Il 1 novembre 2007 si consumò a Perugia l’omicidio della giovane Meredith Kercher, studentessa inglese in Italia nell’ambito del progetto Erasmus. Per l’omicidio è stato condannato in via definitiva l’ivoriano Rudy Guede. Come concorrenti dello stesso, furono inizialmente condannati la statunitense Amanda Knox (una delle coinquiline di Meredith) e il suo ragazzo dell’epoca, l’italiano Raffaele Sollecito. Nel giro di poche settimane la Knox divenne la protagonista di uno dei più risonanti casi di cronaca nera mai avvenuti in Italia e, con il passare degli anni, di quello che è stato definito il “processo del secolo”.

 

Oggi, a circa un anno e mezzo dall’annullamento senza rinvio delle condanne alla Knox e a Sollecito (ufficialmente assolti per non aver commesso il fatto), arriva su Netflix Amanda Knox, documentario diretto dai registi Rod Blackhurst e Brian McGinn, che prova a gettare nuova luce su una delle più discusse e controverse protagoniste delle pagine di cronaca che la recente storia italiana ricordi.

Nonostante il forte eco nazionale e internazionale che il caso ha avuto (quindi la conseguente presunzione di un’onniscienza dei fatti da parte dei più), il documentario di Blackhurst e McGinn risulta interessante grazie alla vasta quantità di materiale inedito che il duo utilizza per ricostruire in maniera lineare, cronistica, quanto accaduto dall’arrivo di Amanda nel capoluogo umbro fino al 27 marzo 2015, quando l’annullamento senza rivio delle condanne alla giovane e a Solletico pose definitivamente fine a uno dei casi giudiziari più travagliati di sempre.

Amanda Knox documentarioVengono mostrate le immagini girate sulla scena del crimine e utilizzate dagli inquirenti per le indagini, le ricostruzioni fatte dalla scientifica, addirittura la reazione di Amanda e della sua famiglia alla lettura del verdetto della Suprema Corte di Cassazione. Tutto materiale raccolto nel corso di 5 anni di meticoloso lavoro tra Italia, America e Inghilterra, che i due registi alternano alle dichiarazioni dei veri protagonisti della storia (dalla Knox a Sollecito, dal pm Giuliano Mignini al giornalista del Daily Mail, Nick Pisa, fino a Valter Biscotti, avvocato di Guede), suscitando ancora clamore proprio per la palese impossibilità di riuscire a mettere il punto a una vicenda dall’interesse viscerale che continua a lasciare in chi ne è ossessionato (o semplicemente appassionato) più domande che risposte.

Amanda Knox

Pur cedendo alla velata empatia nei confronti della protagonista (troppo eccessiva nel finale), Amanda Knox ricostruisce in maniera precisa e accurata, attraverso un approccio più televisivo che cinematografico, un caso vittima del sensazionalismo mediatico e della morbosità umana, quella che giudica, etichetta, distrugge soltanto perché – nelle parole della stessa Amanda (attualmente giornalista freelance per un giornale di Seattle) – “le persone vogliono essere sicure di sapere chi sono i cattivi e che non sono loro”.

Sull’omicidio di Meredith Kercher sono stati realizzati il film per la tv intitolato Amanda Knox: Murder on Trial in Italy del 2001 con protagonista Hayden Panettiere, e il film The Face of an Angel del 2014 diretto da Michael Winterbottom con Daniel Brühl, Kate Beckinsale e Cara Delevingne.

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