederla in streaming

Sunny in streaming farà il suo debutto il 10 luglio con i primi due episodi dei dieci totali, seguiti da nuovi episodi ogni mercoledì fino al 4 settembre.

Sunny: trama e cast

Sunny vede la Jones nei panni di Suzie, una donna americana che vive a Kyoto, in Giappone, la cui vita viene sconvolta quando il marito e il figlio scompaiono in un misterioso incidente aereo. Come “consolazione” le viene dato Sunny, uno dei nuovi robot domestici prodotti dall’azienda elettronica del marito. Sebbene all’inizio Suzie non sopporti i tentativi di Sunny di riempire il vuoto della sua vita, a poco a poco i due sviluppano un’amicizia inaspettata, mentre insieme scoprono l’oscura verità su ciò che è realmente accaduto alla famiglia di Suzie, rimanendo pericolosamente invischiati in un mondo che Suzie non sapeva esistesse.

Prodotto per Apple TV+ da A24, “Sunny” è scritta e prodotta esecutivamente da Katie Robbins, attraverso la sua società Babka Pictures. Anche A24 e Rashida Jones sono produttori esecutivi della serie che è basata sul libro “Dark Manual” del pluripremiato scrittore irlandese di origine giapponese Colin O’Sullivan.

 

Vicino all’orizzonte: dal cast alla storia vera, tutto quello che c’è da sapere

Vicino all'orizzonte storia vera
Jannik Schümann e Luna Wedler in Vicino all'orizzonte. © Studiocanal GmbH / Bernd Spauke

Il genere dei teen drama, ovvero quei film per ragazzi incentrati su profondi sconvolgimenti dell’animo, si affermano quasi sempre come grandi successi, riuscendo ad andare ad intercettare un preciso pubblico a cui troppo spesso non si dedicano le giuste attenzioni. Film come la serie di After, Colpa delle stelle, Noi siamo infinito o il recente Fabbricante di lacrime ne sono un esempio. Un altro titolo di questo genere affermatosi come un buon successo è Vicino all’orizzonte, che ha commosso gli spettatori per la sua storia d’amore struggente che grazie al coraggio dei due giovani protagonisti riesce a superare ogni ostacolo.

Diretto da Tim Trachte, il film di produzione tedesca vanta la presenza degli attori emergenti Jannif Schümann e Luna Wedler, particolarmente apprezzati nei rispettivi ruoli. La pellicola è la trasposizione dell’omonimo romanzo di Jessica Koch. Questo era inizialmente stato pubblicato nel 2016 sotto forma di ebook, ma in seguito allo straordinario riscontro di pubblico, venne stampato in copia fisica. Particolarmente acclamato anche in Italia, il romanzo è divenuto in breve tempo un best seller, facendo interessare diverse produzioni al suo adattamento.

Per tutti gli appassionati del genere, si tratta dunque di un titolo da non perdere, che offre sì grandi emozioni ma anche profonde riflessioni su come le relazioni ci cambiano. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Vicino all’orizzonte. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera a cui si ispira. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Vicino all’orizzonte

La vicenda ruota intorno a Jessica, solare ragazza di 18 anni, annoiata dalla routine della sua vita. Tutto cambia nel momento in cui, durante l’estate, incontra Danny, più grandi di lei di qualche anno. Il loro amore, nato quasi inaspettatamente, sembra perfetto. Ci sono però aspetti del suo passato di cui Danny non parla. Nel momento in cui Jessica scoprirà le cicatrici sul suo corpo, tuttavia, lo costringerà a raccontarle cosa è accaduto. Danny sarà allora costretto a riportare alla luce il suo turbolento passato fatto di soprusi.

Vicino all'orizzonte trama film
Jannik Schümann e Luna Wedler in Vicino all’orizzonte. © Studiocanal GmbH / Bernd Spauke

Il libro di Jessica Koch e la storia vera a cui si ispira

Come anticipato, il film è tratto dal libro scritto nel 2016 dalla Koch. Questo, seppur romanzando gli eventi e ricamandovi sopra una storia più ampia, è tratto da una vicenda realmente vissuta dalla scrittrice. Sul finire degli anni Novanta, infatti, quando la Coch era poco più che adolescente, ebbe un amore di gioventù particolarmente drammatico. Come poi racconterà anni dopo nel libro, si trovò infatti a dover gestire la relazione con un ragazzo vittima di violenza da parte di suo padre e scopertosi sieropositivo.

Scrivere il romanzo è servito all’autrice per rielaborare quel difficile periodo della sua vita, conclusosi, come anche il film, in modo drammatico. Quanto da lei scritto ha ottenuto il favore di critica e pubblico proprio per la sincerità con cui vengono raccontati gli eventi. Paragonato ai romanzi del celebre Nicholas Sparks, con protagonisti innamorati costretti a confrontarsi con problemi più grandi di loro, quello della Koch si è in breve affermato come uno dei libri tedeschi più venduti dell’anno.

Il finale del film

Nel filnale di Vicino all’orizzonte, Danny apprende di avere un’aspettativa di vita di circa 15 mesi. Lui e Jessica decidono allora di fare il viaggio negli Stati Uniti che si erano promessi, ma lì Danny annuncia alla ragazza che non farà la possibile terapia che gli prolungherebbe la vita, perché preferisce morire in modo indipendente. Nonostante questo le spezzi il cuore, Jessica decide di accettare la sua volontà. In seguito trova una lettera di Danny in cui le dice addio e le augura il meglio, con un riferimento ad una poesia che entrambi collegano con l’inizio della loro relazione, riguardante la linea all’orizzonte dove si incontrano la terra e il cielo, la vita e la morte.

Vicino all'orizzonte cast
Jannik Schümann e Luna Wedler in Vicino all’orizzonte. © Studiocanal GmbH / Tom Trambow

 

Il cast del film

Il film è interpretato da due attori emergenti, entrambi originari della Germania ma già con alcuni titoli internazionali all’attivo. Luna Wedler, che nel film interpreta proprio la Koch da giovane, si è infatti resa nota grazie al film coming of age Blue My Mind – Il segreto dei miei anni (2017), al dramma Beast (2019), con Ella Rumpf, e alla serie crime The Team (2015). È poi stata tra i protagonisti di Storia di mia moglie, con Lea Seydoux Louis Garrel, e ha recitato in due episodi di Tutta la luce che non vediamo.

Jannik Schümann, che nel film è Danny, vanta invece una già lunga carriera, composta prevalentemente di titoli televisivi. L’attore ha poi lavorato anche a film per il cinema come Submergence (2017), con Alicia Vikander e La conseguenza (2019), con Keira Knightley. Ha poi debuttato nella sua prima grande produzione statunitense con Monster Hunter, con protagonista Milla Jovovich. Vicino all’orizzonte è tuttavia il primo film che ha permesso loro di recitare in ruoli da veri e propri protagonisti e di ottenere una popolarità maggiore rispetto a quella fino ad ora conosciuta.

Ciò che gli ha permesso di essere così apprezzati è stata inoltre la chimica di coppia da loro sfoggiata, e instauratasi naturalmente sin dal provino. Entrambi gli attori hanno infatti raccontato di aver provato da subito grande fiducia l’uno nell’altro, sentimento avvertito anche dalla produzione che ha così deciso di affidare loro i ruoli principali. La stessa autrice del romanzo si è poi dichiarata estremamente soddisfatta dei due attori, che a suo dire hanno trovato il modo di dar vita alle loro versioni di Danny e Jessica, rimanendo però fedeli allo spirito dei due personaggi del romanzo.

Il trailer di Vicino all’orizzonte e dove vedere il film in streaming

Per gli amanti del film, o per chi volesse vederlo per la prima volta, è possibile fruirne grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Vicino all’orizzonte è infatti presente nel catalogo di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale, avendo così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinstesto televisivo di giovedì 18 aprile alle ore 21:20 sul canale Rai 2.

Fonte: IMDb

 

The Witcher – stagione 4: al via le riprese e annuncio della quinta e ultima stagione per la serie Netflix

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In occasione dell’annuncio dell’inizio delle riprese in UK dell’attesissima quarta stagione di The Witcher, Netflix annuncia anche la quinta stagione della serie che sarà il capitolo finale della storia di Geralt e le cui riprese sono previste subito dopo quelle della quarta. Le due stagioni conclusive saranno un adattamento dei restanti libri di Sapkowski, Il battesimo del fuoco, La Torre della Rondine e La Signora del Lago, e offriranno un’epica e soddisfacente conclusione al grande successo fantasy firmato Netflix.

