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The Avengers – Iron Man: Eroe. Uomo d’affari. Sopravvissuto. Inventore. Vendicatore.

The Avengers – E’ un supereroe in un’armatura ma non è un cavaliere; Iron Man è un prodigio della meccanica, che grazie alle risorse della sua mente, è in grado di affiancare i supereroi dell’Universo Marvel, senza in realtà possedere alcun potere naturale. Creato nel 1963, Iron Man è uno dei pochi eroi che non ha segreti sulla propria identità.

Infatti Tony Stark è un businessman, un inventore e un geniale anticonformista altrettanto noto quanto il suo alter ego Iron Man che si adopera per salvare il mondo.

The Avengers – recensione

Fondatore dei Vendicatori e pilastro del multiforme Universo Marvel, Iron Man è senza dubbio uno dei personaggi più interessanti del mondo dei fumetti.

“La cosa che più mi piaceva di Iron Man, quando ho iniziato ad esplorare il suo personaggio, è proprio Tony Stark”, afferma il noto scrittore di Iron Man, David Michelinie. “Ecco un supereroe senza superpoteri; un uomo dotato di un grande intelletto e di una incredibile immaginazione , grazie ai quali ha ideato strumenti e meccanismi volti al bene, per rendere il mondo un posto migliore. E nel contempo riesce persino a dirigere una redditizia multinazionale!”

Iron Man: Eroe. Uomo d’affari. Sopravvissuto. Inventore. Vendicatore.

Nei fumetti Tony Stark è il leader della sua società, il capo dei Vendicatori e persino di S.H.I.E.L.D. Anche senza il costume di Iron Man, Stark sarebbe una presenza dominante nel mondo, ma la sua armatura e le ragioni per cui la indossa, lo rendono un personaggio davvero unico.

“Iron Man è l’eroe della Marvel che preferisco e secondo me è la sua origine a renderlo importante”, afferma il Chief Creative Officer della Marvel, Joe Quesada. “Infatti la sua etica, prima di diventare Iron Man, era piuttosto dubbia”.

Prima di assumere l’identità di Iron Man, Tony Stark ha infatti dedicato gran parte della sua vita a fabbricare armi, e a venderle al migliore offerente. Ma quando viene rapito e ferito al cuore, inizia a dedicarsi al bene, a salvare la vita altrui, iniziando da se stesso. Durante la prigionia Stark crea il primo modello di armatura per proteggere il suo cuore e per riuscire a fuggire dal carcere.

Questo cambiamento di personalità lo rende un personaggio accattivante; lui stesso afferma: “Ho fatto tanti errori nella mia vita ma ora voglio cambiare e fare del bene’”, spiega Quesada. “Gli eroi migliori sono quelli che possiedono un senso innato di umanità; ognuno di noi porta con sé un fardello, il rimpianto di qualcosa che vorrebbe poter cambiare”.

Il personaggio di Iron Man è evoluto nel corso degli anni, al pari della sua armatura. Le avventure di Iron Man non si limitano alle classiche peripezie dei supereroi, dato che le invenzioni tecnologiche di Tony Stark possono diventare una vera minaccia, se cadono nelle mani sbagliate.

“’La Guerra delle Armature’ mette in mostra tutto il senso di responsabilità di Tony”, spiega Michelinie, che ha scritto oltre 80 storie di Iron Man nel corso degli anni. “Si confronta con i suoi amici, con il suo Paese e col mondo intero, per riuscire a recuperare la tecnologia di sua invenzione ed evitare che continui ad essere impiegata in modo sbagliato e ad essere causa di indicibili sofferenze per l’umanità”.

Spesso i supereroi sono profondamente scissi fra la loro identità normale e quella da supereroe; Tony Stark è invece un eroe molto compatto, e la sua personalità è la stessa, sia che si trovi nel suo ufficio che nel campo di battaglia. In questo senso è uno dei pochi supereroi che vive alla luce del sole.

“Quando ho scritto il personaggio, nel 2000, non aveva senso, per me, che Iron Man nascondesse la sua identità civile di Tony Stark. I miei editori all’epoca non amavano la mia idea ma quando sono diventato capo redattore ho optato per questa versione”, spiega Quesada. “Tony non è un cittadino anonimo, che nessuno conosce, bensì uno degli scienziati più brillanti del mondo, oltre ad essere un famoso industriale. Tony è già un bersaglio. Gente del calibro di Richard Branson e di Steve Jobs deve essere prudente, ha bisogno di essere protetta. Quindi in fondo non c’era una ragione logica perché Tony avesse un alter-ego e fingesse di non essere Iron Man. Se fossi Tony, vorrei che la gente sapesse che sono Iron Man. Vorrei che la gente sapesse che quando hai a che fare con me, hai anche a che fare con Iron Man”.

Nonostante sia stato un importante membro della squadra dei fumetti Marvel per quasi 50 anni, solo nel 2008, con l’uscita del film live-action “Iron Man” e la predente rivitalizzazione dei Vendicatori, Iron Man si è imposto all’attenzione del grande pubblico.

“Prima di allora Iron Man non era un personaggio immediatamente riconoscibile come Spider-Man, ma ora, nel 2012, è ormai uno dei personaggi più popolari della Marvel, al cinema, nell’animazione e nei fumetti”, dice Quesada. “E’ senza dubbio uno dei supereroi più noti. Per me è davvero gratificante vederlo godere di tanta notorietà, considerando che quando ho iniziato a scrivere le sue storie, lo conoscevano solo gli appassionati dei fumetti. Sono molto affezionato a Tony Stark e ad Iron Man, e sono contento che il resto del mondo abbia imparato a conoscerlo”.

di Chris Arrant

The Avengers – il primo teaser trailer

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The Avengers – il primo teaser trailer

Ecco on line l’attesissimo primo teaser trailer de I Vendicatori, nel quale abbiamo un piccolo assaggio dei nostri eroi che già singolarmente hanno affollato gli schermi negli anni passati.

The Avenger: ecco Vedova Nera in azione

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The Avenger: ecco Vedova Nera in azione

Ecco la prima clip ufficiale di The Avengers, in uscita in Italia ilprossimo 25 aprile. Nella clip molto breve possiamo ammirare in azione Scarlett Johansson nel suo avvincente

The Auteurs of Italian Christmas: il Natale degli autori italiani

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logo2013natale The Auteurs of Italian ChristmasDopo il grande e meritato successo del video The Auteurs of Christmas, i ragazzi di Blanket Studio hanno replicato realizzando un video che racconta il Natale visto dai registi nostrani, e così, dove il collettivo di filmmaker Fourground ha pensato di raccontarci le mattine di Natale di Kubrick, Scorsese o Anderson, i nostri hanno pensato a Pieraccioni, Garrone, Sorrentino, Leone, Moretti e Muccino. L’esperimento è sembrato molto divertente, oltre a fare diretto riferimento a film precisi dei nostri registi.

