Steven Spielberg infiamma gli animi dei laureati di Harvard

Steven Spielberg si è prestato a tenere un discorso ai laureati di Harvard. La pratica non è nuova, spesso personaggi importanti del mondo dello spettacolo vengono coinvolti in queste importanti cerimonie, e come i suoi colleghi, Spielberg non si è sottratto a questo onore concessogli.

 

Pieno di passione, ironia e intelligenza, il regista, laureatosi a 55 anni perché aveva interrotto gli studi dopo il primo incarico con la Universal, ha spiegato quella che secondo lui è l’importanza dell’educazione, ma anche delle scelte e della missione di ognuno di noi nella sua vita.

Tra social network, imperativi morali, cinema e amore (con dedica alla moglie Kate Capshaw) Steven Spielberg ha infiammato i giovani neo-laureati.

Ecco il discorso integrale e a seguire qualche stralcio in traduzione:

“Fino agli anni Ottanta, la maggior parte dei miei film poteva definirsi ‘d’evasione’. Non rinnego nessuno di quei film, nemmeno 1941! [Un flop, ndr] Nemmeno quello! Molti di quei primi film riflettevano i valori a cui tenevo profondamente, e a cui tengo ancora. Però ero in una bolla di celluloide, perché avevo interrotto la mia educazione. La mia visione del mondo era limitata, vivevo di quello che potevo sognare nella mia testa, non di ciò che il mondo poteva insegnarmi. Poi diressi Il colore viola, quel film mi ha aperto gli occhi a esperienze che non avrei mai potuto immaginare, ed erano tutte cose reali. Era una storia piena di dolore profondo e di più profonde verità, tipo quando Shug Avery dice: ogni cosa vuole essere amata. Il mio sesto senso, la mia intuizione, mi disse che più persone avevano bisogno di incontrare quei personaggi e sperimentare quelle verità. Mentre facevo il film, mi resi conto che un film poteva anche essere una missione. Spero che voi tutti troviate la vostra missione”. 

“Quello che sceglierete di fare dopo è ciò che nei film si definisce il momento che ‘definisce il personaggio’. Avete di sicuro familiarità con questi elementi, per esempio nell’ultimo Star Wars Il risveglio della Forza, quando Rey realizza di avere la Forza, o Indiana Jones che antepone la missione alla paura e salta in mezzo ai serpenti. In un film di due ore, trovate una manciata di quei momenti che definiscono il personaggio. Ma nella vita vera, sono continui. La vita è una sequenza infinita di momenti che definiscono il vostro personaggio.”

“I social che innovano la nostra vita e ci avvolgono parlano sempre del qui e dell’ora, ma io continuo a combattere in famiglia per portare tutti i miei figli a guardare oltre, a guardare a quello che è già successo. Perché capire chi erano loro è capire chi eravamo noi, chi erano i loro nonni, e com’era questo paese quando sono immigrati qui. Siamo una nazione di immigrati. Almeno per ora.”

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