Il cast stellare della quarta stagione sarà guidato da Liam Hemsworth per la prima volta nei panni di Geralt di Rivia, affiancato da Anya Chalotra, Freya Allan e Joey Batey rispettivamente nei ruoli di Yennefer di Vengerberg, la Principessa Cirilla di Cintra e Jaskier, e comprenderà alcune nuove aggiunte, come confermato anche dalla showrunner e produttrice esecutiva Lauren Schmidt Hissrich.

È con enorme orgoglio che iniziamo a girare la penultima stagione di The Witcher con un cast stellare, che comprende alcune nuove emozionanti aggiunte, guidato da Liam Hemsworth nei panni di Geralt di Rivia. Siamo entusiasti di poter portare i libri di Andrzej Sapkowski ad un’epica conclusione. Non sarebbe la nostra serie se non spingessimo la nostra famiglia di personaggi al loro limite massimo – aspettate di vedere come la storia finirà” – Lauren Schmidt Hissrich

La trama della quarta stagione di The Witcher – stagione 4

Dopo gli scioccanti eventi che hanno sconvolto il Continente alla fine della terza stagione, la nuova stagione vede Geralt, Yennefer e Ciri attraversare, separati, il Continente devastato dalla guerra con i suoi molti demoni. Se riusciranno ad accettare e guidare i gruppi di outsiders in cui si trovano, avranno una possibilità di sopravvivere al battesimo del fuoco e ritrovarsi ancora una volta.

Il cast di The Witcher – stagione 4

Liam Hemsworth (Geralt of Rivia), Anya Chalotra (Yennefer of Vengerberg), Freya Allan (Princess Cirilla of Cintra), Joey Batey (Jaskier), Laurence Fishburne (Regis) Eamon Farren (Cahir), Anna Shaffer (Triss Merigold), Mimî M Khayisa (Fringilla), Cassie Clare (Philippa), Mahesh Jadu (Vilgefortz), Meng’er Zhang (Milva), Graham McTavish (Dijkstra), Royce Pierreson (Istredd), Mecia Simson (Francesca), Sharlto Copley (Leo Bonhart), Danny Woodburn (Zoltan), Jeremy Crawford (Yarpen), Bart Edwards (Emhyr), Hugh Skinner (Radovid), James Purefoy (Skellen), Christelle Elwin (Mistle), Fabian McCallum (Kayleigh), Juliette Alexandra (Reef), Ben Radcliffe (Giselher), Connor Crawford (Asse), Aggy K. Adams (Iskra), Linden Porco (Percival Schuttenbach), Therica Wilson-Read (Sabrina), Rochelle Rose (Margarita), Safiyya Ingar (Keira)

  • CREATRICE/ SHOWRUNNER / PRODUTTRICE ESECUTIVA: Lauren Schmidt Hissrich
  • SCRITTO DA: Lauren Schmidt Hissrich (401), Tania Lotia (402), Rae Benjamin (403), Troy Dangerfield (404), Matthew D’Ambrosio (405), Javier Grillo-Marxuach (406), Clare Higgins (407), Mike Ostrowski (408)
  • REGIA DI: Sergio Mimica-Gezzan (401 & 402), Tricia Brock (403 & 404), Alex Garcia Lopez (405 & 406), Jeremy Webb (407 & 408)
  • PRODUTTORI ESECUTIVI: Steve Gaub, Mike Ostrowski, Javier Grillo-Marxuach, Platige Films (Tomek Baginski and Jarek Sawko), Hivemind Content (Jason Brown and Sean Daniel)
 

Trap: il trailer del nuovo film di M. Night Shyamalan

Warner Bros. Pictures presenta il primo trailer di Trap, una nuova esperienza nel mondo di M. Night Shayamalan, regista di Il sesto senso, The Village e Bussano alla porta, con la partecipazione della stella nascente Saleka Shyamalan. Stando alla sinossi ad oggi riportata, il film ruota intorno ad un padre e una figlia adolescente che partecipano a un concerto pop e si rendono conto di essere al centro di un evento oscuro e sinistro. Non vengono per ora forniti dettagli e anche questo nuovo film di Shyamalan si presenta dunque come un progetto tanto misterioso quanto presumibilmente imprevedibile.

Il cast di Trap

Scritto e diretto da M. Night Shyamalan, Trap è interpretato da Josh Hartnett, Ariel Donoghue, Saleka Shyamalan, Hayley Mills e Allison Pill. Il film è prodotto da Ashwin Rajan, Marc Bienstock e M. Night Shyamalan. Il produttore esecutivo è Steven Schneider. Il direttore della fotografia è Sayombhu Mukdeeprom (“Chiamami col tuo nome“). La production designer è Debbie de Villa (“Ti odio, anzi no, ti amo!“). Il montaggio è di Noëmi Preiswerk e le musiche sono di Herdĭs Stefănsdŏttir (“Bussano alla porta“). Il supervisore musicale è Susan Jacobs (“Old“); la costumista è Caroline Duncan (“Old“). Il casting è a cura di Douglas Aibel (“Asteroid City“).

Parlando del film, Hartnett ha dichiarato che: “Lavorare con M. Night è stata una delle esperienze migliori della mia carriera. Penso che sia un vero artista nel senso “maiuscolo” del termine. E credo che la gente sarà davvero sorpresa ed entusiasta del film che faremo. È molto bizzarro, molto oscuro e selvaggio“. Il film sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures, nelle sale statunitensi il 9 agosto 2024 e a livello internazionale a partire dal 1° agosto 2024.

 

Transformers: One, il trailer italiano del film d’animazione!

Eagle Pictures ha diffuso il primo trailer italiano di Transformers: One, film d’animazione che va a raccontare la storia inedita delle origini di Optimus Prime e Megatron, meglio conosciuti come nemici giurati, ma un tempo amici legati come fratelli. Qui ancora noti come Orion Pax e D-16 e ancora sprovvisti della capacità di trasformarsi. Accanto a loro si ritroveranno anche Elita-1, un prototipo di Bumblebee e altri Transformers ancora. Le loro avventure, essendo il film un prequel, si svolgeranno prima che la guerra devasti il loro pianeta natale, Cybertron.

Primo film sui Transformers completamente animato in computer grafica, Transformers: One vanta un cast di voci stellare, tra cui Chris Hemsworth (Orion Pax), Brian Tyree Henry (D-16), Scarlett Johansson (Elita-1), Keegan-Michael Key (Bumblebee), Steve Buscemi, Laurence Fishburne (Alpha Trion) e Jon Hamm (Sentinel Prime). Transformers: One uscirà a settembre 2024 solo al cinema.

Tutto quello che sappiamo su Transformers: One

“Sono così entusiasta e orgoglioso di lavorare con Hasbro ed eOne per portare nei cinema il primo film animato di ‘Transformers’ con una storia mai raccontata prima”, ha dichiarato Ramsey Naito, presidente di Paramount Animation e Nickelodeon Animation, quando ha annunciato il cast al CinemaCon nell’aprile 2023. Naito ha poi aggiunto che: “Sono onorato di avere talenti così incredibili riuniti per interpretare questi personaggi famosi e molto amati in una storia sulle origini al centro del franchise”.

Il regista di Toy Story 4, Josh Cooley dirige il film da una sceneggiatura di Andrew Barrer e Gabriel Ferrari. Steven Spielberg, già produttore esecutivo dei film in live action di Transformers, ricopre tale ruolo anche per Transformers: One, insieme a Brian Goldner, Brian Oliver, Bradley J. Fischer e Valerii An.

 

Steven Spielberg al lavoro su un nuovo film sugli UFO

Steven Spielberg 2018 David
Steven Spielberg alla 62esima edizione dei David di Donatello - Foto di Aurora Leone © Cinefilos.it

Sono pochi i registi che oggi sono in grado di suscitare un interesse e un’eccitazione così diffusi con la notizia del loro prossimo progetto, e Steven Spielberg è senza dubbio uno di questi. Si è speculato sul prossimo film del leggendario regista da quando si è diffusa la voce che avrebbe potuto prendersi una lunga pausa (o forse addirittura ritirarsi) dopo l’uscita di The Fablemans, ma secondo Variety il prossimo film di Spielberg è già nelle prime fasi di pianificazione.

