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La quiete dopo la tempesta, o per meglio dire dopo la battaglia: The Wanderer, secondo episodio della terza stagione di Vikings, approfitta della pausa dallo scontro per contestualizzare meglio quelli che sono al momento i quattro fronti della serie (Mercia, Wessex, Kattegat e il feudo di Lagertha), spingendo su un episodio di transizione che però non esita a pressare i già delicati equilibri sostenuti dai protagonisti.
Dopo la brutale esecuzione dello zio Kwenthrith non potrebbe essere più soddisfatta, dandoci anche l’opportunità di sapere qualcosa di più su questa giovane dal temperamento infuocato: il vero motivo dell’odio verso i parenti era dato da una lunga serie di abusi sopportati sin dall’infanzia e la soddisfazione di poter infierire ripetutamente sulla testa mozzata del nemico rende la vendetta ancora più dolce e liberatoria; abbandonato dai compagni d’arme e invitato alla resa, il fratello subirà presto la stessa sorte?
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Nel Wessex, fervono invece i lavori per la nuova colonia promessa con entusiasmo da Re Ecbert: corteggiata con audacia e romanticismo dal Re grazie alla mediazione linguistica di Athelstan la donna non sembra del tutto insensibile al suo fascino, ma la sua permanenza nelle terre britanniche rischia di non durare a lungo ora che Kalf, suo ex braccio dentro con l’ambizione di voler emulare la scalata al potere di Ragnar, ha usurpato senza troppe difficoltà il suo titolo.
In prima linea nella missione di colonizzazione, Athelstan continua a vivere sospeso fra dubbi e certezze in merito alla sua fede, ma il filo che lo lega a Judith, affascinata dalla sua vicinanza al paganesimo e a ben più libertini costumi, potrebbe avere conseguenze devastanti.
A Kattegat, le donne rimasta a casa in attesa del ritorno dei guerrieri sono invece tormentate da uno strano sogno, che sembra presagire la visita di un misterioso viaggiatore dalle mani ferite e grondanti sangue: inutile dire che il viaggiatore arriverà, col volto di Kevin Durand, portando con sé domande senza risposta che solo il prossimo episodio potrà aiutarci a chiarire. È un uomo in carne ossa o una manifestazione divina, e se si, cristologica (il sangue dalle cicatrici di Athelstan sembrerebbe suggerirlo) o pagana(“The Wanderer– il vagabondo” è anche una delle forme con cui era conosciuto Odino in persona)? Sin dal principio Vikings non ha esitato a mischiare realtà e finzione con spunti mistico religiosi dal grande potere evocativo ed è lecito aspettarsi di tutto.
kevin durand vikings
Un episodio che ne approfitta per prendere fiato e mostrarci il modo in cui i vari giocatori tenteranno di condurre la partita, anche se questo ha significato dover distogliere i riflettori dalla carismatica personalità di Ragnar: in nome di un maggiore arricchimento per tutti i personaggi è un sacrificio che possiamo accettare con onore, anche se speriamo non si protragga troppo a lungo.
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Alessia Carmicino
Nata a Palermo nel 1986 , a 13 anni scrive la sua prima recensione per il cineforum di classe su "tempi moderni": da quel giorno è sempre stata affetta da cinefilia inguaribile . Divora soprattutto film in costume e period drama ma può amare incondizionatamente una pellicola qualunque sia il genere . Studentessa di giurisprudenza , sogna una tesi su “ il verdetto “ di Sidney Lumet e si divide quotidianamente fra il mondo giuridico e quello cinematografico , al quale dedica pensieri e parole nel suo blog personale (http://firstimpressions86.blogspot.com/); dopo alcune collaborazioni e una pubblicazione su “ciak” con una recensione sul mitico “inception” , inizia la sua collaborazione con Cinefilos e guarda con fiducia a un futuro tutto da scrivere .