Scorsese, Kubrick, Von Trier: la mattina di natale vista dai grandi registi

Ecco il video dal titolo The Auteurs of Italian Christmas:

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Fonte: Blanket Studio

The Audition: Leo DiCaprio, Bob De Niro e Brad Pitt per Martin Scorsese – video

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Ecco di seguito il cortometraggio The Audition, realizzato da Martin Scorsese che dirige i suoi due attori feticcio, Robert De Niro e Leonardo DiCaprio. Come se la quantità di epicità in soli 15 minuti non bastasse, nel video c’è anche Brad Pitt.

Eccolo di seguito, buona visione!

LINK ALTERNATIVO

Fonte: LeoDiCaprio.it

The Audition di Martin Scorsese non sarà a Venezia

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The Audition di Martin Scorsese non sarà a Venezia

Il cortometraggio di Martin Scorsese, The Audition, non sarà proiettato alla 72° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, un comunicato stampa della Biennale di Venezia ha la brutta notizia.

Dalla produzione del film hanno fatto sapere infatti che «la copia non sarà disponibile in tempi utili per imprevisti problemi di natura tecnica».

scorsese, dicaprio, deniro - the auditionThe Audition vede per la prima volta lavorare tutti insieme Martin Scorsese, Robert De Niro e Leonardo Di Caprio e dove anche Brad Pitt farà una comparsata. Il cortometraggio servirà a promuovere due nuovissimi casinò situati nella baia di Manila nelle Filippine: Studio City e City of Dreams Manila.

Nello stesso comunicato viene invece confermata dalla Biennale la proiezione di Heaven Can Wait di Ernst Lubitsch, , prevista come da programma in Sala Grande alle ore 14:15 di lunedì 7 settembre.

Fonte: THR

The Astronaut Wives Club 1×10: promo di “Landing” (Season Finale)

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Il network americano della NBC ha diffuso il promo ufficiale di The Astronaut Wives Club 1×10, il decimo episodio del primo ciclo che si intitolerà “Landing” e che sarà anche il finale di stagione.

The Associate: Zac Efron nel cast

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The Associate: Zac Efron nel cast

Un nuovo membro è pronto ad aggiungersi al cast di The Associate, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo dai risvolti thriller pubblicato da John Grisham nell’ormai lontano 2009.

Sarà Zac Efrom, infatti, ad interpretare il ruolo del protagonista, un giovane laureato in legge che, sotto minaccia da un gruppo criminale, si ritroverà a lavorare per un importante studio legale al fine di spiare l’evoluzione di una causa da oltre 2 bilioni di dollari.

L’attore, reso famoso dalla Disney attraverso il franchise High School Musical, non si limiterà a partecipare alla pellicola in qualità di attore, ma contribuirà anche in veste di produttore attraverso la Ninja’s Running Wild Banner. Al suo fianco Doug Wick Lucy Fisher, produttori del recente Divergent.

Ancora non si hanno novità, invece, in merito a chi sarà chiamato a dirigere la pellicola e circa ulteriori membri del cast.

Fonte: Hollywood Reporter

The Assessment: Elizabeth Olsen e Alicia Vikander protagoniste del film di fantascienza

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Secondo Screen Daily, la candidata agli Emmy Elizabeth Olsen e la vincitrice dell’Oscar Alicia Vikander hanno firmato per essere le protagoniste di The Assessment, il prossimo film drammatico di fantascienza. Secondo quanto riferito, Olsen e Vikander interpreteranno una coppia che vive in un futuro distopico in cui il mondo è stato distrutto dal cambiamento climatico. Inoltre, si dice che anche la protagonista di Pitch Perfect, Anna Kendrick, sia in trattative per unirsi al progetto, le cui riprese dovrebbero iniziare quest’estate a Colonia, in Germania.

Elizabeth Olsen ha ottenuto il riconoscimento mondiale per il suo ruolo di Wanda Maximoff/Scarlett Witch nel Marvel Cinematic Universe. Per la sua interpretazione nella serie WandaVision di Disney+, ha ottenuto nomination agli Emmy e ai Golden Globe come migliore attrice in una miniserie. Di recente ha ricevuto il plauso della critica per il suo ruolo da protagonista nel dramma limitato di Max Love & Death, in cui interpretava l’assassina Candy Montgomery.

Per quanto riguarda Alicia Vikander, il progetto più recente dell’attrice The Danish Girl è stata la miniserie della HBO Irma Vep, che è un adattamento dell’omonimo film francese del 1996 di Olivier Assayas. Prima di recitare in The Assessment, la vedremo nel dramma storico Firebrand, in cui interpreterà la sesta e ultima moglie di re Enrico VIII, Catherine Parr.

Cosa aspettarsi da The Assessmen?

The Assessment sarà diretto dal regista francese Fleur Fortuné al suo debutto alla regia. La sceneggiatura è scritta da Nell Garfath-Cox, Dave Thomas e John Donnelly. Il progetto ha ricevuto un finanziamento di 1 milione di euro dal fondo cinematografico regionale di Colonia Filmstiftung NRW. Il film è una produzione di Number 9 Films e Filmproduktion.

“Ambientato in un mondo distrutto dai cambiamenti climatici”, si legge nella sinossi. “Una parte della società si è creata un mondo parallelo. La vita è controllata e ottimizzata, e anche il desiderio di avere figli non è lasciato al caso. Le vite di una giovane coppia di successo vengono quindi sottoposte a un attento esame da parte di un’assessore donna nel corso di sette giorni”.

The Assassin: recensione del film di Hou Hsiao-hsien

The Assassin: recensione del film di Hou Hsiao-hsien

Il regista di Taiwan Hou Hsiao-hsien sale in cattedra al Festival di Cannes 2015 e compone un’opera visivamente colossale, statuaria, nonostante la scelta discutibile del formato 4:3 dalle sfumature nostalgiche ma allo stesso tempo limitante. A vedere infatti il lavoro svolto dal Maestro Ping Bin Lee, già direttore della fotografia di In The Mood for Love di Wong Kar Wai, quasi si rimpiange l’enormità di uno schermo panoramico. Atmosfere, ambienti, luoghi e sfondi sono un puro piacere per gli occhi, così come la grana spessa che funge da collante e i costumi tradizionali precisi sin nel dettaglio. A vestirli Shu Qi e Chang Chen, che tornano a lavorare con il regista dopo Three Times, perfettamente integrati nel mondo magico e violento di The Assassin.

