Festival di Roma 2014: Quando eu era vivo, la conferenza stampa

Quando eu era vivoAlla conferenza stampa di Quando eu era vivo erano presenti il regista Marco e il protagonista Antonio Fagundes. Proprio perchè il film è in concorso, in questa nona edizione del festival, nella sezione Mondo Genere  la prima domanda riguarda proprio l’argomento generi e dintorni. Dutra risponde partendo da un episodio personale: quando noleggiava i film in videoteca, i VHS erano sistemati su scaffali suddivisi in base ai differenti generi. Solo successivamente, all’università, ha appreso la grande differenza tra i film commerciali e d’essai, distinzione che tutt’ora è molto forte in Brasile. Con i suoi film, il regista cerca di utilizzare i codici stilistici di ogni singola categoria cinematografica per abbattere qualunque barriera o distinzione formale possa impedire ad una pellicola di avere successo- ma soprattutto una distribuzione- anche all’estero.

 

 Questo film è già stato proiettato in Brasile con ottimi risultati, e adesso è pronto ad affrontare una competizione internazionale.

L’ispirazione per la trama è venuta dalla lettura del romanzo di un autore brasiliano, Lorenzo Mutarelli, intitolato L’Arte di produrre effetti senza causa , e si tratta di una delle poche incursioni dell’autore nella narrativa. Di solito, infatti, si dedica ai fumetti: e proprio mentre Dutra stava adattando un suo fumetto, gli fece la proposta di portare al cinema il romanzo. Quando Mutarelli- che nel film fa una piccola apparizione, nei panni di un autista- ha visto per la prima volta il film, è rimasto sconvolto e meravigliato: non si aspettava di vedere sul grande schermo un adattamento così diverso e dei personaggi strutturati in un modo opposto rispetto a come li aveva concepiti lui su carta. _MG_7922Il film è una sorta di gemello del fumetto, presentandosi come una rilettura macabra della parabola del figliol prodigo che torna a casa dal padre e cerca di scoprire un passato sepolto.

Le vicende dei protagonisti si muovono sullo sfondo di un perimetro domestico chiuso e sigillato: una sorta di mappa o di puzzle delle perversioni- soprattutto sessuali- del protagonista. L’attore Fagundes e Dutra non sono, però, molto d’accordo su questo punto: un’ispirazione di natura freudiana c’è (e il riferimento è al concetto di Melancolia) ma il tema del sesso è marginale e non molto presente, se non all’inizio, dove una scena di masturbazione diventa metafora del voyeurismo implicito in ognuno di noi. Il personaggio di Junior è una sorta di neonato “gigante”, un infante che non riesce a superare il dolore per la perdita della madre e lo compensa diventando l’oggetto stesso della perdita, e portando avanti il desiderio di morte e vendetta della madre scomparsa.

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