Alla luce della dichiarazione ufficiale, diffusa dopo la prima proiezione mondiale del film, del suo ritiro dalle scene possiamo considerare senza dubbio Si alza il vento come il testamento del grande maestro dell’animazione giapponese Hayao Miyazaki. Un film che in molti hanno criticato, perchè troppo realistico, troppo legato alle vicende storiche, come lo era anche Porco Rosso ad esempio, ma senza l’occhio di riguardo per la componente magica che è sempre stata una delle caratteristiche distintive (e amate) del regista.

 

Il volo è una delle ossessioni del maestro Hayao, in quasi tutti i suoi film il rapporto dei personaggi con l’aria è sempre molto stretto, e con Si alza il vento, Miyazaki decide di raccontare dal punto di vista di una persona realmente esistita questo magico rapporto. Il film infatti racconta la vita di Jiro Horikoshi, l’uomo che ha progettato i caccia giapponesi durante la seconda guerra mondiale. Jiro è un sognatore che sin da piccolo desidera progettare aerei. Tuttavia il suo sogno, diventato realtà, ha mostrato troppo presto l’altro lato della medaglia: un lato oscuro con cui nella vita bisogna imparare a fare i conti e che Jiro non riesce a preventivare fino a quando non viene messo davanti al fatto compiuto.

Un biografia storica e drammatica, fortemente personale e sicuramente distante dai suoi primi e più grandi capolavori; con questo film Miyazaki ha lasciato il mondo della fantasia, pur non rinunciando mai alle sequenze oniriche e al sogno, quello genuino e puro che anima il mondo di un bambino. Il tipico tratto di matita del maestro si conferma in disegni morbidi e colorati, allegri seppure velati da una patina di realistica tragedia che li rende meno sgargianti ma ugualmente grondanti di eterna bellezza. Il racconto è scandito da ritmi lenti e la sceneggiatura è sapientemente equilibrata tra momenti di grande poesia e momenti drammatici, con simpatici siparietti comici che impreziosiscono ulteriormente quello che a buon diritto può essere considerata l’opera più matura, la più dolorosa e forse la più complessa della vasta filmografia miyazakiana.

si alza il vento 1

Presentato al Festival di Venezia del 2013, il film ha avuto il riconoscimento internazionale con la nomination agli Oscar 2014 come miglior film d’animazione, arriva purtroppo solo per quattro giorni nelle sale italiane, e la brevità e l’esclusività del suo passaggio al cinema ne fanno un altro oggetto prezioso, l’ennesimo, che nel nostro Paese rischia di diventare introvabile.

Animato da una forte componente biografica, Si alza il vento assurge, come detto, a dolente, romantico, poetico e struggente testamento cinematografico del maestro Hayao Miyazaki. Alla fine della visione, con gli occhi lucidi e il cuore in tumulto, ringrazierete il maestro e il mondo intero, che ci riserva ancora opere di tale grandezza.

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