Jon Favreau parla de Il Libro della Giungla 2 e Il Re Leone 3D

In una recente intervista rilasciata a Collider il regista Jon Favreau ha avuto modo di parlare a lungo riguardo al suo coinvolgimento e alle sue personali aspirazioni riguardanti due futuri ambizioni progetti come Il Libro della Giungla 2 e una versione in 3D live-action de Il Re Leone, ricordando tuttavia che per realizzare entrambi al massimo delle proprie capacità egli sarà costretto a dedicarsi a ciascuna delle pellicole separatamente e senza protesi permettere di saltare da una produzione all’altra.

 

Durante l’intervista Jon Favreau ha infatti dichiarato: “so quanto sia difficile realizzare opere del genere per il fatto di aver lavorato su tre film di supereroi [la trilogia di Iron Man N.d.r] uno dietro l’altro per molti, molti, molti anni. Ho lavorando sui film Marvel per oltre quattro anni senza mai fermarmi. E’ un grande pezzo della tua vita e sei perennemente eccitato per ciò che stai realizzando. Ogni film è un enigma, è un puzzle di cui devi risolvere questioni altamente tecniche che fanno assomigliare le pellicole agli scacchi 3D“.

Jon Favreau ha inoltre rivelato che la produzione de Il Libro della Giungla 2 e della versione stereoscopica de Il Re Leone sarà sicuramente molto lunga in modo da dare la giusta attenzione a entrambi i progetti. Parlando in particolare de Il Libro della Giungla 2, Favreau ha confessato che la vera sfida sarà quella di creare una connessione forte fa i due capitoli, affermando che “per Il Libro della Giungla 2 la nostra attenzione è tutta per la storia, per la sceneggiatura, è per i personaggi e il loro mondo che stiamo lavorando  e stiamo facendo un sacco di progressi, perché vogliamo che lo spettatore possa sentirsi come nel primo film. Noi stessi volgiamo sentirci non come se stessimo facendo un altro film ma piuttosto una continuazione, perché stiamo realizzando un altro capitolo e vogliamo sentire in contatto con l’originale“.

Jon Favreau sull’eventuale ritorno alla regia per i Marvel Studios

A proposito invece della possibilità di realizzare una versione in 3D de Il Re Leone – considerato ad oggi il più famoso e amato classico animato Disney – Jon Favreau ha discusso circa le numerose difficoltà nell’adattare il cartone animato del 1994, confessando che “il fatto è che la versione animata di Il Re Leone è un classico e sincerante ora non so come si superare questo fatto. Funziona tremendamente bene. Credo che sia stata l’ultima vera prova di animazione classica prima che l’animazione 3D, e io non credo che nessuno voglia in futuro vedere un’ennesima versione animata, perché  l’originale basta e avanza. Così il trucco che il cinema può ottenere è il seguente: si può far sembrare i personaggi del cartone animato degli animali reali in un ambiente reale? E come si fa a tradurre la storia attraverso questo sistema? E in questo senso, come usare al meglio quello che abbiamo imparato su Il Libro della Giungla riguardo al fatto che siamo entrati nel fotorealismo degli ambienti e dei personaggi? Come gestire il comportamento degli animali e  regolare il tutto per i ciò che Re Leone è? Quando sento la canzone di apertura, quando vedo quelle immagini, la fotografia, anche in 2D , cerco di immaginare come poter utilizzare gli strumenti che abbiamo oggi per raggiungere il pubblico di oggi allo stesso modo. Così la sfida diventa quella di usare il fotorealismo in modo che non sembri incoerente. La lezione che abbiamo imparato dal libro della giungla è molto utile per il modo con cui svilupperemo questo progetto, ma è tutto un processo di scoperta. E per fortuna, lavorando con un sacco di  persone che la pensano come te, ci si sente come se tutto fosse una continuazione di quel viaggio“.

l grande competenza nel maneggiare le nuove tecnologie di fotorealismo per dare vita a personaggi animati casi indistinguibili da quelli reali è un’indubbia competenza a acquista da Jon Favreau nel corso della lavorazione de Il Libro della Giungla e lo rende ad oggi uno dei massimi esperti di adattamenti live-action di prodotti dell’animazione classica.

Fonte: Collider

- Pubblicità -