Arthur e la guerra dei due mondi: recensione del film

Arthur e la guerra dei due mondi

Con Arthur e la guerra dei due mondi siamo giunti all’ultimo capitolo della saga dedicata ai Minimei ideata dal visionario Luc Besson. Maltazard è cresciuto fino a raggiungere proporzioni umane e sta progettando di invadere il mondo al di sopra del suolo, mentre Arthur (Freddie Highmore) è ancora rinchiuso nei 2 millimetri di un Minimeo e, con l’aiuto dei suoi compagni d’avventure Selenia e Betameche, cerca di tornare alle sue dimensioni normali per salvare i nonni (Mia Farrow e Ronald Leroy Crawford) ed i genitori (Penelope Ann Balfour e Robert Stanton) dal giorno del giudizio, ristabilendo l’armonia tra i due mondi.

 

Arthur e la guerra dei due mondi, il film

Questo lavoro si presenta sicuramente più accurato dei due episodi precedenti. Vi sono molte più porzioni live-action come tutte le sequenze in cui Arthur e Selenia affrontano gli ostacoli del mondo umano, facendoci tornare alla mente le stravaganti avventure dell’ormai sedicenne Toy Story. Così come gli sforzi di Maltazard per assumere le sembianze di un mago e farsi strada nella casa di Arthur per recuperare un’indispensabile pozione. Come negli altri film della serie, gli elementi veramente innovativi sono pochi e con frequenza si rifanno ad un immaginario anni ’60. I personaggi sono troppo ansiosi per creare un universo mitico che rimanga impresso nella mente dello spettatore e che consenta allo stesso regista di investire proficuamente su di loro.

A fornire un certo spessore a questi caratteri ci hanno pensato, nella versione inglese, Iggy Pop e Lou Reed, due leggende del rock che hanno dato voce rispettivamente a Darkos e Maltazard. L’omaggio a queste icone è evidente anche nel concerto finale in cui Iggy si esibisce in una nuova ed insolita versione di “Rebel Rebel” di David Bowie. Gli aspetti da sottolineare sono sicuramente le motivazioni che hanno spinto Luc Besson alla realizzazione di questa “sconclusionata” serie.

“È il mio modo per farmi ascoltare dai miei figli e dagli altri bambini del mondo. Se Luc Besson dice di non inquinare nessuno lo ascolta. Se lo dice Arthur è tutto diverso: posso spiegare ai miei ragazzi che se vedono un ragno non devono ucciderlo, ma offrirgli un lecca-lecca. Posso aiutarli ad amare la natura e gli altri, anche se non sono uguali a loro”. La voglia di evadere dagli schemi del regista francese per spiegare tematiche importanti è da premiare insieme alla costante voglia di sperimentare che lo accompagna, dimostrandosi così incurante dei rischi a cui potrebbe andare incontro. Nelle sale dal 23 Dicembre 2011, Arthur e la guerra dei due mondi ci accompagnerà con piacere alla risoluzione di una storia che già in precedenza ha affascinato grandi e bambini.

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