Annabelle 2: Creation

Annabelle 2: Creation arriverà al cinema il prossimo 3 agosto, arricchendo il franchise di The Conjuring, pensato da James Wan.

 

Era il 2013 quando il regista James Wan dava vita ad una delle sue creazioni più riuscite: The Conjuring – L’Evocazione. Il film, pur essendo un horror e quindi appartenendo alla cinematografia di genere che solitamente mal si concilia col grande pubblico, ebbe un enorme successo e sbancò i botteghini di tutto il mondo. Wan, che ci vide lungo, decise di crearne una specie di saga, un filone di film tutti collegati tra loro, dando vita a quel cosiddetto “universo condiviso” che oggi va tanto per la maggiore anche nei cinecomics.

Ecco quindi che dopo The Conjuring sono stati letteralmente programmati a tavolino una serie di seguiti e spin-off, alcuni dei quali ancora in via di sviluppo: The Conjuring 2 – Il Caso Enfield (2016), Annabelle (2014), The Nun (previsto per il 2018).

Il fil rouge che collega tutti questi film è rappresentato da una coppia di demonologi realmente esistita, Ed e Lorrain Warren. A loro afferiscono i casi, più o meno veritieri, di possessioni, esorcismi e case infestate.

Nel primo spin off, Annabelle (2014) si approfondiva la conoscenza di questa bambola posseduta che era solo marginalmente presente nei primi due film di The Conjuring. Anche se la regia, non più di Wan ma dello sconosciuto John R. Leonetti, era stata piuttosto pessima (assieme ad una sceneggiatura disastrosa), il film ebbe comunque successo, tanto da portare alla creazione di un seguito.

Annabelle 2: Creation è un prodotto riuscito

annabelle creation immagine 2La storia, come ci suggerisce il titolo, risale alle origini della creazione dell’inquietante bambola posseduta. Primi anni ’50. La famiglia Mullins – tipico stereotipo da Mulino Bianco – è composta da mamma-casalinga (Miranda Otto), papá-giocattolaio (Anthony LaPaglia) e figlioletta munita di treccine e sfortuna. Sfortuna che le causerà un incidente che le costerà la vita. I genitori distrutti decidono allora di ospitare nella loro magione, ormai vuota, le bambine di un orfanotrofio. Ma la casa nasconde una presenza pericolosa.

La regia passa in mano a David F. Sandberg, sapiente costruttore di horror a basso budget e famoso sul web soprattutto per i suoi corti a tinte dark (su tutti: Lights Out, 2013), che fanno seriamente rizzare i capelli (oltre a vincere moltissimi premi in tutti i festival del mondo).

Sandberg risulta una carta vincente. Il regista svedese riesce benissimo lá dove il primo Annabelle aveva fallito: creare e mantenere la suspense. Annabelle 2: Creation è un horror classicissimo. Ci sono tutti gli elementi del genere: la casa che scricchiola, la bambola posseduta, le presenze notturne.

Le citazioni cinefile sono sparse ovunque: se lo spettatore non sarà preso abbastanza dai vari scare jumps, almeno si divertirà a trovare i numerosi indizi/riferimenti alla cinematografia orrorifica e non. Dai vecchi film del brivido come Quella casa accanto al cimitero di Fulci ai vari Amityville, i riferimenti visivi non si limitano ad omaggiare la storia del cinema, ma ne prendono in prestito il ruolo simbolico. Così ritroviamo in Annabelle 2: Creation una sorta di rivisitazione di classici senza tempo come Il Mago di Oz e Pinocchio, in salsa horror: le scarpette rosse di Dorothy; lo spaventapasseri vivente; il falegname che dà vita alla sua creazione. Simboli di un cinema senza tempo che può essere declinato in più interpretazioni, assumendo in questo caso valenze negative e inquietanti.

Annabelle 2: Creation è quindi un film di genere ben riuscito, soprattutto rispetto alla pellicola che lo precedeva. Piacerà ai cultori ma potrebbe anche essere il film-base col quale introdurre i neofiti all’horror. O farli definitivamente allontanare da esso, de gustibus!

Due scene dopo i titoli di coda invitano lo spettatore a non alzarsi troppo presto dalla poltrona…e a ritornare presto al cinema con un nuovo film del “The Conjuring Universe”.

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