I dettagli sono pochi, ma il sito riporta che Spielberg intende tornare al genere fantascientifico per un “film sugli UFO” senza titolo, basato su una sua idea originale. La sceneggiatura sarà scritta da David Koepp, che ha già collaborato con Steven Spielberg per Jurassic Park, La guerra dei mondi e Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo. Si attendono ora maggiori dettagli su questo progetto, nella speranza che non occorrà aspettare troppo prima di poterne sapere di più e di vederlo in sala.

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I film di fantascienza di Steven Spierlberg

Per un certo periodo, dopo l’uscita di quello che probabilmente rimane il suo film più iconico, Lo squalo, Spielberg è stato praticamente sinonimo di genere fantascientifico, dirigendo film del calibro di E.T. L’extraterrestre, Incontri ravvicinati del terzo tipo, e successivamente A.I. – Intelligenza artificiale, Minority Report e La guerra dei mondi. Il suo ultimo film di fantascienza è stato Ready Player One, uscito nel 2018. Grande maestro e innovatore di questo genere, che ha in ognuna di queste occasioni dimostrato di padroneggiare con grande consapevolezza, Spielberg sembra dunque pronto a tornare tra le stelle.

 

X-Men le origini: Wolverine, Kevin Durand rivela i piani per Blob nel sequel cancellato

X-Men le origini - Wolverine

X-Men le origini: Wolverine (qui la recensione) è stato accolto da recensioni per lo più negative, anche se ha affrontato più di una sfida durante la produzione. Lo sciopero della WGA di quel periodo ha avuto un enorme impatto sulle riprese, mentre una bozza del film è stata tristemente diffusa online settimane prima del suo arrivo nelle sale. Questo progetto, però, doveva essere solo il primo di una serie di lungometraggi dedicati alle origini dei vari X-Men, come Magneto e Gambit. L’idea è però stata poi abbandonata e Hugh Jackman ha continuato ad interpretare Wolverine in altri film non collegati alla pellicola del 2009.

Prima di allora, un sequel diretto di X-Men le origini: Wolverine era in lavorazione. Non è stato rivelato molto sul film, anche se sappiamo che molti dei personaggi del primo capitolo sarebbero tornati. Tra questi, c’era anche Kevin Durand nel ruolo di Blob. Parlando con ComicBook.com del suo ruolo in Abigail, l’attore ha ora fatto luce su ciò che si prevedeva per il suo colossale mutante. “Ricordo che quando stavamo girando le scene di Wolverine, lui [Jackman] continuava a dire: ‘Finirai per fare un film tutto tuo’, e voleva davvero che tornassi a fare il prossimo Wolverine, dove Blob sarebbe stato il campione di lotta sumo a Tokyo, dove Wolverine si reca, ma non se ne fece nulla“.

La trama di X-Men le origini: Wolverine

Dopo aver attraversato i maggiori eventi della storia, dalla guerra di secessione americana alle trincee della Prima e Seconda guerra mondiale, fino alla terrificante giungla della guerra del Vietnam, i mutanti Wolverine e Sabretooth vengono reclutati dal colonnello William Stryker per far parte di una squadra di mutanti. Questa, composta anche da Wade Wilson, Fred Dukes, John Wraith e Zero, si trova infatti a svolgere missioni particolarmente rischiose, che nessun umano potrebbe essere in grado di affrontare. Stanco di quella vita, però, Wolverine decide di recarsi in Canada per vivere una vita pacifica. Ben presto le sue speranze verranno tragicamente infrante e il mutante si troverà a dover intraprendere una spietata vendetta.

 

Rebel Moon: le director’s cut usciranno contemporaneamente su Netflix

Rebel Moon - Parte 2: La Sfregiatrice Sofia Boutella

Domani, 19 aprile, arriverà su Netflix il film Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice, secondo capitolo dell’epopea fantascientifica di Zack Snyder iniziata con Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco. Mentre già si parla di un possibile terzo capitolo, i fan di Snyder sono ancora in attesa di un’uscita potenzialmente più importante. Questi due film di fantascienza sono infatti classificati come PG-13, ma Snyder ha ricevuto il via libera per la pubblicazione di versioni più lunghe e vietate ai minori. Ad oggi non c’è ancora una data certa sul rilascio di queste director’s cut, anche se inizialmente si era parlato dell’estate.

In ogni caso, sembra che i fan non dovranno aspettare ancora a lungo per vedere ciò che Snyder ha sempre avuto in mente per Rebel Moon. Parlando con ComicBook.com, lo sceneggiatore dei due film e frequente collaboratore di Snyder, Kurt Johnstad, ha infatti rivelato che le due director’s cut debutteranno contemporaneamente nel 2024, togliendo dunque ogni dubbio su un possibile rinvio al 2025. “Sì, le vedrete sicuramente quest’anno“, ha detto Johnstad. “Da quello che mi è stato detto… Non posso darvi una data, so che c’è una data ma non posso darvi quella data.

Ma li vedrete. Quello che mi è stato detto da Zack, e credo che questo possa essere detto, è che sia il primo che il secondo film usciranno lo stesso giorno e alla stessa ora. Quindi, nel 2024, potrete sedervi e vivere per sei ore ininterrotte quest’esperienza cinematografica firmata Zack Snyder”. Si tratta di un aggiornamento particolarmente entusiasmante, grazie al quale apprendiamo anche che ci sarebbe già una data prestabilita per il rilascio di queste director’s cut. Data che potrebbe idealmente essere svelata poco dopo l’uscita di Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice.

La trama di Rebel Moon – Parte 2: La sfregiatrice

Kora e i suoi alleati si preparano a sacrificare tutto al fianco del coraggioso popolo di Veldt, per difendere il villaggio dove una volta regnava la pace e diventato nel tempo patria per coloro che hanno perso la propria lotta contro il Mondo Madre. Alla vigilia della battaglia, i guerrieri devono affrontare le realtà dei loro passati, rivelando il vero motivo per cui sono pronti a tutto per di sconfiggere le forze del male. Quando poi il Regno si abbatterà con tutta la sua forza sulla nascente ribellione, si stringeranno legami indissolubili, emergeranno eroi e nasceranno leggende.

Di cosa parla Rebel Moon – Parte 1: Figlia del Fuoco?

Dopo essersi schiantata su una luna ai confini dell’universo, Kora (Sofia Boutella), una misteriosa straniera dal passato enigmatico, inizia una nuova vita in un insediamento pacifico di agricoltori. Presto però diventerà la loro unica speranza di salvezza quando il tirannico Reggente Balisarius (Fra Fee) e il suo crudele emissario l’Ammiraglio Noble (Ed Skrein) scoprono che i contadini senza volerlo hanno venduto il loro raccolto ai Bloodaxe (Cleopatra Coleman e Ray Fisher), leader di un agguerrito gruppo di ribelli. Assieme A Gunnar, un coltivatore dal cuore tenero e ignaro di cosa sia una guerra, Kora riceve l’incarico di scovare i combattenti pronti a rischiare la propria vita per la gente di Vedt.

Così i due raggiungono diversi mondi in cerca dei Bloodaxe e riuniscono una piccola banda di guerrieri accomunati da tanta voglia di redimersi: il pilota e killer mercenario Kai (Charlie Hunnam), il leggendario Generale Titus (Djimon Hounsou), l’esperta spadaccina Nemesis (Doona Bae), il prigioniero dalle nobili origini Tarak (Staz Nair) e Milius (E. Duffy), una combattente della resistenza. Intanto a Veldt l’androide protettore Jimmy (con la voce nell’originale di Anthony Hopkins) si risveglia di nascosto con un nuovo obiettivo. I rivoluzionari di questa nuova formazione devono però imparare a fidarsi gli uni degli altri e unire le forze prime che le truppe nemiche arrivino ad annientarli.

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Sandokan: al via le riprese della serie con Can Yaman

Can Yaman 2022
Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Il 22 aprile inizieranno le riprese di Sandokan, serie evento internazionale, prodotta da Lux Vide, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Rai Fiction. La serie è un nuovo adattamento della storica saga di romanzi di Emilio Salgari, sviluppata per la televisione da Alessandro Sermoneta, Scott Rosenbaum e Davide Lantieri, e diretta da Jan Maria Michelini e Nicola Abbatangelo. Sandokan andrà in onda prossimamente su Rai1 e sarà distribuita in tutto il mondo da Fremantle International e in Spagna da Mediterráneo Mediaset España Group.

