American Gothic: recensione del film di John Hough

American Gothic recensione film

American Gothic è il film del 1988 diretto da John Hough con Rod Steiger, Yvonne De Carlo, Sarah Torgov, Janet Wright, Michael J. Pollard, William Hootkins.

 

American Gothic: la trama

Traumatizzata dalla morte del figlio, affogato dopo essere stato lasciato solo nella vasca da bagno per una distrazione, una giovane coppia decide di concedersi un periodo di vacanza, accompagnata da un gruppo di amici; le cose si complicano quando, in seguito ad un’avaria all’aereo da loro noleggiato, sono costretti ad atterrare in una zona paludosa e apparentemente disabitata… eccetto che per un’inquietante famiglia: padre e madre, caratterizzati da comportamenti ultratradizionalisti (non si fuma a tavola, uomini e donne devono non possono dormire insieme se non sposati, etc.) e i loro figli (tutti caratterizzati da tare e ritardi mentali di vario genere) che si mostreranno ospitali, per quanto inquietanti.

La prole della coppia oltre che strana si rivelerà ben presto molto pericolosa e tendente ad istinti sadici e omicidi dando il via ad un massacro che alla fine lascerà in vita proprio la donna che aveva appena perso il figlio, la quale, partita definitivamente per la tangente, deciderà di entrare a far parte di quella famiglia di pazzi, ma la vicenda non finirà qui…

American Gothic, il film

Strano film, American Gothic (il nome è ispirato al celebre quadro di Grant Wood, ripreso anche nella locandina): un film per molti aspetti non memorabile, eppure talmente inquietante da non poter essere così facilmente derubricato come un’imitazione dei vari Non aprite quella porta, Le colline hanno gli occhi, etc.

La regia del britannico John Hough (nel cui curriculum si può forse citare solo uno dei tanti capitoli della saga dell’Ululato) è canonica e non eccezionale, la storia si svolge per gran parte all’insegna dei moduli consueti… e allora? Allora, si può cominciare col ricordare le partecipazioni di due pesi massimi come Rod Steiger e Yvonne De Carlo (e ci si chiede come siano potuti finire qui), i quali contribuiscono efficacemente alla causa, dipingendo questa coppia che inizialmente sembra solo un po’ stramba, ma man mano si mostra sempre più sinistra, mentre sul resto del cast si può sorvolare, limitandosi a citare William Hootkins, caratterista visto tra gli altri anche in Guerre Stellari e I Predatori dell’Arca perduta e Janet Wright, nota soprattutto nella madrepatria canadese grazie alla sit-com di lungo corso Corne Grass.

A colpire però, a mettere a disagio quel tanto da non riuscire, una volta concluso il film, a farsi due risate come avviene solitamente con certe opere di terza categoria, è tutta una serie di particolari: il gruppo di protagonisti che già in partenza è segnato dalla tragedia, la famiglia molto più che disfunzionale, all’interno della quale si nasconde, ma nemmeno troppo, l’ombra dell’incesto, la scena finale, disturbante anche per i più avvezzi al genere. Un film, forse da rivalutare.

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Marcello Berlich
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Marcello Berlich
Laureato in Economia,  è appassionato di cinema, musica, fumetti e libri. Collabora con Cinefilos dal 2011.
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