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Kenneth Branagh parla del suo Thor

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Kenneth Branagh parla del suo Thor

Le domande sono state incentrate soprattutto sul suo annunciato Thor, trasposizione al cinema del fumetto che vede protagonista l’eroe delle mitologia nordica, ma anche il suo lavoro d’attore tra cinema e teatro. Per quanto riguardo il suo prossimo cine-fumetto Kenneth Branagh è stato molto chiaro: Scelgo la storia perché la ritengo interessante e non faccio caso alla fonte, poco importa se si tratti di Shakespeare o di un fumetto. Thor mi piace perché parla di una divinità del Tuono, il che è affascinante.

Rispondendo alla nostra domande su come riesce a parlare al cinema con le parole del teatro in maniera efficace Branagh ha parlato della complessità di alcune scelte che si trova a fare: “in Molto Rumore per Nulla, la figura dell’uomo vigoroso e macho non può essere descritta a voce dalle donne come avviene a teatro, così ho pensato che la cosa migliore fosse inquadrare direttamente Denzel Washington su un cavallo bianco. Chi meglio di lui rappresenta il fascino mascolino nella sua totalità(ride)“.

Concedendosi a molte foto e a pochi autografi Kenneth Branagh ha lasciato la sala sorridente e ha affidato il pubblico alla proiezione della serie Wallander, tratta da una serie di racconti svedesi, nella quale interpreta il tormentato protagonista.

Kenneth Branagh in trattative per dirigere Cenerentola in live-action

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Miglior_attor_non_protagonista_Kenneth_BranaghSembra che la Disney sia in trattativa con il regista/attore Kenneth Branagh (Thor) per affidargli la regia del film di Cenerentola in live-action. Il regista di matrice sheakespeariana

Kenneth Branagh ha inserito un omaggio a Thor nel suo ultimo film, Belfast

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Kenneth Branagh è forse uno dei registi più poliedrici che lavorano attualmente ad Hollywood. Dopo aver trascorso gran parte della sua carriera ad adattare per il grande schermo le opere di Shakespeare, soprattutto negli ultimi anni si è invece dedicato a progetti decisamente più mainstream, come Cenerentola, Artemis Fowl e, naturalmente, il primo Thor del 2011.

Dopo la sua esperienza con il film del MCU che ha ufficialmente segnato il debutto del Dio del Tuono interpretato da Chris Hemsworth, Branagh non ha più diretto un film Marvel, ma a quanto pare è ancora molto legato al leggendario personaggio dei fumetti. Nella sua ultima fatica, Belfast, ha infatti inserito un easter egg dedicato proprio al personaggio, e di cui ha discusso in una recente intervista con Variety.

Nel film, che è stato presentato in Italia ad Alice nella Città (la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma) e che uscirà nelle sale di tutto il mondo il 12 novembre, è presente una scena in cui Buddy, il piccolo protagonista, si siede sul pavimento a leggere un fumetto di Thor. A proposito di questo momento, Kenneth Branagh ha spiegato: “Le illustrazioni di Thor realizzate da Jack Kirby dovevano prendere vita. Avevo considerato l’idea di girare la scena con Jude Hill che siede sul pavimento a leggere il fumetto mentre i colori spuntavano dalle pagine. Alla fine abbiamo deciso di non farlo.. pensavamo fosse troppo.”

La trama di Belfast, il nuovo film di Kenneth Branagh

Scritto e diretto da Branagh e interpretato da Caitriona Balfe, Jamie Dornan, Judi Dench e Ciarán Hinds, Belfast è una storia di amore, risate e perdite nell’infanzia di un ragazzo, tra la musica e il tumulto sociale della fine degli anni ’60 a Belfast nell’Irlanda del Nord. Buddy, nove anni, è circondato da un mondo fatto di lotta di classe e stravolgimenti culturali. Mentre esplodono i Troubles, ovvero il conflitto tra i cattolici repubblicani e i protestanti unionisti, Buddy sogna un futuro lontano dalla violenza, e trova conforto in una gioiosa famiglia. Ma intanto i contrasti si acuiscono, e la famiglia di Buddy dovrà scegliere se attendere che gli scontri finiscano o iniziare una nuova vita.

Kenneth Branagh e Gli INIZI di Jack Ryan

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Potrebbe essere Kenneth Branagh a dirigere il nuovo film con protagonista il personaggio di Jack Ryan: la Paramount avrebbe contattato l’attore e regista di Belfast dopo l’uscita dal progetto di Jack Bender a causa di impegni concomitanti. L’arruolamento di Branagh darebbe indubbiamente nuovo impulso al progetto, del quale si parla dal 2006, e che nel frattempo ha subito rimandi e ritardi, con vari registi e scrittori di volta in volta dati affiancati ad esso, come Fernando Meireilles, Anthony Peckham, Steven Zaillian e David Koep.

Il film sarà un prequel delle precedenti avventure, con protagonista un Jack Ryan giovane (per il ruolo si parla di Chris Pine) che dopo aver lasciato i Marines lavora come consulente per un miliardario russo, venendo poi coinvolto in un intrigo terroristico. In attesa di capire se Branagh assumerà effettivamente l’incarico, Branagh sarà sul set nel ruolo di Katniss nel prossimo capitolo del ciclo di Hunger Games; successivamente, sarà James T Kirk nel sequel di Star Trek; altri progetti in cantiere sono The Guernsey Literary e Potato Peel Pie Society: a quest’ultimo, da lui diretto, era prevista la partecipazione di Kate Winslet.

Fonte: Empire

Kenneth Branagh commenta l’esperienza alla Marvel

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La grande avventura cinematografica della Marvel cominciò anni fa, in maniera strutturata e in vista di un universo condiviso, con Thor, nel 2011. Vuoi per la particolare natura del personaggio, vuoi per i duetti shakespeariani presenti in sceneggiatura, l’allora neonato Marvel Studio affidò la regia a uno che di teatro e Shakespeare se ne intende, ovver Kenneth Branagh.

Dopo molti anni e alla luce di un risultato estetico non proprio dei migliori, ecco cosa ha dichiarato il regista e attore in merito alla sua esperienza in Marvel:

“Quello che posso dire è che mi è piaciuto molto il processo creativo, raggiunto nel lavoro con queste persone. Ho amato molto quei ragazzi. È stato divertente … sono molto orgoglioso di quel film e di quel progetto, ho imparato tantissimo su quel set”.

Ricordiamo che Kenneth Branagh arriverà molto presto, il 12 marzo, al cinema con Cenerentola, adattamento live action del classico Disney, con protagonisti Lily James, Richard Madden, Cate Balnchett e Helena Bonham Carter.

Fotne: CBM

Kenneth Branagh alla regia di Omicidio sull’Orient Express

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Kenneth Branagh alla regia di Omicidio sull’Orient Express

Reduce dal successo di Cenerentola con la Disney, Kenneth Branagh è stato scelto dalla 20th Century Fox per dirigere il nuovo adattamento del romanzo di Agatha ChristieOmicidio sull’Orient Express. Il film sarà prodotto da Ridley Scott e Simon Kinberg.

Il libro è stato già adattato nell’omonimo film del 1974 dove ad interpretare Poirot c’era l’attore Albert Finney e che ottenne ben sei nomination all’Oscar con Ingrid Bergman che vinse il premio come attrice non protagonista.

Assassinio sull’Orient Express (Murder on the Orient Express) è uno tra i più famosi romanzi gialli di Agatha Christie, reso ancora più celebre dall’omonimo film del 1974. Ha tra i protagonisti il detective Hercule Poirot. Scritto dalla Christie durante un suo soggiorno a Istanbul, nella stanza 411 del Pera Palas Hotel (oggi adibita a piccolo museo in suo onore), il romanzo fu pubblicato a puntate dal settimanale statunitense The Saturday Evening Post nell’estate del 1933, mentre l’anno successivo fu raccolto in un unico libro dall’editore inglese Collins Crime Club; in Italia fece la sua comparsa nel 1935, edito da Mondadori.

Trama: L’investigatore Hercule Poirot, partito da Istanbul con l’Orient Express e diretto a Londra, si trova a indagare sull’assassinio di un certo Ratchett, un distinto americano ritrovato esanime nel proprio scompartimento, sullo stesso treno in cui viaggia il detective. Ma un’abbondante nevicata bloccherà il convoglio per parecchie ore, e in questo modo Poirot si vedrà costretto a ipotizzare che l’assassino è uno dei passeggeri il cui scompartimento è nella carrozza per Calais, la stessa in cui si trova quello del signor Ratchett.

Un indizio rivelatore porterà alla scoperta che il vero nome della vittima era Cassetti, un assassino in fuga dalla giustizia americana perché accusato del rapimento a scopo di estorsione e dell’omicidio della piccola Daisy Armstrong, avvenuti anni prima (l’episodio si ispira alla tragedia che colpì il noto aviatore statunitense Charles Lindbergh, il cui figlioletto Charles III di un anno e mezzo fu rapito e brutalmente ucciso nel 1932), uccisione che in seguito aveva provocato indirettamente altre morti fra le persone a lei vicine.

Kenneth Branagh alla regia di Assassinio sull’Orient Express?

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Kenneth Branagh alla regia di Assassinio sull’Orient Express?

Secondo The Wrap, Kenneth Branagh (regista di Thor e Cenerentola) è in trattative per un nuovo adattamento del giallo di Agatha Christie Assassinio sull’Orient Express, targato 20th Century Fox. Michael Green (Everwood, Smallville, Heroes, The River) è attualmente al lavoro sulla sceneggiatura ispirata al libro della Christie (datato 1934) che vede il detective Poirot sulle tracce dell’assassino di un magnate americano in viaggio da Istanbul a Parigi.

Il progetto di questo nuovo adattamento, avviato alla fine del 2013, vede coinvolti tra i produttori Ridley Scott, Simon Kinberg e Mark Gordon. Oltre a varie versioni televisive, il giallo della Christie è stato trasposto per il grande schermo nel 1974 da Sidney Lumet (tra i protagonisti Albert Finney, Sean Connery, Lauren Bacall e Ingrid Bergman che vinse in quell’occasione l’Oscar come Miglior attrice non protagonista) e nel 2001 da Carl Schenkel (nel cast Alfred Molina, Leslie Caron e Meredith Baxter).

