
La storia infinita è il film cult del 1984 diretto da Wolfgang Petersen e con protagonisti Noah Hathaway, Barret Oliver, Tami Stronach, Patricia Hayes, Gerald Mc Raney e Moses Gunn.
- Anno: 1984
- Regia: Wolfgang Petersen
- Cast Noah Hathaway (Atreiu), Barret Oliver (Bastian), Tami Stronach (Imperatrice), Patricia Hayes (Urgl), Sidney Bromley (Engywook), Gerald Mc Raney (il papà di Bastian), Moses Gunn (Cairon)
La storia infinita
trama: Il piccolo Bastian, oppresso da una triste
situazione familiare e dal bullismo dei compagni di scuola, si
rifugia un giorno in una libreria antiquaria, dove trova un libro
misterioso e antico, La storia
infinita.
Rifugiatosi nella soffitta della scuola, inizia ad immergersi nel mondo di Fantàsia, magico Regno minacciato dal Nulla, seguendo le avventure del prode Atreiu, in cerca di una cura per ridare la salute all’Infanta Imperatrice.
Man mano che la storia va avanti, e passano le ore, Bastian si sente sempre più avvolto da una storia, di cui ad un certo punto capisce di essere parte integrante: è lui e solo lui che può dare un futuro a Fantàsia, con i suoi sogni, contro il potere del Nulla che tutto distrugge.
La storia infinita, fantasy anni 80′
Analisi: Alla base di tutto c’è uno dei libri culto del genere fantastico e non solo degli anni Ottanta, La storia infinita di Michael Ende, che a detta di molti il film non rispetta in pieno, visto che adatta solo la prima parte della vicenda, soffermandosi sul potere della fantasia e non sulla necessità di farla interagire con la vita reale, e dando poi spazio per due seguiti decisamente mediocri che rispetteranno ancora meno il testo originale.
Detto questo, La storia infinita resta un film interessante e ben fatto, e non solo per la colonna sonora di Giorgio Moroder, con tanto di hit ballabile di Limahl, e i belli effetti speciali di Brian Johnson, ma per il sense of wonder che avvolge il tutto, per le creature fantastiche da libro di fiaba che presenta, a cominciare dal Fortunadrago Falcor, per l’esaltazione della fantasia e della lettura, per il discorso mai abbastanza scontato che viene fatto ad un certo punto “è molto più facile dominare chi non crede in niente”, apologo contro ogni totalitarismo politico ma anche contro ogni avvizzimento dello spirito.
Novanta minuti adorati dai bambini e adolescenti (e non solo
degli anni Ottanta), e che comunque restano un esempio di film
realizzato con tecniche più antiche ma in maniera impeccabile. E se
la visione di questo film prelude inevitabilmente ad una lettura
del libro (che comunque il film rispetta, sia pure fermandosi a
metà), comunque resta un titolo da avere se si ama il cinema di
genere fantastico di tutti i tempi, non solo quello degli ultimi
anni.
Interessante anche l’assenza di
volti noti (se si escludono i due veterani della televisione Gerald
Mc Raney e Moses Gunn): così non si è distratti da altro in questo
viaggio nella terra di Fantàsia, partendo dal compagno più antico
di tutti, il libro. E esaltare il libro come canale privilegiato di
sogno, è senz’altro la cosa più interessante e importante del
film.