Intervista a Christopher Nolan per Il Cavaliere Oscuro il Ritorno

Ritorna per l’ultima volta nella “sua” Gotham City, una città mai così reale quanto nel Cavaliere Oscuro il Ritorno e lo fa con un grande, degno finale. The Dark Knight Rises, forse non sarà il film di cui la filmografia di Christopher Nolan ha bisogno, ma certamente è l’epico finale che la sua trilogia merita, e così anche il suo Batman, mai cosi umano come nell’epilogo. Attraverso le parole di Christopher Nolan, ripercorriamo insieme una trilogia che ha segnato indelebilmente il fumetto al cinema.

 

“La nostra storia riprende otto anni più tardi, quando sembra che Batman ed il Commissario Gordon siano riusciti nel loro intento – Gotham non ha più bisogno del Cavaliere Oscuro. Sotto quest’aspetto, Bruce Wayne ha vinto la battaglia, ma resta traumatizzato da quanto successo e non sa come fare per continuare ad essere Batman. Il Cavaliere Oscuro il Ritorno racconta molto delle conseguenze di questo, così come di altri personaggi, delle azioni avvenute nel precedente film”

“Abbiamo deciso di iniziare la storia con un gap di otto anni, perché c’era bisogno di tempo sufficiente perché la leggenda di Batman svanisse un poco, e volevamo quindi che Bruce Wayne si ritirasse dietro un velo di dicerie e mistero. Ritorniamo per scoprire un uomo che non è più in missione, sebbene questo sia sempre stato il suo scopo.”

Quanto conta avere un talento incredibile come Christian Bale nei panni di Bruce Wayne?

“E’ stato molto gratificante osservare Christian delineare l’evoluzione del suo ruolo, nei tre film. Si è sempre impegnato molto nel trovare la verità del suo personaggio, e io credo che lo noterete maggiormente in questo ultimo film, in cui realizza il fatto che Bruce sia più anziano, ma non necessariamente più saggio. Un’interpretazione riflessiva, e questo è quello che si ottiene sempre da un grande talento come Christian”.

Cosa vi ha spinto a ritornare per quest’ultimo capitolo finale?

“Il motivo per cui mi sono sempre interessato al personaggio di Batman è che, come spesso si è notato, lui è un supereroe senza super poteri, a parte la sua ricchezza”, dice Nolan. “La sua straordinaria natura è dimostrata dalla sua estrema motivazione e pura dedizione, il che fa di lui un individuo molto credibile”.

“Eravamo tutti molto emozionati di portare questo racconto al suo stadio finale; questo è stato il nostro principale motivo di ispirazione per il ritorno a Gotham. Sentivamo anche un tremendo senso di responsabilità, nel dover soddisfare le aspettative al seguito dei primi due film, oltre a mostrare al pubblico qualcosa di mai visto prima. Si è trattato di un compromesso complicato”.

“L’impulso che ci ha guidato nel racconto della leggenda di Batman è sempre stato quello di seguire il viaggio di Bruce Wayne. Questo è stato appassionante per me così come per David Goyer e mio fratello Jonah (Co-sceneggiatore).”

Parliamo di Bane, quanto è stato difficile dover scegliere il cattivo dopo la straordinaria performance del Ledger/Joker nel precedente film?

“Nel decidere chi avrebbe dovuto essere il prossimo cattivo, era categorico il fatto che si dovesse trattare di qualcuno completamente diverso dal Joker – uno dotato di forza brutale. La componente fisica di Bruce Wayne nei panni di Batman è di straordinaria importanza, ed in tutta onestà non avevamo sviluppato questo concetto per intero nei precedenti due film.  Volevo vedere veramente Batman affrontare il suo nemico, sia dal punto di vista fisico che intellettuale. Bane è pura forza unita a una devozione fanatica all’impegno, e questa combinazione lo rende invincibile”.

“Quando ti trovi a dover creare una presenza mostruosa come quella di Bane in un film, devi scegliere se concentrare le attenzioni sull’aspetto fisico o su quello psicologico. Con Tom, ero convinto di comprare l’intera confezione. Si tratta di un attore incredibile; è stato capace di interpretare quest’uomo bestiale, che possiede eccezionali doti di combattente, ma capace anche di trasmettere l’anima di un uomo danneggiato sia nell’animo che esternamente. Tom è il tipo di attore che assapora la sfida di generare un’intera interpretazione con la maschera a coprirgli il volto. Quello che riesce a fare con il solo sguardo ha dell’incredibile”.

E Catwoman?

“Eravamo veramente convinti che in questo film ci sarebbe dovuta essere anche Catwoman, ma cerchiamo sempre di trovare un modo organico di dare fondamento ai personaggi nel nostro mondo. Selina è una gatta ladra, una truffatrice, una vera femme fatale dei film classici. Questo era quello che avevo in mente e così, abbiamo disegnato la figura iconica di Catwoman”.