In The Assassin siamo nella Cina suggestiva e solenne del IX secolo e Nie Yinniang torna alla sua famiglia dopo anni di esilio. Anni passati insieme alla nonna che le ha insegnato e trasmesso tutti i più grandi segreti delle arti marziali, trasformandola in un assassino spietato e infallibile. Silenziosa e schiva, e ormai cresciuta, ha ormai un solo obiettivo: annientare e uccidere i tiranni della provincia di Weibo. Per un tragico gioco del destino, Yinniang si scopre però di fronte ad un bivio doloroso: assassinare l’uomo che ama, portando a termine la missione assegnatele, oppure tradire l’ordine degli assassini.

The Assassin

Una violenza però misurata, autoriale, sempre e solo accennata, mai volgare; la bellezza del Kung Fu raccontata con eleganza estrema, come una danza, del resto chi conosce il regista de Il Maestro Burattinaio sa bene quanto “i guerrieri volanti” piuttosto commerciali non rientrino nel suo stile. Non sono la morte e la sua brutalità il motore dell’universo, al contrario lo sono l’onore, la scelta, la libertà morale (anche a scapito della libertà materiale). Un quadro generale pressoché perfetto, almeno finché non si arriva ad analizzare la narrazione. The Assassin soffre infatti la mancanza di un filo conduttore capace di prendere per mano lo spettatore per guidarlo nelle pieghe della storia, coinvolgerlo negli eventi trasmettendo la giusta tensione.

The Assassin

Ci si perde invece in un labirinto intricato molto presto, soffrendo per trovare la via d’uscita. Non aiuta neppure un linguaggio filmico che ama prendersi i suoi tempi, dilatando all’estremo vuoti e silenzi. Ciò che resta è un incarto lucido, meraviglioso, da esposizione, con all’interno un contenuto poco fruibile e di difficile comprensione. Un’opera autoreferenziale che celebra se stessa e gli esteti privi di ambizione, come i teorici della complessità, destinata probabilmente ai soli libri di storia del cinema. Impolverati, su uno scaffale.

The Assassin: primo trailer del film di Hou Hsiao-hsien

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The Assassin: primo trailer del film di Hou Hsiao-hsien

Arrivato direttamente dalla Croisette di quest’anno, dove ha vinto il premio per la miglior regia, l’ultimo film di Hou Hsiao-hsien (A summer at Grandpa’s), The Assassin, riceve finalmente un primo trailer internazionale

Dopo sette anni di silenzio il regista di Taiwan torna con una storia ambientata nella Cina del IX secolo che racconta la storia di un’ assassina, cresciuta e allenata in esilio, mandata indietro da dove era venuta con l’ordine di uccidere l’uomo che avrebbe dovuto sposare tredici anni prima. Una missione che intrappola la protagonista combattuta tra la lealtà alla donna che l’ha allenata e i suoi sentimenti che ritornano a galla.

Indiewire riporta che la pellicola verrà distribuita da Well Go Entertainment negli Stati Uniti, anche se non c’è ancora nessuna data di uscita.

Fonte: IndieWire

The Assassin recensione del film di Hou Hsiao-hsien

The Assassin recensione del film di Hou Hsiao-hsien

Esce il 29 settembre nei cinema italiani The Assassin, il nuovo film di Hou Hsiao-hsien, presentato al Festival di Cannes 2015.

Siamo nella Cina suggestiva e solenne del IX secolo e Nie Yinniang torna alla sua famiglia dopo anni di esilio. Anni passati insieme alla nonna che le ha insegnato e trasmesso tutti i più grandi segreti delle arti marziali, trasformandola in un assassino spietato e infallibile. Silenziosa e schiva, e ormai cresciuta, ha ormai un solo obiettivo: annientare e uccidere i tiranni della provincia di Weibo. Per un tragico gioco del destino, Yinniang si scopre però di fronte ad un bivio doloroso: assassinare l’uomo che ama, portando a termine la missione assegnatele, oppure tradire l’ordine degli assassini.

The Assassin: primo trailer del film di Hou Hsiao-hsien

Il regista di Taiwan Hou Hsiao-hsien sale in cattedra e compone un’opera visivamente colossale, statuaria, nonostante la scelta discutibile del formato 4:3 dalle sfumature nostalgiche ma allo stesso tempo limitante. A vedere infatti il lavoro svolto dal Maestro Ping Bin Lee, già direttore della fotografia di In The Mood for Love di Wong Kar Wai, quasi si rimpiange l’enormità di uno schermo panoramico. Atmosfere, ambienti, luoghi e sfondi sono un puro piacere per gli occhi, così come la grana spessa che funge da collante e i costumi tradizionali precisi sin nel dettaglio. A vestirli Shu Qi e Chang Chen, che tornano a lavorare con il regista dopo Three Times, perfettamente integrati nel mondo magico e violento di The Assassin.

the assassin

Una violenza però misurata, autoriale, sempre e solo accennata, mai volgare; la bellezza del Kung Fu raccontata con eleganza estrema, come una danza, del resto chi conosce il regista de Il Maestro Burattinaio sa bene quanto “i guerrieri volanti” piuttosto commerciali non rientrino nel suo stile. Non sono la morte e la sua brutalità il motore dell’universo, al contrario lo sono l’onore, la scelta, la libertà morale (anche a scapito della libertà materiale). Un quadro generale pressoché perfetto, almeno finché non si arriva ad analizzare la narrazione. The Assassin soffre infatti la mancanza di un filo conduttore capace di prendere per mano lo spettatore per guidarlo nelle pieghe della storia, coinvolgerlo negli eventi trasmettendo la giusta tensione.

