AntiChrist recensione film
© 2009 Zentropa

Antichrist diretto da Lars Von Trier, un nome che basta e avanza per offrire due possibilità di valutazione: un voto minimo o un voto massimo. Quando si fa il nome del regista danese risulta difficile trovare una via di mezzo, in ogni suo lavoro si possono trovare innovazioni, stili e idee geniali, questa volta però c’è di tutto tranne che innovazione.

 

La trama di Antichrist

Una  coppia si ritrova ad affrontare la morte accidentale del proprio bambino. Lui, uno psicoterapeuta, cercherà di aiutare il più possibile lei, distrutta dal dolore.Una sinossi così semplice da poter stare abbondantemente comoda in sole due righe, non sembra esserci altro da dire per descrivere questo film che cerca di offrire una visione distaccata dalla realtà ma legata esclusivamente alla mente e a quello che accade al suo interno.

Definito dai più come un delirio di un depresso

Le aspettative per questo suo Antichrist, che è stato accompagnato da qualche polemica, erano alte, definito dai più come un delirio di un depresso, da  subito però pare molto lento, noioso e pesante. Risulta difficile superare ogni minuto della sua durata, ma proprio quando sembra che il sonno abbia avuto la meglio sull’attenzione dello spettatore qualcosa accade. La seconda parte è un po’ più dinamica (poco) ma offre qualche situazione coinvolgente e sommandosi alla prima noiosa parte nel complesso il film risulta essere sufficientemente interessante.

Antichrist (2009) Charlotte Gainsbourg
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Senza ombra di dubbio la regia di Antichrist è impeccabile e le cupe atmosfere insieme alle ansiose ambientazioni rappresentate riescono a solleticare lo spettatore, in maniera irritate, infastidendolo e dandogli un senso di angoscia legato a un minimo di curiosità nel sapere dove si andrà a parare. Girato in metà Europa il film ha regalato a Charlotte Gainsbourg il premio di miglior attrice al Festival di Cannes e ha dato nuovamente la possibilità a Von Trier di confermarsi un personaggio dall’inquietante mentalità.

Il cast, composto solamente da due attori, vede Charlotte Gainsbourg, attrice francese figlia d’arte dei cantanti Serge e Jane Birkin, con alle spalle diversi film tra i quali si ricordano i più recenti 21 grammi, dove interpretava la compagna di un malato Sean Penn e L’arte del sogno, visionaria pellicola di Michel Gondry; e Willem Dafoe, onnipresente attore hollywoodiano visto ultimamente nella trilogia di Spider-Man e in vari lavori di artisti come Wim Wenders, Werner Herzog e Wes Anderson, solo per citarne alcuni.

In conclusione un film a doppio taglio, proprio come il suo regista, una fetta di spettatori griderà al capolavoro e magari noterà come molti concetti e idee siano analoghe a Repulsion di Roman Polanski, film di oltre quarant’anni fa, mentre l’altra si pentirà di averne iniziato la visione.

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