Guardiani della Galassia: recensione del film con Chris Pratt

Guardiani della Galassia

Dopo mesi di attesa esce, il 22 ottobre, anche in Italia Guardiani della Galassia, film Marvel che ha registrato in miglior incasso estivo della stagione USA e che arriva da noi come evento speciale di Alice nella Città, sezione autonoma del Festival Internazionale del Film di Roma.

 

Dopo le epiche avventure di Thor, Cap, Iron Man, la Marvel decide di lasciare la Terra e spostarsi nella Galassia, in un territorio inesplorato dalla maggior parte degli spettatori e anche da qualche lettore di fumetti, per portarci in un mondo che prevede aliene verdi e letali, ladruncoli da quattro soldi, maniaci assassini dalla perfetta favella e creature strane come alberi che camminano e procioni parlanti. Una galassia che assomiglia davvero tanto, tantissimo a quella ‘lontana lontana’ di Star Wars di George Lucas e che proprio in questo aspetto trova il suo vero punto di forza.

Guardiani della Galassia recensione

La trama

In Guardiani della Galassia Dopo la morte di sua madre a causa di un tumore, un bambino viene preso dai Ravagers, un gruppo di pirati contrabbandieri extraterrestri guidati dal loro capo Yondu Udonta. Ventisei anni dopo, ritroviamo Peter Quill (Chris Pratt), il ragazzo che era stato rapito, sul pianeta Morag, intento a rubare un’oscura sfera chiamata l’Orb. Durante la missione si scontra con Korath, un luogotenente della razza aliena dei Kree, capitanato da Ronan l’accusatore. Quill riesce ad avere la meglio sull’avversario e ad allontanarsi dal pianeta insieme alla sfera. Yondu, conoscendo il valore dell’oggetto e venendo a sapere del furto da parte dell’ex membro del suo equipaggio, mette una taglia sulla sua testa. Ronan, dopo il fallimento di Korath, invia Gamora (Zoe Saldana), la sua guerriera migliore, a recuperare l’Orb.

Lo scopo di Quill è solo quello di vendere la sfera: per questo si reca a Xandar, la capitale dell’impero Nova, alla ricerca di Broker, un potenziale acquirente. Inaspettatamente, il cliente interrompe le negoziazione in quanto spaventato da Ronan e dal suo desiderio di avere l’artefatto. Gamora, giunta in città, riesce a sottrarre l’Orb a Quill, che si getta al suo inseguimento.

Nello stesso momento, i mercenari Rocket Raccoon (voce originale Bradley Cooper), un procione antropomorfo, e Groot (voce originale Vin Diesel), un alieno dalle sembianze di un albero, attirati dalla taglia su Quill, intervengono per catturarlo. Nella lotta che ne segue tutti e quattro vengono arrestati dalla polizia dell’impero e imprigionati a Kyln, un penitenziario spaziale da dove nessuno è mai fuggito. All’interno della fortezza c’è Drax il Distruttore (Dave Bautista), un uomo che vuole a tutti i costi uccidere Ronan, causa della morte della sua famiglia. Nel tentativo di fare fuori Gamora, Drax scopre che in realtà la guerriera ha tradito il leader dei Kree. Lo strano gruppo formato da Quill, Rocket, Groot, Drax e Gamora si allea dunque per fuggire dalla prigione e portare l’Orb lontano da Ronan. Il loro piano prevede di venderlo al Collezionista, acquirente di un lontano pianeta, ma qualcosa andrà storto…

Guardiani della Galassia non è un film di supereroi

Guardiani della Galassia non è un film di supereroi, primo perché i protagonisti non sono affatto eroi né tantomeno sono super, poi perché è prima di tutto una commedia irriverente e divertente, che per una volta, nella storia dei film Marvel, strizza l’occhio più ai trentenni che ai bambini intorno ai 10 anni, costruendo un universo che ad ogni svolta di asteroide omaggia gli anni ’80: i concept, gli ambienti, gli strumenti scenografici, le armi, e soprattutto la musica costruiscono un film che potrebbe essere stato fatto in quegli anni.

Guardiani della Galassia recensione
Drax il Distruttore

Non si può parlare di Guardiani come del miglior film Marvel, perché è semplicemente un film che fa un salto in avanti anche a livello produttivo, tanto che dal risultato finale sembra proprio che James Gunn, geniale regista fuori di testa, abbia davvero fatto suo un enorme blockbuster, rendendolo unico e diverso, interessante e genuinamente divertente, senza rinunciare a momenti di pura epica che si esplicita nella classica ed eterna lotta del bene contro il male.

Nonostante in Guardiani della Galassia ci siano cinque protagonisti mai incontrati prima d’ora sul grande schermo, il racconto ci permette di conoscerli e apprezzarli tutti, poiché ad ognuno di loro è concesso lo spazio per esprimersi, spiegarsi e raccontarsi, e di conseguenza farsi amare. Anche se l’occhio della camera privilegia Chris Pratt e il suo Star Lord, sembra davvero strano constatare quanto siano gli altri protagonisti a trovare una migliore accoglienza, come il procione incazzato Rocket e soprattutto Groot, vera rivelazione del film. Insieme a Pratt, Dave Bautista e Zoe Saldana completano lo schieramento dei ‘buoni’, dei buoni con riserva, che sembrano ricordarci la goffaggine e la determinazione del ruvido equipaggio del Millennium Falcon, con Han Solo/Star Lord al timone di una nave spaziale che cambierà le sorti della galassia.

Il film è un esperimento, una commedia d’altri tempi camuffata da cinecomic, un film che riesce a dare nuova energia al genere, trasformandolo, e offre allo spettatore una boccata d’aria fresca.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto di Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
guardiani-galassia-recensione-film-chris-prattGuardiani della Galassia è un esperimento, una commedia d’altri tempi camuffata da cinecomic, un film che riesce a dare nuova energia al genere, trasformandolo, e offre allo spettatore una boccata d’aria fresca.