Ci si perde invece in un labirinto intricato molto presto, soffrendo per trovare la via d’uscita. Non aiuta neppure un linguaggio filmico che ama prendersi i suoi tempi, dilatando all’estremo vuoti e silenzi. Ciò che resta è un incarto lucido, meraviglioso, da esposizione, con all’interno un contenuto poco fruibile e di difficile comprensione. Un’opera autoreferenziale che celebra se stessa e gli esteti privi di ambizione, come i teorici della complessità, destinata probabilmente ai soli libri di storia del cinema. Impolverati, su uno scaffale.

the assassin

The Artist: via alla campagna promozionale

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The Artist: via alla campagna promozionale

Acclamato all’ultimo Festival del Cinema di Cannes, dove ha conquistato il riconoscimento per la migliore interpretazione maschile, The Artist si appresta a conquistare il suo spazio nella nuova stagione cinematografica…

The Artist: recensione del film di Michel Hazanavicius 

The Artist: recensione del film di Michel Hazanavicius 

Arriva finalmente al cinema The Artist diretto da Michel Hazanavicius con protagonisti Jean DujardinBerenice Bejo. In The Artist Hollywood, 1927. George Valentin (Jean Dujardin) è una stella del cinema muto all’apice della sua folgorante carriera. Peppy Miller (Berenice Bejo) è una giovane ed umile comparsa che cerca di sfondare nel mondo del cinema uscendo così dall’anonimato.

Un giorno, sul set del suo ultimo film, George noterà incuriosito la giovane attricetta rimanendone colpito e affascinato, lei non può che sognare ad occhi aperti l’amore impossibile con quella grande celebrità inarrivabile. Ma il cinema muto ha ormai i giorni contati, la sua fine è imminente. Il sonoro è alle porte e con esso i produttori di Hollywood cercano volti nuovi, nuovi protagonisti da dare in pasto al pubblico; Geroge Valentin all’improvviso diventa un attore superato. Al contrario con la sua giovinezza, la sua spontaneità e la sua freschezza Peppy si fa largo nel nuovo cinema emergente sino a diventarne una star acclamata e dalla popolarità incredibile.

The Artist, il  film di Michel Hazanavicius

The ArtistValentin, ostinatamente contrario al nuovo genere cinematografico, viene messo alla porta dal cinico produttore Al Zimmer (John Goodman), così tenterà audacemente di autoprodurre un film muto di cui è egli stesso protagonista. Sarà un fallimento clamoroso. Rovinato, Valentin perde villa, soldi, fama oltre alla gelida ed infelice moglie Doris (Penelope Ann Miller) ed inizierà così  per lui un declino irreversibile fatto di bottiglie di whisky e disperata solitudine. Peppy, apprese le condizioni di George, ancora legata a lui da un profondo affetto, tenterà in ogni modo di salvarlo da una fine tragica ed inevitabile; dovrà scontrarsi suo malgrado con la vanità e l’orgoglio della stella decaduta.

The Artist è un film di Michel Hazanavicius che uscirà nelle sale italiane il prossimo 9 dicembre. Il clamore e l’attesa che ruotano attorno a questo film derivano dal fatto che Hazanavicius propone al pubblico un progetto insolito, controcorrente e indubbiamente audace. Infatti The Artist è un melodramma in bianco e nero e … muto. Nell’epoca del 3D e delle tecnologie digitali, ripresentare un film in stile anni ’20 è quantomeno coraggioso, per certi aspetti quasi rivoluzionario. Da anni il regista francese meditava di girare un film simile e quando ha trovato la complicità dell’eccentrico produttore Thomas Langmann ha potuto dare vita al suo utopistico progetto. Il risultato di un anno e mezzo di lavoro e 32 frenetiche giornate di riprese, è un melò vecchio stile in cui le bellissime musiche di Ludovic Bource, l’espressività eclettica dei due attori principali oltre che ad un complessissimo studio delle sequenze hanno dovuto sopperire ed ovviare alla mancanza di dialoghi.

The Artist è una commedia d’amore raccontata così come erano soliti fare i melodrammi sentimentali dei ruggenti anni ’20 e ’30 hollywoodiani, impacchettata in una splendida fotografia e guidata da musiche appositamente create per seguire e assecondare l’emotività richiesta dalle varie sequenze narrative.

Fondamentale la capacità degli attori di esprimere sensazioni, stati d’animo ed emozioni senza poter usufruire dei dialoghi; in particolare Jean Dujardin è straordinario nell’assolvere a questo delicatissimo compito mostrando un’ innata capacità espressiva sia nei primi piani che nei campi lunghi, grazie ad una mirabile padronanza del proprio linguaggio corporeo. E’ lui il grande protagonista del film su cui si regge tutta la trama narrativa anche se attorno al suo personaggio ruotano una serie di attori di grande spessore e bravura, dalla già citata Berenice Bejo ad altri interpreti importanti come Penelope Ann Miller, John Goodman, Malcolm Mc Dowell e James Cromwell.

E’ evidente come  Michel Hazanavicius prenda spunto da grandi capolavori del genere a cui si è apertamente ispirato; da Murnau a John Ford, da King Vidor a Erich Von Stronheim. La trama del film ricorda in qualche modo Viale del tramonto di Wilder e, per ammissione stessa del regista, il personaggio di Gloria Swanson ha indubbiamente ispirato i contorni caratteriali di George Valentin. The Artist, ovviamente, non si limita ad essere un semplice melodramma, il pubblico odierno ha necessità più ampie; il regista affronta con acume il tema del rapporto tra muto e sonoro, affidandosi a vari ammiccamenti tecnici che illustrano efficacemente il dramma di un uomo prigioniero del silenzio e al contempo terrorizzato dal sonoro.

The Artist ha indubbiamente il merito di riproporre con efficacia ed eleganza un modo ormai dimenticato di fare e vedere cinema. La mancanza di dialoghi costringe lo spettatore a porre la propria  attenzione su altri aspetti e componenti narrativi come la musica, le immagini, l’espressività degli attori. Un film che stimola le capacità critiche dello spettatore, che lo sfida in qualcosa di diverso, su un campo di gioco “antico” ma al contempo nuovo e rivoluzionario per i codici espressivi moderni. Il poter avere questa possibilità, accettare questa affascinante sfida, è già di per se un valido motivo per andare al cinema a guardare questo film diverso che pur senza parole può e sa dirci tantissimo.