Che Branagh sia l’uomo giusto per la realizzazione di un nuovo remake? L’esperienza del regista, che vanta nella sua filmografia numerosi adattamenti anche da opere classiche, gli sarà di certo d’aiuto. Ancora poco tuttavia si sa di questo progetto i cui dettagli rimangono al momento ancora sconosciuti.

Fonte: Empireonline

Kennet Branagh villain nel suo film sul Jack Ryan di Tom Clancy?

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Kennet Branagh villain nel suo film sul Jack Ryan di Tom Clancy?

Kenneth Branagh insaziabile: l’Olivier dei nostri giorni non si accontenta di dirigere il nuovo (e ancora senza titolo) film incentrato su Jack Ryan, personaggio nato dalla penna di Tom Clancy, ma desidera anche vestire i panni del cattivo di turno, il russo Viktor Stazov. Staremo a vedere cosa risponderà la produzione. La parte del protagonista Jack Ryan, un ex marine riconvertitosi come analista finanziario nel gelo di Mosca, è stata affidata a Chris Pine (Star Trek). Nel film, Ryan scopre i malefici piani finanziari di Stazov, che intende colpire al cuore l’America svalutando il dollaro. Una sfilza di penne si sono occupate della sceneggiatura: dopo Adam Cozad, hanno lavorato allo script Anthony Peckham, Steven Zaillian e, ultimo, David Koepp. Non si sa ancora quando partiranno le riprese.

Fonte: Variety

Kennedy McMann: 10 cose che non sai sull’attrice

Kennedy McMann: 10 cose che non sai sull’attrice

Divenuta nota nel corso del 2019 con la serie Nancy Drew, dove ricopre il ruolo di protagonista, l’attrice Kennedy McMann ha dato prova di saper gestire la scena, affermandosi grazie alle sue doti recitative. Apprezzata da critica e pubblico, l’attrice è attesa in nuovi progetti e alle prese con nuovi ruoli, che possano provarne la versatilità.

Ecco 10 cose che non sai su Kennedy McMann.

Kennedy McMann: la sua filmografia

1. Ha esordito in televisione. L’attrice ha debuttato in televisione nel 2017, recitando nell’episodio Family Photo della serie Gone, dove ricopre il ruolo di Sara Moreland. Nel 2018 partecipa invece all’episodio Revenge della celebre serie Law & Order: Unità speciale, con il personaggio di Carol Solomon. Grazie a questi ruoli, l’attrice inizia ad ottenere una prima notorietà.

2. È la protagonista di una serie TV. A partire dal 2019 l’attrice diventa popolare come protagonista della serie Nancy Drew, ispirata all’omonima serie di romanzi gialli per ragazzi. Presente in tutti i 13 episodi, l’attrice tornerà a vestire i panni della celebre detective adolescente nell’annunciata seconda stagione.

Kennedy McMann è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 27 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie realizzate in momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non mancano inoltre immagini e video promozionali della serie Nancy Drew, ma anche scatti realizzati per celebri riviste.

Kennedy McMann ha un fansite

4. Esiste un sito interamente dedicato a lei. In seguito al successo della serie, e alla conseguente popolarità della sua attrice, alcuni fan hanno istituito il sito “kennedy-mcmann.com”, dove è possibile ritrovare tutte le ultime notizie sull’attrice, come anche curiosità e dettagli sulla sua vita privata. Vengono inoltre riproposti articoli che approfondiscono la serie e il suo personaggio protagonista, mentre sono presenti anche sezioni dedicate a foto dell’attrice o ai suoi profili social.

Kennedy McMann: i suoi piedi

5. È presente su un noto sito Web. Un’insolita curiosità legata all’attrice è legata al sito WikiFeet, dove vengono raccolte foto dei piedi di numerose celebrità, uomini e donne. Nel caso specifico della McMann, gli utenti del sito le hanno fatto ottenere un punteggio di 4 stelle su 5, equivalente ad un “bei piedi”.

Kennedy McMann è Nancy Drew

6. È una grande fan del personaggio. Commentando la notizia che la confermava come interprete della serie Nancy Drew, la McMann ha affermato di essere stata da sempre una grande fan del personaggio, avendo letto tutti i libri a lei dedicati, senza farsi mancare i numerosi giochi basati sulle sue vicende. L’attrice ha dichiarato che poter interpretare un ruolo del genere è un sogno che diventa realtà.

7. Le piace esaltare l’aspetto umano del personaggio. Tra le cose che più la rendono orgogliosa dell’interpretare Nancy Drew, l’attrice ha indicato il suo aspetto umano. Per la McMann era infatti importante sottolineare come anche lei possa commettere errori e pagarne le conseguenze, imparando come gestire le situazioni che vengono a generarsi.

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8. È una fan della precedente versione del personaggio. La McMann ha dichiarato di essere una grande fan della serie Nel tunnel dei misteri con Nancy Drew e gli Hardy Boys, andata in onda dal 1977 al 1979. In particolare, la McMann ha affermato di considerare l’attrice Pamela Sue Martin, che ricopriva lì il ruolo di Nancy Drew, come un vero e proprio modello.

9. Non vuole sapere quale sarà il finale della serie. L’attrice ha chiesto agli sceneggiatori, che normalmente hanno già un’idea di come si concluderà una serie, di non rivelarle il finale, preferendo affrontare ogni episodio e ogni situazione con lo stesso livello di consapevolezza del suo personaggio.

Kennedy McMann: età e altezza

10. Kennedy McMann è nata a Holland, nel Michigan, Stati Uniti, il 30 ottobre 1996. L’attrice è alta complessivamente 173 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Ken Watanabe in Akira?

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Ancora prima di conoscerne il cast, possiamo già immaginare che gli occhi dimoltissimi fan sono puntati sul progetto che la Warner Bros sta dedicando ad Akira.

Ken Loach: 44 anni di cinema senza mai perdere l’indignazione

Ken Loach: 44 anni di cinema senza mai perdere l’indignazione

Ebbene sì, a quasi 75 anni, il signor Ken Loach ancora s’indigna. E lo dimostra col suo ultimo film L’altra verità – Route Irish, da mercoledì scorso nelle sale italiane, in concorso a Cannes 2010, in cui affronta uno dei temi più controversi della nostra attualità: la guerra in Iraq.

E lo fa adottando un punto di vista vicino a chi la guerra l’ha subìta, senza esserne minimamente responsabile, ossia le vittime civili irachene. Il regista ha infatti affermato che questa guerra viene vista troppo spesso come una tragedia americana, mentre non è affatto così: “volevamo avvicinare la gente alle sensazioni del popolo iracheno: milioni di morti, quella è la tragedia”.

Ken Loach, filmografia

Ma ciò che intende fare con questo film, oltre a far luce sul fenomeno dei “contractors”, che ha portato alla “privatizzazione di fatto” della guerra, è anche suscitare la reazione del pubblico di fronte all’atteggiamento delle potenze occidentali in merito a ciò che è accaduto in Iraq – al fatto, ad esempio, che si sia praticata la tortura. Un atteggiamento di accettazione, di chi invita ad andare avanti, magari dimenticando. Lo ha detto senza mezzi termini il regista di Nuneaton, presentando il film a Cannes: “lo hanno fatto nel nostro nome, e coloro che reputano accettabile tutto ciò, i vari Blair, Bush e gli altri, sono ancora lì. Inoltre Blair, con grandissima ironia, è stato nominato Ambasciatore di pace in Medio Oriente (…) Quindi, se non possiamo farli giudicare da una corte di giustizia, dobbiamo almeno farli giudicare dall’opinione pubblica”. Perciò, obiettivo del film è “mantenere vivo il senso d’ingiustizia” rispetto ai crimini commessi in questa guerra.

Potremmo citare altre sue dichiarazioni – dalle prese di posizione nei confronti d’Israele, alla provocatoria definizione della Gran Bretagna come una “colonia culturale degli Stati Uniti” – ma ce n’è già abbastanza per farsi un’idea di chi sia Ken Loach e del suo cinema. Un cinema che pone domande, che scuote, che non lascia mai indifferenti e spinge a reagire di fronte alle ingiustizie e ai soprusi. Un cinema coraggioso e politico nel senso più ampio del termine, che gli è valso prestigiosi riconoscimenti internazionali.

Dal 1963 ad oggi, il regista, nato nel Warwickshire il 17 giugno del ’36, ha portato la sua denuncia sociale prima in tv, lavorando per la BBC assieme al produttore Tony Garnett, e innovando fortemente nei primi anni ’60 gli schemi televisivi, con i suoi docu-dramas, poi sul grande schermo.

Qui, dal 1967, si è dedicato al racconto del mondo operaio, che fa parte delle sue origini, ma ha saputo fotografare bene anche la borghesia inglese con pellicole come Family life (1971). La sua fama resta però indubbiamente legata alla produzione degli anni ’90, con pellicole come Terra e libertà, sulla guerra civile spagnola, e altre, dove torna a parlare del proletariato britannico, realtà da lui ben conosciuta. Così fa in Riff Raff, dove si scaglia con forza contro le politiche tatcheriane, o con la storia dell’ex alcolista Joe, o coi ferrovieri di Paul, Mick e gli altri, fino al più recente Il mio amico Eric. E in questa realtà marginalizzata include anche i nuovi poveri, gli ultimi arrivati nella scala sociale britannica, come in quella delle altre società occidentali: gli immigrati, costretti ai lavori più umili e spesso senza alcun diritto (Bread and roses, In questo mondo libero). Loach racconta la Storia, attraverso storie di persone ordinarie, cercando di capire e far capire i meccanismi secondo cui essa si muove, suggerendo strade di possibile cambiamento.

Sin dagli esordi cinematografici, con Poor Cow (1967) e Kes (1969), il regista mostra le sue doti, inaugurando l’indagine sulle condizioni esistenziali del proletariato britannico, che saprà dipingere sempre con efficace realismo: è attento e scrupoloso, ironico e tagliente, drammatico, ma non retorico. In questi suoi primi lavori, sceglie un approccio quasi documentaristico, per raccontare rispettivamente di una giovane donna e di un ragazzino ai margini della società, alle prese con continue sfortune, incontri sbagliati e vessazioni.

