La recensione dell’acclamato film d’animazione Up di Peter Docter e Bob Peterson con le voci di Edward Asner (Carl Fredricksen); Jordan Nagai (Russel).

 

Up, la trama

In Up Carl Fredricksen cresce nel mito di Charles Muntz, esploratore. Con sua moglie Ellie sogna un viaggio alle Cascate Paradiso, ma purtroppo dopo una vita insieme, al momento della partenza Ellie muore, lasciano solo il povero Carl che si rinchiude nella sua casa. La minaccia di demolizione della sua casa e il rischio di finire in una casa di riposo, spingono Carl a partire portandosi dietro …. tutto…anche un ospite inatteso, una giovane scout di nome Russel che lo accompagnerà nella grande avventura verso la quale si sta avviando ignaro.

Up, vivacità e umorismo

L’ultimo lavoro Disney Pixar spicca per vivacità e umorismo. Dopo il romantico Wall-E, Carl Fredricksen e i suoi amici sono una sferzata di energia e di umorismo, senza dimenticare un po’ di sana commozione.

Up comincia quando sembra che per il protagonista sia giunta la fine della vita, ma l’entrata in scena del piccolo Russel, cambierà ogni cosa. L’avventura, vista come un viaggio prima interiore e poi fisico, porta i due protagonisti alla conoscenza e all’apprezzamento reciproco, mentre i sani valori disneyani vengono fatti trionfare. La vecchiaia non è inutile e la giovinezza non è tutta perduta: retorica a fiotti dunque, ma sempre con grande stile, come la Pixar ci sta abituando. Brutta figura fanno però i genitori, in una società in cui si ha più tempo per il lavoro che per i figli, vengono rivalutati i nonni che fanno le veci degli assenti.

Inutile sottolinearlo, la tecnica è sempre migliore e le rappresentazioni, seppure non troppo realistiche, sono funzionali alla caratterizzazione dei personaggi. Spicca in questo lungometraggio un uso del colore che sembra riportare alle origini il cartone animato: sono i colori brillanti di Aladdin o della Sirenetta che si mescolano alle nuove tecniche rappresentative. Come detto, il risultato è sgargiante e sicuramente non troppo realistico, ma una gioia per gli occhi e per le emozioni che malgrado l’età o il disincanto che regna sovrano. Menzione speciale al Beccaccino Kevin, esilarante “tacchino in Tecnicolor”. I sogni son desideri, diceva Cenerentola molti anni fa, e i palloncini di Up hanno sicuramente alimentato quelli di molte persone, grandi e piccini.

La promozione di UP è stata particolarmente accurata e massiccia. Siamo partiti dal luglio 2008 quando al Comic Con di San Diego è stato presentato il primissimo trailer. Solo a novembre del 2008 il teaser è stato visibile in rete e in concomitanza c’è stata l’apertura ufficiale del sito del film. A febbraio sul sito Disney.com (slo versione USA) hanno debuttato gli esilaranti Up-isode, brevi filmati promozionali con il voluto gioco di parole su episodi ed il titolo del film, tradotti poi anche in italiano come UPisodi. Presentato a Cannes il 13 maggio, è uscito negli USA il 16 dello stesso mese, arrivando da noi solo ad ottobre.

Curiosità: Il numero di palloncini necessari per sollevare una casa di tali dimensioni, stimata pesare 50 tonnellate, dovrebbe essere almeno cinque volte maggiore di quello presentato nel film.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto di Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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