Vedremo Can Yaman nei panni della Tigre della Malesia, in una veste originale, affiancato dall’esordiente Alanah Bloor nel ruolo di Marianna. Con loro ci saranno Ed Westwick (Gossip Girl, I figli degli uomini) nel ruolo dell’affascinante antagonista Lord Brooke, mentre sarà Alessandro Preziosi (I Medici,  Black Out, La vita bugiarda degli adulti) a dare il volto all’iconico Yanez de Gomera. Si uniranno al cast anche John Hannah (The last of us, Quattro Matrimoni e un funerale, Sliding Doors, La Mummia),Madeleine Price, Gilberto Gliozzi (Loro, I delitti del Barlume), Mark Grosy (Zero Zero Zero) e Samuele Segreto (Stranizza d’amuri, L’Ora).

Sandokan – la trama

Borneo, metà del 1800. Un paradiso abitato dalle tribù native dei Dayak, che vivono secondo le loro antiche tradizioni, ma dominato dalla spietata legge degli inglesi, all’apice del loro potere coloniale. Sandokan vive alla giornata, senza schierarsi: combatte per se stesso e per la sua ciurma di pirati, tra cui il fidato Yanez. Ma la sua vita cambia quando, durante un’incursione, incontra Marianna, la bella figlia del console britannico di Labuan. È l’inizio di una storia d’amore impossibile tra due anime inaspettatamente simili: Marianna, di sangue nobile, ma con lo spirito selvaggio di chi è cresciuto in un paradiso tropicale, e Sandokan, leader pirata e avventuriero, che porta in sé il sangue di re guerrieri. Sulle loro tracce si metterà il leggendario cacciatore di pirati, Lord James Brooke, che non si fermerà davanti a niente pur di catturare Sandokan e conquistare il cuore di Marianna.

Sandokan è un racconto di avventura e di amore, in cui i protagonisti scopriranno se stessi e capiranno di appartenere a una storia molto più grande, fatto di rivoluzione, di amore per la natura e di lotta per la libertà.

Da un’idea di Luca Bernabei, Sandokan sarà una grande epopea con un tratto da fiaba e un forte legame con l’ambiente. La serie racconterà le origini della Tigre della Malesia, che torna finalmente sul piccolo schermo. Vedremo nascere il mito di Sandokan, la sua scoperta di essere figlio di un antico re guerriero, vivremo con lui l’amore con Marianna, l’amicizia con Yanez e la rivalità con Lord Brooke: avventura, azione, eroismo ed una rivoluzionaria storia d’amore, in un racconto pronto a incantare adulti e bambini, unendo tutta la famiglia.

Le riprese inizieranno il 22 aprile a Formello, dove il set di Sandokan inaugurerà il nuovo Teatro 7, nel polo produttivo targato Lux Vide, e si terranno tra il Lazio, la Toscana, l’isola di Reunion e la suggestiva Calabria, dove è stata costruita la colonia inglese di Labuan a Lamezia Terme, con il sostegno della Film Commission e della Regione Calabria. Sandokan andrà in onda prossimamente su Rai1 e sarà distribuita in tutto il mondo da Fremantle International e in Spagna da Mediterráneo Mediaset España Group

 

Back to Black: recensione del film di Sam Taylor-Johnson

back to black recensione

Già nel 2015, a soli 4 anni dalla sua morte, il mito di Amy Winehouse è stato raccontato al cinema in forma di documentario, ma adesso Sam Taylor-Johnson ne fa un biopic prendendo a prestito il titolo del suo ultimo album, Back to Black. E tanto era emozionante e coinvolgente quel documentario firmato da Asif Kapadia, tanto è distaccato e superficiale il film in sala dal 18 aprile con Universal. Non si crogiola nell’ultimo periodo di vita di Amy, non sfrutta le potenzialità drammatiche del suo ultimo anno (e questo è un bene) e sembra intenzionato esclusivamente alla celebrazione della giovane e tormentata cantante di Candem.

La storia di Back to Black

Il film comincia quando una giovane Amy è già una presenza e una promessa nei club londinesi, ha già un futuro scritto e una voce portentosa. Ci viene presentata come una ragazza affamata di vita e di esperienze, che vive con una madre problematica separata dal padre (Eddie Marsan), il quale condivide la sua passione e le fa da agente e da confidente. Una ragazza ebrea non convenzionale, con una venerazione per la nonna (Lesley Manville) anche lei cantante negli anni ’50 e dalla quale ruberà la sua acconciatura distintiva ed esagerata. Questa ragazzina piena di talento e desideri lavora già nel mondo della musica, sa già di “non essere una Spice Girl”, ha i suoi miti, ama la musica jazz e ha già inciso il suo primo disco, “Frank”.

Ma la sua insoddisfazione per discografici che la trattano come uno strumento per far soldi, la fa allontanare dal lavoro per un periodo decisivo, in cui incontra Blake Fielder-Civil, l’uomo di cui si innamorerà e che sposerà. In quello che è accaduto davvero, è opinione comune che Blake avesse una responsabilità diretta nell’avvicinamento di Amy alle droghe pesanti, ma il film scegli di lasciare fuori questo aspetto, raccontando soltanto la storia d’amore tra due tossici, co-dipendenti e disturbati, che più o meno consapevolmente si sono fatti del male. Non senza permettere a Amy, nel periodo di separazione, di comporre e realizzare il suo capolavoro, Back to Black. E così il film viaggia velocemente lungo i mesi che hanno portato la cantante alla fama internazionale, alla caduta, alla disintossicazione, alla notte dei cinque Grammy e infine, alla morte prematura.

Un racconto superficiale che non affonda nella musica

Nell’idea di Sam Taylor-Johnson, che lavora di nuovo con il Matt Greenhalgh con cui aveva collaborato per Nowhere Boy su John Lennon, Back to Black è una lettera d’amore che sembra volare leggera su ogni avvenimento della giovane vita di Winehouse, senza scendere a fondo in nessuno degli aspetti che l’hanno caratterizzata, soprattutto se si fa riferimento alla sua musica e a come questa nasceva, da esperienze personali e riferimenti musicali altissimi. La Amy del film è un fiume in piena, incontrollabile e viscerale, tormentata eppure completamente in balia di se stessa, senza indugiare sulle responsabilità altrui. Ad esempio, si è scelto scientemente di non demonizzare la figura di Blake, che è considerato più o meno all’unanimità uno dei principali responsabili dell’ingresso della cantante nel mondo dell’eroina.

Back to BlackMarisa Abela è l’unico punto di forza del film

Il vero, e forse unico, punto di forza del film è Marisa Abela. La giovane interprete si è calata in un processo di mimesi totale: corpo, look, movimenti e soprattutto voce riportano in vita Amy, con l’unica eccezione che la bellezza volitiva di Marisa è decisamente più sana e appariscente di quella di Winehouse, ridotta uno scheletro da dipendenze e malesseri alla fine della sua vita. Lì dove Marisa è convenzionalmente carina e gradevole, Amy ha dovuto lottare per apparire desiderabile, e questo ha certamente condizionato anche il suo modo di porsi con il mondo. Questa piccola differenza purtroppo è un limite importante nella messa in scena di un tormento costante e incessante, che non passava mai neanche sul palco. La Amy di Abela infatti non sembra mai una perdente, ma ha sempre una marcia in più, sempre un fuoco e una volontà. Ma al di là dell’apparenza, l’interprete offre certamente una performance convincente, e lì dove non riesce a essere profonda e dolorosa è solo perché non è supportata da una scrittura sufficientemente profonda.

La sceneggiatura di Back to Black fatica a trovare il suo punto di vista e soprattutto ha difficoltà a confrontarsi con l’aspetto creativo della vita di Winehouse, laddove quello rocambolesco e soap-operistico è fin troppo approfondito e favoleggiato. In termini di biopic, non siamo certo dalle parti dell’orribile e servile sing-along di Bohemian Rhapsody, ma nemmeno da quelle dell’eccellente lavoro svolto da Rocketman su un’icona della musica altrettanto controversa ma non ugualmente sfortunata.

