Lean On Pete: recensione del film di Andrew Haigh #Venezia74

Lean On Pete - Andrew Haigh

La vicinanza della famiglia e delle persone care è quello che ci permette di andare avanti e sopportare tutte le ingiustizie e le difficoltà della vita. Ma poter contare sull’appoggio degli altri è un lusso che alcuni non possono permettersi, ragazzi come Charlie, il piccolo grande protagonista di Lean On Pete, ultima fatica cinematografica di Andrew Haigh.

 

Tratto dal romanzo di Willy Vlautin dal titolo La ballata di Charley Thompson, il film racconta la storia di Charlie, un ragazzino di appena quindici anni che, dopo essere stato abbandonato dalla madre, ora vive con il padre, Ray, un don giovanni e fannullone seppur molto affettuoso nei confronti del figlio. Con entrambe le figure genitoriali quasi totalmente assenti, Charlie impara presto a cavarsela da solo e a sopravvivere lavorando per i poche decine di dollari. Ma tutto nella sua vita grazie all’incontro con un allenatore di cavalli da corsa senza scrupoli e il suo primo e unico amico, un puledro zoppo di nome Lean On Pete.

Lean On Pete - Andrew Haigh

Dopo aver stregato nel 2011 il pubblico del Festival di Roma con il suo delicatissimo Weekend e più di recente quello del Sundance con 45 Years, il regista britannico porta nuovamente sul grande schermo un dramma familiare. Attraverso la straordinaria amicizia tra un cavallo e un ragazzino, il film ci accompagna per mano in un viaggio di crescita e formazione che pochi saranno in grado di dimenticare.

Lean On Pete – la recensione

Trasferitosi nei sobborghi di Portland con il padre, Charlie (Charlie Plummer) inizia a muovere i primi passi nella sua nuova vita. Dopo aver lasciato i suoi vecchi amici, la sua scuola e la squadra di football, il quindicenne è in attesa di riempire quel vuoto che sente correndo per le strade di quella città ancora sconosciuta. Con il padre troppo impegnato a sedurre le donne che a prendersi cura di lui, Charlie trova rifugio in un nuovo e sconosciuto lavoro; l’incontro casuale con Del Montgomery (Steve Buscemi) lo trascina nel mondo sporco e corrotto delle corse equine. E’ così che Charlie incontra il giovane e non troppo promettente Lean On Pete, un cavallo con un difetto ad una zampa che, in breve tempo, diventerà il suo migliore amico.

Lean On Pete - Andrew Haigh

Ancora una volta Andrew Haigh dà sfoggio della sua incredibile sensibilità servendoci un road trip, quasi un film di formazione, dallo stile molto pulito ed essenziale ma che colpisce lo spettatore come un fiume in piena. Grazie infatti all’interpretazione di Charlie Plummer, un ragazzino dotato di un talento quasi imbarazzante per la recitazione, e alla storia così intima e coinvolgente, non c’è bisogno di nessun inutile abbellimento. Così come nel romanzo anche la versione cinematografica di Charlie, stanco di subire le angherie del destino, si rifiuta di lasciar andare il suo prezioso amico a quattro zampe e si mette in marcia da solo, come un moderno Huckleberry Finn alla volta di quello che spera possa essere un futuro migliore. Durante questo suo viaggio attraverso l’America più selvaggia e inospitale, il dolce Pete diventa il confidente del nostro protagonista che, pur essendo un ragazzino dall’aspetto stoico e incapace di lasciarsi andare a inutili sentimentalismi, riesce a liberarsi di alcuni dei suoi demoni grazie all’affetto silenzioso del suo gigante quadrupede.

Lean On Pete - Andrew Haigh

Ma se a incantare è la bravura di Haigh nel trattare i sentimenti e le relazioni umane, il suo Lean On Pete presenta non pochi difetti soprattutto al livello narrativo. Dopo una lunga introduzione che termina con la partenza di Charlie, la storia, fino a quel momento molto scorrevole, subisce una repentina trasformazione. Il ritmo sostenuto della prima parte del film rallenta e anche gli intrecci narrativi sembrano gestiti dal regista in maniera assai superficiale; il protagonista durante il suo folle viaggio si trova a dover affrontare molte situazioni differenti e potenzialmente problematiche che si risolvono sempre in modo fortuito e approssimativo con Charlie che scappa e passa alla prossima avventura. Nonostante quindi non si possa definire uno dei migliori lavori del regista inglese, grazie alla sua incredibile delicatezza, Lean On Pete riuscirà a conquistare anche il più duro degli spettatori che finirà per sciogliersi in una valle di lacrime.

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