Una Pistola en cada Mano: recensione del film

Nonostante gli uomini facciano milioni di cose pur di non fermarsi semplicemente a parlare del sé più profondo, quello in cui si prova ad elaborare il dolore per un rapporto finito, la ferita mai rimarginata della sconfitta e il senso di inadeguatezza per tutto ciò che sembra più grande di noi, ad un certo punto della vita succede che tutto quello che un uomo è stato ed è gli si para davanti, fastidioso come la testa del tipo più alto di noi al cinema: proprio non puoi ignorarlo. Tutto questo è Una pistola en cada mano di Cesc Gay, una commedia corale suddivisa in cinque ‘episodi’ più un epilogo in cui il tempo sembra dilatarsi, nello spazio di una ‘semplice’ chiacchierata in cui otto uomini si raccontano con totale sincerità, in un modo che troppo spesso sembra alieno al mondo maschile. Nel farlo, i nostri otto protagonisti sembrano finalmente togliere la maschera di forza che si sentono costretti ad indossare, rivelando i loro lati più deboli, ma anche quelli più comici.

 

Il regista catalano con Una pistola en cada mano ci mette di fronte a frammenti di vita quotidiana: incontri casuali e non che diventano straordinari. Con un montaggio lento e una certa predilezione per la camera fissa, grazie alla bravura degli attori (tra cui Ricardo Darìn, Eduardo Noriega, Javier Càmara e Eduard Fernàndez) e a dialoghi non solo serrati, ma dall’ironia dissacrante e sagace, Gay non rischia mai di cadere in ridondanze inutili, anzi tiene sempre desta l’attenzione dello spettatore, che riesce a trascorrere 100 minuti di intrattenimento di ottimo livello.

Una materia che nelle mani di qualcun altro avrebbe sicuramente finito per diventare banale e già vista, grazie a Cesc Gay, alla sua decima regia, diventa un inedito ed intelligente quadro generazionale che mette in mostra le debolezze dell’uomo, analizzandolo con onestà e spogliandolo di quello strato di pudore che tende a nasconderle e che si concretizza in una ‘Pistola in ogni mano’, nel tentativo di difendersi dal giudizio del sé e degli altri.

Presentato nella categoria fuori concorso alla settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, con Una pistola en cada mano ci avviamo alla fine di un Festival che avuto sì, molti alti e bassi, ma che ha regalato, soprattutto nell’ambito della commedia, dei risultati niente male.

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