Fate: The Winx Saga 2, recensione della seconda stagione della serie Netflix

La serie, nata dal cartone animato Winx Club, è ideata da Brian Young, famoso sceneggiatore di The Vampire Diaries

Fate: The Winx Saga 2

Fate: The Winx Saga 2 è sbarcato sulla piattaforma il 16 settembre. Quando la serie d’animazione The Winx Club ideata da Iginio Straffi andò in onda su Rai 2 nel lontano 2004, le sue sorti – come tutti i prodotti d’altronde – erano nelle mani della curiosità dei bambini, nella speranza che l’interesse verso il mondo di Alfea durasse il più a lungo possibile per far progredire le storie delle fate di Magix. A distanza di moltissimi anni, e dopo anni di progettazione, quella serie diventata famosa nel tempo si è trasformata in un prodotto Netflix con attori e attrici in carne e ossa: Fate: The Winx Saga.

 

L’hype costruitosi attorno alla nuova serie tv finanziata da uno dei più grandi colossi di streaming è stato tanto, come tanto è stato il successo, motivo per cui si è deciso per una seconda stagione, che si è subito piazzata al primo posto nella Top 10 dei prodotti più visti su Netflix Italia.

Fate: The Winx Saga, la trama

I Bruciati sono stati sconfitti, la Direttrice Dowling è stata uccisa da Rosalind (Miranda Richardson) che nel frattempo ha preso il suo posto, Silva è stato accusato della morte di Andreas. È da qui che riparte la storia. Silva è stato arrestato, la condanna per i suoi atti è l’esilio. Bloom (Abigail Cowen), Stella (Hannah van der Westhuysen), Aisha (Precious Mustapha), Terra (Eliot Salt), Musa (Elisha Applebaum) e la nuova arrivata Flora (Paulina Chàvez) cercano di escogitare un piano per liberarlo, mentre alberga nelle Winx il dubbio su Rosalind, della quale nessuna si fida.

Nel frattempo Alfea deve fare i conti con un altro problema: alcune creature magiche, chiamate gli scraper, assorbono il potere delle fate per metterle fuori gioco. Il compito delle Winx è duplice: capire cosa sta succedendo ad Alfea e smascherare Rosalind, unica responsabile della morte di Farah Dowling.

Un teen-drama con sprazzi horror

Seppur Fate: The Winx Saga 2 sia pensato per un pubblico molto giovane, ci sono una serie di elementi di disturbo che spezzano un po’ l’atmosfera magica. La presenza costante dei dilemmi adolescenziali, delle droghe, delle orge e delle tematiche gay costanti, rompono l’incantesimo del mondo fatato; se non fosse per l’ambientazione, non si capirebbe la differenza fra Oltre Mondo e Terra.

Lo stampo è quello di un teen-drama e per quanto ci si sforzi ad imbrattarlo di scene horror e quasi macabre, non si riesce realmente a farne un prodotto di quella portata, nonostante sia stata quella  – presumibilmente –  l’idea in fase di lavorazione, la caratteristica principale che volevano dare allo sceneggiato.

Inizialmente, poi, si fatica ad entrare realmente nella storia a causa di un ritmo un po’ lento, che inciampa costantemente nei primi episodi, seppur si riprenda verso la parte centrale dove il registro inizia a cambiare, assumendo aspetti (fortunatamente) più cupi fino allo spiazzante cliffhanger finale.

Stella, il personaggio con l’upgrade migliore

Il leitmotiv sottinteso che struttura la storia è la ricerca, più che della Dowling, della vera Bloom, che deve ancora capire chi sia e da dove provenga. Nonostante Abigail Cowen sembri nata per interpretarne il ruolo, quello che appare agli occhi di chi fruisce è una Bella Swan versione fata. Il personaggio sembra non ingranare come dovrebbe, è lento nel percorso e il climax che caratterizza l’ultimo episodio non contribuisce a renderlo un personaggio più ritmico e dinamico. La verità, però, è che probabilmente piace così com’è. Oppure si è voluto fare di Bloom una versione più “pacata”.

Forse è per questo che l’attenzione si sposta su Stella, un personaggio che beat dopo beat si struttura da solo, si forma da sé. È lei la vera protagonista di questa stagione, con un upgrade più rilevante rispetto al suo gruppo di amiche. Stella diventa donna, inciampa, si rialza e combatte. Si scontra persino con la sua famiglia, lotta affinché le sue amiche siano in salvo. Il processo evolutivo di Stella è quello tipico dell’adolescente che si interfaccia con il mondo degli adulti e da lì impara a diventarne parte integrante. Il mondo delle responsabilità la avvolge e lei gioca bene le sue carte dentro di esso, rendendola completa.

Tutto sommato però Fate: The Winx Saga 2 – o meglio il CGI – ci regala quello che tutti aspettavamo: la trasformazione delle Winx, che forse si potrebbe dire essere il punto focale di tutta la serie.

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RASSEGNA PANORAMICA
Valeria Maiolino
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Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della critica cinematografica collaborando per il webzine DassCinemag, dopo aver seguito un laboratorio inerente. Successivamente comincia a collaborare con Edipress Srl, occupandosi della stesura di articoli e news per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda poi su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro con la Casa Editrice Albatros Il Filo intitolato “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”. Il cinema è la sua unica via di fuga quando ha bisogno di evadere dalla realtà. Scriverne è una terapia, oltre che un’immensa passione. Se potesse essere un film? Direbbe Sin City di Frank Miller e Robert Rodriguez.
fate-the-winx-saga-2-netflixFate: The Winx Saga 2 mantiene l'impronta del teen-drama, seppur tenti di farlo sfociare in un genere horror. La qualità del prodotto resta valida, andrebbe però rivista in termini di ritmo e sviluppo dei personaggi, lasciati alcuni al caso.