Nel ’71 esplorerà invece l’asfittico e tarpante universo borghese della sua Inghilterra, trattando in modo vivido e toccante il tema della malattia mentale, con Family life. Al centro, la vicenda umana della giovane Janice Baildon/Sandy Ratcliff, che non riesce a prendere in mano la propria vita ed è costretta dai genitori ad abbandonare amore, sogni e aspirazioni. Da tutto ciò fugge, scivolando lentamente ma inesorabilmente nella malattia mentale, che la condurrà in ospedale psichiatrico. A nulla valgono le insistenze della sorella Barbara, che, staccatasi dalla famiglia con cui è in aperto contrasto, inviterà più volte Janice a fare altrettanto. Loach pone domande e invita a riflettere sull’apparente normalità di una famiglia borghese, dietro cui si celano incomunicabilità e alienazione, ma anche su un apparato statale carente nell’affrontare il disagio sociale ed esistenziale. In seguito, il regista di Nuneaton torna a lavorare per la tv, dedicandosi solo di rado al cinema.

A inizio anni ’90, invece, il grande schermo è di nuovo una delle sue principali occupazioni. In questo decennio, e in quello successivo, la sua fama si consoliderà, facendolo entrare a pieno titolo tra i più grandi registi europei. Il decennio si apre con una pellicola d’impegno, componente irrinunciabile nel lavoro di Loach. Si tratta del thriller L’agenda nascosta, in cui il regista ci presenta l’annosa questione dell’IRA in Irlanda, da un punto di vista del tutto diverso da quello solitamente adottato. Ci parla, come farà spesso nel confrontarsi coi grandi temi storici, di verità nascoste, lati oscuri, responsabilità che non ricadono mai da una sola parte, come troppo spesso siamo portati a credere. Qui si tratta infatti di violazioni commesse dalle forze di polizia inglesi nei confronti di militanti irlandesi dell’IRA e dell’inchiesta che ne scaturisce; della morte di un avvocato americano, e della volontà di sua moglie di scoprirne il reale motivo. Abbiamo quindi – e le ritroveremo in molti film di Loach – delle storie personali dal forte valore emotivo, con un elevato potenziale di coinvolgimento, che sono l’occasione per mettere in moto una riflessione. La pellicola ottiene il Premio speciale della Giuria al Festival di Cannes.

Loach continua poi la sua indagine sulle problematiche della società britannica, e in particolar modo delle sue classi meno agiate, e lo fa con Riff, raff, in cui, attraverso le vicende di Steve/Robert Carlyle, ex galeotto che trova lavoro come operaio edile, punta il dito contro le politiche tatcheriane disinvoltamente liberiste, che lasciano le classi lavoratrici senza i più elementari diritti (emblematico il fatto che i protagonisti lavorino per trasformare un ex ospedale in un condominio di lusso). La vita di cantiere è dipinta con la consueta precisione e realismo. Accanto a Carlyle, che Loach sceglierà anche per La canzone di Carla, troviamo Peter Mullan, futuro protagonista del fortunato My name is Joe.

Per non farsi mancare nulla e tratteggiare un quadro completo della marginalità sociale inglese, Loach firma nel ’94 il commovente Ladybird, Ladybird, ritratto di Maggie/Crissy Rock, madre cui viene tolta la custodia di quattro figli, perché inadatta a crescerli, e poi ancora di altri due, avuti con un compagno assieme al quale cercava di rifarsi una vita. Il film è tratto da una storia vera, e non vuole certamente difendere ad ogni costo Maggie, che viene mostrata senza ipocrisie, in un ritratto fatto di luci e ombre. Piuttosto, ancora una volta, vuole restituire una visione complessa della realtà, mostrandoci un punto di vista che ci spinga a interrogarci sul tema dell’affidamento. Orso d’oro a Berlino per la Rock come Miglior Attrice.

Torna poi alle grandi vicende della Storia, raccontate però sempre dal basso, a partire dalla gente comune, con Terra e libertà (1995). In questo caso si parla della guerra civile spagnola del ’36, e di un giovane di Liverpool, David/Ian Hart, che parte per andare a combattere contro le truppe di Franco, a fianco del Partido Obrero de Unidad Marxista. Passerà attraverso l’ardore idealista degli inizi, sperimenterà difficoltà, vivrà anche una storia d’amore con Blanca/Rosana Pastor, militante del Poum, insieme si scontreranno con la disillusione di un triste epilogo. La disgregazione e le lotte interne al fronte d’opposizione contro Franco porteranno infatti allo scioglimento del Poum e lasceranno la strada aperta alla dittatura. Quando gli verrà intimato di deporre le armi e alcuni suoi compagni si rifiuteranno, a farne le spese sarà proprio Blanca, che morirà tra le braccia di David. Anche qui, c’è passione politica, c’è dramma, ma la crudezza e l’autenticità salvano dalla retorica. Il film ottiene il Premio della Giuria ecumenica al Festival di Cannes.

Loach non rinuncia poi a parlarci della guerriglia controrivoluzionaria dei Contras nel Nicaragua sandinista, scegliendo come protagonista di nuovo Robert Carlyle. Il film è La canzone di Carla. Siamo nel 1987 e questo racconto in due parti esplora da un lato, la realtà britannica – la prima parte del film è infatti ambientata a Glasgow – dall’altro, quella nicaraguense, poco conosciuta in Europa. Occasione per fare ciò, è una vicenda umana delle più semplici, e si direbbe banali: la storia d’amore tra l’operaio di Glasgow George Lennox/Robert Carlyle e la nicaraguense Carla, giunta in Scozia da rifugiata. Il film inaugura la lunga e fruttuosa collaborazione tra Loach e lo sceneggiatore Paul Laverty.

Nel ‘98 i due collaboreranno ancora, stavolta per tornare ad occuparsi esclusivamente di Regno Unito, con My name is Joe, storia di un ex alcolista che cerca di rifarsi una vita, ottimamente interpretato da Peter Mullan, che è premiato con la Palma d’Oro a Cannes. Ancora vite ai margini in cerca di riscatto e di giustizia, come sarà anche nel successivo Bread and roses (2000), che affronta il tema delle rivendicazioni di diritti civili da parte degli immigrati. Stavolta, però, Loach va in trasferta negli Usa, dove l’immigrazione è quella messicana. La protagonista, Maya, lotterà per i suoi diritti di lavoratrice, vedendoli riconosciuti. E di rivendicazione di diritti, stavolta da parte di un gruppo di ferrovieri inglesi in cassa integrazione, si parla in Paul, Mick e gli altri (2001), a sottolineare che, anche dopo l’era Tatcher – il film è ambientato negli anni Novanta, durante il governo di Major – le prospettive per la classe lavoratrice inglese non sono certo rosee. Loach sarà molto critico anche nei confronti del nuovo corso laburista, inaugurato da Blair, e sosterrà il movimento Respect, a sinistra del nuovo Partito Laburista.

Nel 2002, sarà tra i registi che realizzeranno corti sul tema dell’11 settembre 2001, e anche in questo caso lo farà in maniera del tutto peculiare, volgendo ancora una volta lo sguardo dove lo spettatore non si aspetta. Partendo infatti dalla data dell’attentato alle Torri Gemelle di New York, il regista britannico ricorderà un altro 11 settembre, quello del 1973, che vide in Cile il golpe di Pinochet e la morte del Presidente Allende, il sovvertimento dell’ordine democratico e l’instaurarsi di una dittatura che avrebbe portato a migliaia di morti innocenti e di persone torturate, sotto gli occhi di tutto il mondo occidentale, Usa compresi, che non fecero nulla per fermare Pinochet, e anzi lo considerarono interlocutore degno delle loro diplomazie. Anche qui, dunque, la prospettiva adottata fa sorgere vari quesiti: esistono vittime di serie A e vittime di serie B? Attentati alla democrazia di fronte ai quali è giusto indignarsi e altri verso i quali è opportuno restare indifferenti? Loach solleva la questione, allo spettatore il compito di farsi un’opinione in merito.

Il 2006 sarà invece l’anno che porterà al regista inglese la Palma d’Oro al Festival di Cannes, che ancora una volta dimostrerà grande apprezzamento nei confronti di questo arguto cineasta. Lo farà premiando Il vento che accarezza l’erba, in cui si riapre una delle pagine più dure della storia britannica: la guerra civile che dilaniò l’Irlanda negli anni ’20. Da una parte l’esercito inglese che vuole reprimere ogni residua volontà indipendentista in Irlanda, dall’altra il popolo irlandese, che si dividerà a sua volta tra chi accetterà un trattato che pone fine alle ostilità con gli inglesi e chi vi si opporrà, considerandolo un mero opportunismo. Ancora una volta, una guerra fratricida, inutile, anzi, dalle conseguenze disastrose. Loach ce la fa vivere attraverso le vicende di una famiglia irlandese, che si troverà su fronti opposti delle barricate. Sceneggiatura curata dall’ormai immancabile Paul Laverty, e massimo riconoscimento a Cannes per il film.

L’anno successivo, Loach e Laverty torneranno invece alla stretta contemporaneità e al mondo del lavoro, occupandosi della sua precarizzazione, di liberalizzazione e competizione selvagge. In questo contesto, Angie, la protagonista di In questo mondo libero, licenziata, si fa imprenditrice di una ditta di collocamento per immigrati e finirà per trattare le persone che le si rivolgono come fossero una merce. Loach torna dunque all’attualità, evidenziando i guasti prodotti nelle società occidentali dal liberismo selvaggio. C’è chi ha definito cinico il suo approccio in questa pellicola, ma a tale osservazione il regista di Nuneaton ha risposto rivendicando una necessità di realismo, che faccia comprendere il reale funzionamento dei meccanismi delle nostre società, come presupposto di un possibile cambiamento. Laverty si è guadagnato con questo lavoro l’Osella d’Oro per la sceneggiatura al Festival del Cinema di Venezia 2007.

Ancora una storia ai margini della working class britannica è quella di Il mio amico Eric (2009), sempre in collaborazione con Laverty. Eric è un uomo la cui esistenza è allo sbando, ma mentre sta andando alla deriva, sarà soccorso dal suo idolo, qui una sorta di angelo custode: Eric Cantona, calciatore del Manchester. Il film unisce toni leggeri e drammatici, e sperimenta elementi surreali, riuscendo ancora una volta a catturare il pubblico, anche trattando temi non facili. Premiato a Cannes dalla Giuria Ecumenica.

