Emma e il giaguaro nero, recensione del film di Gilles de Maistre

Il regista torna sulle tematiche ambientaliste e animaliste, ponendo l'accento questa volta sul traffico della fauna selvatica

Considerata il polmone verde della Terra, l’Amazzonia negli ultimi anni è stata vittima non solo del disboscamento, ma anche del traffico illegale di fauna selvatica, e solo recentemente ha iniziato a gravare su di lei la minaccia della siccità, che rischia di farla diventare una savana. Da sempre la salvaguardia dell’ambiente e delle specie protette che popolano queste aree del pianeta sono al centro di numerose campagne di protesta organizzate da attivisti in tutto il mondo. Non è un’impresa facile, ecco perché spesso si ricorre a più strumenti di comunicazione. Ed è così che Gilles de Maistre, documentarista e giornalista francese già noto per opere quali Mia e il leone bianco, torna dietro la macchina da presa per un nuovo film, Emma e il giaguaro nero, con l’intenzione di seguire sullo schermo un’altra storia di amicizia (e amore) fra una bambina e un animale selvaggio, inseriti in un contesto a rischio come quello della foresta pluviale brasiliana, muovendo così una protesta sociale. Nel cast troviamo Paul Green nel ruolo del padre di Emma, quest’ultima interpretata da Airam Camacho e Lumi Pollack rispettivamente da bambina e da adolescente. Emma e il giaguaro nero è nelle sale italiane dal 22 febbraio distribuito da 01 Distribution.

 

Emma e il giaguaro nero, la trama

Una delle cose più belle che la vita possa regalare, al di là dei rapporti umani, è un forte legame con gli animali. Lo sa bene Emma, cresciuta nella foresta amazzonica con genitori animalisti, che ogni giorno si mobilitano per fermare i bracconieri. È lì che la piccola, per pura fortuna del destino, fa un incontro speciale con un piccolo giaguaro nero, al quale si affeziona dando il nome di Hope. Il tempo passa, Emma e Hope crescono insieme, finché uno spiacevole evento costringe la bambina a tornare a New York, dove inizia una nuova vita pur ancora avendo dentro di sé il desiderio di tornare in quella che lei definisce la sua vera casa. L’occasione si presenterà quando scoprirà che il suo villaggio d’infanzia è minacciato dai trafficanti di animali, decidendo così di tornare in Amazzonia dalla sua Hope per poterla salvare e portarla in un’area protetta, mentre nel frattempo proverà anche a fermare coloro che vogliono distruggere la foresta pluviale.

Emma e il giaguaro nero film 2024

Nel cuore dell’Amazzonia, per la tutela degli animali

Già dal suo Mia e il leone bianco, pellicola dell’autore più conosciuta, Gilles de Maistre si è incasellato in quella cerchia di registi che si battono ogni giorno, insieme ad ambientalisti e animalisti, per sensibilizzare riguardo la tutela degli animali e dell’ambiente, con un occhio di riguardo sul problema dell’estinzione dei primi. Se nel primo portava avanti una denuncia su ciò che di orribile si può celare dietro l’allevamento di leoni, in Emma e il giaguaro nero l’attenzione si sposta sul commercio illecito di specie protette, a cui si lega a doppio giro l’abuso edilizio. Nel far comprende tematiche così complesse ai più piccoli (ricordiamo che è un racconto per famiglie) il film mette al centro un’eroina coraggiosa che, nel salvare la sua amica d’infanzia Hope, insegna agli adulti il rispetto verso il pianeta in cui vivono. Un’epica avventura che va a dimostrare quanto si possa imparare dalla purezza di cuore dei bambini, non contaminati dall’avidità che ad oggi corrode il tessuto umano e capitalista.

E se già la bellezza del messaggio basta per rendere Emma e il giaguaro nero una pellicola riuscita, lo è ancor di più sapere che, come nel caso di Mia e il leone bianco, anche qui si è ricorso a un vero legame sviluppatosi gradualmente fra due giaguari in carne e ossa e le attrici. Quello che fa vedere il regista è quanto più reale, tanto che il trasporto affettivo messo in scena nelle sequenze fra Lumi Pollack e il felino ci investe totalmente, perché autentico e non intaccato dall’uso posticcio della CGI, la quale spesso e volentieri rovina la portata emotiva delle scene. L’unica scelta meno condivisa, al netto di quanto scritto, è l’aver dato alla prima parte molto più spazio di racconto, sacrificando un po’ il finale, più affrettato e in evidente ansia di chiusura. Emma e il giaguaro nero resta comunque un film per famiglie ben confezionato, che pur avendo alcuni personaggi stereotipati e dei risvolti prevedibili che fondano il genere, riesce a gestirli al meglio regalando al contempo sia una riflessione sulle tematiche ambientaliste che del puro e sano intrattenimento.

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Valeria Maiolino
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Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della critica cinematografica collaborando per il webzine DassCinemag, dopo aver seguito un laboratorio inerente. Successivamente comincia a collaborare con Edipress Srl, occupandosi della stesura di articoli e news per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda poi su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro con la Casa Editrice Albatros Il Filo intitolato “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”. Il cinema è la sua unica via di fuga quando ha bisogno di evadere dalla realtà. Scriverne è una terapia, oltre che un’immensa passione. Se potesse essere un film? Direbbe Sin City di Frank Miller e Robert Rodriguez.
emma-e-il-giaguaro-neroEmma e il giaguaro nero è un film per famiglie ben confezionato, che pur avendo alcuni personaggi stereotipati e dei risvolti prevedibili che fondano il genere, riesce a gestirli al meglio regalando al contempo sia una riflessione sulle tematiche ambientaliste che del puro e sano intrattenimento. L'elemento migliore è il vero rapporto creatosi fra le attrici che interpretando la protagonista e i due giaguari in carne e ossa usati per girare le scene fra Emma e Hope.