“I never thought that I would find myself”Non ho mai pensato che mi sarei ritrovato -, cantavano i The Cure nella loro All Cats Are Grey. E nemmeno Dorothy nell’omonimo film di Savina Dellicour presentato al Festival di Roma 2014, in concorso nella sezione Alice nella Città.

 

In All Cats Are Grey Dorothy (Manon Capelle) è una sedicenne che vive nel suo piccolo sobborgo belga. Sembra che dalla vita abbia tutto, una bella casa, un’amica del cuore con cui fare tutti gli errori dell’adolescenza, e una famiglia che le vuole bene. Ma non si sente a suo agio in quel mondo, anche  a causa del rapporto freddo con la madre (Anne Coesens), con cui non trova un dialogo e a cui nasconde i pensieri che la tormentano. Tra nuove scoperte musicali e i The Cure, Dorothy trova pace solo quando ha le cuffiette nelle orecchie. Per caso incontra Paul (Bouli Lanners), un detective privato arrugginito e un po’ confuso dopo la morte della moglie, e decide di chiedergli aiuto nella ricerca del suo vero padre biologico. Tra i due si instaura un’inaspettata intensa fatta di silenzi che dicono tutto, sorrisi nascosti ma sinceri e scambio di cd. Quello che Dorothy non sa però è che anche Paul è alla ricerca di sua figlia.

All Cats Are Grey Dorothy, il film

Primo lungometraggio della regista belga Savina Dellicour, All Cats Are Grey (Tous Les Chat Sont Gris) è un film sulla ricerca in tante forme. La ricerca della vera identità di Dorothy, rito di passaggio per tutti gli adolescenti, ma per lei più difficile a causa dell’identità sconosciuta del padre. La ricerca stessa di quest’uomo magari più simile a lei, che la potrebbe far sentire finalmente a casa. La ricerca di una figlia da parte di Paul, una ragazza che avrebbe voluto crescere e che ora potrebbe dare un senso alla sua vita. Un racconto ben argomentato, e per niente scontato, che la Dellicour affida a dei bravissimi interpreti in un duetto ben bilanciato tra Bouli Lanners che con la sua fisicità porta in scena quest’uomo stanco ma pronto a ripartire e Manon Capelle, che con sguardi eloquenti esprime tutta la rabbia e l’incertezza dell’adolescenza.

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