“Dovevamo trovare un equilibrio tra l’immagine classica del personaggio e una persona credibile a cui voler bene. Scegliere Anne Hathaway per il ruolo è stata la chiave di volta. Lei è riuscita a combinare tutte le sfaccettature del personaggio senza mandarle in conflitto, addirittura amplificando le une con le altre”.

In quest’ultimo capitolo rivestono un ruolo molto importante gli amici fedeli di Wayne/Batman, ad esempio il rapporto con Alfred in The Dark Knight Rises è di vitale importanza per comprendere l’evoluzione di Bruce..

“Alfred e Bruce hanno un legame emotivo molto forte, che è stato testimoniato, in un modo o nell’altro in ognuno dei film, ma in questo film verrà messo alla prova come mai prima. Essendo una persona profondamente affezionata a Bruce, Alfred contesta le decisioni di Bruce e la direzione che sta prendendo la sua vita, creando inevitabilmente conflitti emotivi”.

“Quando all’inizio abbiamo esplorato la relazione tra Alfred e Bruce in Batman Begins, mi è immediatamente apparso evidente, che avevo capito solamente il supporto di Alfred verso le azioni estreme di Bruce nel creare la figura di Batman, a patto che ci fosse stata una fine, se ci fosse stato un momento in cui Batman avesse agito da catalizzatore per cambiare Gotham, e in seguito Bruce avrebbe potuto continuare da lì. Ne Il Cavaliere Oscuro il Ritorno, ci troviamo a confrontarci con la frustrazione di Alfred, poiché Bruce non è riuscito ad esimersi dall’essere di nuovo Batman. Sebbene da molto tempo non esca la notte, con indosso mantello e cappuccio, non è però riuscito a mettersi alle spalle la sua natura, e Alfred ritiene sia suo dovere aiutarlo a trovare il modo per farlo”. “Quello che Michael ha sempre dato ad Alfred è un cuore grande, guardare Christian e Michael interpretare la relazione unica che unisce i due personaggio è stata una delle gioie più belle che ho avuto, lavorando a questo film”.

Uno dei personaggi nuovi è quello di Blake interpretato da Joseph Gordon-Levitt, qual è la sua funzione all’interno della storia?

“Il Commissario Gordon e Bruce Wayne sono, in un certo senso, affaticati, così volevamo contrastare questa situazione inserendo un giovane individuo con degli ideali, che potesse rappresentare, in qualche modo, le persone che erano. Joe si è impossessato della forza e del coraggio di un uomo che rifiuta di indietreggiare, a dispetto di qualunque eventualità”

Parliamo un po’ della tecnica, quest’ultimo capitolo rappresenta anche un nuovo passo in avanti verso l’utilizzo dell’IMAX, quanto è importante per te raccontare con una qualità così elevata?

“Abbiamo ottenuto grandi risultati con le macchine IMAX nell’ultimo film. Ho apprezzato molto quello che offrono dal punto di vista tecnico, ma sono molto più interessato da quello che possono darmi come strumento di racconto. Come possono aiutarmi a trascinare il pubblico sempre più a fondo in questo mondo?  L’IMAX fornisce la tela più ampia possibile, creando la più coinvolgente delle esperienze”. “Adoro lavorare con queste macchine da presa perché aggiunge gamma ed amplia il tableau dell’immagine. Abbiamo imparato molto in passato, con l’uso di queste macchine ne Il Cavaliere Oscuro, così ora possiamo affinare le nostre tecniche e offrire un esposizione migliore e così via. La tecnologia è andata avanti, il che ci permette di passare al livello superiore”.

Per chiudere, può descriverci il lavoro con Hans Zimmer?

“Non ho mai lavorato con qualcuno così convinto dell’idea che il vero rischio stia nel giocare sul sicuro” “Hans mi ha insegnato che, a volte bisogna andare in quella che sembra la strada sbagliata, se vuoi scoprire tutte le possibilità, e che senza esplorare quelle possibilità, non potrai mai fare nulla di veramente eccezionale.  In ogni film, fissa degli obiettivi che sono più alti di quanto avessi mai praticamente pensato…o perlomeno raggiungibili”

Un messaggio finale al pubblico?

“La storia di Bruce Wayne ha affascinato il pubblico per oltre 70 anni, perché è una grande storia. Eravamo entusiasti di portare la nostra versione della leggenda sullo schermo, con questi tre film. Un esperienza veramente gratificante. Siamo molto orgogliosi di come sia finita, e speriamo che il pubblico condivida la nostra emozione”.

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