David Thewlis: tra cinema d’autore e blockbuster, inconfondibilmente British

David Thewlis

David Thewlis – All’inizio fu il teatro, in particolare i palcoscenici della sua Inghilterra, ad ospitarne le performance. A farlo conoscere però è stato il cinema di Mike Leigh, che nei primi anni Novanta ha pensato a lui come protagonista di Naked – Nudo.

 

Poi è arrivata la condivisione del set con DiCaprio in Poeti dall’inferno di Agnieszka Holland, il successo di un fantasy  come Dragonheart – Cuore di drago, che gli ha spalancato le porte di un genere. Basti pensare alla sua partecipazione stabile alla saga di Harry Potter a partire dal 2004.

È stato diretto da Jean-Jaques Annaud accanto a Brad Pitt in Sette anni in Tibet, dai fratelli Cohen, da Bernardo Bertolucci, Ridley Scott, Terrence Malick, Luc Besson, Steven Spielberg, fino ad arrivare a Terry Gilliam. Quel che è certo è che ha sempre spaziato in generi e ruoli diversi, frequentando sia il cinema d’autore che il blockbuster. Si è spesso ritagliato ruoli da comprimario di classe, ma ha saputo anche essere protagonista o coprotagonista eccellente.

David Thewlis Biografia

David Thewlis nasce nella stessa cittadina del Lancashire che dà i natali a Robert Smith, leader dei Cure, ovvero a Blackpool. Ama il rock e da ragazzo mette insieme una band chiamata QED.

Arriva a registrare un disco; poi fa il chitarrista punk per i Door 66. Se la cava piuttosto bene con la musica e pensa di proseguire su quella strada. Gli studi universitari intrapresi assieme ai compagni di band lo portano a Londra, alla Guildhall School of Music and Drama. Qui qualcosa cambia, Thewlis riconosce la sua vera passione e nel 1984 ne esce con una laurea, da attore.

Debutta in teatro a Greenwich, ma approda presto al grande schermo, portando con sé oltre all’acconciatura scapigliata da intellettuale eccentrico, l’aria da nichilista solitario e quel tanto di distruttività punk che ora gli servono non più a fare musica, ma a dare la giusta complessità e irriverenza a quella strana figura di bohèmien che è Johnny, protagonista di Naked – Nudo (1993) di Mike Leigh, a dipingere in una mescolanza di humour e desolazione, alienazione e disincanto, l’Inghilterra del suo tempo. Per la convincente interpretazione riceve diversi premi in patria e negli Usa, ma anche la Palma d’Oro a Cannes, con cui è premiato pure Mike Leigh per la regia.

È il primo successo internazionale per l’attore britannico. Due anni dopo è Agnieszka Holland a volerlo al fianco di Leonardo DiCaprio nel drammatico Poeti dall’inferno, ricostruzione dell’esistenza di Arthur Rimbaud (DiCaprio) e della sua travagliata vicenda sentimentale con Paul Verlaine (Thewlis). L’attore di Blackpool tratteggia in modo convincente la figura del “poeta maledetto”, travagliato da dubbi, sensi di colpa e depressione.

David Thewlis filmografia

Il ’96 è l’anno del primo approccio col fantastico. Rob Choen infatti gli propone il ruolo del cattivo, il re Einon, in Dragonheart – Cuore di drago, opposto a Dennis Quaid (Bowen) e al suo amico, il drago volante Draco. Il film è un’occasione per accresce la notorietà di Thewlis, estendendola a un diverso tipo di pubblico, e al tempo stesso ne comprova la versatilità.

Quindi, è la volta di Sette anni in Tibet, in cui interpreta Peter Aufschnaiter: compagno d’avventura attraverso India e Tibet dello scalatore Heinrich Harrer (Brad Pitt). Partiti dall’Austria nel ’39  per tentare la scalata alla vetta himalayana del Nanga Parbat per conto del Terzo Reich, saranno arrestati in India dagli inglesi, riusciranno a evadere dal carcere e proseguiranno il viaggio fino in Tibet, dove li attendono esperienze che cambieranno la loro vita. Il film è tratto dall’autobiografia di Harrer.

