Arrivati a metà stagione, i fan di The Walking Dead sanno che qualcosa di terribile prima o poi accadrà. Lo hanno imparato nel corso dei cicli precedenti è proprio il midseason finale della quinta stagione è stato, per motivi diversi, uno dei più scioccanti e criticati dell’intera storia della serie AMC.
Giunti all’episodio di The Walking Dead 6×08, anche quest’anno, siamo messi di fronte a una nuova situazione estrema, l’ennesima per i nostri protagonisti. L’episodio precedente ci aveva lasciati con due espressioni contrastanti, la prima era quella di grande gioia di Maggie (Lauren Cohan) che capisce che Glenn (Steve Yeun) è ancora vivo, la seconda era quella di Rick (Andrew Lincoln), terrorizzata dal campanile che crollava sulla recinzione. L’episodio mostra quindi le conseguenze dell’inevitabile invasione zombie di Alexandria. I nostri dovranno far fronte alle loro difficoltà, dovranno ancora una volta barcamenarsi tra ciò che viene dall’esterno, gli zombie, è quello che viene dall’interno, le loro paure, le loro scelte, il loro essere all’altezza o meno della situazione. Registicamente impeccabile, a opera di Michael E. Satrazemis, l’episodio si concentra sui diversi gruppi che si formano dopo la fuga rocambolesca esattamente successiva al crollo del muro di cinta. Raccordi sul movimento e dissolvenze tematiche regalano alla puntata un tocco di classe che negli altri episodi sembrava mancare, ma soprattutto una struttura a circolare incornicia un perfetto finale di metà stagione che lascia i nostri in una situazione terribilmente precaria.
La metafora iniziale preannuncia quello che accadrà a fine puntata, i nostri saranno coinvolti in uno scontro delicatissimo e, come sempre accade nella serie, chi non è all’altezza del mondo post-apocalittico, chi non è allenato alla sua mostruosità, metterà tutti in pericolo. Nel complesso l’episodio è interessante per l’umanità che mette in mostra facendoci finalmente realizzare quanto Rick Grimes sia stato addomesticato durante il suo periodo ad Alexandria. Appena otto episodi sembrano aver riportato a galla il poliziotto, l’agente giusto e coraggioso che salva le persone, mettendo da parte, almeno per ora, la bestia che abbiamo visto scatenarsi nelle stagioni precedenti.
Anche per questo episodio, come ogni midseason che si rispetti, non manca la dipartita importante, che in questo caso non coglie troppo di sorpresa e non traumatizza lo spettatore. Mantenendo costanti gli standard di messa in scena, scrittura e interpretazione, The Walking Dead si conferma una serie solida, capace di reinventarsi e di coinvolgere lo spettatore e, ancora una volta, di lasciarlo con il fiato sospeso… fino al 14 febbraio 2016.