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appunti di un giovane medico

 
 

Mosca, 1934. Il Dottor Vladimir Bomgard trova il vecchio diario in cui soleva annotare le sue impressioni e prime esperienze di medico alle prime armi. La memoria si rivolge così a molti anni prima, quando il giovane Vladimir, fresco di laurea in Medicina e Odontoiatria, viene chiamato a dirigere un piccolo ospedale nella sperduta campagna russa…

Potrebbe sembrare il classico incipit di una storia che si accinge a ripercorrere il passato in un lungo flashback, ma non è così. Perché passato e presente si mescolano in modo insolito, dialogano l’uno con l’altro e si sovrappongono in un tragicomico scambio di buonsenso e inesperienza.

Questa la premessa di Appunti di un giovane medico, adattamento dei racconti autobiografici di Mikhail Bulgakov, che ripercorre con una sottile vena di umorismo gli anni giovanili trascorsi nella provincia russa, cercando di risolvere in un ospedale rurale difficili casi clinici, misurandosi con le ingenuità tipiche del medico appena uscito dall’università.

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Scritta da Mark Chappell, Shaun Pye e Alan Condor, la miniserie britannica in quattro puntate ci presenta un doppio protagonista, interpretato da Jon Hamm nella versione adulta, mentre Daniel Radcliffe è la controparte giovane.

appunti di un giovane medico-Il primo divertente episodio è caratterizzato prevalentemente da toni comici affidati al giovane protagonista: dopo la decennale esperienza sul set di Harry Potter, Daniel Radcliffe cerca di distaccarsi dal ruolo del ragazzo che lo ha reso celebre e intrattiene con brio grazie alla figura del medico impacciato che deve conciliare anni di teoria con la pratica, talvolta anche cruda, della sua professione. Lo staff di collaboratori mostra una certa perplessità di fronte al giovane medico, che ovviamente non ha alcuna esperienza. Vladimir deve inoltre misurarsi con l’ingombrante ombra del suo predecessore, il grande Leopold Leopoldovic, la cui fama è un tormento per la sua ingenua indole di medico dalla “promettente carriera”.
Il pilot di appena 23 minuti ci regala un protagonista assolutamente in parte: Radcliffe è espressivo e irriverente, rivela tempi comici non indifferenti, affiancato dalla star di Mad Men decisamente a suo agio. La loro interazione sulla scena si carica di una vena surreale e risulta indubbiamente d’effetto: è facile provare empatia per il giovane medico maldestro, fin troppo legato ai manuali di medicina e poco esperto, al quale il corrispettivo adulto cerca di dispensare suggerimenti, così come ognuno di noi avrebbe la tentazione di fare con il proprio io passato alle prese con situazioni che potrebbero rivelare la nostra incompetenza.

La regia di Alex Hardcastle presenta un’impostazione alquanto teatrale, del tutto apprezzabile in un contesto con un numero così ridotto di personaggi. Inoltre le musiche russe contribuiscono a ricreare il contesto storico della serie e ad alleggerire l’atmosfera, mentre l’umorismo nero dell’episodio accompagna qualche particolare cruento ma inevitabile. Spassoso lo stacco che precede il primo caso clinico di Vladimir, ossia un parto podalico, accompagnato da note horror per sottolineare il panico del giovane medico che non può non risultare comico. L’episodio sembra poi strizzare l’occhio allo spettatore quando Vladimir ipotizza che indossare gli occhiali da vista potrebbe conferirgli una maggiore aria professionale, mentre la nostra mente corre inevitabilmente al mago potteriano.

Trasmessa interamente su Cubovision a partire dal 16 maggio, anche in Italia potremo gustare la miniserie di SkyArts che potrebbe rivelarsi un piccolo gioiello se confermerà il brio dell’episodio pilota senza trascurare qualche accento drammatico, come promette la fine del pilot.

 

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