Geraldine ChaplinNel teatro studio Gianni Borgna si è tenuto l’incontro con la grande attrice Geraldine Chaplin, una vera colonna della storia della settima arte che ha attraversato le stagioni, le mode e i generi caratterizzandoli sempre col suo inconfondibile stile.

 

L’incontro si apre con un omaggio all’attrice, attraverso alcune delle sue interpretazioni più celebri, e l’attenzione dei mediatori della serata è stata catturata, in particolare, dalla sua performance nel film Parla con Lei di  Pedro Almodovar: nel film lei interpreta una ballerina classica, e questo è un tratto comune ad una sua grande passione che coltiva fin da piccola (grazie, soprattutto, allo stimolante ambiente creativo nel quale ha vissuto la sua infanzia) ma che ha abbandonato per incentivare la recitazione. Nonostante la danza sia da sempre il suo primo amore, racconta l’attrice, dopo una cocente delusione sentimentale e la consapevolezza che quella non era la sua strada, decise prima di intraprendere l’ardua via del circo, e poi quella luminosa della recitazione. Il suo cognome ha costituito per lei un passepartout per il mondo del cinema, permettendole di trovare subito un agente, degli ottimi contatti, un’affettuosa accoglienza e… una parte con Jean Paul Belmondo. L’enorme ombra di suo padre, Charlie Chaplin, aleggia da sempre intorno a lei, dandole degli enormi vantaggi già dalla più tenera età, quando vivevano in Svizzera in una sorta di “esilio dorato” (anche se Chaplin fu cacciato dagli USA per attività anti-americane- comuniste contro il governo)  e ricevevano solo poche visite, incrementando l’atmosfera creativa nella quale viveva l’intera famiglia Chaplin.

Nel corso della sua carriera Geraldine ha sperimentato ruoli diversi e linguaggi differenti lavorando con registi provenienti da tutto il mondo (possiamo citare C. Saura e J. Rivette, oltre al già citato P. Almodovar,R. Altman e tanti altri) che l’hanno sempre convinta a lavorare con loro per via delle innate qualità che nascondono, appassionandola e coinvolgendola. A tal proposito, le è stato chiesto di raccontare qualche aneddoto su Robert Altman, col quale ha lavorato in ben tre film: collaborare con lui era come ritrovarsi in una costante festa, con un clima da compagnia dove tutti sul set erano uniti e allegri; la serata si ritrovavano ad improvvisare qualcosa sui loro personaggi e per riguardare i giornalieri insieme tra battute, risate, popcorn e alcol. Come regista corrispondeva alle aspettative ideali di ogni spettatore ed era un uomo che apprezzava la fantasia, l’inventiva e la capacità di riflettere nei momenti più complessi cercando di decifrarli.

L’attrice apprezza molto i rapporti che si creano sul set tra registi, troupe e colleghi: ciò che la spinge ad approfondire una conoscenza è quella luce particolare che scorge sul fondo degli occhi dell’altro, quel guizzo caratterizzante che stimola la sua curiosità; in alcuni casi accade inaugurando delle belle collaborazioni professionali destinate a durare nel tempo, come quella con Antonio Bayona o con i giovani registi del suo ultimo film Dòlares de Arena, Israel Càrdenas e Laura Amelia Guzmàn (presentato in questa edizione del Festival di Roma 2014). Con Bayona, invece, è già tornata a lavorare sul set dopo due pellicole: nella nuova, attesissima, condividerà il set con star come Liam Neeson, Felicity Jones e Sigourney Weaver; il film si intitolerà A Monster Calls e lei interpreterà- secondo indiscrezioni provenienti dall’attrice stessa- una docente di cinese.

L’ultima domanda che  le viene rivolta riguarda le sue aspettative sul futuro: la sua idea è che ogni parte- al cinema- è una nuova sfida, perché ogni essere umano è diverso dall’altro ed è sempre una sfida stimolante rappresentarlo davanti alla macchina da presa.

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