L’anno scorso la notte più scintillante e glam del calendario cinefilo ha visto brillare il talento di Jared Leto come migliore attore non protagonista per la sua interpretazione in Dallas Buyers Club: per quest’anno le scommesse sono già iniziate, ma chi sarà proclamato re per una notte il prossimo 22 Febbraio? Scopriamo la rosa dei cinque candidati:
Robert Duvall ha dimostrato, durante la sua carriera, di essere un uomo di spettacolo a 360° dal talento poliedrico e sfaccettato; dopo ben sei candidature ai Golden Globes e agli Oscar (vinto nel 1984) quest’anno ottiene la sua settima nomination per il film The Judge, diretto da David Dobkin, dove interpreta l’ingombrante padre- giudice di Robert Downey Jr: un ruolo importante per la sua carriera- ultimamente si è dedicato piuttosto all’attività di produttore- che lo riporta ai fasti degli anni d’oro, col ritratto dispotico di un uomo immortalato in un conflitto generazionale- prima ancora che personale.
Forse questo sarà il suo anno- almeno secondo i bookmaker- inteso come il trionfo di una carriera ricca e sfaccettata ma vissuta sempre nei panni del caratterista: stiamo parlando di J.K. Simmons, il favorito in questa corsa alla statuetta, che con la sua performance nel sorprendente film di Terence Fletcher Whiplash, epico e incalzante racconto della formazione di un giovane batterista jazz, ottiene la sua prima nomination ai Golden Globes (dove ha già vinto) e agli Oscar. Qui Simmons interpreta il ruolo dell’autoritario e spietato direttore d’orchestra che prepara il giovane protagonista Andrew ad affrontare la spietata competizione che si annida nel mondo accademico.
Arrivato al successo
internazionale solo negli ultimi anni, Mark
Ruffalo sembra però non sbagliare più un colpo, sancendo
la sua inossidabile ascesa con la seconda candidatura agli Oscar
(dopo quella ottenuta nel 2011) attraverso la sua intensa
performance trasformista e camaleontica in
Foxcatcher, storia (vera) di sangue e
follia ambientata nel mondo olimpionico della lotta libera,
ispirata all’omicidio del campione Dave Schultz (interpretato
proprio da un irriconoscibile Ruffalo) per mano del suo amico/
allenatore Jon Du Pont.
Elegante, carismatico e
camaleontico: tre aggettivi che ben descrivono la personalità e la
presenza scenica di Edward Norton, che dopo gli
ultimi anni- caratterizzati da alterne fortune al botteghino- torna
a splendere (e a fare incetta di nominations, dopo le due già
ottenute nel 1996 e nel 1999) con il film
Birdman, di Alejandro
González Iñárritu: satira sociale sulla celebrità e
sulle sue dirette conseguenze, con protagonista un attore che
interpretava un supereroe adesso alle prese con il “rilancio” del
suo personaggio per uno spettacolo a Broadway. Che a Norton il film
possa portare fortuna, facendogli vincere l’ambita
statuetta?Sembra essere stato
baciato dal successo fin da giovanissimo l’americano Ethan
Hawke, che rinnova la sua duratura collaborazione con il
regista Richard Linklater (dopo ben sette film)
con Boyhood, rivoluzionario film girato
nell’arco di 12 anni, nel quale Hawke ha ricoperto il difficile
ruolo di un padre alle prese con la crescita del figlio:
un’interpretazione intensa, arricchita soprattutto dalla sfida-
almeno, per un attore- di confrontarsi con l’incedere inesorabile
del tempo. Dopo le ben tre nominations agli Oscar quest’anno
aggiunge pure la quarta: Boyhood è, in
fondo, uno dei film favoriti… per cui l’Accademy potrebbe scegliere
di premiare un altro dei membri del suo ricco cast.