Se pure Back to Black avrà una buona eco per le carriere di Marisa Abela e Jack O’Connell (che interpreta Blake), il film non è da considerarsi un esperimento riuscito. Superficiale e frettoloso, il film racconta la grandezza di Amy Winehouse ma ha paura di rappresentarla scendendo dentro al buio che lei ha attraversato.

 

Abigail: i registi si dicono disponibili a un sequel

abigail film 2024

Il duo di registi dietro Finché morte non ci separi e Scream VITyler Gillett e Matt Bettinelli-Olpin, si è cimentato con Abigail in un diverso tipo di horror: un monster movie della Universal che racconta di un gruppo di aspiranti criminali che rapiscono una ballerina dodicenne per riscuotere un riscatto di 50 milioni di dollari, scoprono che la bambina è un vampiro. In attesa di vedere il film al cinema dal 16 maggio, i due hanno ora dichiarato che affonderebbero volentieri i denti in un sequel, ma questo loro nuovo progetto potrebbe rimanere un’opera a sé.

A differenza dei classici film sui mostri della Universal che hanno generato decenni di sequel – come Dracula, Frankenstein e L’uomo lupo – i due hanno affermato che Abigail non è stato progettato con un franchise in mente. “Penso che torneremmo a qualsiasi cosa legata ad Abigail in un batter d’occhio. Ma ad ora non c’è un progetto per farlo“, ha detto Gillett a ComicBook. “Non siamo entrati in questo film con l’intenzione di fare poi un sequel, perché i nostri film preferiti e i film che amiamo fare sono quelli che hanno la sensazione di avere una fine del personaggio davvero definitiva e soddisfacente.”

“Anche se ci sono alcune cose lasciate in sospeso, amiamo anche le storie che esistono al di fuori della cornice“, ha poi aggiunto Gillett nell’intervista. “Ma ci presenteremo per fare qualsiasi cosa con questo incredibile personaggio“, ha continuato Gillett. “E lavorare di nuovo con la Universal sarebbe un tale onore“. Un eventuale sequel di Abigail potrebbe dunque dipendere dai risultati al box office del film e se tale seguito venisse confermato potrebbe a quel punto narrare anche eventi nuovi e non necessariamente legati a quelli del primo film.

Abigail: la trama e il cast del film

Dopo che un gruppo di aspiranti criminali ha rapito una ballerina dodicenne, figlia di un potente personaggio della malavita, tutto ciò che devono fare per riscuotere un riscatto di 50 milioni di dollari è sorvegliarla durante la notte. In una villa isolata, i rapitori iniziano a sparire uno dopo l’altro e scoprono, con crescente orrore, di essere rinchiusi con una ragazzina non comune.

Protagonista è la giovanissima attrice e cantante irlandese Alisha Weir, nota soprattutto per Matilda The Musical, qui nei panni di Abigail, una ragazzina dodicenne con la passione della danza e figlia di un misterioso e pericoloso personaggio della malavita, che verrà rapita da un gruppo di criminali per ottenere un ingente riscatto e rinchiusa in una villa isolata: ma il gruppo si renderà presto conto con crescente orrore che la ragazza è tutt’altro che ordinaria.

Nei panni dei rapitori troviamo invece Melissa Barrera (Scream franchise, Sognando a New York – In the Heights), Dan Stevens (Gaslit, Legion), Kathryn Newton (Ant-Man and the Wasp: Quantumania, Freaky), William Catlett (Black Lightning, True Story), Kevin Durand (Resident Evil: Retribution, X-Men le origini – Wolverine) e Angus Cloud (Euphoria, North Hollywood). Completano il cast Matthew Goode e Giancarlo Esposito.

 

Martin Scorsese potrebbe dirigere un biopic su Frank Sinatra con Leonardo DiCaprio

Martin Scorsese
Martin Scorsese al Festival di Cannes - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Fresco di 10 nomination agli Oscar per Killers Of The Flower Moon, Martin Scorsese non intende allentare i suoi ritmi lavorativi. Ha infatti due progetti in sospeso da tempo che vorrebbe cancellare dalla sua lista di cose da fare, uno dei quali è un biodramma sulla tumultuosa vita privata del leggendario cantante Frank Sinatra. Come riportato da Variety, il film, ammesso che si realizzi, avrebbe come protagonista Leonardo DiCaprio, attuale collaboratore principale del regista, nel ruolo di Sinatra, mentre Jennifer Lawrence sarebbe la prima scelta per interpretare la sua seconda moglie, Ava Gardner.

A rendere incerta la realizzazione del film, di cui si parla ormai da tempo, è la presenza di Tina, la figlia di Sinatra, che controlla il patrimonio del padre e non ha ancora dato la sua approvazione al film. Il che non sorprende più di tanto, dal momento che il film intende coprire il periodo in cui la relazione di Sinatra con la Gardner fece fallire il suo matrimonio con Nancy Barbato, madre di Tina. Tuttavia, la presenza di uno dei registi più affermati e di due delle più grandi star del cinema potrebbe servire a farle prendere in considerazione l’idea di dare il via libera al film.

Il tutto dipenderà anche dalla possibilità di trovare una casa di produzione, con la Sony considerata la favorita nonostante Apple e Paramount abbiano appoggiato il precedente film di Martin Scorsese. Non resto dunque che attendere informazioni su questo progetto su cui Scorsese ha messo gli occhi già da tempo. Stando a quanto dichiarato dal regista, il film dovrebbe configurarsi come un incrocio tra Quei bravi ragazzi e The Aviator.

Martin Scorsese alla regia di un film sulla vita di Gesù

Per quanto riguarda i film di Scorsese, l’altro progetto che intende portare avanti è un dramma sulla vita di Gesù, basata sul libro A Life of Jesus di Shūsaku Endō, che tratta della figura di Gesù e di come si rapporta alla vita delle persone al giorno d’oggi. “Ma non si tratterebbe in alcun modo di una narrazione consueta e lineare della vita di Gesù”, ha detto Martin Scorsese. “Sarebbe qualcosa che ci fa pensare a Gesù nel presente. E anche in modo diverso.

Dello scrittore, Scorsese ha già portato sul grande schermo Silence, con protagonista Andrew Garfield. Quest’ultimo dovrebbe recitare anche in questo nuovo progetto, anche se non è ad ora noto se interpreterà Gesù o un altro personaggio. Ancora alla ricerca di finanziamenti indie per il film, Scorsese vuole che le riprese abbiano inizio entro la fine dell’anno in Israele, Italia ed Egitto. Israele, tuttavia, sembra essere una location complicata da ottenere, per via conflitto in corso del Paese tra Hamas a Gaza, per cui potrebbe verificarsi un cambio di location.

 

Fantastici Quattro: Joseph Quinn riflette sull’eredità di Chris Evans come Torcia Umana

Fantastici Quattro film 2025

Fantastici 4 è uscito nel 2005, con un sequel – Fantastici 4 e Silver Surferuscito due anni dopo. La serie si è conclusa lì fino al 2015, quando la 20th Century Fox l’ha rilanciata con risultati disastrosi con Fantastic 4. Ora, il prossimo film dei Marvel StudiosFantastici Quattro, ha il compito di riportare sul grande schermo la celebre famiglia di supereroi, rendendo loro giustizia. Joseph Quinn è stato scritturato per il ruolo di Johnny Storm, il che significa che dovrà seguire le orme di Chris Evans (che, prima di essere scritturato come Capitan America, ha interpretato la Torcia Umana).

Ricordo che mi era piaciuta molto l’interpretazione di Chris Evans nel ruolo di Johnny nei film precedenti, e mi sembrava che questa sarebbe stata un’opportunità davvero eccitante; ho accettato assolutamente”, racconta la star di Stranger Things a Entertainment Weekly. Aggiunge però di non aver pensato a Evans durante l’audizione, perché “devi renderlo tuo“. Tuttavia, riconosce che “sono stivali grandi da riempire“.

Ho parlato con [il regista] Matt [Shakman], ed era molto chiaro il tipo di persone a cui avevano affidato il film, che cosa stavano cercando di fare“, ha detto Quinn a proposito di ciò che lo ha attirato verso Fantastici Quattro. “Ci sono aspetti che sono molto singolari e propri“. “Lavorare con Vanessa, Pedro, Evan – sono davvero dei professionisti consumati e brillanti in tutto ciò che fanno“, osserva. “Quindi non vedo l’ora di stabilire questa dinamica familiare con loro e con la guida di Matt Shakman“.