Siamo così ad oggi. Nel 2010 infatti, la premiata ditta Loach-Laverty torna ad occuparsi di questioni internazionali e di Storia, affrontando, da inglese, il tema della guerra in Iraq. E lo fa, come detto in apertura, con L’altra verità – Route Irish, affidando il ruolo del protagonista a Mark Womack, noto attore televisivo inglese al suo debutto cinematografico. Womack interpreta un ex contractor il cui miglior amico, contractor anch’egli, muore in circostanze poco chiare sulla tristemente nota strada di Baghdad. Qui, si mettono a nudo aspetti spesso taciuti di questo recente conflitto, ma indispensabili per comprenderlo, proprio perché, come ha affermato lo stesso Loach, il cinema ci aiuta a fare ciò che tutti dovremmo fare, essendo nel mondo: cercare di capirlo. E può talora suggerirci strade da percorrere, se ne vogliamo ottenere il mutamento. Se vi state chiedendo dove sia, allora, la differenza tra cinema e politica, beh, la risposta, con la consueta ironia, la dà lo stesso Ken, ricordando un vecchio slogan della sinistra americana: “scuotere (agitate), istruire (educate), organizzare (organize). I film possono scuotere un po’, non possono realmente istruire e neppure organizzare. Quindi, fateci fare ciò che possiamo, cioè scuotere, ma una volta che siete usciti dal cinema, per l’amor di Dio, organizzatevi!

Ken Loach a Roma per Io, Daniel Blake: lavoro, crisi e i premi al cinema

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Ken Loach“Grazie per essere venuti, so che siete reduci da una faticosa settimana al Festival di Venezia”. Così Ken Loach saluta la stampa romana, che ha incontrato per presentare il suo ultimo film Io, Daniel Blake, già vincitore della Palma d’Oro a Cannes 2016 e in arrivo nelle nostre sale il prossimo 21 settembre.

Il film racconta di un falegname di 59 anni che vive a New Castle e che per la prima volta nella sua vita è costretto a chiedere un sussidio statale in seguito a una grave crisi cardiaca. Il suo medico gli ha proibito di lavorare, ma a causa di incongruenze burocratiche si trova nell’assurda condizione di dover comunque cercare lavoro. La sua sfortuna si incontra con quella di Katie, una madre single, con la quale nascerà una profonda amicizia. Daniel è un cittadino che chiede quanto gli spetta, niente di più e niente di meno, ed è da questo concetto che parte la riflessione di Loach, sempre gentile e cordiale e allo stesso tempo estremamente lucido e severo nel suo giudizio del nostro tempo.

“Credo che dobbiamo riappropriarci del termine “cittadino” – ha dichiarato il regista – Il problema è che lo Stato, tutti gli Stati europei, cercano di non schierarsi con le persone ma con il Capitale. Il loro interesse è quello di rendere i lavoratori vulnerabili. Se non hai un lavoro e perché il tuo c.v. non è compilato a dovere o perché sei arrivato in ritardo. La realtà è che i posti di lavoro non ci sono, oppure ci sono ma sono così precari che non forniscono un’entrata stabile che possa consentire una vita dignitosa. Questo precariato è utile agli affari e alle grande imprese perché costituisce un rubinetto che si può aprire e chiudere in base alle necessità. Ma questa situazione per la classe operaia è un vero disastro.”

Cannes 2016: I, Daniel Blake recensione del film di Ken Loach

Nonostante la situazione di profonda crisi, nel film è forte il concetto di solidarietà tra persone con le stesse difficoltà: “Un punto importante del film e della società in generale è la solidarietà operaia. In qualunque comunità di lavoratori c’è solidarietà. Nel Regno Unito per esempio abbiamo campagne di beneficenza per ogni cosa. Senzatetto, disabili, ospedali e scuole, anziani e associazioni a scopo benefico. Le persone sanno che è difficile vivere così e c’è consapevolezza di questa condizione di vulnerabilità. Chi soffre di più sono i disabili che non sono nemmeno in grado di andare in giro in autonomia. Il tessuto sociale si sta sfaldando.”

Il futuro è quindi completamente buoi per Ken Loach? “Sorprendentemente c’è ancora speranza, il partito sociale democratico, la sinistra, è riuscito a eleggere un leader perché l’ala destra del partito stesso ha permesso che si candidasse una persona insospettabile, che nessuno si aspettava sarebbe stato eletto. Questa persona ha ottenuto il sessanta per cento dei voti, e ora abbiamo molti più iscritti al partito grazie a lui. Jeremy Corbyn. Se dovesse vincere tra due settimane ci potrebbe essere davvero un cambiamento radicale. Mi sento un po’ vecchio quando vengo in Italia, forse per il modo di vestire, ma in realtà non sono mai stato così giovane perché il movimento di sinistra nei Regno Unito e guidato dai giovani e dai social media.”

Nella continua lotta di Daniel con il sistema burocratico, il suo peggiore nemico è la burocrazia stessa o le persone che la applicano in maniera così cinica? “Penso che la burocrazia e la mancanza di empatia degli impiegati siano connessi. La complessità burocratica e lì per intrappolarti. Il Governo sa perfettamente quello che fa e le persone che lavorano in queste agenzie di collocamento sono costrette ad agire seguendo il regolamento, tanto che hanno un numero fisso di sanzioni da assegnare a settimana, pena ulteriori sanzioni ai loro danni.”

Parlando proprio di società e problemi legati all’economia in crisi e alla mancanza di lavoro, Loach ha espresso anche la sua opinione sulla Brexit: “Abbiamo votato per uscire dall’Europa ma non siamo ancora usciti. C’è una specie di guerra fredda in UK in cui non accade nulla. Per adesso le previsioni sono di un rallentamento dell’economia e una perdita di valore della sterlina. I datori di lavoro reagiranno tagliando i salari e aumentando il grado di precarietà.”

Sul presente e sul futuro del cinema invece il regista è molto cauto: “Incontro tanti giovani cineasti che vogliono fare film e che condividono mie idee ma le decisioni su quali film vengono prodotti non vengono prese da questi cineasti. Chi prende le decisioni commerciali ha la sua visione del mondo e cerca film che la rispecchino. Noi abbiamo iniziato in TV, era un tempo in cui la classe dirigente era molto sicura di sé e ci lasciava la libertà di essere un po’ sovversivi. Adesso la classe dirigente si sente minacciata e di conseguenza ha ristretto le regole. È raro riuscire a trovare qualcosa di interessante. Ci sono tanti bravi registi in giro ma forse non trovano spazio per esprimere un certo tipo di cinema.”

In merito al valore che la Palma d’Oro vinta ha Cannes ha per lui e per il suo film, Ken Loach, ancora una volta ha fatto un discorso molto lucido, completamente privo di vanità. “I premi aiutano film come questi. A livello di distribuzione riescono a vendere meglio il film ma aiutano anche a rompere gli schemi. Il vento che accarezza l’erba ha trovato notorietà con il premio a Cannes nel 2006 e così è arrivata alle luci della ribalta anche la politica imperialista dell’Inghilterra sull’Irlanda.” Poi, inaspettatamente, arriva da Ken il commento che lo rende uno dei più grandi. Nonostante l’impegno sociale profuso nel film, nonostante i premi e le parole sulla politica e la società contemporanea in difficoltà, Loach aggiunge: “Questo film è stato motivato dalla rabbia che si agitava in me di fronte alla situazione sociale in cui ci siamo venuti a trovare, ma è anche prima di tutto un film. Alla sua base c’è il piacere della scrittura, di lavorare sul set con gli attori. Il piacere di fare cinema.”daniel blake

Ken Loach a Roma parla del suo ultimo film: La parte degli Angeli

Ken Loach è venuto alla conferenza stampa di La parte migliori degli angeli accompagnato dallo strascico di polemiche e articoli che ci sono state durante l’ultimo Torino Film Festival, poiché ha deciso di rifiutare il Gran Premio Torino come gesto di solidarietà nei come confronti dei lavoratori del Museo Nazionale del Cinema.

Ken Jeong torna sul set per Michael Bay

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Ken Jeong torna sul set per Michael Bay

Dopo aver collaborato col regista in occasione del terzo episodio dei Transformers, l’attore di origine coreana sarà nuovamente coinvolto in un progetto di Michael Bay, con Pain and Gain. Stavolta non si tratterà però del classico film tutto azione e adrenalina in Bay – style, ma di una commedia nera.

Jeong sarà sul set assieme Dwayne Johnson e Mark Wahlberg, nel film due culturisti che finiranno in una storia di rapimenti ed estorsioni; sul ruolo di Jeong non vi sono ancora dettagli; della partita saranno anche Ed Harris, Tony Shalhoub, Rebel Wilson, Rob Corddry e Anthony Mackie. Le riprese sono appena cominciate e non vi sono ancora date certe per l’uscita sugli schermi. Trai prossimi impegni di Jeong, che è tra l’altro laureato in medicina e che si è fatto conoscere prima con alcuni ruoli in serie tv e poi in film come i due capitoli della serie di Una notte da leoni, vi è la partecipazione  a Turbo, prossimo film di animazione della DreamWorks: ovviamente la sua sarà una partecipazione solo ‘vocale’, prestando la voce a uno dei protagonisti.

Fonte: Empire

Ken il guerriero – La Leggenda di Hokuto: trailer ufficiale

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Ken il guerriero – La Leggenda di Hokuto: trailer ufficiale

Guarda il trailer di Ken il guerriero – La Leggenda di Hokuto, un vero e proprio evento speciale distribuito da Koch Media, nelle sale cinematografiche il 25 e 26 settembre per celebrare il 35° anniversario dalla nascita della leggenda.

L’eroe, che ha fatto breccia nel cuore di molte generazioni, tornerà sul grande schermo per grandi e piccini e tutti gli appassionati della saga.

Ken il guerriero – La Leggenda di Hokuto, la trama

Le guerre nucleari hanno devastato il pianeta, uccidendo ogni forma di vita al di fuori di quella umana. I sopravvissuti vivono in lande aspre e desolate, cercano di nascondersi dalla furia del malvagio Sauzer, sacro imperatore della scuola di Nanto, e pregano che arrivi un nuovo salvatore, che riporti la pace nel mondo e metta fine alla paura. A proteggere i poveri e gli indifesi è Kenshiro, erede della tecnica di combattimento millenaria della “Divina scuola di Hokuto”, mentre suo fratello Toki usa quel sapere per guarire i bisognosi e il maggiore dei tre, Raoul, sfrutta gli stessi insegnamenti per soddisfare la sua sete di potere. I tre fratelli si ritroveranno uniti per sconfiggere Sauzer, ma solo Kenshiro sarà chiamato allo scontro finale…

Ken il Guerriero – La leggenda del vero salvatore Trailer

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Ken il Guerriero – La leggenda del vero salvatore Trailer

Ken il Guerriero – La leggenda del vero salvatore uscirà il 13 Luglio anziché il 15.

