The Balconettes: recensione del film di e con Noémie Merlant #RoFF19

Dopo l’anteprima alla Festa del cinema di Roma, il film arriverà prossimamente in sala distribuito da Officine UBU.

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The Balconettes di Noémie Merlant non è solo un film, è un affascinante viaggio attraverso un racconto femminista stratificato e punk, che sa essere tanto divertente quanto provocatorio. Presentato a Cannes 77 con il titolo originale Les Femmes au Balcon, questo film esplora la vita di tre donne – Nicole, Ruby ed Elisa – legate da una profonda amicizia e da un’intensa ribellione contro i dogmi della società patriarcale, il tutto ambientato in un appartamento e un balcone condiviso nel caldo di Marsiglia.

 

La dichiarazione di intenti di The Balconettes

Fin dall’inizio, Merlant ci introduce in un’atmosfera sospesa e surreale, grazie a un piano sequenza che spazia tra due palazzi. La macchina da presa sembra fluttuare, stabilendo una distanza tra il pubblico e la storia, come se fossimo anche noi osservatori dietro una finestra, abbracciando così il più classico dei contesti voyeuristi e impiantandoci sopra il suo racconto. In questo primo momento vediamo una donna, riversa a terra e coperta di lividi, incalzata da un marito che la accusa di essere “esageratamente drammatica.” La scena, che mescola dramma e sarcasmo, offre una chiave di lettura per comprendere la portata del film: un’opera che sfida le convenzioni, trascendendo i generi e mescolando commedia, thriller, e un femminismo mai didascalico. Questa scena fondamentale, un cortometraggio dentro al film: una specie di riassunto di quello che la storia vuole significare e di quello che racconterà.

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Le protagoniste di The Balconettes

THE BALCONETTES
Noémie Merlant, Souheila Yacou e Sanda Codreanu in The Balconettes – Cortesia di NORD-OUEST FILMS

Al centro della storia ci sono Nicole (Sanda Codreanu), Ruby (Souheila Yacoub) ed Elisa (Noémie Merlant). Ognuna di queste donne ha una storia unica: Nicole è una scrittrice che prova a tratte ispirazione dalla vita delle sue amiche, sempre più divertente e sfrenata della sua; Ruby è una cam girl fiera della propria sessualità, esibizionista almeno quanto Nicole è pudica; Elise invece è un’attrice che cerca di sfuggire da un innamorato opprimente, sembra svampita, ma trova il suo ancoraggio alla realtà grazie alle sue coinquiline. Insieme, condividono momenti di complicità e confidenze, esplorando una libertà autentica e quasi sfacciata, che include un’esposizione del corpo sincera, svincolata da giudizi.

Merlant dimostra una grande padronanza del mezzo cinematografico, mostrando una disinvoltura sorprendente per una regista al suo secondo lungometraggio. La narrazione sembra muoversi disordinata, riflettendo però un caos ben calibrato che rispecchia la vitalità e la libertà delle tre protagoniste. E infatti nulla è lasciato al caso: la scrittura coadiuvata da Céline Sciamma e il montaggio di Julien Lacheray conferiscono alla trama una coerenza interna che esplode solo alla fine, lasciando lo spettatore in una sorta di estasi visiva e narrativa.

Una delle grandi trovate di The Balconettes è il modo in cui affronta la questione della mascolinità tossica senza mai scivolare nella retorica. L’aitante vicino di casa (interpretato da Lucas Bravo), ad esempio, inizialmente oggetto dei sogni di Nicole, si rivela poi un predatore mascherato da principe azzurro. La svolta narrativa è feroce e geniale: un incontro apparentemente innocente si trasforma in una lotta disperata, e le tre protagoniste devono difendersi dalla violenza inaspettata, optando per un’autodifesa radicale e liberatoria. La loro “vendetta” non è solo una reazione istintiva, ma anche un simbolo di una ribellione.

La mescolanza di generi

The Balconettes
Noémie Merlant, Souheila Yacou e Sanda Codreanu in The Balconettes – Cortesia di NORD-OUEST FILMS

La commistione di generi è una caratteristica distintiva di questo film: da commedia grottesca e horror leggero si passa a un thriller crudo e spietato, fino a un gore che strizza l’occhio a Tarantino, pur rimanendo sempre vitale e libero, come il primo cinema di Almodovar. Merlant evira il corpo maschio della storia per affermare la femminilità come unica forza vitale, e nonostante questo è sempre ironica e leggera, non perde mai di vista il fuoco del suo racconto. Questo rende The Balconettes un’esperienza visivamente affascinante e emotivamente coinvolgente. La violenza viene messa in scena in modo iperbolico, ma il vero nucleo del film è la ferita invisibile che la violenza infligge all’animo femminile.

La fiera esposizione del corpo femminile

Merlant si dimostra non solo una regista di talento, ma una narratrice coraggiosa, pronta a infrangere le convenzioni e a esplorare i confini della rappresentazione cinematografica del femminile. In questo film, i corpi delle protagoniste non sono mai oggetto di sguardi esterni/giudicanti; sono corpi che si espongono con fierezza, rivendicando il diritto di esistere senza compromessi. The Balconettes non è solo un film che parla di emancipazione femminile: è un atto di insurrezione, un’opera che si rivolge allo spettatore con uno spirito di sorellanza feroce e libera.

The Balconettes
3.5

Sommario

The Balconettes è un’opera audace e complessa, capace di trasformare una semplice premessa convenzionale per una storia in un manifesto di rivolta contro la violenza patriarcale.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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