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Fantastici Quattro: quello che c’è da sapere sul film

Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà Fantastici Quattro, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian Springer. Pedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Al momento circolano voci su una possibile ambientazione nel passato del film, indicativamente negli anni Sessanta, stando all’aspetto delle prime immagini ufficiali ad oggi rilasciate. Ci sono però anche rumor sul fatto che il film potrebbe essere ambientato in una realtà diversa da quella di Terra 616. Ad oggi sappiamo poi che l’attrice Julia Garner è stata scelta per interpretare Shalla-Bal nella sua versione Silver Surfer, presenza che sembrerebbe confermare anche quella di Galactus come villain principale. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film, mentre Dottor Destino potrebbe avere un semplice cameo nel finale. Il film è atteso al cinema il 25 luglio 2025.

 

Brian Cox ritiene terribile il Napoleone di Joaquin Phoenix: “L’avrei interpretato molto meglio”

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Foto Gredits: Gentile concessione di © Fremantle

Brian Cox non è mai stato uno che nasconde i suoi veri sentimenti, e all’HistFest di Londra la star di Succession si è sfogata su una serie di argomenti domenica sera, tra cui la politica, i critici teatrali e Napoleon di Ridley Scott. “È terribile“, ha detto Cox del dramma storico candidato all’Oscar, secondo The Standard. “Una performance davvero terribile di Joaquin Phoenix. È davvero spaventosa. Non so cosa gli sia venuto in mente. Penso che sia totalmente colpa sua e non credo che Ridley Scott lo abbia aiutato. Io avrei recitato molto meglio di Joaquin Phoenix, ve lo dico io. Potete dire che è un buon dramma, ma sarebbe una bugia“.

Parlando più in generale, Cox si è lamentata del sacrificio dell’accuratezza storica a vantaggio della produzione di film di successo, un argomento che Scott ha affrontato spesso durante il tour stampa di Napoleon. (In un’intervista al New Yorker, il regista ha detto a chi invocava la fedeltà storica di “farsi una vita“). Cox ha poi riflettuto sul nome di Joaquin Phoenix: “Penso che abbia il giusto nome. Joaquin… wackeen… wacky. È una sorta di performance stravagante“, giocando sulla simile sonorità tra il nome di Phoenix e la parola “wacky”, ovvero “stravagate”.

Brian Cox critica i suoi colleghi

Già in passato Cox aveva criticato alcuni suoi colleghi attori, tra cui Johnny Depp. “Per quanto sia simpatico e sono sicuro che lo sia, è così esagerato, intendo Edward mani di forbice! Ammettiamolo, se arrivi con mani così pallide e sfregiate e viso truccato non devi fare nulla. E lui non lo ha fatto”. Anche il suo collega di Succession non è sfuggito alle sue critiche: “Oh, è terribilmente fastidioso. Non fatemene parlare. Lui è un attore davvero bravo, ma conoscere un personaggio e cosa fa quel dato personaggio è solo una parte delle abilità di un attore”.

 

Grant Gustin conferma di aver parlato con James Gunn, ma non di The Flash

Grant Gustin

È passato un anno da quando The Flash ha concluso le sue nove stagioni su The CW. Le serie televisive dell’Arrowverse sono a quel punto cadute una dopo l’altra, con Velocista Scarlatto che ha avuto la fortuna di avere un finale adeguato dopo che Batwoman e Legends of Tomorrow sono state cancellate senza tanti complimenti. Grant Gustin ha fatto un ottimo lavoro nel ruolo di Barry Allen agli occhi della maggior parte dei fan, e gli aspetti positivi della sua interpretazione hanno brillato ancora di più dopo quello che Ezra Miller ha fatto nel film The Flash la scorsa estate.

Parlando con The Wrap, Gustin ha ora ammesso di aver parlato con il co-CEO dei DC Studios James Gunn… ma non riguardo di Flash. “Non abbiamo mai parlato di Flash“, ha confermato l’attore. “Abbiamo parlato, così come sono un grande fan di Superman. Sono sempre stato un fan di Superman, fin da bambino. Quindi, sono davvero entusiasta del film. E sono entusiasta del casting di David [Corenswet]“. E ha aggiunto: “Non vedo l’ora di vedere cosa ne farà James Gunn. Penso che a un certo punto, forse un paio di volte, abbiamo parlato di Superman. Non abbiamo mai parlato di Flash. Sono solo entusiasta che faccia Superman“.

In altre parole, si sono scambiati i convenevoli e hanno parlato un po’ del film che arriverà nelle sale il prossimo anno. Questo deluderà tutti coloro che speravano che Gustin potesse avere un’altra possibilità di interpretare il Velocista Scarlatto nel DCU, soprattutto dopo che in precedenza aveva mostrato la volontà di farlo. “Sì, se James Gunn mi chiedesse di interpretare The Flash, lo rifarei“, ha dichiarato all’inizio di quest’anno. “Mi fido di James Gunn“. Non è dunque escluso che i due possano collaborare in futuro.

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion. Sean Gunn, María Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio, Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince e Neva Howell completano il cast.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

 

MCU: nuovi rumor su Sydney Sweeney, Thanos, Fantastici Quattro e altro ancora

Marvel stuidos MCU logo copia

Nuove indiscrezioni relative al Marvel Cinematic Universe sono emerse in rete, con diversi scoopers che hanno condiviso aggiornamenti su vari progetti in arrivo. Cominciamo con Sydney Sweeney, che dopo aver interpretato Spider-Woman nel deludente Madame Web, potrebbe effettivamente unirsi al MCU, ipoteticamente per il ruolo di Gatta Nera in Spider-Man 4. A riportare l’indiscrezione è lo scooper @MyTimeToShineH, che sostiene che la star di Tutti tranne te e Immaculate stia attualmente avendo delle trattative con il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige.

Sempre @MyTimeToShineH ribadisce anche le voci già circolate in passato secondo cui il Thanos di Josh Brolin è destinato a tornare nel MCU nel prossimo futuro. Si tratta di una decisione discutibile, visto come si è conclusa la storia del Titano Pazzo, ma con un Multiverso di Varianti, forse non dovremmo sorprenderci. Alex Perez di The Cosmic Circus ha anche condiviso alcuni scoop criptici su X, suggerendo che l’Hank Pym di Michael Douglas si unirà agli Illuminati e che Doctor Strange guiderà una nuova versione del gruppo. La notizia riguardo Pym sembra però discutibile, considerando che Douglas sembra non voler più interpretare il personaggio.

Perez ha poi anche smentito le voci secondo cui Ben Affleck riprenderà i panni di Daredevil in Deadpool & Wolverine, suggerendo che ci sarà una ragione per cui l’Elektra di Jennifer Garner si presenterà senza di lui al suo fianco. Riguardo i Fantastici Quattro, Perez ha invece rivelato che: “C’è un motivo per cui il debutto dei Fantastici Quattro avverrà in un universo alternativo in cui gli anni ’60 sembrano i Jetson. Devono stabilire quanto grande possa essere la minaccia di questa Saga, che può persino sconfinare in universi diversi. Quindi sì, sono importanti“.

Che Fantastici Quattro si svolgerà su un’altra Terra sembra ormai un dato certo e questo dà ai Marvel Studios la libertà di raccontare una storia basata sugli anni ’60 che non contraddice la storia consolidata di Terra-616.

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Tutto quello che sappiamo sul film MCU Fantastici Quattro

Fantastici Quattro: quello che c’è da sapere sul film

Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà Fantastici Quattro, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian Springer. Pedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Al momento circolano voci su una possibile ambientazione nel passato del film, indicativamente negli anni Sessanta, stando all’aspetto delle prime immagini ufficiali ad oggi rilasciate. Ci sono però anche rumor sul fatto che il film potrebbe essere ambientato in una realtà diversa da quella di Terra 616. Ad oggi sappiamo poi che l’attrice Julia Garner è stata scelta per interpretare Shalla-Bal nella sua versione Silver Surfer, presenza che sembrerebbe confermare anche quella di Galactus come villain principale. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film, mentre Dottor Destino potrebbe avere un semplice cameo nel finale. Il film è atteso al cinema il 25 luglio 2025.

