Via Castellana Bandiera: recensione del film di Emma Dante

Presentato in concorso alla 70esima edizione del Festival di Venezia, Via Castellana Bandiera è il film che non ti aspetti, una preziosa fotografia del quotidiano, un ritratto veritiero e affascinante di un mondo che sembra non esserci più.

Via Castellana Bandiera

E’ una delle figure più note del nostro teatro e passando al cinema Emma Dante ha scavalcato la staccionata che la teneva relegata nelle tre pareti del palcoscenico. Via Castellana Bandiera, opera prima dell’attrice che dirige ed interpreta il film, offre una fotografia colorita e caratteristica di uno spaccato di vita italiana, quella vita che sembra sepolta sotto la polvere delle stradine di paese e che invece pullula di animosità e di fervente voglia di vivere.

 

Una famiglia palermitana è di ritorno dalla spiaggia, al volante c’è nonna Samira (Elena Cotta). Rosa (Emma Dante), palermitana di nascita è scappata dal suo paese, torna per accompagnare la compagna Clara (Alba Rohrwacher) ad un matrimonio. Le due automobili che trasportano un retaggio così diverso eppure accomunato dalle stesse radici isolane si trovano faccia a faccia in una stretta via, Via Castellana Bandiera appunto, e nessuna delle due donne al volante, Rosa da un lato e nonna Samira dall’altro, vuole cedere il passo. Da questo incrocio fortuito nasce una querelle che ci offre la possibilità di dare uno sguardo da vicino ad un mondo che sembrava essere sparito.

Via Castellana Bandiera, tra semplicità e grandi protagoniste

Via Castellana Bandiera è un film semplice, fatto da grandi protagoniste e straordinari comprimari, che permettono alla storia di strizzare l’occhio a quel neorealismo degli anni ’50 che ormai non c’è più. Una storia banale raccontata con un occhio che appare tutt’altro inesperto del racconto cinematografico e che pur non rientrando in quella perfezione tecnica che i puristi della macchina da presa apprezzano, riesce a puntare il suo sguardo esattamente dove deve essere, funzionando in ogni suo meccanismo.

Alba Rohrwacher non sembra (stranamente) a suo agio, mentre le due protagoniste ingaggiano un duello eccezionale di bravura, riproponendo campi e controcampi strettissimi di sguardi carichi di astio, testardaggine e una immotivata ostilità che però costituisce tutto il senso del film. Elena Cotta, ad 82 anni al suo migliore ruolo cinematografico dopo una vita di teatro, si trova davanti una sfida che ogni attore di qualità vorrebbe affrontare, ovvero portare avanti un film recitando solo con lo sguardo (a lei solo tre parole in tutto il film). La Cotta è emozionante ed inquietante allo stesso tempo, assurgendo a vera protagonista del film, conservando un alone di mistero, proprio delle cose (e delle persone) antiche.

Presentato in concorso alla 70esima edizione del Festival di Venezia, Via Castellana Bandiera è il film che non ti aspetti, una preziosa fotografia del quotidiano, un ritratto veritiero e affascinante di un mondo che sembra non esserci più.

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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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