Nel giorno in cui Nanni Moretti presenta il suo attesissimo “Habemus Papa”, Cannes si prepara a conoscere il primo dei due film messicani presenti alla rassegna: Miss Bala di Gerardo Naranjo.Inserito nella categoria “Un Certain Regard”, presieduta dal regista Emir Kusturica, il film di Naranjo narra la storia di una giovane e bellissima aspirante reginetta di bellezza che durante le selezioni per un concorso, viene presa come ostaggio da una banda di criminali del narcotraffico. La vita della ragazza sarà da quel momento stravolta trovandosi suo malgrado invischiata nella terribile guerra tra i vari cartelli che terrorizzano il Messico di oggi.

 

Prodotto dalla Canana Films di Diego Luna e Gael Garcia Bernal in collaborazione con la 20th Century Fox, Miss Bala è stato girato tra Tijuana e Aguascalientes in sei settimane dopo tre anni di lavorazione. La protagonista è la bellissima modella Stephanie Sigman affiancata dal già affermato attore messicano Noe Hernandez.

Come testimoniato a caldo dall’inviata del Corriere della Sera, Maria Laura Rodotà, a Cannes si respira aria di attesa per questo film che, come altri presenti alla rassegna, si mostra severo e poco accomodante nei confronti delle istituzioni del suo paese.

Ancora l’inviato del Corriere ci conferma come questo film, seguendo un filone non nuovo, punti su storie di criminalità, violenza e una donna come protagonista. “Una pretty woman alla messicana”,così la Rodotà parlando della Sigman anche se il personaggio del film è ispirato a fatti veri e ben più drammatici rispetto al famoso film con la Roberts.

Consultando i principali siti e testate giornalistiche italiane e straniere scopriamo come il film sia avvolto da una di nube di mistero e che rappresenti in qualche modo  una sorpresa per il Festival. Dai commenti raccolti su siti di informazione cinematografica estera come Hollywoodreporter e Variety, si evince come sia stato apprezzato il tentativo di Gerardo Naranjo di dare alla regia un approccio molto personale e umanizzante in cui l’obbiettivo principale è raccontare la violenza del Messico odierno in modo “naturalistico”.

Come afferma lo stesso Naranjo, il fine è stato raccontare il fenomeno della criminalità organizzata e della violenza da un punto di vista artistico senza conferire glamour con primi piani o colonne sonore particolarmente ricercate.

Naranjo non è al suo esordio assoluto sulla Croisette in quanto aveva già partecipato al Festival nel 2006 con Drama/Mex film apprezzatissimo che fu presentato nella settimana della critica.

- Pubblicità -