Noah: il patriarca biblico attraverso gli occhi di Aronofsky,

Noah film

Nella rivalutazione del mondo dei supereroi che stiamo vivendo al cinema, c’è qualcuno che, per non lasciar fuori proprio nessuno, ha pensato bene di chiamare in causa anche i loro antenati: i supereroi biblici. Darren Aronofsky (Il Cigno Nero, Requiem for a Dream) lancia il suo ultimo lavoro, Noah, in uscita in Italia il 10 aprile. Con un budget di 125 milioni di dollari, non ci sono dubbi che la storia di Noè abbia tutte le carte in regola per essere il kolossal dell’anno: non guasta neanche il cast stellare.

 

Nei panni di Noah (un ruolo offerto e rifiutato prima da Christian Bale e poi da Michael Fassbender) c’è Russell Crowe che nella versione italiana avrà curiosamente la voce di Fabrizio Pucci anziché di Luca Ward, che pure lo ha doppiato nelle versioni italiane dei trailer diffusi fino ad ora. Naamah, la moglie di Noè, avrà il volto di Jennifer Connelly e Matusalemme quello di Anthony Hopkins. A completare il cast, i giovanissimi Emma Watson, Logan Lerman, e Douglas Booth.

L’idea per il progetto viene in mente ad Aronofsky già nel 2006 (mentre lavorava a L’Albero della Vita): in un’intervista il regista dichiara infatti che il personaggio di Noè lo aveva affascinato sin da piccolo per il suo essere un personaggio complicato: non è un caso, dice infatti, che non sia mai stato realizzato un film su di lui fino all’arrivo del digitale. Gli effetti speciali, curati dalla Industrial Light & Magic sono comprensibilmente una parte importantissima del film, basti pensare che tutti gli animali che si vedono sono stati creati senza utilizzare veri animali. In base allo scenario primordiale ed apocalittico della storia è stata decisiva la scelta di girare per gran parte in Islanda (le altre location sono in Messico e negli USA) da luglio a novembre del 2012.

Data l’importanza preponderante degli effetti speciali nel film, la Paramount Pictures ha pensato di convertire il film in 3D, con una spesa di ben 10 milioni di dollari per la conversione. Il film verrà distribuito in 3D in 65 paesi, tra cui (curiosamente) non sono compresi Stati Uniti, Francia, Australia e Inghilterra, dove sarà disponibile solo in 2D. Ma quello del 3D non è l’unico episodio strano (insieme alla sostituzione improvvisa di Luca Ward) creatosi attorno a Noah: il film è stato al centro di numerose polemiche per la presunta blasfemia dei suoi contenuti.

La nota rivista hollywoodiana Variety ha infatti pubblicato i risultati di un sondaggio condotto su una fascia di pubblico che fa parte del FDC (Faith Driven Consumer), in merito ai film a tema biblico i cui risultati riportavano un generale malcontento sulla poca aderenza dei film alla materia originale. La polemica scatenata dall’articolo di Variety  si è rivelata, però, un malinteso in quanto si è scoperto che il sondaggio aveva carattere generale e non si riferiva in particolare a Noah che, da un successivo sondaggio, si è scoperto essere anzi molto atteso, anche da quella particolare fascia di pubblico.

Tuttavia, un reale problema socio-religioso c’è, e a farne le spese è la distribuzione del film, vietato in Pakistan, Bahrain, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Malesia, Indonesia, Medio Oriente e paesi Nordafricani, ancora prima del suo rilascio poiché si presume che contraddica gli insegnamenti dell’islam. Insomma, tra polemiche e trepidanti attesi il risultato è che del film se ne è parlato, e non poco e… com’è che si dice? Bene o male, purché se ne parli! Il 10 Aprile è vicino e di certo saranno in pochi quelli che si lasceranno scappare l’ultima fatica di un regista che riesce, come pochi, a far entrare lo spettatore nel film.

 

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