 

Fantastici Quattro: Norrin Radd potrebbe comparire accanto al Silver Surfer di Julia Garner

Fantastici Quattro film 2025

Ricordate quando abbiamo detto che LaKeith Stanfield aveva commentato un suo casting come Silver Surfer per Fantastici Quattro? Successivamente alla notizia che Julia Garner interpreterà il personaggio nella sua versione Shalla-Bal, l’attore aveva condiviso un post sui social – poi subito cancellato – scrivendo “Pensavo che sarei stato io, ma non è così“. Secondo nuovi rumor, Stanfield potrebbe però effettivamente assumere il ruolo, in quanto l’insider Daniel Richtman ha ora riferito che Norrin Radd, la versione più famosa del personaggio, sarà effettivamente introdotto accanto a Shalla-Bal nel reboot del MCU.

Se così fosse, Stanfield potrebbe inavvertitamente essersi lasciato sfuggire che sarà lui ad interpretare il celebre araldo di Galactus. Per il momento si tratta solo di rumor non confermati e bisognerà attendere una comunicazione ufficiale da parte dei Marvel Studios. Se anche Radd venisse confermato, la presenza di Galactus nel film sarebbe ancor più probabile. Di certo, i fan del personaggio serebbero contenti di sapere che anche Radd è presente in Fantastici Quattro.

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Fantastici Quattro: quello che c’è da sapere sul film

Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà Fantastici Quattro, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian Springer. Pedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Al momento circolano voci su una possibile ambientazione nel passato del film, indicativamente negli anni Sessanta, stando all’aspetto delle prime immagini ufficiali ad oggi rilasciate. Ci sono però anche rumor sul fatto che il film potrebbe essere ambientato in una realtà diversa da quella di Terra 616. Ad oggi sappiamo poi che l’attrice Julia Garner è stata scelta per interpretare Shalla-Bal nella sua versione Silver Surfer, presenza che sembrerebbe confermare anche quella di Galactus come villain principale. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film, mentre Dottor Destino potrebbe avere un semplice cameo nel finale. Il film è atteso al cinema il 25 luglio 2025.

 

Superman: ecco chi interpreterà Martha “Ma” Kent nel film

Superman di James Gunn 2025

Ieri abbiamo saputo che l’attore di Constantine, Pruitt Taylor Vince, interpreterà Jonathan “Pa” Kent nel film Superman di James Gunn, e ora sappiamo chi è stata scelta per il ruolo dell’amata moglie e madre di Clark. The Wrap riporta infatti che Neva Howell si è unita al cast del prossimo reboot del DCU nel ruolo di Martha “Ma” Kent. Nel corso della sua carriera, la Howell ha partecipato a numerosi progetti cinematografici e televisivi, ma i suoi crediti più recenti includono Diario di una schiappa – Portatemi a casa!, La truffa dei Logan di Steven Soderbergh e My Fellow Americans.

Martha Kent è stata interpretata per la prima volta sul grande schermo da Phyllis Thaxter in Superman di Richard Donner, mentre Eva Marie Saint ha preso il suo posto per Superman Returns di Bryan Singer nel 2006. Zack Snyder ha poi scelto una versione più giovane del personaggio per L’uomo d’acciaio, scegliendo Diane Lane, che ha poi ripreso il ruolo in Batman v Superman: Dawn of Justice e Justice League. Non resta ora che attendere di scoprire come sarà la Martha Kent di Gunn, che intanto ha però finalmente un volto.

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion. Sean Gunn, María Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio, Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il cast.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

 

Colman Domingo potrebbe interpretare un villain in Jurassic World 4

Il colore viola Colman Domingo

Continuano ad arrivare indiscrezioni riguardo il prossimo progetto del franchise di Jurassic World. Dopo le notizie che Gareth Edwards (Godzilla, The Creator) dirigerà il progetto mentre Scarlett Johansson e Jonathan Bailey sono in trattative per comparire come protagonisti, arriva ora la notizia secondo cui l’impegnatissimo Colman Domingo potrebbe avere un ruolo da villain nel film. L’attore è stato recentemente nominato all’Oscar per il suo lavoro in Rustin e potrebbe essere un formidabile cattivo per Jurassic World 4. A riportare la cosa è stato lo scooper Daniel Richtman.

Colman Domingo: i suoi prossimi film

Colman Domingo ha però un’agenda particolarmente fitta di impegni, in quanto è attualmente impegnato nelle riprese del biopic Michael, dedicato a Michael Jackson, dove interpreta il padre del re del pop, mentre prossimamente dirigerà e reciterà nel biopic musical su Nat King Cole. Continuano inoltre a circolare i rumor sul fatto che potrebbe assumere il ruolo di Kang il Conquistatore nel Marvel Cinematic Universe. Se però le trattative dovessero andare in porto e Colman Domingo dovesse riuscire a trovare uno spazio anche per Jurassic World 4, il progetto si farebbe di certo ancor più interessante.

LEGGI ANCHE: 10 dinosauri che Jurassic World 4 può usare al posto del T-Rex

Cosa sappiamo di Jurassic World 4?

Sebbene non siano ancora state rivelate informazioni ufficiali sulla trama del nuovo Jurassic World 4, la scrittura della sceneggiatura da parte di Koepp suggerisce che il film potrebbe tornare alle origini del franchise. Koepp non solo ha scritto l’acclamato originale del 1993 di Steven Spielberg, ma anche il suo sequel del 1997, Il mondo perduto: Jurassic Park. Non essendo previsto il ritorno di membri del cast storico come Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum, né di nuovi membri del cast di Jurassic World come Chris Pratt e Bryce Dallas Howard, il prossimo sequel potrebbe aprire la strada a una nuova era per il franchise.

Anche l’assunzione di Gareth Edwards fornisce qualche indicazione su ciò che potrebbe accadere in futuro. Edwards, che ha diretto anche Godzilla del 2014, ha anni di esperienza come artista VFX e questo è certamente uno dei motivi principali per cui tutti i suoi film presentano immagini CGI mozzafiato. The Creator, ad esempio, presenta un lavoro VFX straordinario ed è stato realizzato con un budget inferiore alla metà di quello di un tipico film del MCU, il che suggerisce che Jurassic World 4 potrebbe avere una delle migliori CGI del franchise di sempre.

Le informazioni sulla trama possono essere scarse, ma il finale di Jurassic World: Il Dominio potrebbe in un certo senso aver preparato gli eventi del prossimo sequel. Il film si conclude con gli esseri umani e i dinosauri che vivono fianco a fianco, e il prossimo film potrebbe riprendere proprio da qui, solo con nuovi personaggi. Con l’avvicinarsi della data di inizio delle riprese, è comunque probabile che nei prossimi mesi vengano rivelate ulteriori informazioni sulla trama di Jurassic World 4, ma anche sugli attori principali che comporranno il cast. Il film è previsto in sala per il 2 luglio 2025.

 

Il segreto di Liberato: il trailer del film di Francesco Lettieri

Uscirà il 9 maggio, data simbolica per chi conosce il cantante partenopeo, Il Segreto di Liberato, il nuovo film che Francesco Lettieri (Ultras, Lovely Boy) ha scritto e dirige insieme a Giorgio Testi, con le animazioni di Giuseppe Squillaci e LRNZ. Be Water ha diffuso il primo trailer del film.

Con le voci di Liberato, Nando Paone e Simona Tabasco, il film sarà distribuito al cinema da Be Water Film per una settimana. Del progetto si sa ancora molto poco, fatta eccezione che per le bellissime illustrazioni di LRNZ e per una breve sinossi “in lingua”:

“A NAPULE TUTT’ QUANT’ TENIMM’ ‘NU SEGRET’.OGNI VICO, OGNI PALAZZO, OGNI MURO TEN’ ‘E MISTER’ SUOJE.CE STA ‘O SEGRET’ ‘RO MUNACIELL’, ‘ A BELLA ‘MBRIANA, ‘O SANG’ ‘E SANGENNARO, ‘E PRET’ ‘DA PEDAMENTINA, ‘A SIRENA PARTENOPE, LL’OV’ SOTT’ ‘OCASTIELL’, ‘O SEGRET’ ‘E PULECENELL’…E PO’ CE STA ‘O SEGRET’ MIE.”