The Artist: ovvero l’esaltazione dell’immagine cinematografica

The Artist: ovvero l’esaltazione dell’immagine cinematografica

Spesso la lingua e le parole non sono un ponte di collegamento linguistico, piuttosto rappresentano un limite, e la storia della torre di Babele ne è un esempio. Questo Michel Hazanavicius l’ha intuito subito, e non solo ha cercato di riportare noi, osservatori moderni, in un passato ormai quasi dimenticato,

The Artist, uno splendido backstage

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The Artist, uno splendido backstage

La Weinstein Company ha rilasciato una splendida featurette di 6 minuti che ci mostra il backstage di The Artist, il film muto in bianco e nero che sta conquistando le platee di tutto il mondo…

The Artist, trailer e poster italiani

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The Artist, trailer e poster italiani

La BIM ha appena rilasciato il poster e il trailer italiani di The Artist, il fim, muto e in bianco e nero, più quotato nell’imminente stagione dei premi cinematografici…

The Artist torna nelle sale anche in Italia!

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Come di consueto, la BIM distribuzione ha annunciato ufficialmente che The Artist, il film di Michel Hazanavicius con Jean Dujardin, fresco vincitore di 5 Premi Oscar tra cui quelli per il miglior film, miglior regia e miglior attore protagonista, tornerà da questo weekend nelle sale in ben 115 copie.

The Artist spopola ai premi della critica newyorkese on-line

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The Artist spopola ai premi della critica newyorkese on-line

I New York Film Critics Online hanno annunciato la loro lista dei vincitori di quest’anno e a farla da padrone è stato The Artist, già acclamato dalla stampa mondiale in maniera unanime.

The Artist ha vinto il Producers Guild Award!

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Il successo di The Artist continua: dopo aver trionfato ai Golden Globes, il film ha appena vinto il PGA(Producers Guild Award), prestigioso premio destinato alla produzione.

Numerosi altri favoriti come Paradiso Amaro, L’Arte di Vincere, War Horse, Hugo Cabret, Le Idi di Marzo, Midnight in Paris e The Help sono stati quindi battuti dalla pellicola di Michel Hazanavicius, le cui probabilità di vittoria agli Oscar sembrano aumentare di giorno in giorno.

Altri importanti premi sono stati consegnati per l’occasione anche a le avventure di Tintin(produttori Peter Jackson, Kathleen Kennedy, Steven Spielberg)e al documentario Beats, Rhymes & Life: The Travels Of A Tribe Called Quest(Michael Rapaport, Edward Parks).

fonte: badtaste.it

The Artist al Ravello Festival con le musiche dal vivo

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The Artist al Ravello Festival con le musiche dal vivo

Il pluripremiato The Artist sarà proiettato al Ravello Festival accompagnato da un’orchestra dal vivo, alla presenza del compositore Ludovic Bource.

The Artist – Trailer italiano

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The Artist – Trailer italiano

Hollywood 1927. George Valentin è un divo del cinema muto all’apice del successo. L’avvento dei film parlati lo fa scivolare nell’oblio. Intanto Peppy Miller, una giovane comparsa, viene proiettata nel firmamento delle stelle del cinema.

The Artist – Intervista a Michel Hazanavicius

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The Artist – Intervista a Michel Hazanavicius

Dopo il grande successo al Festival Di Cannes arriva nelle sale italiane The Artist. A parlarci del film è il regista Michel Hazanavicius.

The Art of the Brick: le sculture LEGO di Nathan Sawaya

The Art of the Brick: le sculture LEGO di Nathan Sawaya

È stata prorogata fino al 3 aprile la mostra The Art of the Brick di Roma, esposizione itinerante delle sculture di LEGO realizzate dall’artista newyorkese Nathan Sawaya.

Ecco le foto dall’allestimento romano:

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L’esperianza dell’esposizione è un miscuglio interessante tra un museo di arte moderna e un parco per bambini. La natura dei LEGO spinge molti genitori a portare con sé i propri figli, per cui l’atmosfera è gioiosa e a tratti festosamente chiassosa. Ma ci sono anche spazi e silenzi in cui godere della profondità delle opere di Sawaya, soprattutto nel caso delle sculture che occupano la sezione “La condizione umana”, veri e propri stati d’animo ricostruiti con mattoncini LEGO, tecnica e fantasia.

La mostra è allestita in via Tirso 14 a Roma, al SET – Spazio Eventi Tirso. Per info e costi consultare il sito http://www.artofthebrick.it/.

The Apprentice: Sebastian Stan sarà un giovane Donald Trump nel film

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Come riportato da Deadline, Sebastian Stan avrebbe appena firmato per il ruolo probabilmente più insolito della sua carriera. L’attore, infatti, interpreterà un giovane Donald Trump nel prossimo film del regista Ali Abbasi, intitolato The Apprentice. Deadline riporta inoltre che nel cast del film, oltre a lui, ci sono anche Jeremy Strong nel ruolo del famigerato avvocato Roy Cohn e Maria Bakalova nel ruolo della prima moglie di Trump, Ivana Trump. Il film è descritto come una “esplorazione del potere e dell’ambizione” e la produzione è già cominciata all’inizio di questa settimana.

Il film prende il titolo dal noto reality show andato in onda sulla NBC tra il 2004 e il 2017, che Trump ha condotto per quattordici stagioni, The Apprentice. Ambientato nella New York degli anni ’70 e ’80, il film vedrà dunque gli sforzi di Trump per costruire la sua attività immobiliare e approfondirà anche il suo rapporto con il famigerato avvocato Cohn, che avrà dunque un ruolo da mentore-protettore. La sceneggiatura è di Gabriel Sherman, già autore di The Loudest Voice in the Room e dei relativi articoli del New York Magazine che hanno ispirato la serie limitata The Loudest Voice, con Russell Crowe nel ruolo del fondatore di Fox News Roger Ailes.

Abbasi è invece reduce dalla regia di due episodi di The Last of Us della HBO, ma anche dal successo del suo recente lungometraggio, Holy Spider, un thriller con serial killer presentato in anteprima al Festival di Cannes 2022, che ha fatto vincere alla protagonista Zar Amir Ebrahimi il premio per la migliore interpretazione femminile. Tra gli altri suoi lavori figurano il film fantasy Border, candidato all’Oscar, e l’horror berlinese Shelley. The Apprentice sarà dunque per lui l’occasione di farsi notare ulteriormente nel contesto statunitense, come sarà anche per Stan l’opportunità di misurarsi con un ruolo diverso da quelli fino ad oggi interpretati.

