Il Serpente dell’Essex: recensione della serie Apple TV+

Disponibile dal 13 maggio su Apple Tv +, la serie vede protagonisti Claire Danes e Tom Hiddlesotn.

Il Serpente dell'Essex recensione

È un progetto ambizioso quello sviluppato da Apple TV+ nella trasposizione del romanzo scritto da Sarah Perry. Diviso in sei episodi, Il Serpente dell’Essex tenta infatti un coraggioso gioco di specchi tra passato e presente, tra approccio classico e discorso sotterraneo del tutto contemporaneo.

 

Il Serpente dell’Essex, la trama

Partiamo però dalla trama: ambientata nel 1893 in piena epoca vittoriana, la storia vede Cora Seaborne (Claire Danes) decidere di trasferirsi nelle pianure paludose dell’Essex dopo essere rimasta vedova. Il suo intento è quello di scoprire la verità sulla spaventosa creatura che si aggira in quei luoghi, apparentemente mietendo vittime e terrorizzando la popolazione di pescatori e contadini. Accanto a lei si schiera il reverendo William Ransome (Tom Hiddleston) con tutta la sua famiglia, il quale però pare in realtà convinto che non si tratti di una creatura preistorica. Insieme i due dovranno sfidare le convenzioni e la mentalità di una comunità chiusa in se stessa, devota nel proteggere le proprie tradizioni quanto i segreti più reconditi.

Un esperimento estetico e narrativo

Come già accennato, il pilot di Il Serpente dell’Essex è un esperimento narrativo ed estetico piuttosto interessante: se la messa in scena organizzata dalla regista Clio Barnard si conforma con efficacia alla riproposizione accurata dell’epoca vittoriana, il discorso che riguarda la protagonista e la sua volontà di emancipazione rispetto a una società che la vuole soggetta alle leggi degli uomini ha un sapore e uno sviluppo che facilmente possono essere visti come metafora di un discorso contemporaneo. Il problema principale dell’episodio sta nel fatto che queste due “anime” dello show non sembrano fondersi con coerenza, costringendo la sceneggiatura scritta da Anna Symon a scelte fin troppo precise: l’episodio infatti procede con un ritmo molto spedito, a cui probabilmente non siamo abituati quando si tratta di show ambientati nel passato.

La presentazione di personaggi, ruoli, relazioni e situazioni sembra appartenere a un altro tipo di narrazione o se vogliamo di genere, e questo rende Il Serpente dell’Essex un ibrido non facilissimo da comprendere, almeno all’inizio. Il secondo episodio si stabilizza su canoni maggiormente collaudati, proponendo una narrazione che non accelera inutilmente il racconto e concede allo spettatore di conoscere in profondità il personaggio di Cora. Un netto punto a favore di Il Serpente dell’Essex è senza dubbio l’uso dei malinconici scenari naturali per costruire un’atmosfera particolare, la quale possiede sia una certa originalità che indubbia forza espressiva. In questo modo la vicenda si dipana all’interno di un’ambientazione tanto desolata quanto affascinante da vedere, capace di restituire allo spettatore il senso di privazione in cui vivono gli abitanti dei villaggi circostanti.

Il serpente dell'EssexTom Hiddleston e Claire Danes sono il cuore della serie

Emancipazione contro oppressione sociale, ricerca di spiegazioni scientifiche contro tradizione e convinzioni religiose: la miniserie prodotta da Apple Tv+ mette molta carne al fuoco e tenta di farlo con un approccio lievemente diverso, sfruttando in particolar modo i due protagonisti. Sia Tom Hiddleston che, forse anche di più, Claire Danes danno un’impronta esplicitamente contemporanea ai rispettivi personaggi, adoperando un linguaggio del corpo e un modo di parlare che si allontana dalla compostezza stilizzata dei classici prodotti in costume.

In alcune scene l’attrice riesce a restituire allo spettatore la drammatica vita interiore di un’eroina pronta a sfidare le convenzioni. Una prova che tenta di trattenere le emozioni e che possiede più di un tratto in comune con quella offerta nella serie di maggior successo interpretata dalla Danes, ovvero Homeland.

Hiddleston sembra avere qualche difficoltà in più a rendere il suo pastore sempre credibile, ma la sua presenza scenica è indubitabile, soprattutto quando lavora in sottrazione. Sono loro il cuore di Il Serpente dell’Essex, serie che sceglie (finalmente?) una strada diversa dalla consuetudine degli show in costume e, pur non centrando sempre il proprio obiettivo con coerenza, propone uno spettacolo intrigante e non ovvio.

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