 

Quentin Tarantino non girerà più “The Movie Critic”

Quentin Tarantino e Daniella Pick
Quentin Tarantino e Daniella Pick al Festival di Cannes - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Sembra che Quentin Tarantino dovrà ricominciare la ricerca di quello che sarà il suo decimo e ultimo lungometraggio. L’autore si stava infatti preparando per iniziare le riprese di The Movie Critic quest’anno, ma stando a quanto riportato da THR si starebbe ora allontanando dal progetto, che sarebbe dunque stato accantonato. Al momento in cui si scrive non sono note le ragioni di tale rinuncia, per cui bisognerà eventualmente attendere che sia lo stesso Tarantino a fornire indicazioni a riguardo. Di certo, sembra esserci che il regista e sceneggiatore due volte premio Oscar dovrà ora trovare un nuovo progetto a cui riferirsi come il suo “decimo e ultimo film”.

The Movie Critic: tutto quello che sappiamo sul film di Quentin Tarantino

Del film sappiamo che era ambientato nella California del 1977 e si ispirava a un cinico critico cinematografico leggendo il quale Tarantino è cresciuto. “Scriveva di film mainstream ed era un critico di seconda scelta. Penso che fosse un ottimo critico. Era cinico come l’inferno. Le sue recensioni erano un incrocio tra il primo Howard Stern e quello che Travis Bickle [il personaggio di Robert DeNiro in Taxi Driver] avrebbe potuto essere se fosse stato un critico cinematografico”.

… Scriveva come se avesse 55 anni, ma era solo tra i 30 e i 33 anni. Morì alla fine dei trent’anni. Per un po’ non è stato chiaro, ma ora ho fatto altre ricerche e credo che si sia trattato di complicazioni dovute all’alcolismo“, aveva dichiarato Tarantino in un’intervista a Deadline. Nel tempo, erano emersi ulteriori dettagli come che il film avrebbe riproposto “estratti di film degli anni ’70″ e anche “rifacimenti dei film di quell’epoca”, come rivelato dal regista e sceneggiatore Paul Schrader.

Nessun attore era ancora ufficialmente legato al progetto, anche se alcune fonti riportavano che Brad Pitt avrebbe avuto un ruolo del film, senza escludere che potesse interpretare proprio il protagonista. Per lui e Quentin Tarantino sarebbe dunque stata la terza collaborazione dopo Bastardi senza gloria e C’era una volta a… Hollywood. Nel febbraio del 2024 era invece stato riportato che anche Tom Cruise sarebbe potuto comparire nel film per un piccolo ruolo o un semplice cameo. Ad ora, però, tutte queste ipotesi sembrano destinate a non concretizzarsi più, data la notizia dell’abbandono del progetto.

 

Civil War: recensione del film di Alex Garland

Civil War Recensione
Kirsten Dunst, Cailee Spaeny Courtesy of A24, Leone Film Group e Rai Cinema CW_021

Otto anni fa i Marvel Studios adattano per il grande schermo una delle storie a fumetti più famose e amate di sempre, Civil War. Il film si rivela un grande successo di pubblico, un blockbuster divertente ma un adattamento mediocre della storia originale. Tempo dopo Alex Garland ipotizza una nuova guerra civile, questa volta nella distonia di un mondo verosimile, in cui gli Stati Uniti d’America sono in guerra con se stessi, e non c’è nessun supereroe disposto a schierarsi da una parte o dall’altra, piuttosto eroi improbabili ma reali, come fotografi e giornalisti, che più che schierarsi, vogliono raccontare il conflitto, mostrandone la fondamentale stupidità.

Civil War, la trama

Nel prossimo futuro, gli Stati Uniti hanno rivolto contro se stessi la propria rabbia e la propria aggressività. Nel Paese delle Libertà infuria la Guerra Civile. Mentre i sobborghi bruciano e il cielo è attraversato da proiettili di fuoco, una fazione ribelle secessionista conosciuta come Fronte Occidentale si avvicina sempre più a Washington DC con lo scopo di uccidere il presidente, il quale, nel suo ultimo tentativo di abbindolare i suoi e schernire gli avversari, pronuncia un enfatico discorso alla Nazione, l’ultimo, con una formula che ricorda molto l’enfasi trumpiana. Un riferimento diretto al mondo reale, certo, ma forse anche l’unico presente in Civil War, scritto e diretto dall’inglese Alex Garland, che più che un commento esplicito sugli Stati Uniti di oggi è una riflessione sul conflitto in sé e sulla sua mancanza di senso.

Civil War cast
Stephen McKinley Henderson, Wagner Moura, Cailee Spaeny, Kirsten Dunst Courtesy of A24, Leone Film Group e Rai Cinema CW_660

In particolare, Garland assume il punto di vista dei reporter di guerra, quelli che “ne hanno visto abbastanza in giro per il mondo” da aver imparato che il campo di battaglia è un terreno comune; che non incorona vincitori né abbatte i vinti; che le stesse atrocità si verificano ovunque ci siano armi e persone pronte a puntarsele contro a vicenda. Lee Smith (Kirsten Dunst), fotografa di prima linea, lo ha imparato molto bene nel suo lavoro in prima linea, tanto che l’ultima cosa che vede quando chiude gli occhi per dormire sono gli orrori a cui il suo obbiettivo ha testimoniato nel corso degli anni. Conosce così bene la lezione che ormai la sua anima è atrofizzata di fronte alla morte, una condizione indispensabile, però, per poter fare quel lavoro, vivendo in una zona grigia della morale in cui non si possono sostenere questioni etiche, come lei stessa spiegherà alla principiante Jessie (Cailee Spaeny), che con lei e si imbarca in un viaggio pericolosissimo dietro le linee nemiche fino a Washington per fotografare e intervistare il presidente.

Quattro volti della stessa professione

La forza di Civil Wars, innanzitutto è quella di costruire un quadro dei corrispondenti di guerra che offre tanti aspetti e caratteristiche quanti sono i protagonisti della storia. Abbiamo detto di Lee, professionista insensibile e fredda, ogni morbidezza nella sua personalità è stata abbandonata da tempo per fare spazio a una indifferenza che le garantisce la sopportazione degli orrori a cui testimonia; Joel (Wagner Moura) rappresenta invece la ricerca del brivido, il suo approccio è più entusiasta; Sammy (Stephen McKinley Henderson) sebbene anziano e fuori forma, non può tollerare l’idea di andare in pensione, è ancora affamato di azione e di notizie, l’insaziabile reporter che farebbe di tutto per uno scoop; infine Jessie, principianti ma appassionata, inorridita e terrorizzata ma assolutamente consapevole di dove vuole essere e cosa vuole fare. Attraverso questo ritratto a quattro facce, Alex Garland racconta della figura del reporter come di una persona deformata dalla prima linea, che per quanto sia atroce, fa fatica a stare bene in qualsiasi altro posto. Più che gli altri film e documentari di reporter di guerra, il film rievoca maggiormente le atmosfere e le psicologie di The Hurt Locker di Kathryn Bigelow.

Civil War film kirsten dunstE questo ritratto psicologico viene tratteggiato con consapevolezza da Garland che si conferma uno dei filmmaker più interessanti e capaci di questi anni. Il suo stile è feroce e si serve di un abile montaggio, racconta le scene concitate di combattimento quasi con divertimento, riuscendo, complice un cast in stato di grazia, a catturare la triste soddisfazione che si prova nell’immortalare uno scatto che restituisce la verità del momento in mezzo a una carneficina. Usa i silenzi densi e le attese sospese con grande eleganza, riuscendo a costruire grande tensione in pochissimi attimi servendosi di suoi naturali, come il cinguettare di uccelli, immediatamente prima dello scoppio della violenza cieca. Un esempio di questa capacità è la breve sequenza che vede protagonista un superlativo Jesse Plemons.

Non siamo dalle parti de I Figli degli Uomini di Alfonso Cuaron, dove il contesto politico è decisamente più solido, ma Civil War ne replica il fascino visivo, offrendo, paradossalmente, una cinematografia potente al servizio di un racconto dell’orrore, e cattura in modo agghiacciante il terribile potere della guerra che si autoalimenta, privandosi quasi sempre della sua motivazione iniziale e svuotandosi di qualsiasi ideologia e significato.

 
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