Interstellar e i buchi neri: Stephen Hawking dà ragione al film

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È possibile uscire dai buchi neri, e non perché lo dice Interstellar, ma perché lo ha detto Stephen Hawking, colui che, si può dire, i buchi neri li ha “scoperti”.

L’astrofisico ha enunciato, durante una lettura al KTH Royal Institute of Technology di Stoccolma, una nuova teoria che in sintesi dichiara che è possibile uscire dai buchi neri, anche se non nella stessa forma di partenza. Ecco le parole di Hawking: “Sostengo che le informazioni non vengono immagazzinate all’interno del buco nero, come si potrebbe lecitamente aspettare, ma nel suo confine, l’Orizzonte degli Eventi. L’idea è che queste traslazioni siano degli ologrammi delle particelle introdotte che perciò contengono tutte le informazioni che altrimenti andrebbero perse. Le informazioni delle particelle introdotte verrebbero restituite, ma in una forma alquanto caotica, inutile. Sono informazioni paradossali, che hanno perso qualsiasi utilità pratica. Il messaggio di questa lettura è che i buchi neri non sono così neri come vengono dipinti. Non sono le prigioni eterne che si pensava fossero fino a un po’ di tempo fa. Le cose possono fuoriuscire da un buco nero, magari anche in un altro universo”.

Certo, il concetto non è semplicissimo da afferrare, ma è divertente rendersi conto che, mentre Hawking continua a progredire nelle sue scoperte e ricerche scientifiche, una tale dichiarazione rende vana e inutile un’intera stagione in cui i fan e i detrattori del film e di Christopher Nolan hanno passato a commentare, anche aspramente, il film.

Fonte: Telegraph

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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