Deux Jours Une Nuit: recensione del film dei fratelli Dardenne

Meravigliosi Dardenne. Al loro nono lungometraggio assieme come registi e sceneggiatori i due fratelli del Belgio propongono un film incredibilmente vero, genuino, semplice: Deux Jours Une Nuit.

 

In Deux Jours Une Nuit Sandra (Marion Cotillard) sta per essere licenziata. Dopo una assenza dal lavoro per una crisi depressiva il dirigente dell’azienda di pannelli solari in cui lavora ha indetto una votazione tra tutti i dipendenti: la scelta è tra un bonus di mille euro sullo stipendio o il mantenimento di Sandra tra il personale. Soltanto tre persone si sono pronunciate a suo favore. In vista di una nuova votazione Sandra ha due giorni e una notte per fare visita ai suoi colleghi e convincerli a rinunciare ai mille euro per non farle perdere il posto di lavoro.

Deux Jours Une Nuit poggia su una solidissima sceneggiatura: la struttura drammaturgica apparentemente semplice possiede un ritmo narrativo perfetto, che valorizza ogni scena in un susseguirsi di punti forti senza mai scendere di tono. Anche un semplice sorriso della Cotillard, messo al momento giusto, commuove tantissimo. E i Dardenne lo sanno bene e lo fanno per tutto il film seminando piccoli gesti, parole o azioni con un tempismo perfetto.

Deux Jours Une Nuit recensioneOltre a questo i due fratelli non hanno bisogno di molto altro per conquistare il pubblico: inquadrature lunghe, camera a spalla spesso anche piuttosto ruvida e una fotografia quasi di servizio. Ma soprattutto tanta esperienza dietro la macchina e tanta sensibilità nel dirigere gli attori. Troviamo così una Cotillard meravigliosa (senza trucco, più bella che mai), in uno dei suoi ruoli più convincenti; ma nonostante la sua brillante carriera non notiamo mai uno scarto attoriale col resto del casting, tutti bravissimi, anche i non professionisti.

Ci sono storie che per la loro semplicità sanno essere estremamente vere e attuali (parlando di licenziamenti sembra ormai scontati dirlo). Ci sono autori che attraverso queste storie sanno immedesimare, emozionare, commuovere.

Forse alle prese col loro film più riuscito, i Dardenne trovano un’entusiasta risposta del pubblico e della critica, che lo nomina come possibile vincitore del concorso del Festival di Cannes 2014.

di Enrico Baraldi

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