A quasi dieci anni dalla sua ultima fatica, l’audace e provocatorio The dreamers, Bernardo Bertolucci ritorna a far parlare di sé. Per il grande maestro del cinema italiano quest’anno si accendono i riflettori del Festival di Cannes (la kermesse ha aperto i battenti il 16 maggio), dove presenterà nella sezione dei film Fuori Concorso Io e te, il suo ultimo lavoro nato dalla trasposizione dell’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti.

 

Il film prodotto da Fiction Cinematografica e Mario Gianani per Wildside, distribuito in Italia da Medusa Film a partire dal 10 ottobre 2012 segna l’esordio sul grande schermo dei suoi due protagonisti.

Una sceneggiatura corale quella di Io e te, nata dal genio e dalla penna di quattro menti: Bertolucci si è avvalso dell’apporto creativo dello stesso Ammaniti, di Umberto Contarello (noto per le sue pregevoli collaborazioni con registi della levatura di Salvatores, Amelio, Piccioni, Mazzacurati, Bentivoglio e Placido) e in ultimo – non certo per merito – della sceneggiatrice Francesca Marciano che dopo aver collaudato la carriera di attrice per opera di Lina Wertmuller, sceglie di passare dietro le quinte dedicandosi alla scrittura – che la consacrerà riservandole il David di Donatello per il film Maledetto il giorno che t’ho incontrato.

Nell’ultimo giorno di riprese Bertolucci aveva così commentato il suo ritorno dietro la macchina da presa “Mi sembra incredibile essere qui, nelle mie condizioni, sulla mia sedia elettrica come chiamo questa sedia a rotelle, a parlare di un nuovo film, dopo tanti anni di assenza. Solo un anno fa non avrei pensato di poter tornare su un set. E allo stesso tempo mi sembra l’ assoluta normalità fare un film”.

L’intreccio di Io e te ruota attorno alla controversa storia di due giovani fratellastri Lorenzo (Jacopo Olmo Antinori) e Olivia (Tea Falco) e al modo attraverso il quale i due impareranno a condividere la problematicità e l’inquietudine adolescenziale che permea le loro vite. Due universi inizialmente paralleli confluiranno l’uno nell’altro, si influenzeranno a vicenda, ribaltando e sconvolgendo gli equilibri embrionali.

Il progetto di Lorenzo? Rintanarsi nella cantina di casa e trascorrere in completa solitudine la settimana bianca. E’ il suo modo di ritagliarsi uno spazio tutto suo al riparo da ogni sofferenza e incomprensione quotidiana, da insopportabili compagni di scuola, e lontano da un’esistenza tossica e vacua che non fa che soffocarlo.

Sarà la vitalità conturbante di Olivia a spronarlo e a indurlo ad accettare le regole di quel gioco caotico che è la vita, a riprendere contatto con quel mondo profetizzato dal quale Lorenzo, da solitario outsider, aveva scelto di prendere le distanze. Olivia, da presenza inizialmente ingombrante – che boicotta la claustrale vacanza di Lorenzo – si trasforma così in un’impareggiabile modello di struggente e caduca bellezza femminile.

Un ritratto filmico in perfetto stile Bertolucci, un regista che ha fatto di alcuni suoi film, amletiche riflessioni su percorsi individuali di persone alle prese con turbamenti e repentini cambiamenti della loro condizione esistenziale.

Una pellicola originariamente concepita in 3D, ma che per ragioni di tempo, come lo stesso Bertolucci spiega, finirà per allontanarsene. Un neo che non pregiudicherà di certo quella che si preannuncia l’ennesima e mirabile prova di un grande autore.

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