Fa parte del ricco cast de Il grande Lebowsky  (1998) dei fratelli Coen, per poi essere protagonista della commedia grottesca Divorcing Jack – La notte di Starkey, in cui torna a confrontarsi con la contemporaneità del proprio paese, vestendo i panni di un giornalista di Belfast, Don Starkey, alle prese con rivelazioni scottanti alla vigilia delle elezioni, cadaveri e rapimenti. Il film, diretto da David Coffrey, può contare sulla verve attoriale di Thewlis e sull’efficacia di uno sguardo brillante e originale su temi noti.  L’attore britannico riceve così una nomination al British Independent Film Award. Ma il 1998 è anche l’anno in cui Thewlis è scelto da Bernardo Bertolucci come protagonista di una pellicola di tutt’altro genere, il drammatico L’assedio, delicata storia d’amore e non solo. Qui interpreta con sapiente misura il ruolo di un solitario pianista inglese perdutamente innamorato della sua domestica africana (Thandie Newton) fuggita dal suo paese preda di violenze e dittatura. Con lei vive in un palazzo del centro di Roma e con l’ostinazione che solo gli innamorati sanno avere, il sacrificio di quanto ha di più caro, oltre che la sensualità ammaliante della sua musica, cercherà di far capitolare l’amata.

Nel 2001 Thewlis sposa l’attrice Anna Friel, dalla quale avrà una figlia, Gracie, quattro anni dopo.

È il 2004, invece, quando partecipa per la prima volta a un episodio della saga di Harry Potter: Harry Potter e il prigioniero di Azkaban di Alfonso Cuarón, nel ruolo di Remus Lupin. La parte sarà sua anche nei successivi quattro episodi.  L’anno successivo non gli sfugge l’occasione di farsi dirigere da Ridley Scott ne Le crociate – Kingdom of Heaven, rivisitazione in chiave di leggenda di un tema storico complesso, che conta su un cast stellare – Thewlis è qui assieme a Orlando Bloom, Liam Neeson e Jeremy Irons. Il film convince poco, specie negli Usa. Lo stesso anno, l’attore britannico è diretto da un grande nome del cinema americano, Terrence Malick, in The new world – Il nuovo mondo, che racconta alla maniera del regista texano l’approccio degli inglesi al Nuovo Mondo, scegliendo come punto di osservazione lo sbarco sulle coste della Virginia nel ‘600 e l’amore tra il capitano John Smith (Colin Farrel) e l’indigena Pocahontas (Q’Orianka Kilcher). Thewlis veste i panni del capitano Edward Wingfield.

Altra interpretazione degna di nota è quella del gerarca nazista ne Il bambino con il pigiama a righe (2008) di Mark Herman, che affronta il tema dell’olocausto guardandolo dalla prospettiva dei bambini, operazione già avvenuta con film come La vita è bella.  Qui però, l’ottica è molto più realisticamente impietosa, anche se il film, dalla tematica forte, è destinato nelle intenzioni dei suoi produttori (Miramax-Disney), proprio ad un pubblico di bambini. Protagonisti Bruno (Asa Butterfield) e Shmuel (Jack Scanlon), figlio di un gerarca nazista (Thewlis) il primo, rinchiuso in un campo di concentramento il secondo. Tra loro nascerà un’amicizia che va oltre le divisioni razziali. A Thewlis il compito di tratteggiare la figura di un padre che cerca di istigare il figlio all’odio razziale ed esegue ciecamente ordini portatori di morte.

Nel 2011 l’attore compare in diversi lavori: diretto da Spielberg in War Horse e da Roland Emmerich in Anonymous – thriller che mescola realtà e congetture sull’identità del più grande drammaturgo di tutti i tempi, William Shakespeare – ma soprattutto è Michael Aris, marito del premio Nobel per la pace e leader dei democratici birmani Aung San Suu Kyi, in The Lady di Luc Besson. Il film ricostruisce la vicenda umana e politica della donna, interpretata da  Michelle Yeoh ed  è scelto per aprire il Festival del Film di Roma.

Il 2013 vede Thewlis nel cast de Il quinto potere, sulla figura di Julian Assange, fondatore di WikiLeaks. Inoltre, Terry Gilliam lo dirige nel suo nuovo lavoro, in concorso al Festival di Venezia: il fantascientifico The zero theorem, dove condivide il set con Christoph Waltz, Matt Damon e Tilda Swinton.

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