Jessica Jones: recensione, l’eroina riluttante che convince a metà

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Ha i super poteri, la super forza, guarisce in fretta, anche se non abbastanza, non nasconde le sue doti, ma nemmeno le esibisce. Ha provato a diventare un’eroina ma ha abbandonato la missione dopo un tremendo trauma. Ora fa l’investigatrice privata, per guadagnarsi da vivere e per poter comprare l’alcol, unico antidoto che conosce per dimenticare, o non pensare al suo passato. È Jessica Jones.

 

La serie, dedicata all’eroina dei fumetti Marvel, prodotta da Netflix, è disponibile da una settimana circa e in molti parlano di lei, questa donna sporca e cattiva, provocatoria, dal carattere intrattabile e dalle maniere tremende, una nuova eroina riluttante che non mancherà di avere sostenitori e detrattori nel panorama degli appassionati di fumetti al cinema e in TV. La scelta che ha fatto Netflix è stata molto simile all’operazione portata avanti con Daredevil la scorsa primavera. L’eroe agisce nello stesso universo condiviso dei famosi e sfavillanti Vendicatori, ma tiene un profilo basso, sporco, appunto, sarà che la New York in cui si muovono questi personaggi non è quella glamour della Avengers Tower, ma quella periferica e malfamata di Hell’s Kitchen, sarà invece che questi personaggi si prestano di più a un racconto realistico, ma il tocco di quotidianità non fa che giovare al prodotto, confezionato con accademica competenza.

Nessun virtuosismo registico particolare, nessuna tecnica di combattimento studiata, un contrappunto musicale che va dal rock al jazz con interessanti evoluzioni e giochi di contrasto,  botte da orbi raccontate a seguire la protagonista nella sua caccia all’uomo, Killgrave, un pericoloso psicopatico che controlla la mente delle persone e con cui Jessica ha un conto in sospeso. Nella storia facciamo anche la conoscenza del misterioso Luke Cage, non troppo misterioso per chi conosce i fumetti, ma personaggio decisamente interessante che rivedremo senza dubbio nell’Universo Marvel, visto che a lui sarà dedicata un’altra serie Netflix. Cage infatti dovrebbe unirsi a Jessica e a Devil (in dubbio la serie su Iron Fist) in un nuovo prodotto che vedrà scendere in campo i Difensori, una sorta di Avengers del piccolo schermo.

Lo stile lineare della serie permette al racconto di procedere senza particolari cambiamenti di ritmo. Dall’inizio capiamo contro chi Jessica dovrà fare i conti, anche se scopriamo la sua storia per gradi, attraverso cadenzati flashback, in modo tale da poterci affezionare a lei, al suo doloroso passato e al suo incerto futuro. La forza della serie infatti sta nella scrittura, sia dei personaggi che delle vicende che con omogeneità procedono di episodio in episodio, regalando un ritmo incalzante e costante che sembra trovare la sua migliore fruizione nel binge-watching, ovvero nel guardare tutta la serie d’un fiato.

Krysten Ritter, già vista in Breaking Bad e in Apartment 23, oltre ad altri piccoli ruoli al cinema e in TV, trova la sua perfetta collocazione nel personaggio. Affascinante eppure trasandata, scontrosa con un enorme cuore, sessuale e letale, la sua Jessica Jones è autentica. La sua nemesi, l’Uomo Porpora, è David Tennant, che conferma la passione della Marvel nell’andare a pescare in Inghilterra i villain migliori. Forse a causa delle motivazioni del suo personaggio, al nocciolo molto banali, Tennant ci propina un ritratto un po’ macchiettistico e abbozzato di quello che si rivela essere, alla fine, un personaggio dalla psicologia e dalle pretese molto semplici.

Ci sono i riferimenti al MCU e a tutto ciò che la Marvel ha costruito di produttivamente grandioso in questi anni. Si sente una solida strutturazione della storia e dei caratteri, tuttavia è come se questa Jessica non appassionasse davvero, come se fosse distante fino alla fine e rendesse riluttanti anche gli spettatori. L’eroina della Marvel convince a metà, mostrandosi un po’ debole nell’autonomia del racconto, ma promettendo grandi cose in un contesto di squadra. Si aspettano pertanto, con curiosità, i Difensori.

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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