Una storia sbagliata: recensione del film con Isabella Ragonese

Una storia sbagliata film recensione

Gianluca Maria Tavarelli torna alla regia dopo l’ultimo film, Non Prendere Impegni Stasera, con una nuova storia di sentimenti e passioni ancestrali: Una Storia Sbagliata, presentato allo scorso Festival des Films du Monde de Montréal, vede come protagonisti Isabella Ragonese, Francesco Scianna e la – almeno per noi – rivelazione belga Medhi Dehbi.

 

Apparentemente Una storia sbagliata racconta una storia d’amore, quella tra Roberto e Stefania: sono diversi tra loro, forse distanti e distinti come tipi umani, ma legati da una passione ancestrale e da un affetto profondo che li spinge in breve tempo a sposarsi e ad andare a vivere insieme, col desiderio di costruirsi presto una famiglia. Roberto è un militare, Stefania un’attivista nelle cause umanitarie che si batte per risolvere i problemi e le contraddizioni della sua terra, la Sicilia, e della sua città, Gela.

Ma all’improvviso questa storia sembra incrinarsi, e cominciano le incomprensioni. Questo, almeno finché non ritroviamo Stefania in un campo iracheno, con una Onlus che si occupa di bambini affetti da malformazioni, alla disperata ricerca di una verità che potrebbe, finalmente, restituirle una pace ormai lontana.

Una storia sbagliata, il film

Una Storia Sbagliata 1

Tavarelli prova a mescolare insieme diversi codici, partendo dal nucleo narrativo principale che ruota intorno alla storia d’amore tra i due protagonisti; procede poi in un’altra direzione, inoltrandosi nel territorio del film politico di denuncia, interessato a mostrare il lato nascosto – ed oscuro – della guerra, con tutte le sue brutali ignominie e i suoi massacri nascosti, sia quelli reali (gli attentati terroristici) ma anche quelli che avvengono all’interno dell’anima di tutti coloro che ne rimangono coinvolti.

È come se il presupposto – interessante, complesso e sperimentale – sprofondasse tra le spire di una drammaturgia labirintica, dove la narrazione attraverso i flashback appesantisce il normale iter logico del racconto disorientando lo spettatore, che non può far altro che assistere impotente alla ricerca forsennata di Stefania che non trova una valida ragione fino ad una seconda metà abbondante del film; l’istinto che spinge la donna a ricercare quelle cause fino alla matrice primaria, fino a compiere un viaggio lontanissimo in una terra devastata dalla guerra e dagli orrori, è legato a doppio filo con la rabbia e il dolore di chi ha perso qualcosa e non riesce a farsene una ragione: ma Tavarelli, sovvertendo la legge fondamentale del “teorema della bomba” hitchcockiano e di qualunque scrittura della suspense, ritarda troppo questa scoperta, conferendo al racconto filmico un tono altalenante che difficilmente riesce a tenere alta l’attenzione dello spettatore medio.

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Ludovica Ottaviani
Ex bambina prodigio come Shirley Temple, col tempo si è guastata con la crescita e ha perso i boccoli biondi, sostituiti dall'immancabile pixie/ bob alternativo castano rossiccio. Ventiquattro anni, di cui una decina abbondanti passati a scrivere e ad imbrattare sudate carte. Collabora felicemente con Cinefilos.it dal 2011, facendo ciò che ama di più: parlare di cinema e assistere ai buffet delle anteprime. Passa senza sosta dal cinema, al teatro, alla narrativa. Logorroica, cinica ed ironica, continuerà a fare danni, almeno finché non si ritirerà su uno sperduto atollo della Florida a pescare aragoste, bere rum e fumare sigari come Hemingway, magari in compagnia di Michael Fassbender e Jake Gyllenhaal.