Segue l’elenco delle sale:

Uci Savignano

Uci Firenze

Uci Genova

Uci Bicocca

Uci Lissone

Uci Pioltello

Uci Mestre

Uci Lunghezza

Uci Porta di Roma

Uci Fiumicino

Uci Torino Lingotto

Uci Moncalieri

Alhambra Roma

Ken Adam: morto lo scenografo due volte premio Oscar

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Ken Adam: morto lo scenografo due volte premio Oscar

Si è spento all’età di 95 anni Ken Adam, il leggendario scenografo di capolavori della storia del cinema quali Il Dottor Stranamore, Barry Lindon e La Pazzia di Re Giorgio, due volte vincitore del premio Oscar.

Sir Kenneth Adam, nome d’arte di Klaus Hugo Adam (Berlino, 5 febbraio 1921 – Londra, 10 marzo 2016[1]), è stato uno scenografo britannico.

Ha vinto due Oscar alla migliore scenografia: nel 1976 per Barry Lyndon e nel 1995 per La pazzia di re Giorgio. Inoltre, ha vinto due BAFTA alla migliore scenografia: nel 1964 per Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba e nel 1965 per Ipcress. Ha progettato i set che hanno caratterizzato svariati 007, tra cui: Licenza di uccidere (1962), Thunderball: Operazione tuono (1965), Si vive solo due volte (1967) e La spia che mi amava (1977).

Nel 2003 ha ricevuto il Ciak di Corallo, premio alla carriera dell’Ischia Film Festival. Da allora è presidente onorario del festival.Ken Adam lavoro 1

 

Kelsey Grammer sarà il villain umano di Transformers 4

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Kelsey Grammer sarà il villain umano di Transformers 4

Kelsey Grammer si è unito al cast di Transformers 4 come villain umano. Il suo personaggio si chiamerà Harold Attinger e sarà coinvolto nel controspionaggio ufficiale.

Molto conosciuto, soprattutto negli States, per il suo show comico Frasier, Kelsey Grammer è in realtà un attore a tutto tondo, come ha dimostrato nella serie tv Boss, andata in onda negli USA sulla rete Starz. Grammer ha anche partecipato a X-Men: conflitto finale nel ruolo del prof. Hank McCoy/Bestia.

Transformers 4 sarà diretto nuovamente da Michael Bay con protagonisti: Mark Wahlberg, Jack Reynor, Nicola Peltz e Kelsey Grammer. Vi ricordiamo che per tutte le news sul film potete consultare il nostro speciale: Transformers 4. Mentre per le info utili sulla pellicola c’è la nostra Scheda Film: Transformers 4. Le riprese cominceranno in giugno e la pellicola uscirà negli Stati Uniti il 27 Giugno 2014.

Piccole anticipazioni sulla trama. Il film comincerà dove è finito il terzo capitolo, in un mondo in cui nonostante la minaccia dei Deception è stata debellata, l’umanità ne è uscita distrutta. La pace non durerà poi così tanto, quando alcuni  uomini potenti, cercando di studiare la tecnologia dei robot alieni.

Fonte: SuperHeroHype

Kelsey Grammer nel cast dei Mercenari 3

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Kelsey Grammer(Frasier, Boss, Transformers Age od Extinction) è entrato a far parte del cast dei Mercenari 3, terzo capitolo del franchise che arriverà nelle sale il 15 agosto 2014.

L’attore si unirà a Sylvester Stallone, Jason Statham, Jet Li, Dolph Lundgren, Wesley Snipes, Antonio Banderas, Arnold Schwarzenegger, Mel Gibson e agli altri inossidabili membri del Team per interpretare il ruolo di Bonaparte, un nuovo mercenario.

I Mercenari 3, il film

Vi ricordiamo che il cast de I Mercenari 3 vede Sylvester StalloneArnold SchwarzeneggerJason StathamHarrison FordMel Gibson, Terry Crews, Dolph Lundgren, Antonio Banderas, Kellan Lutz, Randy Couture, Victor Ortiz, Kelsey Grammer, Glen Powell Jr., Ronda Rousey, Wesley Snipes

A dirigere questo bel gruppo di eroi ci sarà Patrick Hughes che avrà a disposizione un budget di 90 milioni di dollari. La trama del film: ne I Mercenari 3, Barney (Sylvester Stallone), Christmas (Jason Statha) e il resto della squadra si trovano faccia a faccia con Conrad Stonebanks (Gibson), un vecchio amico di Barney e co-fondatore del gruppo di Mercenari. Stonebanks però si allontanò dal gruppo, costringendo Barney ad ucciderlo, o almeno così si pensava. Lui invece è riuscito a eludere la morte, e ora è tornato per cercare di mettere fine al gruppo che lui stesso ha fondato. Ma Barney ha piani diversi.

fonte: Empire

Kelsey Grammar conferma la possibilità di tornare nei panni della Bestia dopo The Marvels

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Mentre un reboot degli X-Men è (finalmente) in fase di sviluppo, i Marvel Studios hanno anche riportato diversi attori dell’ormai defunto franchise della 20th Century Fox per riprendere i loro rispettivi ruoli nel MCU.

Di recente, Hugh Jackman è tornato per Deadpool e Wolverine, e abbiamo anche visto Sir Patrick Stewart nei panni del Professor Charles Xavier in Doctor Strange nel Multiverso della follia e Kelsey Grammar in quelli di Bestia nella scena post-credits di The Marvels.

Nello stinger, Monica Rambeau (Teyonah Parris) si risveglia in un laboratorio medico dopo essere rimasta intrappolata in una realtà alternativa in seguito alla sua battaglia con Dar-Benn e trova al suo fianco la defunta madre Maria (Lashana Lynch). Rambeau è sopraffatta dalla gioia, ma Maria – che in realtà è la Binary di questo mondo – non ha idea di chi sia.

Mentre la confusione di Monica aumenta, una voce familiare chiede “come sta il nostro paziente” ed entra nella stanza un’accurata riproduzione in CGI di Hank McCoy, alias Bestia.

Grammar ha dichiarato in precedenza di non aver sentito parlare di un possibile ritorno di Bestia, ma ora conferma di aver avuto alcune “conversazioni”, anche se non è riuscito a scendere nei dettagli.

Non c’è nulla di cui possa parlare”, dice la star di Fraiser a ComicBook.com. “Quello che so è che c’è stata una sorta di enorme sfogo quando sono apparso alla fine di The Marvels, credo sia stato così. La reazione è stata davvero quasi… non era inaspettata. Ci sarebbe stata una certa reazione, ma è stata piuttosto travolgente, e quindi ci sono state alcune conversazioni”.

Anche se i piani sono sempre soggetti a cambiamenti nel MCU, la Marvel non avrebbe reintrodotto Bestia per questa particolare scena se non avesse avuto intenzione di riportarlo indietro a un certo punto, ma non sappiamo ancora quando lo rivedremo. Avengers: Secret Wars sembra la data più probabile, ma ci sono voci che dicono che si farà vedere prima di allora.

Cosa è accaduto in The Marvels? 

“In The Marvels dei Marvel Studios, Carol Danvers alias Capitan Marvel ha recuperato la sua identità dai tirannici Kree e si è vendicata dell’Intelligenza Suprema. Ma le conseguenze indesiderate vedono Carol farsi carico del peso di un universo destabilizzato. Quando i suoi compiti la inviano in un wormhole anomalo collegato a un rivoluzionario Kree, i suoi poteri si intrecciano con quelli della super-fan di Jersey City Kamala Khan, alias Ms. Marvel, e della nipote di Carol, ora astronauta di S.A.B.E.R., il capitano Monica Rambeau. Insieme, questo improbabile trio deve fare squadra e imparare a lavorare di concerto per salvare l’universo come The Marvels”.

Il film è interpretato anche da Zawe Ashton e Park Seo-joon. La regia è di Nia DaCosta, mentre Kevin Feige è il produttore. Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Mary Livanos e Matthew Jenkins sono i produttori esecutivi. La sceneggiatura è di Megan McDonnell, Nia DaCosta, Elissa Karasik e Zeb Wells.

Le meraviglie è ora disponibile per il vapore su Disney+ e per l’acquisto in 4K Ultra HD, Blu-ray e DVD il 13 febbraio.

Kelly Rohrbach: 10 cose che non sai sull’attrice

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Kelly Rohrbach: 10 cose che non sai sull’attrice

Kelly Rohrbach è una di quelle attrici da tenere d’occhio e che sicuramente farà una lunga strada nel suo futuro, divisa tra cinema e serie televisive. Sì, perchè la giovane attrice ha debuttato da qualche anno nel mondo della recitazione ed è bastato poco per far innamorare il pubblico di lei.

Ma non solo: la Rohrbach è anche una apprezzata modella, in grado di apparire sulle più prestigiose copertine e di diventare volto di brand internazionali di un certo rilievo. Tra bellezza e talento è difficile capire chi la faccia da padrona.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Kelly Rohrbach.

Kelly Rohrbach: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. Dopo una laurea in teatro conseguita alla Georgetown University conseguita nel 2012 e dopo aver frequentato la LAMDA a Londra per dedicarsi alla recitazione, Kelly Rohrbach ha messo in pratica i suoi studi cominciando a recitare, nel 2013, in diverse serie televisive, come The New Normal, Due uomini e mezzo e Rizzoli & Isles. Nel corso degli anni successivi, la carriera della giovane attrice continua a crescere, cominciando ad apparire nel suo primo film tv, Love Is Relative (2014), per poi apparire sul grande schero con Café Society (2016), con Jessie Eisenberg, e Baywatch (2017), con Dwayne Johnson. Nel 2019 ha invece recitato in Un giorno di pioggia a New York accanto a Timotheé Chalamet.

2. Kelly Rohrbach è una stella del piccolo schermo. La giovane attrice, emersa grazie alla partecipazione in alcune serie televisive, non ha mai dimenticato questo mondo, preferendolo rispetto al cinema. Infatti, la Rohrbach è apparsa anche nell serie Rush (2014), Deadbeat (2015) e The PET Squad Files (2013-2015). Tra le ultime sue apparizioni sul piccolo schermo, figurano Broad City (2016), Love Advent (2015-2017) e Angie Tribeca (2017). Nel 2019 ha ricoperto il ruolo di Cassidy Reid in Yellowstone, serie con protagonista Kevin Costner.

