Anno: 2003

 

Regia: Sylvain Chomet

Voci originali: Béatrice Bonifassi, Lina Boudreau, Michèle Caucheteux, Jean-Claude Donda, Mari-Lou Gauthier, Charles Linton, Michel Robin, Monica Viegas

Sinossi: Madame Souza è un’anziana e umile signora che vive insieme al nipotino Champion, purtroppo  rimasto orfano. Crescerlo da sola non è facile, e soprattutto non è facile renderlo felice. L’unica cosa che sembra farlo sorridere è il sogno di diventare un famoso ciclista, e di poter un giorno partecipare al Tour de France. Quando finalmente ci riesce, grazie anche all’aiuto vigile della nonna, e del pancione amico a quattrozampe Bruno, le cose non vanno come sperate.

Durante la gara infatti, Champion viene rapito da delle losche figure, e portato oltreoceano nell’immaginaria cittadina di Belleville, per essere sfruttato in un giro di scommesse clandestine che lo costringe a correre in un circuito simulato. Saranno Madame Souza e Bruno a mettersi sulle sue tracce e, con l’aiuto di un bizzarro e decadente trio sonoro, le “triplettes de Belleville”, a tirarlo fuori da lì.

Analisi: Il primo lungometraggio firmato da Sylvain Chomet, fumettista e regista francese, è un’opera estremamente complessa e raffinata, e che di certo sfata le ingenue convinzioni che un film d’animazione sia necessariamente per bambini.

Candidato all’oscar come miglior film della categoria e miglior canzone originale,  Appuntamento a Belleville è tutt’altro che dolce e accomodante. E’ invece aspro e pungente quanto le forme sgraziate dei suoi personaggi. I loro corpi allungati e deformati sono infatti  la più immediata sintesi visiva del degrado e della povertà che sembra gravare su tutti indifferentemente.

Schiacciati nella prospettiva da gigantesche costruzioni e architetture, prive di energia e vitalità, gli abitanti e i visitatori di Belleville sono immagine grottesca e caricaturale di esistenze solitarie e in decadenza, proprio come la pelle rugosa e molle delle “Triplettes”, i cui esperimenti rumoristi sono l’aspetto più ludico e piacevole della vicenda.

I movimenti gravi dei protagonisti che insieme si fondono in un’unica ma eterogena pantomima, ricordano poi le gags dirette da Jaques Tati, peraltro esplicitamente citato in una sequenza (è suo il film che guardano le tre vecchie donne incontrate da Madame Souza); mentre nel disegno e nel design rivivono le prime storie della Disney.

Chomet realizza dunque un’avventura originale e un po’ bislacca, ricca di riferimenti, ma dispersiva nella trama. E’ come se dopo una prima parte, solida e promettente, si sfaldasse la struttura narrativa, e con essa il fulcro della storia. Così le tenere fantasie di Champion bambino, svaniscono via senza importanza, insieme alla magia in bianco e nero dei sogni di Bruno . Infine, la musica delle “Triplettes” si ferma senza lasciare traccia…

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