Leoni: Neri Marcorè presenta il film a Roma

Leoni

Al cinema Barberini il cast del film Leoni, rappresentato da Neri Marcorè, Piera Degli Esposti, Stefano Pesce, Anna Dalton , Pierpaolo Spollon- citando solo i protagonisti- e il regista Pietro Parolin hanno presentato la pellicola alla presenza della stampa.

 

Erano presenti anche il direttore del centro sperimentale di cinematografia e la produttrice esecutiva Elisabetta Bruscolini.

LeoniParolin è un ex allievo del Centro Sperimentale, orgoglioso di presentare la sua pellicola d’esordio nel difficile mondo del cinema; l’opportunità, per il regista, è arrivata anche grazie al contributo della Regione veneto, pronta ad investire nelle opere cinematografiche promettenti e dal tema sociale impegnato.

La Bruscolini prende la parola, riconfermando il contributo del bando offerto dalla regione, investendo dei soldi concessi dall’Europa- una rarità per quanto riguarda le regioni italiane- che, dopo essere stato vinto da Parolin, è stato supportato dalla produzione CSC Production, che ha provveduto inoltre al montaggio. Un sostegno fondamentale è venuto anche da Rai Cinema e dal contributo del cast, costituito da eccellenze disposte a mettersi in gioco in un’opera prima, insieme a giovani emergenti e ad altri ex allievi coinvolti nella realizzazione. Inoltre, un altro appoggio forte è stato offerto da un gruppo di imprenditori veneti locali che si sono associati decidendo di produrre- distribuire il film, sostenendolo economicamente attraverso una brillante politica di marketing sul territorio- ma non solo.

A prendere la parola in un secondo momento è Piera Degli Esposti, interprete di Mara, matriarca della famiglia ed infelice donna di potere alla quale rimane solo quest’ultimo; un ruolo insolito, visto che il suo personaggio non si alza mai dal letto, governando però le sorti di un’intera famiglia e garantendone sempre l’integrità. Si è trattato di un ruolo speciale e non facile: ha accettato di interpretarla dopo aver incontrato Parolin, definito come una giovane promessa dolce e disponibile; altre parole di elogio sono dedicate a Marcorè, un comico nato anche sul set, un vero intrattenitore.

Quest’ultimo, prendendo la parola, riconferma la splendida esperienza vissuta sul set; La Dalton e Spollon sono entrambi veneti, quindi per loro è stato come tornare a casa: sentire il loro dialetto, ritrovare quell’aria familiare, ha contribuito alla riuscita del film; oltretutto Spollon si è iscritto al Centro Sperimentale dopo aver partecipato al film, che ha contribuito ad arricchire la sua esperienza con una serie di “trucchi” che nelle scuole non vengono spesso insegnati ma si acquisiscono col tempo e l’esperienza.

Il regista Parolin è l’ultimo a prendere la parola, dichiarando di essere prima di tutto uno sceneggiatore e poi un regista, che si è ritrovato ad avere la sua occasione d’oro, grazie pure alla presenza di un cast ricco e completo, composto da attori pronti a portare- letteralmente- il “cinema in un posto”, rilanciando la regione veneto ma muovendosi su due fronti diversi (soprattutto Roma , dove hanno svolto altri casting); Parolin ammette che c’è molto di autobiografico nella scrittura del film, nei vari personaggi raccontati (figli di emigranti, piccoli imprenditori cialtroni e falliti, giovani pronti a ripartire dalle radici): secondo la sua visione, la vera chiave di volta è nel futuro, nella giovane generazione pronta a rimboccarsi le maniche.

La prima domanda riguarda Marcorè: l’attore afferma che, per scegliere un film, deve essere coinvolto dalla sceneggiatura, dalla storia, e in seguito dagli stimoli che fornisce il suo personaggio, elemento che lo spinge quindi a variare generi e stili; il suo “treno” della svolta è stato Pupi Avati, quando lo scritturò per Il Cuore Altrove, regalandogli un posto “d’onore” nel cinema italiano.

Riguardo al suo personaggio, riconferma la natura cialtrona e futile di Gualtiero Cecchin, cercando però di compiere un percorso di crescita durante l’intero arco narrativo del film, ma senza mai perdere la natura stessa del personaggio;

Il regista ha scelto- in modo studiato- un linguaggio ben preciso: anche in fase di scrittura, non voleva assolutamente creare delle macchiette, provando quindi a mantenere solo il “colore” l’inflessione” dialettale, legata comunque anche al ruolo sociale ricoperto dai singoli personaggi.

Parolin, avendo una formazione da sceneggiatore che lo ha portato ad ispirarsi sempre alla realtà prima di procedere nella fase di scrittura, ha “trasportato” nel piano della commedia delle tematiche forti e d’attualità (come il suicidio o le infiltrazioni mafiose al nord) adattandole ad un tono più leggero e sornione.

Una fonte d’ispirazione molto forte- nonché una suggestione stilistica- l’ha fornita il film di Pietro Germi Signori e Signore, soprattutto col suo percorso dal particolare all’universale.

Ma quale Italia è raffigurata nel film?

Di sicuro, il ritratto fornito della provincia è comune a molte altre province, non solo quella veneta; sarebbero cambiati dei parametri, dei dialetti, ma la sostanza sarebbe rimasta la stessa. Il ritratto dei personaggi, allo stesso tempo, evoca un paese “furbetto” che vive di ombre e cose losche, come ci ha insegnato la realtà degli ultimi anni; nonostante la risata e le battute che alleggeriscono il tono, la finalità è anche quella di mettere in luce una morale latente e nascosta; la Degli Esposti stessa riconferma la tesi proposta da Marcorè, del ritratto di un’Italia “ladruncola”, in certi casi, attaccata agli averi materiali, alla “roba”, che cerca però di lasciarsi alle spalle questo passato e di ricominciare: quindi se la madre (Mara) ha vinto sul versante “fisso”, il figlio (Gualtiero) ha vinto sul “piano mobile”, mutevole, improntato ad un rinnovamento degli affari.

Sembra quasi che a salvarsi sia solo chi ritorna alle origini, magari anche grazie ad un sostegno esterno: ma non è così come sembra, le nuove generazioni- anche se lottando- possono resistere e rilanciarsi da sole, resistendo e partendo di nuovo da zero, dalle origini di tutto, rinunciando ai privilegi forniti dalla stabilità familiare.

Il film non ha un messaggio finale vero e proprio: la finalità è piuttosto quella di fare un’analisi lucida di una situazione attuale, senza giudicare o valutare, senza fornire un giudizio.

La pellicola uscirà il 5 Febbraio a Roma e nel Veneto, e a partire dal 12 sul territorio nazionale.

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Ludovica Ottaviani
Ex bambina prodigio come Shirley Temple, col tempo si è guastata con la crescita e ha perso i boccoli biondi, sostituiti dall'immancabile pixie/ bob alternativo castano rossiccio. Ventiquattro anni, di cui una decina abbondanti passati a scrivere e ad imbrattare sudate carte. Collabora felicemente con Cinefilos.it dal 2011, facendo ciò che ama di più: parlare di cinema e assistere ai buffet delle anteprime. Passa senza sosta dal cinema, al teatro, alla narrativa. Logorroica, cinica ed ironica, continuerà a fare danni, almeno finché non si ritirerà su uno sperduto atollo della Florida a pescare aragoste, bere rum e fumare sigari come Hemingway, magari in compagnia di Michael Fassbender e Jake Gyllenhaal.