Kelly Rohrbach

Kelly Rohrbach in Baywatch

 

3. Kelly Rohrbach è l’erede di Pamela Anderson. Grazie al film Baywatch, l’attrice e modella Kelly Rohrbach ha potuto interpretare il ruolo di C.J. Parker, che nell’omonima e originaria serie apparteneva a Pamela Anderson, diventandone erede diretta. Sicuramente il fardello portato dall’attrice era pesate, ma ha saputo rendere giustizia ad un ruolo iconico.

4. Il suo costume è stato modificato diverse volte per renderle giustizia. Pare che poter interpretare al meglio il ruolo di C.J. Parker, il costume di Kelly Rohrbach sia stato modificato per ben 10 volte. L’attrice ha dichiarato che è difficile tenere il corpo sempre allenato e resistere alla tentazione di mangiare come fosse un re e per far sì cheal suo corpo venisse data giustizia, il suo costume è stato modificato in modo che le gambe sembrassero più lunghe e che il suo sedere sembrasse più tonico.

Kelly Rohrbach Instagram

5. Kelly Rohrbach ha un profilo Instagram molto seguito. Come tante altre sue colleghe attrici e modelle, anche Kelly Rohrbach ha deciso di aprire un proprio profilo Instagram ufficiale, seguito da qualcosa come 5,8 milioni di persone. L’attrice e modella non è molto attiva sul social, ma sono molte le foto che la vedono protagonista dei suoi viaggi di lavoro o di svago, che la ritraggono durante progetti di lavoro, insieme ai suoi cari o mentre gioca al suo sport preferito, il golf.

Kelly Rohrbach ha un fisico da modella

6. Kelly Rohrbach è una modella molto apprezzata. Prima di diventare un’attrice, Kelly Rohrbach era già diventata modella, senza perdere di vista anche questo ambito lavorativo. L’attrice e modella, infatti, ha lavorato in diverse campagne, diventando il volto per brand internazionali come Gap, Old Navy e di Calzedonia, sia per la collezione fitness autunno-inverno 2016, sia per la collezione di costumi da bagno ispirati a quelli olimpionici.

7. È stata nominata Rookie of the Year da Sports Illustrated. Uno dei più grandi onori che una modella può ottenere nella sua carriera, è quello di poter essere eletta Rookie of the Year, cioè miglior esordiente dell’anno, su una delle riviste più prestigiose, ovvero Sports Illustrated. Non sono le tante ad avere avuto questo onore e ciò le permette di avere in mano un titolo che consente di avere una carriera di modella di tutto rispetto.

Kelly Rohrbach Instagram

Kelly Rohrbach e Leonardo DiCaprio

8. Kelly Rohrbach è stata fidanzata con Leonardo DiCaprio. La giovane attrice e modella in passato è caduta nella rete di Leonardo DiCaprio diventando sua fidanzata per qualche mese. Pare che i due si fossero conosciuti e fidanzati durante l’estate del 2015 e che abbiano continuato a frequentarsi per diversi mesi, sicuramente fino al Ringraziamento. Pare, però, che i due non siano riusciti ad arrivare nemmeno alla fine dell’anno e che i motivi della rottura siano sempre un po’ i soliti che contraddistinguono lo show business: agende troppo piene da parte di entrambi.

9. Da sposa di DiCaprio è arrivata a sposare un altro. Pare che tra Kelly Rohrbach e Leonardo DiCaprio ci fosse profumo di fiori d’arancio, ma così non è stato. Tuttavia, nel 2019 l’attrice e modella ha sposato il milionario avvocato Steuart Walton, erede della famiglia Walton, conosciuto qualche mese dopo che lei aveva rotto con DiCaprio.

Kelly Rohrbach in Yellowstone

10. Non ha rivelato il destino del suo personaggio. Nella serie Yellowstone l’attrice ha interpretato il personaggio di Cassidy Reid in alcuni episodi della seconda stagione. L’ultima volta che la si vede in scena è nel quinto episodio, quando vince la corsa come procuratore distrettuale. Da quel momento molti fan si sono chiesti che fine avesse fatto e l’attrice è stata molto attenta a tenere segreto il destino del suo personaggio. Nel terzo episodio della terza stagione, infine, viene rivelato che Cassidy è ora stata convocata a Washington D.C. per un lavoro da vice procuratore generale degli Stati Uniti.

Fonti: IMDb, The Sun, dailymail, The Famous People

Kelly Reilly: 10 cose che non sai sull’attrice

Kelly Reilly: 10 cose che non sai sull’attrice

Divisa tra cinema e televisione, l’attrice Kelly Reilly ha negli anni costruito la propria carriera recitando in alcuni celebri titoli, dando prova di versatilità e carisma. Attualmente impegnata sul piccolo schermo, la Reilly è oggi apprezzata per il suo ruolo di Beth Dutton nella serie Yellowstone, grazie alla quale ha ottenuto nuova popolarità.

Ecco 10 cose che non sai su Kelly Reilly.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Kelly Reilly True Detective

Kelly Reilly: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice esordisce sul grande schermo con il film Maybe Baby (2000), con Hugh Laurie, per poi recitare in titoli come The Libertine (2004), con Johnny Depp, Orgoglio e pregiudizio (2005), con Keira Knightley e Matthew Macfadyen, Bambole russe (2005), Lady Henderson presenta (2005), Me and Orson Welles (2008), Sherlock Holmes (2009), con Robert Downey Jr., Ti presento un amico (2010), con Raoul Bova, Sherlock Holmes – Gioco di ombre (2011), Flight (2012), Rompicapo a New York (2013), Calvario (2014), e Bastille Day – Il colpo del secolo (2016), con Idris Elba.

9. Ha preso parte a produzioni televisive. Nel corso della sua carriera sono molti i titoli televisivi a cui l’attrice ha preso parte, ma tra i più significativi si annoverano le serie Above Suspicion (2009-2012), Black Box (2014) e True Detective (2015), dove ha recitato nella seconda stagione nel ruolo di Jordan Semyon, accanto agli attori Colin Farrell Vince Vaugh. Successivamente recita in Britannia (2017-2018), mentre dal 2018 è tra i protagonista di Yellowstone, recitando accanto a Kevin Costner.

8. Ha prodotto una serie TV. In un’occasione, la Reilly ha ricoperto il ruolo di produttrice per una serie di cui è stata anche protagonista. Si tratta di Black Box, dove l’attrice dà vita al personaggio della neuroscienziata Catherine Black, la quale in prima persona soffre di problemi neurologici, nascondendo però numerosi altri segreti. Composta di soli 13 episodi, la serie è andata in onda nel 2014.

Kelly Reilly è su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 78,3 mila persone. All’interno di questo la Reilly è solita condividere fotografie scattate durante i set a cui prende parte, come anche immagini promozionali dei suoi progetti recenti o imminenti. Non mancano ovviamente anche foto ritraenti momenti di svago o curiosità a lei legate.

Kelly Reilly in Flight

6. Ha ottenuto il ruolo grazie ad un provino molto convincente. Protagonista femminile del film Flight, dove ha una relazione con il personaggio interpretato da Denzel Washington, la Reilly fu scelta dopo che ebbe inviato un video provino alla direttrice del casting. Questa rimase particolarmente sorpresa dalla capacità della Reilly di rendere umano un personaggio tossicodipendente, e dopo averla mostrata al regista, questi la confermò per il ruolo.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Kelly Reilly Yellowstone

Kelly Reilly in True Detective

5. Aveva sostenuto il provino per un altro ruolo. Per la seconda stagione della serie antologica True Detective, l’attrice aveva inizialmente sostenuto il provino per il personaggio della detective Antigone Bezzerides, andato poi all’attrice Rachel McAdams. Colpiti dalla performance della Reilly, però, i produttori decisero di assegnarle il ruolo di Jordan Semyon, rientrate sempre tra i personaggi principali della stagione.

Kelly Reilly in Britannia

4. Ha interpretato una guerriera. Nella prima stagione della serie Britannia, ambientata nel 43 d.C., durante la guerra tra l’esercito romano e i guerrieri della Britannia, l’attrice ha dato vita al personaggio di Kerra, figlia del re e disposta a guidare il proprio popolo in battaglia pur di salvare la propria terra.

3. Le ha permesso di sperimentare cose nuove. Assumere i panni della guerriera Kerra, ha permesso all’attrice, come da lei dichiarato, di cimentarsi in cose nuove, che mai prima nella sua carriera aveva avuto modo di fare. Tra questi vi sono i sanguinosi combattimenti, come anche la possibilità di recitare in lingue diverse da quella che le è propria.

Kelly Reilly in Yellowstone

2.Era attratta dalla forza del suo personaggio. Nell’assumere il ruolo di Beth Dutton, figlia del protagonista, la Reilly si è dichiarata particolarmente entusiasta nel poter dar vita ad un personaggio femminile caratterialmente così forte, come se ne vedono pochi. Tra i principali elementi che rendono Beth particolarmente predominante nel confronto con gli altri protagonisti vi è la sua acuta intelligenza.

Kelly Reilly: età e altezza

1. Kelly Reilly è nata a Surrey, in Inghilterra, il 18 luglio 1977. L’attrice è alta complessivamente 168 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Kelly Reilly per Robert Zemeckis

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Robert Zemeckis si prepara ad una nuova avventura cinematografica, al suo fianco Denzel Washington. Sembra da oggi che la protagonista femminile sia Kelly Reilly, la Mary di Sherlock Holmes.

Kelly Reilly nell’indie Love is Strange

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Kelly Reilly, in questi giorni in sala con Flight di Robert Zemeckis, è entrata a far parte insieme allo sceneggiatore e scrittore teatrale Premio Pulitzer Tracy Letts (August: Osage County) del progetto indie Love is Strange.

La produzione del film diretto e prodotto da Ira Sachs, che vede nel cast anche Michael Gambon e Alfred Molina, inizierà la prossima estate e New York. Reilly e Letts interpreteranno una coppia sposata la cui relazione verrà messa in crisi quando uno scomodo e vecchio zio( Gambon)andrà a vivere nella loro casa.

fonte: Hollywood Reporter

Kelly Reichardt: il nuovo film acquisito dalla Sony

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Michelle_WilliamsLa Sony ha acquisito a livello internazionale i diritti del nuovo film della regista indipendente americana  Kelly Reichardt. Il film, che non ha ancora un titolo ufficiale, può contare su un cast femminile d’eccezione formato da Michelle Williams, alla terza collaborazione con la regista, Kristen Stewart e Laura Dern. Al loro fianco ci saranno anche Rosanna Arquette, James LeGros, Jared Harris e Lily Gladstone.

