Festa di Roma 2016: La última tarde recensione del film di Joel Calero

In una cittadina sulle coste del Perù, un uomo e una donna si incontrano in un ufficio comunale davanti a un giudice per firmare le pratiche del loro divorzio. Non si vedono da diciannove anni, vivono in città diverse e le loro vite hanno preso strade completamente differenti. Ma un disguido burocratico li costringe ad attendere molte ore in attesa del ritorno del giudice. Trascorrono così la giornata insieme, passeggiando e chiacchierando. Sono entrambi ex militanti radicali di sinistra obbligati a un distacco forzato in una situazione fortemente drammatica. Ricordano insieme quanto avvenuto, facendo affiorare scomode verità, si raccontano delle loro vite e si trovano costretti a un confronto forzato e a capire quanto ancora siano importanti l’uno per l’altra.

 

Con La última tarde, Joel Calero costruisce un film misurato, doloroso e profondo, su due persone. Lo fa con uno sguardo particolare, spiandoli mentre passeggiano e riprendendoli con continui piani sequenza nei quali dialogano intimamente. Mette in scena un grande lavoro sulla psicologia più profonda di un uomo e una donna, che partendo da piccole confessioni arrivano a toccare temi dolorosi, posizioni etiche e politiche, fino alle scelte e alle azioni che hanno influito pesantemente sulla vita di entrambi.

La última tarde recensione

La última tarde è retto magnificamente tutto sulle spalle di due attori di grande bravura: Katerina D’Onofrio e Lucho Cáceres. Loro, con grande naturalezza, riescono a sostenere per tutta la  lunghezza della storia l’invadente presenza della macchina da presa, che non li lascia un solo momento, trovandosi nella maggior parte delle sequenze a pochissima distanza da loro.

Un film semplice quanto difficile, doloroso, estremamente intimo, che scava spietatamente nell’animo di due persone comuni per toccare i momenti drammatici della storia di un intera nazione.

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