Festa di Roma 2016: Ritmo Sbilenco – Un filmino su Elio e le Storie Tese recensione

Elio e le Storie Tese sono senza dubbio una delle band più sperimentali, atipiche, particolari e innovative del panorama musicale italiano: in bilico tra l’assurdo e una ferrea preparazione musicale, hanno realizzato nel corso della loro carriera alcune indimenticabili hit come La Terra dei Cachi, Parco Sempione, Born to be Abramo, Ritmo Sbilenco e tantissime altre; quest’ultima in particolare dà il titolo al documentario diretto da Mattia Colombo e presentato durante la penultima giornata della Festa di Roma 2016; Ritmo Sbilenco – Un filmino su Elio e le Storie Tese segue da vicino la vita e la routine della band dalla sala prove fin dentro la loro quotidianità, popolata da frammenti ed attimi intimi e personali.

 

La macchina da presa di Colombo spia Elio, Faso, Cesareo, Rocco Tanica, Christian Meyer e gli altri membri della band con discrezione, simulando l’occhio di un fan voyeur, un appassionato che ha la possibilità di scrutare dal buco della serratura il “dietro le quinte” delle performance bizzarre architettate dalla band. Purtroppo questo aspetto può appassionare sicuramente lo spettatore che da sempre è un fan accanito della band: ma un fruitore medio, che vuole soltanto godere del piacere di un bislacco intrattenimento, troverà relativamente statici questi 73’ senza una voce narrante o un fil rouge che unisca, tra loro, le immagini e faccia da collante alla narrazione (esile e scarna); solo la dirompente personalità degli “Elii” e la loro affascinante produzione musicale riescono a tenere alta l’attenzione, altrimenti fiaccata dalla monotonia del semplice formato aperto (DCP) effetto “casalingo”.

ritmo sbilencoRitmo Sbilenco – Un filmino su Elio e le Storie Tese mantiene, fino in fondo le premesse del titolo: mostrare il lato intimo e prettamente personale (ecco, appunto, il filmino) di una delle band più rilevanti e progressive del panorama musicale italiano, perdendo di vista il lato professionale, artistico e spettacolare per dare, invece, importanza alla sfera delle emozioni private e dei sentimenti che si annidano nei piccoli gesti quotidiani.

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Ludovica Ottaviani
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Ludovica Ottaviani
Ex bambina prodigio come Shirley Temple, col tempo si è guastata con la crescita e ha perso i boccoli biondi, sostituiti dall'immancabile pixie/ bob alternativo castano rossiccio. Ventiquattro anni, di cui una decina abbondanti passati a scrivere e ad imbrattare sudate carte. Collabora felicemente con Cinefilos.it dal 2011, facendo ciò che ama di più: parlare di cinema e assistere ai buffet delle anteprime. Passa senza sosta dal cinema, al teatro, alla narrativa. Logorroica, cinica ed ironica, continuerà a fare danni, almeno finché non si ritirerà su uno sperduto atollo della Florida a pescare aragoste, bere rum e fumare sigari come Hemingway, magari in compagnia di Michael Fassbender e Jake Gyllenhaal.
ritmo-sbilenco-recensioneLa macchina da presa di Colombo spia Elio, Faso, Cesareo, Rocco Tanica, Christian Meyer e gli altri membri della band con discrezione, simulando l’occhio di un fan voyeur, un appassionato che ha la possibilità di scrutare dal buco della serratura il “dietro le quinte” delle performance bizzarre architettate dalla band.