The Apprentice: Sebastian Stan è Donald Trump nella prima foto del film

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Immediatamente dopo la sua inclusione nel concorso di Cannes, The Apprentice di Ali Abbasi si mostra ora con una prima immagine – riportata da Deadline – che rivela Sebastian Stan nel ruolo di Donald Trump e Jeremy Strong in quello del suo avvocato Roy Cohn. Presentato come un’esplorazione del potere e dell’ambizione, ambientata in un mondo di corruzione e inganno, The Apprentice esaminerà gli sforzi di Trump per costruire la sua attività immobiliare a New York negli anni ’70 e ’80, scavando anche nel suo rapporto con il famigerato avvocato Cohn.

Si tratta di una storia di mentori-protettori che traccia le origini di una grande dinastia americana. Piena di personaggi più grandi della vita, rivelerà il costo morale e umano di una cultura definita da vincitori e perdenti. Oltre a Stan e Strong, nel film reciterà anche la candidata all’Oscar Maria Bakalova nel ruolo di Ivana Trump e Martin Donovan in quelli di Fred Trump Senior.

Gabriel Sherman è lo sceneggiatore. I produttori sono Daniel Bekerman per Scythia Films (Canada), Jacob Jarek per Profile Pictures (Danimarca), Ruth Treacy e Julianne Forde per Tailored Films (Irlanda), insieme ad Abbasi e Louis Tisne per Film Institute (Danimarca). Gli EP sono Amy Baer, Mark H. Rapaport, Emanuel Nunez, Josh Marks, Grant S. Johnson, Phil Hunt e Compton Ross, Thorsten Schumacher, Niamh Fagan, Gabe Sherman, Lee Broda e James Shani.

The Apprentice: Sebastian Stan è Donald Trump nel trailer del film di Ali Abbasi

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Diretto da Ali Abbasi e scritto da Gabe Sherman, The Apprentice vede come protagonisti il ​​candidato agli Emmy Sebastian Stan (Pam & Tommy) nel ruolo di Trump, il vincitore dell’Emmy Jeremy Strong (Succession) nel ruolo dell’ardente Roy Cohn, Martin Donovan (Tenet) nel ruolo di Fred Trump Sr e Maria Bakalova (Borat Following Moviefilm) nel ruolo di Ivana Trump.

The Apprentice ha fatto scalpore al Festival di Cannes all’inizio di quest’anno. Inizialmente c’era stata una certa incertezza sul fatto che il film avrebbe ottenuto un’uscita nelle sale negli Stati Uniti. Il finanziatore del film Kinematics, sostenuto dal sostenitore di Trump Dan Snyder, si sarebbe risentito per la rappresentazione dell’ex POTUS nel film e avrebbe intrapreso un’azione legale.

Il film ha debuttato negli Stati Uniti a Telluride dopo essere stato aggiunto in sordina alla scaletta del festival. Come riportato da Baz Bamigboye di Deadline, il film ha avuto un debutto senza problemi. Il team dietro al film aveva previsto delle sfide legali per impedire la proiezione e delle proteste da parte dei sostenitori dell’ex Presidente.

Di cosa parla The Apprentice?

“Ambientato in un mondo di corruzione e inganni, The Apprentice esaminerà gli sforzi di Trump per costruire la sua attività immobiliare a New York negli anni ’70 e ’80, scavando anche nel suo rapporto con il famigerato avvocato Roy Cohn”, si legge nella sinossi. “È una storia di mentori e protettori che traccia le origini di una grande dinastia americana. Piena di personaggi più grandi della vita, rivela il costo morale e umano di una cultura definita da vincitori e perdenti”.

The Apprentice: gli avvocati di Donald Trump inviano una diffida ai produttori

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Gli avvocati dell’ex presidente Donald Trump hanno inviato una lettera di diffida ai produttori di The Apprentice, mentre il film continua a cercare finanziamenti negli Stati Uniti.

Il film The Apprentice, che è stato recentemente presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2024, è interpretato da Sebastian Stan nel ruolo di un giovane Donald Trump, Jeremy Strong di Succession nel ruolo di Roy Cohn, il mentore di Trump, Maria Bakalova nel ruolo di Ivanka Trump e Martin Donovan nel ruolo di Fred Trump Sr. Il biopic è diretto da Ali Abbasi da una sceneggiatura scritta da Gabriel Sherman.

Secondo The Hollywood Reporter, i produttori del film sostengono il progetto in arrivo nonostante la lettera e affermano che il film non ha fatto nulla di sbagliato per giustificare un intervento legale. “Il film è un ritratto giusto ed equilibrato dell’ex presidente. Vogliamo che tutti lo vedano e poi decidano“, ha dichiarato un rappresentante dei produttori del film in una dichiarazione a The Hollywood Reporter.

Il team legale di Trump ha già minacciato azioni legali in passato.

La lettera è solo uno dei tanti passi che il team di avvocati di Trump ha compiuto per cercare di impedire l’uscita del film. In precedenza, la campagna presidenziale di Trump aveva minacciato azioni legali per il film in uscita, cosa che non sembra preoccupare Abbasi.

“Tutti parlano di lui che fa causa a un sacco di gente – non parlano però della sua percentuale di successo, sapete?”, ha detto Abbasi durante la conferenza stampa di Cannes per il film.

“Ambientato in un mondo di corruzione e inganni, The Apprentice esaminerà gli sforzi di Trump per costruire la sua attività immobiliare a New York negli anni ’70 e ’80, scavando anche nel suo rapporto con il famigerato avvocato Roy Cohn”, si legge nella sinossi. “È una storia di mentori e protettori che traccia le origini di una grande dinastia americana. Piena di personaggi più grandi della vita, rivela il costo morale e umano di una cultura definita da vincitori e perdenti”.

The Apprentice – Alle origini di Trump: recensione del film con Sebastian Stan

Attaccare sempre, negare tutto, mai riconoscere la sconfitta: sono queste le tre regole che l’avvocato Roy Cohn insegna al suo pupillo Donald Trump. Tre principi che, ripetuti quasi come fossero un incantesimo, hanno caratterizzato l’ascesa al potere dell’uomo che oggi, in un modo o nell’altro, tutti conosciamo. Ma mentre l’attenzione odierna è comprensibilmente tutta sul suo nuovo tentativo di insediarsi nella Casa Bianca, il regista iraniano naturalizatto danese Ali Abbasi (regista anche di Border e Holy Spider) ci porta con il suo The Apprentice – Alle origini di Trump a scoprire i primi passi mossi dal tycoon verso la conquista di quello che oggi è il suo impero industriale.

