Arriva nelle sale italiane il 29 settembre il film campione d’incassi in Argentina, Sin Hijos, che arriva da noi con il titolo Se permetti non parlarmi di bambini.
Si tratta di una leggera commedia
sudamericana che narra la storia d’amore tra
Gabriel e Vicky, una coppia che
si rincontra dopo tanti anni e decide di passare la vita insieme.
L’intesa pare idilliaca, non fosse per un piccolo particolare:
Vicky ha una profonda antipatia, quasi una fobia,
verso i bambini. Gabriel, dal suo canto, adora sua
figlia Sofia – avuta dal precedente matrimonio –
ma tenterà di fare ogni cosa per nascondere all’amata la propria
bambina.
In un crescendo di equivoci, siamo certi di non fare alcun torto allo spettatore nel confermare l’happy ending finale.
Se permetti non parlarmi di bambini è infatti una pellicola estremamente scontata. La sceneggiatura è semplice e lineare, mentre la caratterizzazione dei personaggi a dir poco stereotipata. Il papà dolce e remissivo; la figlioletta di nove anni più sveglia e intelligente del genitore; l’ex moglie virago e superficiale; la nuova fiamma sexy e sbarazzina.
Non c’è originalità neppure nei rari momenti di imbarazzo, pudichi e perbenisti, che dovrebbero scuotere una storia dal piattume imperante.
Se permetti non parlarmi di bambini – il trailer italiano ufficiale
Complice il pessimo doppiaggio italiano, che rende – se possibile – ancora più antipatici i protagonisti, più che ad un film si ha l’impressione di stare dinnanzi ad una serie tv per famiglie. Saltano subito all’occhio le similitudini con sceneggiati come Un medico in famiglia (non a caso derivante da un format spagnolo), il cui buonismo piuttosto stucchevole emerge anche in questa pellicola destinata tuttavia al grande schermo. Si veda in particolare la scena del saggio di scuola, dove padre e figlia si esibiscono in un duetto lezioso e non necessario.
Se l’intento era anche
quello di rimandare la memoria dello spettatore al film
Little Miss Sunshine – splendida commedia
made in USA – Se permetti non parlarmi di
bambini fallisce miseramente, risultando privo di
idee e di verve comica. Nonostante l’argomento introdotto avesse
delle buone potenzialità (la libertà delle donne di poter scegliere
se avere o no una prole), il tema bambini viene trattato con
superficialità e senza empatia, tralasciando completamente quei
dettami sociologici (e psicologici) che invece si presterebbero ad
ampie trattazioni.
Nonostante ciò, il film – distribuito in Argentina dalla Disney – ha visto nelle sale oltre mezzo milione di spettatori, risultando il terzo miglior incasso del 2015 nel suo paese d’origine.