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Il police drama, ha origini lontane, letterarie, e senza andare a scomodare la storia della narrazione, oggi è ancora molto in auge nella serialità televisiva. E’ normale chiedersi come si possa ancora innovare un genere ormai prosciugato da decine di tv show, ma con 9-1-1, Ryan Murphy e Brad Falchuk, che ormai si divertono a esplorare e a destrutturare ogni genere seriale televisivo, hanno creato un modello capace di giocare coi generi e con gli stereotipi a partire dal titolo, che per chi non lo sapesse, è il numero telefonico statunitense da comporre per le emergenze.

 
 

9-1-1 mette in scena l’universo del “primo soccorso”, degli agenti di Polizia, dei vigili del fuoco, dei paramedici, del call center che riceve le chiamate, di quegli esseri umani che ogni giorno intervengono, soccorrono le persone, le salvano. Ryan Murphy ha visto i paramedici al lavoro nel 2015, quando suo figlio, Ford, a 11 anni durante una notte ha smesso di respirare. “Erano incredibilmente calmi, rasserenanti”, ha dichiarato Murphy, “ero affascinato da che meravigliose persone fossero e dalla loro forza. Mio figlio ha avuto un blocco tracheale e se non fossero arrivati loro, prontamente, mio figlio non sarebbe sopravvissuto.”

Da quell’esperienza è nata 9-1-1, una serie basata su casi della vita reale. E in quel mondo volevo mostrare le ‘emergenze’ delle esistenze personali dei protagonisti che  sono per paradosso più complesse da risolvere di quelle degli altri. Viviamo in una cinica ‘Trump era’ e io volevo creare uno show che fosse lontano da questa atmosfera cupa. Volevo mostrare persone che facessero del bene mentre combattono i loro demoni personali e cercano quando possibile di tenere in piedi una famiglia.

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9-1-1, il cast un universo di personaggi straordinario  

Il cast di protagonisti di 9-1-1 sono un manipolo di esseri umani che si impegnano allo stremo per risolvere ogni problema che gli si pone di fronte.  Tra loro troviamo Abby Clark (Connie Britton) operatore del numero di emergenza professionale e empatic, con il compito di tranquillizzare chi chiama e di comprendere una serie di elementi (tutt’altro che semplici da interpretare quando chi parla è spesso in preda al panico) che poi dovrà comunicare alle unità di intervento.

Abby è una donna di mezza età, single, con una madre affetta da Alzheimer. C’è poi Bobby Nash (Peter Krause), Capitano del Los Angeles Fire Department, ex-alcolista, incapace di perdonarsi la morte della moglie e dei due figli in un incendio. Athena Grant (Angela Bassett) è invece una agente di Polizia severa e rispettosa delle regole, rimasta scioccata dalla confessione del marito dichiaratosi gay dopo un lungo matrimonio e due figli.

Intorno a loro si muovono Evan Buckley (Oliver Stark), vigile del fuoco aitante che divide il suo tempo fra le donne e il lavoro, Henrietta Wilson (Aisha winds), paramedico e vigile del fuoco dalla vita sentimentale travagliata, Howie Wan (Kenneth Choi), anche lui vigile del fuoco e paramedico, sempre intento a raccontare le sue imprese in modo colorito. L’anima della serie sono loro, con le loro doppie vite, intenti a salvare e a salvarsi.

9-1-1, come accade spesso, non è un capolavoro, ed è stata criticata per essere a volte troppo melodrammatica, tuttavia è interessante come vengano messe in scena le vite in parallelo dei personaggi, che grazie all’ottimo cast, risultano credibili. Probabilmente, in superficie, si potrebbe pensare a un’idea seriale di Shonda Rhimes (Grey’s Anatomy, Scandal, Station 19), ma sotto Murphy & co. hanno pensato di elevare il livello dei drammi personali dei protagonisti per fare capire allo spettatore che salvare persone sconosciute, è un modo per evadere ed esorcizzare cosa accade tra le mura di casa. E così lenire il dolore altrui si trasforma in un modo per salvare se stessi.

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