La stessa Kelly Reichardt è autrice della sceneggiatura basata sui racconti di Maile Meloy, che si concentra sulle quotidiane vicende degli abitanti di una piccola città del Montana, dove è ambientato il film. Todd Haynes e Larry Fessenden sono i produttori esecutivi.

Fonte: Deadline

Kelly Overton: 10 cose che non sai sull’attrice

Kelly Overton: 10 cose che non sai sull’attrice

Nota prevalentemente per i suoi ruoli televisivi, l’attrice Kelly Overton si è affermata grazie alla partecipazione ad alcune popolari serie TV, che le hanno permesso di essere conosciuta dal grande pubblico. In attesa di una definitiva consacrazione, l’attrice può godere dell’affetto dei fan e delle lodi della critica.

Ecco 10 cose che non sai su Kelly Overton.

Kelly Overton carriera

1 I film. Il debutto cinematografico dell’attrice avviene nel 2003 con il film Vizio di famiglia. Successivamente prende parte al film Breaking Dawn (2004) e a The Ring 2 (2005). Nel 2007 prende parte al film The Wager, mentre nel 2010 è tra i protagonisti di The Collective. Partecipa poi ai film Tekken (2009) e In My Sleep (2010).

2 Le serie Tv. Nel corso della sua carriera l’attrice ha poi preso parte a numerose serie TV, tra cui si annoverano CSI: NY (2006), Criminal Minds (2007), NCIS (2009), La bella e la bestia (2012), True Blood (2012-2013), e Legends (2015). Dal 2016 è nel cast principale della serie Van Helsing, dove interpreta il ruolo di Vanessa Helsing.

Kelly Overton social network

3 Ha un account Instagram. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo verificato, seguito da 82 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago con la famiglia o con amici. Non mancano anche le fotografie tratte dai set o dalle premiere a cui la Overton prende parte.

4 È molto attiva su Twitter. L’attrice è particolarmente attiva anche sul social network Twitter, dove è seguita da 25 mila persone. Con i suoi oltre 3 mila tweet l’attrice è solita rispondere a curiosità sui progetti a cui prende parte. Molto presenti sono inoltre i post promozionali dei film o delle serie a cui prende parte.  

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Kelly Overton vita privata

5 È sposata. L’attrice ha sposato nel 2004 il collega Judson Pearce Morgan, con il quale ha anche co-diretto il film The collective. I due hanno un primo figlio nel 2011, ed un secondo nel 2017.

Kelly Overton Tekken

6 Ha ricevuto critiche per il suo casting. Nel film Tekken, l’attrice interpreta il personaggio Christie Monteiro. In seguito alla notizia del suo casting per il ruolo, numerose sono state le critiche dei fan, secondo cui l’attrice americana non avrebbe reso giustizia al personaggio, che è invece di origini brasiliane.

Kelly Overton Van Helsing

7 Ha chiesto che la serie diventasse più dark. L’attrice è la protagonista della serie Van Helsing. Dopo due prime stagioni ben accolte dalla critica e dal pubblico, la Overton ha chiesto alla produzione di accentuare i toni dark della storia, andando così a sottolineare il complicarsi delle vicende per i protagonisti.

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8 Ha girato molte scene mentre era incinta. Al momento di iniziare le riprese della seconda stagione, l’attrice era incinta al quinto mese. Ha proseguito le riprese fino al settimo mese di gravidanza, affermando che l’ottima preparazione fisica acquisita durante gli anni le ha permesso di conciliare le due cose, ovviamente il tutto nel modo più sicuro possibile per il bambino in grembo.

Kelly Overton The Collective

9 Ha co-diretto un film. Insieme al marito Judson Pearce Morgan, l’attrice ha co-sceneggiato e co-diretto il film The Collective, del 2008, nel quale compare anche come protagonista. Il film è stato selezionato per diversi festival statunitensi, riportando vittorie al Brooklyn International Film Festival e al Fort Collins TriMedia Festival.

Kelly Overton età e altezza

10 Kelly Overton è nata a Wilbraham, negli Stati Uniti, il 28 agosto 1978. L’altezza complessiva dell’attrice è di 170 centimetri.

Fonte: IMDb

Kelly McGillis: 10 cose che non sai sull’attrice

Kelly McGillis: 10 cose che non sai sull’attrice

Considerata una delle icone femminili degli anni Ottanta, l’attrice Kelly McGillis ha in quel periodo partecipato a numerosi film entrati nell’immaginario comune. Spaziando tra generi diversi si è affermata come un’interprete di grande talento, che ha però negli anni diradato sempre di più le sue attività. Allontanatasi dal mondo di Hollywood e dai suoi riflettori, la McGillis è oggi un’attrice da riscoprire e apprezzare ancora e ancora.

Ecco 10 cose che non sai di Kelly McGillis.

Kelly McGillis: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. L’attrice ha debuttato al cinema nel 1983 nel film Reuben, Reuben, per poi ottenere grande notorietà già con il suo secondo film, Witness – Il testimone (1985), dove recita accanto ad Harrison Ford. L’anno seguente ottiene un altro ruolo di rilievo in Top Gun (1986), con Tom Cruise. Ormai popolare recita poi in film come Terra di conquista (1987), Accadde in Paradiso (1987), Labirinto mortale (1988), Sotto accusa (1988), Gente del Nord (1989), Oltre ogni rischio (1989), L’isola dell’amore (1991), The Babe – La leggenda (1992), Genitori cercasi (1994), A prima vista (1999), La maschera di scimmia (2000) e Nessuno può sentirti (2001). Da quel momento dirada molto le sue apparizioni, recitando in pochi film quali Stake Land (2010), The Innkeepers (2011), We Are What We Are (2013) e Grand Street (2014).

2. Ha recitato anche per la televisione. Pur se con meno successo rispetto al cinema, la McGillis ha avuto modo di recitare anche in alcuni film o serie televisive. Tra i primi si annoverano titoli come Sweet Revenge (1984), La casa delle ombre (1995), La stanza dei giurati (1996), Il terzo gemello (1997), Black Widower (2006), Innamorarsi a Sugarcreek (2014) e Segreti materni (2018). Ha invece partecipato ad alcuni episodi di serie come Oltre i limiti (2000), The L Word (2008), Z Nation (2014) e Dirty John (2020).

3. Ha prodotto un film. In una sola occasione l’attrice ha svolto anche il ruolo di produttrice per un film da lei interpretato. Si tratta del titolo del 1991 L’isola dell’amore, dove la McGillis è Edna Pontellier, una donna della fine dell’Ottocento insofferente al casto perbenismo del suo tempo, la quale riscoprirà passioni credute spente da tempo grazie ad un affascinante uomo. Il film è un adattamento del romanzo femminista The Awakening, di Kate Chopin, pubblicato per la prima volta nel 1899.

Kelly McGillis Top Gun

Kelly McGillis: oggi

4. È una persona profondamente diversa. Con il passare degli anni la McGillis si è vista sempre più allontanata dal mondo di Hollywood, che ormai non sembrava più considerarla per ruoli e film di rilievo. Di conseguenza lei stessa si è volontariamente distaccata da quell’ambiente, intraprendendo una vita più riservata. Oggi la McGillis non è più la donna che si era soliti ricordare, né esteticamente né caratterialmente, ma non manca di sfoggiare un suo carisma e fascino. Di tanto in tanto, inoltre, la si può vedere in qualche nuovo ruolo.

Kelly McGillis è in Top Gun, ma non sarà in Top Gun: Maverick

5. Non aveva un buon rapporto con Tom Cruise. L’attrice Kelly McGillis, divenuta estremamente popolare grazie a questo film, interpreta la bella Charlotte Blackwood, la donna di cui Maverick si innamora. Per lei il film si rivelò un esperienza particolarmente complessa, avendo dichiarato di non aver avuto un buon rapporto con Cruise durante le riprese. Essendo più alta di questi, inoltre, la McGillis dovette fare in modo di non mettere in evidenza tale differenza con il protagonista.

6. Non è stata richiamata per il sequel. Come noto, di Top Gun è ora stato realizzato un sequel dal titolo Top Gun: Maverick. Questo riprenderà gli stessi personaggi del primo film ormai cresciuti e cambiati profondamente. C’è però chi tra i membri del cast originale non sarà presente e quel qualcuno è proprio la McGillis. L’attrice, uscita dai radar di Hollywood, ha infatti affermato di non essere stata ricontattata per questo sequel, forse perché giudicata negativamente per il suo invecchiamento. La sua sarà un’assenza particolarmente dolorosa per i fan del primo film e che sarà particolarmente difficile da rimpiazzare.

Kelly McGillis in Witness – Il testimone

7. Ha vissuto per un periodo in una comunità amish. Nel celebre thriller Witness – Il testimone, l’attrice interpretava la parte di Rachel Lapp, la madre di Samuel, il bambino testimone del titolo. È questo un ruolo per il quale vennero condotti numerosi e infruttuosi provini, fino a quando non comparve la McGillis, all’epoca poco più che esordiente. Per prepararsi al suo personaggio, questa si trasferì a vivere in una comunità amish, dove imparò a svolgere le principali attività. Ebbe inoltre modo di perfezionare il suo accento, così da renderlo più simile a quello dei locali.

Kelly McGillis oggi

Kelly McGillis a I migliori anni

8. Ha partecipato ad una puntata del noto show televisivo. Il 19 maggio del 2017 l’attrice è stata ospite speciale dello show di Rai 1 I migliori anni, condotto da Carlo Conti. All’interno di questo, come noto, si ripercorrono eventi e periodi passati particolarmente memorabili, riscoprendone curiosità culturali, sociali e politiche. L’attrice è stata invitata in quanto icona degli anni Ottanta, ancora oggi celebre grazie al film Top Gun. In molti sono rimasti stupiti nel vedere una donna profondamente diversa rispetto a quella di un tempo, ma nessuno ha negato il carisma che la McGillis ancora oggi vanta.

