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Game of Thrones 6x05La porta bicolore della Casa del Bianco e del Nero, il Portale delle Tenebre sotto la Barriera, il cancello del Castello Nero, le porte divelte di Città della Talpa, ma anche l’ingresso di una grotta nelle terre selvagge, il possente ingresso di Vaes Dothrak con gli stalloni rampanti, l’ingresso di un uomo folle nella vita di Re delle Isole di Ferro. La porta, The Door, è il simbolo, nonché il titolo, di Game of Thrones 6×05, un episodio di raccordo che ha per protagonisti gran parte dei personaggi della serie HBO e che svela dettagli interessanti sul passato e sul presente, preparando, tanto per cambiare, le guerre del futuro.

 
 

La puntata si apre su una Sansa (Sophie Turner) rinnovata, nello spirito, forse dalla vicinanza di un membro della sua famiglia, Jon (Kit Harington), o forze temprata, nella più dura delle maniere, dalle sofferenze psicologiche e fisiche della sua giovane vita. Vediamo anche l’addestramento di Arya (Maisie Williams), i suoi progressi e i suoi regressi al servizio del Dio dai Mille Volti, passiamo dalle Isole di Ferro, dove Yara (Gemma Whelan), con al fianco Theon (Alfie Allen), affronterà il suo destino e soprattutto suo zio Euron (Pilou Asbæk), fino a Vaes Dothrak, da dove Daenerys (Emilia Clarke) riprende la sua marcia. Game of Thrones 6x05Arriviamo a Meereen, in cui la fragile pace di Tyrion (Peter Dinklage) scricchiola all’arrivo di una nuova donna rossa, una sacerdotessa che vede in Dany, così come Melisandre vedeva in Stannis, “il principe che fu promesso”. Soprattutto passiamo un sacco di tempo con Bran (Isaac Hempstead Wright), al nord, con il Corvo a tre Occhi e con Hodor (Kristian Nairn) e Meera (Ellie Kendrick).

Game of Thrones 6×05, diretto da Jack Bender, si rivela indubbiamente pieno di nozioni, scoperte e sorprese. Dall’origine dell’handicap di Hodor alla creazione degli Estranei, la puntata concentra il suo fulcro narrativo, ed emotivo, con Bran e i suoi compagni di viaggio. Interessanti sono le scelte narrative che a metà stagione confermano ancora una volta che la “libertà” giova agli showrunner e che presto, probabilmente, avremo dei risvolti drammatici fondamentali per la fine (?) della guerra. Dalle Isole di Ferro arriva poi una nuova apertura al racconto, con Euron che dichiara di voler far rotta non verso le terre verdi, ma verso un trofeo più grande e ambizioso, che però lo spettatore sa essere molto difficile da conquistare.

Nonostante una regia scarsa, priva di guizzi e a tratti confusa nel racconto degli eventi, come mostra molto bene la scena dell’addestramento di Arya, il racconto si rivela accattivante e il finale drammatico e lirico. Ancora una volta, la puntata paga il suo tributo di sangue, e questa volta le lacrime, calde e salate, partono dalla “porta” del cuore dello spettatore.Game of Thrones 6x05

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