Presentato in concorso al Festival di Cannes, il film ha naturalmente sollevato numerosi dibattiti, essendo la figura di Trump non solo particolarmente attuale ma anche estremamente controversa. In molti hanno visto in The Apprentice – Alle origini di Trump un’opera pericolosa per le ripercussioni legali che potrebbe portare con sé, similmente a quanto avvenne nei primi anni Quaranta con il film Quarto Potere e la campagna di boicottaggio portata avanti dal magnate William Randolph Hearst. Il parere di Trump non si è infatti fatto attendere, con l’ex POTUS che ha definito disgustoso questo biopic a lui dedicato.

La trama di The Apprentice – Alle origini di Trump

Siamo a New York, negli anni 70. Determinato a uscire dall’ombra del potente padre e a farsi un nome nel settore immobiliare di Manhattan, l’aspirante magnate Donald J. Trump (Sebastian Stan) agli inizi della sua carriera incontra l’uomo che diventerà una delle figure più importanti della sua vita: il faccendiere Roy Cohn (Jeremy Strong) Vedendo del potenziale in Trump, il controverso avvocato — che aveva ottenuto le condanne per spionaggio contro Julius ed Ethel Rosenberg e aveva investigato sui sospetti comunisti insieme al senatore McCarthy — insegna al suo nuovo allievo come accumulare ricchezza e potere con l’inganno, l’intimidazione e la manipolazione mediatica.

Sebastian Stan e Jeremy Strong in The Apprentice - Alle origini di Trump
Jeremy Strong e Sebastian Stan in The Apprentice – Alle origini di Trump. © APPRENTICE PRODUCTIONS ONTARIO INC. / PROFILE PRODUCTIONS 2 APS / TAILORED FILMS LTD. 2023

L’apprendista del diavolo

Il titolo del film è ripreso dal noto reality show condotto da Trump dal 2004 al 2015, nel quale si giudicavano le capacità imprenditoriali di un gruppo di concorrenti. Proprio come i tanti giovani che si sono susseguiti nel corso delle varie stagioni, anche Trump a suo tempo è stato un giovane ricco di ambizioni e desideri di elevarsi al di sopra della massa, dimostrando tutto il suo potenziale come uomo d’affari. Come ogni origin story che si rispetti, però, c’è bisogno di un mentore e tale è stato per Trump l’avvocato Roy Cohn. Già raccontato in un avvincente documentario dal titolo Where’s My Roy Cohn?, è lui il burattinaio della situazione o – come lo ha definito Strong – il dottor Frankenstein alle prese con la sua creatura.

Eminenza grigia a tutti gli effetti, Cohn ha fornito a Trump non solo le tre regole riportate in apertura, ma anche quella dose di spregiudicatezza e di disgusto per il bene comune su cui il tycoon sembra poi aver basato le fondamenta del suo potere. Proprio come è stato nella realtà, anche in The Apprentice – Alle origini di Trump è il Cohn di Jeremy Strong a rubare in più occasioni la scena, a catalizzare su di sé tutte le attenzioni non perché egli lo voglia – anzi – ma perché risulta chiaro quanto sia lui l’origine di ciò che oggi vediamo nel suo discepolo. Neanche a dirlo, Strong fornisce una prova attoriale straordinaria, glaciale, riproponendosi sotto nuove spoglie in quel contesto da lui già affrontato con la serie Succession.

In quello che non vuole essere un classico biopic, bensì uno studio ravvicinato dell’uomo e della sua psicologia, si segue pertanto l’ascesa di Trump, che sembra ironicamente e drammaticamente coincidere con il declino dell’impero americano. Partendo dagli anni Settanta e arrivando fino alla metà degli Ottanta, si attraversa dunque quel cupo periodo che va dal cinismo degli anni di Richard Nixon all’ascesa dell’avidità aziendale durante la presidenza di Ronald Reagan. L’American Dream, complici gli avvenimenti di quegli anni ma anche del decennio precedente, è ormai un cadavere che si trascina stancamente per le vie d’America e a cui personalità come Cohn e Trump sembrano aver dato il colpo di grazia.

Sebastian Stan e Maria Bakalova in The Apprentice - Alle origini di Trump
Sebastian Stan e Maria Bakalova in The Apprentice – Alle origini di Trump © APPRENTICE PRODUCTIONS ONTARIO INC. / PROFILE PRODUCTIONS 2 APS / TAILORED FILMS LTD. 2023

Capire, non giudicare

Sarebbe stato però fin troppo facile, dato tutto questo materiale narrativo, offrire un ritratto estremamente negativo di Donald Trump. A tal proposito non è secondario che a dirigere il film vi sia un regista non americano. Originariamente il progetto, scritto da Gabriel Sherman, era stato proposto a registi del calibro di Paul Thomas Anderson e Clint Eastwood, che pur essendo stato un sostenitore di Trump ha rifiutato l’offerta considerando il progetto un rischio troppo grande. La presenza di Abbasi dietro la macchina da presa permette dunque al film di dotarsi di quella giusta distanza che gli consente di non eccedere né nell’indulgenza né nella cattiveria.

È chiaro che il ritratto che se ne ricava al termine della visione non è per nulla positivo, ma risulta anche evidente come l’intento del regista – e dello sceneggiatore e dell’intero film – sia quello di esplorare e porre domande, anziché di giudicare o sentenziare. È stato proposto un confronto con Vice – L’uomo nell’ombra, il film con Christian Bale nel ruolo dell’ex vice presidente Dick Cheney. Mentre quel titolo è però una vivace satira che gioca con un linguaggio altrettanto sagace, The Apprentice – Alle origini di Trump non si spinge appunto fino a quel livello, costruendosi però una gravitas che ben gli si addice.

Aiuta in ciò un lavoro sulla messa in scena piuttosto importante, che tra una grana dell’immagine anni Ottanta all’utilizzo approfondito di New York come quarto grande protagonista (la terza è un’altrettanto magnetica Maria Bakalova nel ruolo di Ivana Trump), restituisce minuziosamente non solo un periodo ma anche un modo d’essere. Più Trump si evolve come personaggio, più cresce la sua sicurezza e più aumentano le sue ambizioni, più il film accompagna con tutto sé stesso il proprio protagonista verso il compimento del suo destino. Se sia l’origin story di un eroe o di un villain, però, è lasciato al giudizio del singolo spettatore.

