Festival di Roma 2014: il trionfo di Trash e l’addio di Muller

Festival di Roma 2014Il tappeto rosso si arrotola e i riflettori si spengono. Il Festival di Roma 2014, nona edizione, si conclude e si tirano le somme di una dieci giorni, a tratti molto intensa, di proiezioni, eventi, interviste e red carpet prestigiosi.

 

Il Festival che toglie la giuria e mette il pubblico al primo posto sembra aver funzionato, l’affluenza in sala è stata abbondante, i film numericamente inferiori rispetto allo scorso anno ma tutto sommato, soprattutto nella sezione Gala, di qualità accettabile, anche se non c’erano i capolavori che sono arrivati agli Oscar lo scorso anno, Dallas Buyers Club e Her. Il pubblico ha avuto la possibilità di ammirare i divi nella cavea dell’Auditorium, divi che hanno avuto tutti una buona disponibilità tra foto e autografi, e gli incontri con le grandi personalità del cinema di tutto il mondo sono stati sicuramente di buon livello. Da Park Chan-Wook e Clive Owen, passando per Kevin Costner e Geraldine Chaplin, il pubblico ha avuto modo di incontrare diversi tipi di cinema, tra divi e autori, tra Oriente e Occidente, tra attualità e storia, per delle lezioni di cinema che hanno coinvolto e interessato molto il pubblico (la biglietteria ringrazia). Il film che ha stravinto, a dispetto delle previsioni che volevano trionfare #ScrivimiAncora, è stato Trash, l’incursione nelle favelas brasiliane di Stephen Daldry. Il film porta a casa il premio del pubblico sia nella sezione Gala che per Alice nella Città, confermandosi uno dei pochi titoli che conciliassero un messaggio recepibile dal grande pubblico e un linguaggio adatto al palato degli spettatori italiani.

Allora, se tutto sembra positivo, perchè c’è sempre una strana sensazione di insoddisfazione? Forse perché dopo dieci giorni di sveglie all’alba, con tanto di sciopero dei mezzi a colorire l’esperienza, dopo file, ore in sala stampa, ore al red carpet, e ore buca trascorse ad aspettare, sono tutti un po’ stanchi. O forse perché, da un punto di vista logistico, il Festival non ha fatto il suo dovere. Sotto accusa, principalmente, l’orario delle proiezioni, l’organizzazione di eventi e incontri, con tanti film alla stessa ora e tante ore libere da trascorrere nell’ozio. Probabilmente avere le conferme tutte all’ultimo momento e cercare di conciliare le necessità delle star che accettano di venire con il programma in corso non è sempre facile, tuttavia siamo convinti che con un anno di esperienza la nuova formula possa funzionare meglio e possa far progredire una realtà importante per il cinema a Roma.

L’anno prossimo Marco Muller non ci sarà, come ha detto lui stesso durante la premiazione ufficiale, e non sappiamo ancora cosa sarà del Festival di Roma. La posizione del presidente della BNL Luigi Abete in proposito è chiara: il decimo Festival di Roma si farà, noi aggiungiamo: speriamo che chiunque subentri a Muller parta dal suo lavoro e continui lungo un percorso di continuità, senza provare a rinnovare di nuovo un Festival alla disperata ricerca della sua stabilità.

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