- Pubblicità -

Che cosa sarebbe successo se Ragnar Lothbrok non avesse seguito la sua curiosità e la sua irrefrenabile sete di scoperta e avventura? Che cosa sarebbe accaduto se avesse continuato a fare il contadino, devoto a quella moglie lasciata tanti anni e ai figli, ma anche a quell’amico che aveva pagato il prezzo della sua amicizia con una morte violenta? Dubbi laceranti che non hanno voce, ma che si nascondono bene nello sguardo stanco e allucinato di Travis Fimmel, nel sesto episodio di vikings intitolato per l’appunto What might have been.

 
 

Quello che ci troviamo di fronte è un condottiero sempre più stanco e stordito, apparentemente distratto dal diversivo della sua nuova compagna cinese ma in realtà più che mai tormentato dagli errori commessi in passato, dal peso delle responsabilità maturate in tanti anni di lotte e scontri, da una felicità coniugale ormai perduta con una regina che cova per lui solo risentimento e che consacra morbosamente sè stessa alle cure per il figlio che sembra avere più bisogno di lei: fra storia e leggenda sappiamo che Ivar diventerà un temibile condottiero nonostante la sua disabilità, ma sarà interessante scoprire come la serie intenda sfruttare il rapporto malato che Aslaug sta deliberatamente instaurando con lui, ora più che mia considerato il rientro in scena di quel misterioso viandante che in passato aveva guarito i dolori fisici più terribili a cui il bambino era sottoposto.vikings-season-4-episode-6

Dopo aver ucciso Kalf, Lagertha ha dimostrato di essere ancora una valchiria coerente a sè stessa e di voler ritagliarsi con forza un posto nella storia di Vikings, sebbene le circostanze presenti vorrebbero spingerla sempre più ai margini della trama principale. L’eroina dai biondi capelli non ha mai dimenticato Ragnar nè la vita relativamente semplice che conduceva col marito in un umile capanna sul fiume, ma neppure gli spettatori: vedere Ragnar intraprendere il viaggio che lo condurrà per l’ennesima volta a Parigi nel rimpianto di una vita ormai troppo lontana per essere raggiunta non ci lascia certo indifferenti, come del resto il suo sguardo quasi rassegnato alla scoperta che il fratello ha scelto di passare dalla parte del nemico, pronto per una resa dei conti che attendevamo da tempo; forse la scelta di aumentare il numero di episodi non è stata saggia, ma la passione per questo Medioevo così variopinto e contraddittorio è ancora molto forte.vikings 46

- Pubblicità -
RASSEGNA PANORAMICA
Alessia Carmicino
Articolo precedenteThe Magicians 1×12: promo da “Thirty-Nine Graves”
Articolo successivoThe Catch: recensione dell’episodio pilota con Mireille Enos e Peter Krause
Alessia Carmicino
Nata a Palermo nel 1986 , a 13 anni scrive la sua prima recensione per il cineforum di classe su "tempi moderni": da quel giorno è sempre stata affetta da cinefilia inguaribile . Divora soprattutto film in costume e period drama ma può amare incondizionatamente una pellicola qualunque sia il genere . Studentessa di giurisprudenza , sogna una tesi su “ il verdetto “ di Sidney Lumet e si divide quotidianamente fra il mondo giuridico e quello cinematografico , al quale dedica pensieri e parole nel suo blog personale (http://firstimpressions86.blogspot.com/); dopo alcune collaborazioni e una pubblicazione su “ciak” con una recensione sul mitico “inception” , inizia la sua collaborazione con Cinefilos e guarda con fiducia a un futuro tutto da scrivere .
vikings-4x06-recensione-dellepisodio-con-travis-fimmelChe cosa sarebbe successo se Ragnar Lothbrok non avesse seguito la sua curiosità e la sua irrefrenabile sete di scoperta e avventura? Che cosa sarebbe accaduto se avesse continuato a fare il contadino, devoto a quella moglie lasciata tanti anni e ai figli, ma anche a quell'amico che aveva pagato il prezzo della sua amicizia con una morte violenta? Dubbi laceranti che non hanno voce, ma che si nascondono bene nello sguardo stanco e allucinato di Travis Fimmel, nel sesto episodio di vikings intitolato per l'appunto What might have been.