The Apparition: la vera storia dietro il film horror

The Apparition: la vera storia dietro il film horror

Molto spesso i film di genere horror rielaborano eventi, leggende o teorie esistenti nella realtà per i propri racconti. Di particolare interesse di questo filone sono i lungometraggi incentrati su vicende paranormali, tra cui si annovera il recente The Apparition, film del 2012 scritto, diretto e prodotto da Todd Lincoln, qui al suo debutto cinematografico. Per l’occasione, egli si è cimentato nel dar vita ad un film che si anima a partire dal celebre e inquietante Philip Experiment, in cui si cercò di determinare la possibilità di comunicare con fantasmi immaginari attraverso alcuni elementi fittizzi su di essi.

Nonostante si ispiri a questo esprimento, il film finito ha dovuto affrontare pesanti accuse di plagio e di aver preso spunto da vari altri film horror, tra cui The Ring (1998), Pulse (2001), The Grudge (2002) e Paranormal Activity (2007), tutti basati sull’orrorifica manifestazione di fantasmi. In particolare, le numerose similitudini con Pulse, hanno spinto alcuni a ritenere che The Apparition potrebbe essere un remake non ufficiale e non dichiarato del celebre horror giapponese. Al di là di queste vicende, il film comunque non ottenne particolare fortuna al momento della sua uscita in sala.

Anzi, la ricezione inziale nei suoi confronti è stata piuttosto negativa. Nonostante i suoi difetti, però, negli anni è diventato un film particolarmente ricercato dagli amanti di questo filone, che ritrovano qui elementi horror di particolare fascino. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a The Apparition. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia a cui si ispira. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

The Apparition trama
Sebastian Stan in The Apparition. Foto di Stefan Erhard – © 2012 Dark Castle Holdings, LLC.

La trama e il cast di The Apparition

Protagonisti del film The Apparition sono un gruppo di amici, Patrick, Lydia, Ben e Greg, con interessi particolarmente diversi rispetto a quelli dei loro coetanei. Sono infatti affascinati dagli esperimenti relativi alla comunicazione con i fantasmi o le creature dell’aldilà. Una sera, i quattro decidono di ridare vita ad un esperimento durante il quale evocare lo spirito di un defunto. Il gruppo segue attentamente le indicazioni, ma il risultato non è quello che immaginavano. Ben presto, infatti, una spaventosa serie di fenomeni paranormali inizia a verificarsi e i quattro amici scoprono con orrore di aver risvegliato un’oscura entità dormiente che inizia a perseguitarli senza pietà.

Ad interpretare i protagonisti del film vi sono alcuni attori già particolarmente popolari e altri che lo sarebbero diventati solo qualche anno dopo questo titolo. Nei panni di Kelly, la ragazza di Ben, si ritrova dunque l’attrice Ashley Green, nota in particolare per essere stata la vampira Alice Cullen nella saga di Twilight. Il ragazzo di lei, Ben, ha invece il volto di Sebastian Stan. L’attore, all’epoca noto principalmente per essere stato Carter Baizen nella popolare serie Gossip Girl, è oggi particolarmente celebre per il ruolo di Bucky Barnes alias Winter Soldier nel Marvel Cinematic Universe.

Julianna Guill, attrice nota per essere stata tra i protagonisti del remake di Venerdì 13, interpreta qui Lydia. Altro noto attore presente nel film è Tom Felton, nei panni di Patrick. Questi è unanimemente ricordato per la sua interpretazione di Draco Malfoy in tutti i film della saga di Harry Potter. In ultimo, Luke Pasqualino interpreta Greg, anche lui facente parte del gruppo di ragazzi protagonisti. L’attore è in particolare noto per le serie Skins e The Musketeers, interpretando D’Artagnan in quest’ultima. Il cast è poi concluso dall’attore Rick Gomez nel ruolo di Mike.

La vera storia dietro il film

Il Philip Experiment è stato un esperimento di parapsicologia condotto nel 1972 a Toronto, Ontario, per determinare se i soggetti possono comunicare con fantasmi immaginari attraverso le aspettative della volontà umana. Questo fu condotto da una società di ricerca parapsicologica di Toronto guidata dal genetista matematico Dr. A.R. George Owen e supervisionata dallo psicologo Dr. Joel Whitton. L’obiettivo era quello di creare un personaggio fittizio attraverso una metodologia mirata e poi “tentare” di comunicare con esso attraverso una seduta spiritica. Il personaggio creato e concordato fu chiamato Philip Aylesford, indicato come Philip durante il test.

The Apparition cast
Tom Felton, Sebastian Stan e Ashley Greene in The Apparition. Foto di Stefan Erhard – © 2012 Dark Castle Holdings, LLC.

La sua storia fittizia coincideva in parte con eventi e luoghi reali, ma con molteplici contraddizioni ed errori. Nato nel 1624 in Inghilterra, ebbe una carriera militare precoce e fu nominato cavaliere all’età di sedici anni. Partecipò alla guerra civile inglese e divenne amico personale di Carlo II, lavorando per lui come spia. Phillip si sposò infelicemente con una donna di nome Dorothea e in seguito si innamorò di una ragazza rom che fu accusata di stregoneria e bruciata sul rogo. Disperato, Phillip si suicidò nel 1654 all’età di trent’anni.

Inizialmente, le sedute spiritiche non hanno prodotto nessun contatto, nessuna comunicazione e nessun fenomeno. Owen ha poi modificato le condizioni del test abbassando le luci e cambiando l’ambiente per imitare quello di una seduta spiritica più “tradizionale”. I partecipanti cominciarono a quel punto ad avvertire una presenza, vibrazioni del tavolo, brezze, echi inspiegabili e suoni che corrispondevano alle risposte alle domande sulla vita di Philip. A un certo punto il tavolo si è inclinato su una sola gamba e altre volte si è mosso nella stanza senza alcun contatto umano.

Sebbene audio, video e testimonianze documentino i fenomeni paranormali, Philip non è mai effettivamente apparso ai partecipanti. L’esperimento è stato poi criticato per la mancanza di controlli solidi e per i risultati ambigui dovuti all’inaffidabilità delle sedute spiritiche. Test ripetuti, che hanno creato personaggi fittizi chiamati “Lilith” e “Humphrey”, hanno dato risultati simili in circostanze analoghe ma sono sempre stati giudicati inconcludenti, portando a ritenere i fenomi avvertiti dai partecipanti come semplici effetti di isteria collettiva. Ad ogni modo, l’esperimento è stato fonte di ispirazione per The Apparition.

Il trailer di The Apparition e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. The Apparition è infatti disponibile nel catalogo di Prime Video e Apple TV. Per vederlo, basterà noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 5 aprile alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

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