C’è confusione nella mente di Ryan Murphy. E c’è molta confusione nell’Asylum di American Horror Story che, a un solo episodio dal finale, non decolla e non prende alcuna direzione. Il climax narrativo della stagione è già stato raggiunto nell’episodio 10 e gli episodi successivi sono riusciti a mantenere alta l’attenzione sebbene siano stati un reiterare situazioni già note. Con il dodicesimo episodio non si sapeva bene cosa aspettarsi visto e considerato che gli storyline principali erano già stati chiusi ma sicuramente ci si aspettava un balzo in avanti, qualche dettaglio in più e l’apertura al colpo di scena finale che, viste le premesse, rischia di essere abbastanza scontato.
Continuum si divide in tre blocchi lenti e distinti. Nel primo troviamo la strana convivenza a tre tra Kit e le due neo mamme rapite dagli alieni, Alma e Grace. Le due donne reagiscono in maniera opposta al rapimento: tanto Alme cerca di dimenticare e mandare avanti la sua nuova vita quanto Grace si aggrappa a qualsiasi tipo di ricordo pur di capire il più possibile e fissa tutto su carta con inquietati disegni di certo non adatti a dei bambini. Le due si troveranno a scontrarsi sempre più ferocemente sulla questione aliena e su come educare i propri figli (se dire o meno loro da dove provengono in realtà) fino a sfociare in un gesto insensato (tanto per loro quanto per gli spettatori) da parte di Grace che brandirà un’ascia e ammazzerà definitivamente Alma. Sconvolto, Kit denuncerà la vicenda facendo rinchiudere Grace nel Briarcliff ancora una volta.
Briarcliff in cui è ambientato il secondo blocco e che nel mentre è diventato a conduzione statale, visto che il Monsignore è diventato cardinale ed ha lasciato la gestione del manicomio in mano allo Stato che lo ha trasformato in un ricettacolo di pericolosi individui. Pericolosi individui che vedono rinfoltire le proprie schiere con nientepopodimeno che l’angelo della morte nella sua manifestazione umana. Manifestazione che la povera Judy non riesce a capire, scambiando la donna per l’oscura signora, inimicandosela e mettendosi nei guai.
L’ultimo blocco è ambientato in un 1969 in cui Lana che si è ripresa in pieno dalle vicende del Briarcliff ed è sulla cresta dell’onda dopo aver finalmente scritto il libro sulla sua esperienza nel manicomio. Il successo si sa, logora chi lo raggiunge e durante una presentazione la donna incontra Kit che la metterà di fronte alle false verità che ha scritto nel suo libro di memorie. Che si sia aperta una breccia nella novella scrittrice che non pensa ad altro che a scrivere il suo prossimo libro, sul Santa Claus omicida del Briarcliff? Lo scopriremo nella prossima e ultima puntata.
Nel mentre, nel presente, Bloody face, figlio di Lana e del fu Bloody face, è a un passo dall’ottenere la sua vendetta: rintracciare la madre che lo ha abbandonato e, finalmente, ucciderla.
Il penultimo episodio di American Horror Story: Asylum rappresenta la summa di una stagione che è andata avanti a tentoni, scegliendo di inserire troppi storyline troppo slegati tra loro e risolti in pochissimo tempo. Se un quantitativo inverosimile di scene disturbanti e sesso occasionale hanno colpito nel segno, a livello di ascolti, la stagione di certo verrà ricordate per le lacune narrative e per i punti di distanza (in negativo) con la prima stagione che apportava qualcosa di davvero nuovo nel panorama televisivo americano. Gli ultimi, prevedibili colpi di scena purtroppo non lasciano sperare niente di buono per il season finale, programmato per la prossima settimana.
