Le vite degli altri è il film cult del 2006 diretto da F.H. Von Donnersmarck e con protagonisti un cast tutto tedesco composto da Ulrich Mühe, Martina Gedeck, Sebastian Koch, Ulrich Tukur

 

Le vite degli altri, la trama: Berlino Est, anno 1984. Il famoso drammaturgo ed intellettuale Georg Dreyman (Sebastian Koch) non è considerato un nemico dal regime tanto da entrare persino nelle grazie della moglie del primo ministro, Margot Honeker. Quando il viscido ministro della cultura Bruno Hempf (Thomas Thieme) posa gli occhi sulla compagna di Dreyman, la bella ed affascinante attrice Christa Maria Sieland (Martina Gedeck), la vita del drammaturgo finisce sotto il controllo della STASI, la polizia politica della DDR, speranzosa di incastrarlo. Ed è così che la casa di Dreyman viene disseminata di microfoni e ricetrasmittenti, controllata 24 ore su 24 sotto la severa e rigida responsabilità dello scrupoloso capitano Gerd Wiesler (Ulriche Muhe). Così mentre il ministro Hempf costringe la bella Crista a concedersi ai suoi capricci in cambio di una luminosa carriera teatrale, Dreyman, sconvolto dal suicidio di un amico regista e dissidente politico, si decide ad iniziare un’anonima campagna di denuncia al regime. La lotta al potere sembra avere un esito scontato ma a volte anche negli uomini più ossequiosi e ligi al loro dovere può germogliare un risveglio della coscienza, e gli eventi possono prendere strade imprevedibili.

Dopo un’incetta di premi e riconoscimenti in giro per tutta l’Europa, Le vite degli altri di Florian Henckel von Donnersmarck ottiene nel 2007 anche il premio più ambito: l’Oscar per il miglior film straniero, il terzo nella storia del cinema tedesco. Intenso e coinvolgente dramma politico-sociale diretto con equilibrio e sorretto da una sceneggiatura di spessore e di grande linearità. Interpreti impeccabili che con grande misura e compostezza riescono ad esprimere con grande efficacia il carattere di personaggi dal tratto ben definito. Oltre agli ottimi Sebastian Koch e Martina Gedeck, amanti appassionati ma mai sopra le righe, evidenziamo l’enigmatica quanto intensa interpretazione di Ulriche Muhe, bravissimo nel disegnare i contorni del leale e fedele servo del regime che però si allontana gradualmente da esso quando per primo intuisce la fine di quel mondo.

Le vite degli altri è un intensissimo dramma che si consuma nel particolarissimo contesto di una Germania dell’Est sull’orlo della sua stessa dissoluzione; il tramonto di un mondo e di un’ideologia a cui gli stessi membri del partito, forse, non credono più. Corruzione, interessi personali, ambizioni puramente materiali hanno sostituito ormai qualsiasi utopia socialista e il disilluso capitano Wiesler interpreta e raffigura proprio questa presa di coscienza. Allora anziché continuare a servire lussuriosi e aridi funzionari di partito senza alcun valore umano e politico, meglio tradire e proteggere coloro che si doveva, ingiustamente, rovinare. Un film che, nel titolo stesso, sottolinea l’invasione selvaggia ed indiscriminata nella privacy delle persone completamente private della loro intimità, caratteristica distintiva del passato regime comunista della Germania orientale. Un tema, quello del diritto alla privacy, che forse anche nella società iper-informatizzata di oggi assume ogni giorno di più un’attualità sempre più stringente.

Le vite degli altri di Florian Henckel von Donnersmarck è un film da vedere perchè è ben fatto, coinvolge pur non ricorrendo ad una volgarità che sia una, e conferma l’ottima salute in cui versa recentemente l’apprezzabilissimo cinema tedesco.

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