Kelly McGillis: la vita privata e la malattia

9. Ha avuto una vita turbolenta. La vita privata dell’attrice non è mai stata facile. Come da sua ammissione, la McGillis fu vittima di uno stupro in gioventù. Nonostante quell’evento, trovò la forza di rialzarsi ed avere ugualmente una fiducia nei rapporti umani. Ebbe due matrimoni, il primo con Boyd Black dal 1979 al 1981 e il secondo con Fred Tillman dal 1989 al 2002. Con quest’ultimo ha anche avuto due figlie. In molti hanno creduto che l’invecchiamento dell’attrice fosse dovuto ad una malattia, ma l’attrice ha smentito. Nel 2009, invece, l’attrice ha pubblicamente rivelato durante un’intervista la propria omosessualità.

Kelly McGillis: età e altezza dell’attrice

10. Kelly McGillis è nata il 9 luglio del 1957 a Newport Beach, in California, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1.78 metri.

Fonte: IMDb

Kelly McCreary: 10 cose che non sai sull’attrice

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Kelly McCreary: 10 cose che non sai sull’attrice

Divenuta celebre per il ruolo di Margaret Pierce nella serie Grey’s Anatomy, l’attrice Kelly McCreary si è negli anni costruita una solida carriera partecipando a celebri titoli per la televisione, senza farsi mancare alcune incursioni sul grande schermo. Ciò l’ha portata in breve tempo a divenire uno dei nomi più noti dell’attuale panorama televisivo, ottenendo riconoscimenti di critica e pubblico. Ecco 10 cose che non sai di Kelly McCreary.

Kelly McCreary: i suoi film e le serie TV

Kelly McCreary Instagram

10. Ha recitato in note produzioni televisive. L’attrice debutta in televisione nel 2009 partecipando ad un episodio della serie The Electric Company. Ottiene una prima notorietà recitando in Cyberchase (2005-2010), per poi partecipare a White Collar (2009-2011), Emily Owens M.D. (2012-2013) e Scandal (2013-2014). Diventa poi celebre grazie al ruolo della dottoressa Margaret Pierce in Grey’s Anatomy (2014-2020), dove recita accanto agli attori Ellen Pompeo, Patrick Dempsey, Sandra Oh, Chandra Wilson e James Pickens Jr.. L’attrice riprenderà poi il ruolo anche in alcuni episodi dello spin-off Station 19 (2018-2020), con protagonista Jaina Lee Ortiz.

9. Ha preso parte ad alcuni film per il cinema. La McCreary compie il suo debutto sul grande schermo con il film Being Flynn (2012), con protagonisti attori come Robert De Niro, Paul Dano e Julianne Moore. Reciterà poi anche in How to Follow Strangers (2013), My America (2014), Anime gemelle (2015), e Life (2015), con Dane DeHaan e Robert Pattinson.

8. Ha partecipato al doppiaggio di una serie animata. Negli ultimi anni l’attrice si è distinta anche per il suo ruolo di doppiatrice nella serie animata Harvey Girls per sempre (2018-2020), dove ricopre il ruolo di Dot. La serie è presente sulla piattaforma streaming Netflix, ed è ambientata ad Harvey Street, dove a comandare sono i bambini, e nello specifico le tre giovani protagoniste.

Kelly McCreary è presente su Instagram

7. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un profilo seguito da 1,6 milioni di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie di vario genere, da quelle personali a quelle ritraenti momenti di svago con amici o colleghi. Non mancano poi immagini promozionali dei suoi progetti da interprete, dalle serie TV ai film.

Kelly McCreary: chi è suo marito

6. Ha sposato un regista. Particolarmente riservata sulla propria vita privata, nel gennaio del 2019 l’attrice fa uno dei pochi annunci a riguardo rendendo nota la sua relazione con il regista Pete Chatmon, noto per le sue regie televisive. I due si sono conosciuti due anni prima sul set di Grey’s Anatomy. Nel maggio dello stesso anno la coppia annuncia le nozze.

Kelly McCreary Grey's AnatomyKelly McCreary in Grey’s Anatomy

5. È stata promossa a membro fisso del cast. L’attrice compare per la prima volta nella serie negli ultimi due episodi della decima stagione. Apprezzata dal pubblico, l’attrice venne poi introdotta come regular nel corso dell’undicesima stagione, arrivando ad oggi ad aver recitato in un totale di circa 143 episodi.

4. Ha recitato con sua sorella. Nel settimo episodio della sedicesima stagione della serie, Margaret riceve la visita di sua cugina Sabrina, e molti spettatori hanno notato la somiglianza tra le attrici dei due personaggi. Ad interpretare Sabrina era infatti Crystal McCreary, sorella di Kelly. Fu proprio quest’ultima a proporre la sorella per il ruolo, e per le due si realizzò così l’occasione di recitare insieme, cosa che attendevano da molto.

3. Non sapeva quale personaggio avrebbe interpretato. L’attrice ha dichiarato che nel sostenere il provino per far parte della serie, non sapeva quale sarebbe stato il ruolo del suo personaggio. Possedeva infatti pochissime informazioni a riguardo, e la completa verità le fu svelata soltanto dopo che i produttori si convinsero ad affidare a lei la parte.

2. Conosce il destino del personaggio. La sedicesima stagione si è rivelata particolarmente incentrata sul personaggio interpretato dalla McCreary, portandola a risvolti narrativi imprevisti per i fan. L’attrice ha affermato che è a conoscenza del futuro scritto per il personaggio, e si ritiene affascinata dalle nuove possibilità che si aprono per il suo futuro nella serie.

Kelly McCreary: età e altezza

1. Kelly McCreary è nata a Milwaukee, Winsconsin, Stati Uniti, il 10 luglio 1981. L’attrice è alta complessivamente 163 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Kelly Marie Tran: “Passare da Star Wars a Raya e l’Ultimo Drago è stato un miracolo”

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In una recente intervista con Collider, l’attrice Kelly Marie Tran ha parlato del suo ruolo in Raya e l’Ultimo Drago (in cui presta la voce alla protagonista del film Disney) sulla scia del contraccolpo generato dalla sua partecipazione a Star Wars: Gli Ultimi Jedi.

L’attrice ha spiegato che, nonostante i momenti difficili che ha vissuto in seguito alle pesanti critiche da parte dei fan per il suo ruolo nel film di Rian Johnson (critiche che l’hanno addirittura spinta ad abbandonare i social media), quell’esperienza le ha comunque insegnato tanto, spingendola a concentrarsi sul suo lavoro al di là di ogni possibile giudizio, a non dare così tanto peso alle aspettative e, soprattutto, a concentrarsi sulle persone che credono in lei, nel suo talento e che la sostengono, dichiarandosi assolutamente fiera della sua crescita professionale come attrice.

“È difficile. Da attore, non hai mai davvero il controllo su ciò che sta accadendo a livello narrativo… se quella storia ha senso oppure no”, ha spiegato Kelly Marie Tran. “Da attrice, ma anche da essere umano, cerco sempre di non pensare alle mie aspettative ma di essere, per quanto possibile, totalmente presente all’interno di quell’esperienza. Sono davvero orgogliosa del modo in cui sono stata in grado di mostrarmi durante tutta la mia carriera. Sono passata dalla sketch comedy all’improvvisazione, dal cinema indipendente a Star Wars e poi ancora a Raya.”

“Voglio solo che le persone sappiano e siano convinte che si possono attraversare momenti della vita duri, difficili, ed uscirne comunque a testa alta, anche grazie al supporto di tutti quelli che credono in te”, ha aggiunto. “Per me, passare dall’esperienza di Star Wars a quella di Raya è stato una sorta di miracolo. Per me, Raya significa celebrare tutte quelle parti di me stessa che da bambina mi hanno insegnato a nascondere. È stata un’esperienza catartica.”

Raya e l’Ultimo Drago è l’ultimo film d’animazione dei Walt Disney Studios, uscito direttamente su Disney+, con Accesso Vip, lo scorso 5 marzo. Il film è ambientato nel fantastico mondo di Kumandra, dove umani e draghi vivevano insieme in armonia. Quando una forza malvagia ha minacciato la loro terra, i draghi si sono sacrificati per salvare l’umanità. 500 anni dopo, quella stessa forza malvagia è tornata e Raya, una guerriera solitaria, avrà il compito di trovare l’ultimo leggendario drago per riunire il suo popolo diviso. Durante il suo viaggio, imparerà che non basterà un drago per salvare il mondo, ci vorrà anche fiducia e lavoro di squadra.

Kelly Marie Tran, intervista all’attrice di Star Wars: Gli ultimi Jedi

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In occasione della premiere mondiale di Star Wars: Gli ultimi Jedi abbiamo avuto il piacere di intervista anche Kelly Marie Tran, la simpatica interprete di Rose Tico.

TUTTE LE NOSTRE VIDEO INTERVISTE AL CAST DI STAR WARS GLI ULTIMI JEDI

Star Wars: Gli Ultimi Jedi è diretto da Rian Johnson e arriverà al cinema il 13 dicembre 2017. Il film racconterà le vicende immediatamente successive a Il Risveglio della Forza.

In Star Wars: Gli Ultimi Jedi torneranno Mark Hamill, Carrie Fisher, Adam DriverDaisy RidleyJohn BoyegaOscar IsaacLupita Nyong’oDomhnall Gleeson, Anthony Daniels, Gwendoline Christie e Andy Serkis. Gli altimi attori unitisi al cast sono Benicio Del ToroLaura Dern Kelly Marie Tran.

La saga degli Skywalker prosegue nel film Star Wars: Gli Ultimi Jedi (al cinema il 13 dicembre in oltre 850 copie) in cui gli eroi de Il Risveglio della Forza si uniranno alle leggende della galassia in un’epica avventura piena di scoperte legate agli antichi misteri della Forza e scioccanti rivelazioni sul passato.

La squadra creativa include alcuni dei più grandi talenti dell’industria cinematografica, tra cui Steve Yedlin (Direttore della fotografia), Bob Ducsay (Montatore), Rick Heinrichs (Scenografo), Peter Swords King (Hair e Make-Up Designer) e Mary Vernieu (Direttore del casting negli Stati Uniti). Inoltre, Pippa Anderson (Co-produttrice, vicepresidentessa della post-produzione), Neal Scanlan (Supervisore creativo delle creature e dei droidi), Michael Kaplan (Costume designer), Jamie Wilkinson (Responsabile degli oggetti di scena), Chris Corbould (Supervisore degli effetti speciali), Rob Inch (Stunt coordinator), Ben Morris (Supervisore degli effetti visivi) e Nina Gold (Direttrice del casting nel Regno Unito) torneranno a far parte del team.