EdenNegli anni ’90 la musica in Francia ebbe un ruolo importante. Sono gli anni in cui iniziano a muovere i primi passi i Daft Punk, Phoenix, Cassius, Air pronti a conquistare le classifiche mondiali. Il film segue le vicissitudini in ascesa e in caduta di Paul.

 

La storia di Paul è liberamente ispirata a quella del fratello di Mia Hansen-Love, Sven, che è stato proprio in quegli anni un DJ affermato dell’ondata del “Frech touch” che ha aperto le porte dei club ai fututi David Guetta e Laurent Garnier. Come dei giovani turchi della musica Paul e i suoi amici mettono insieme i Cheers duo di dj che inizia ad affermarsi soprattutto nell’organizzazione delle feste in club rinomati di Parigi. Intorno alla musica, avviene la vita, le droghe, i figli, gli amici che muoiono. Paul non farà mai il grande salto; come in A proposito di Davis, in cui il protagonista era coevo e affine a Bob Dylan ma privo del suo talento, così i Cheers non hanno il quid necessario alla scalata al successo che invece hanno i Daft Punk, loro compagni di serate.

Tutto ruota sempre intorno al confronto tra il successo degli uni e il conto corrente perennemente a secco di Paul.

Assonante ma lontano da altri film che hanno la musica al centro della storia, come Berlin calling sull’ascesa, caduta e risalita di un DJ techno nella Berlino contemporanea, e 24 hour party people che ricostruiva gli anni d’oro della scena house e rock alternativo di Manchester, negli anni ’80. Eden si è voluto tenere lontano dal clichè dei classici film sui club, di cui solitamente si riconosce l’aura glamour e accattivante, per dare più spazio ai personaggi, alla loro voglia di realizzarsi davvero attraverso la musica fino all’inevitabile scontro con la realtà gli anni che passano e i gusti musicali che cambiano.

I primi piani seguono stretti Paul la cui spirale alla fine torna su se stessa quando si ritrova di fronte a un se stesso senza niente che deve ricominciare tutto. Una sorta di indagine, perchè, afferma ancora la regista, quello che è interessante è l’animo umano, non il glamour intorno.

L’accuratezza è però anche il tallone d’Achille della pellicola che a tratti dà veramente troppe informazioni e prende pieghe improvvise che rendono più difficile seguire la storia, comunque affascinante e che ripercorre un periodo storico che ha cambiato definitivamente la musica elettronica.

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