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Famiglia e malavita. Faccende personali e business. Mai come in questo episodio i 2 livelli narrativi tendono a sovrapporsi, per dare vita a un intreccio ricco di suspense e svolte inattese. L’ottima regia di Allen Coulter è supportata da una sceneggiatura tagliente a 6 mani, firmata da Korder, Kornacki e Doran.

 
 

Un’inquadratura ravvicinata riprende un incontro di boxe – sul ring, la vittoria va a Jack Dempsey, campione benvisto dalla società di Atlantic City. Lo sa bene Nucky, che alla fine dell’incontro chiede al giovane palestrato di onorarlo della sua presenza ad un party politico.

Intanto, il nuovo gruppo organizzato da Jimmy si riunisce a casa del Commodoro. A rappresentare la criminalità newyorkese ci sono Meyer e Lucky, mentre Al Capone è il boss di riferimento di Chicago. Il piano di Jimmy di mandare Nucky in galera si scontra con la sete di vendetta di Eli, deciso a fare fuori il fratello maggiore. La sua idea è subito appoggiata dagli altri, e la riunione si chiude sull’ordine di Jimmy che, titubante, dà l’ok per l’omicidio del tesoriere.

I problemi domestici di Nelson, che non possiede il denaro dovuto secondo accordo a Lucy, si sommano a quelli lavorativi: l’operazione di controllo del proibizionismo è affidata all’assistente procuratore generale Esther Randolph (perfetta Julianne Nicholson nella sua interpretazione della donna fredda e pragmatica).

Nel frattempo, Margaret si reca a Brooklyn per incontrare i familiari. Ritrova il fratello Hamon, che si prende cura delle sorelle più piccole. In un dialogo privato tra i due, il velo sul passato di Mrs Shroeder viene abilmente rimosso dagli autori, e apprendiamo come la protagonista femminile della serie sia stata cacciata dalla famiglia per i peccati commessi in gioventù. Da qui, la necessità di costruirsi una maschera, recitando la parte della cattolica fervente e timorata di Dio: un ruolo che si è cucita addosso negli anni, ma che nel corso di questa puntata sembra cadere del tutto, per lasciare spazio ad una donna caparbia e volitiva.

Lucy si reca da Nucky, bambina appresso, rivelandogli l’identità del padre e mettendolo al corrente della situazione finanziaria di Nelson. Dopo averlo chiamato nel suo ufficio, Nucky gli promette un solido aiuto economico, in cambio di preziose informazioni sulle indagini della Randolph. Ma i sani principi morali dell’agente (che, c’è da dirlo, in questo tende a distinguersi dalla maggior parte dei protagonisti della serie) lo portano a confessare i suoi errori al procuratore generale, consegnandole un intero fascicolo contenente accuse e testimonianze contro Nucky.

Gli eventi che prendono forma nella parte finale lasciano presagire conseguenze tragiche: Nucky è vittima del tentato omicidio (in pubblico) da parte di uno dei sicari di Jimmy, che si risolve in una ferita alla mano. Parallelamente, Margaret torna a casa per trovare solo Owen ad accoglierla. Dopo l’iniziale resistenza, si lascierà sedurre dal bell’irlandese.

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Ilaria Tabet
Laureata alla specialistica Dams di RomaTre in "Studi storici, critici e teorici sul cinema e gli audiovisivi", ho frequentato il Master di giornalismo della Fondazione Internazionale Lelio Basso. Successivamente, ho svolto uno stage presso la redazione del quotidiano "Il Riformista" (con il quale collaboro saltuariamente), nel settore cultura e spettacolo. Scrivere è la mia passione, oltre al cinema, mi interesso soprattutto di letteratura, teatro e musica, di cui scrivo anche attraverso il mio blog:  www.proveculturali.wordpress.com. Alcuni dei miei film preferiti: "Hollywood party", "Schindler's list", "Non ci resta che piangere", "Il Postino", "Cyrano de Bergerac", "Amadeus"...ma l'elenco potrebbe andare avanti ancora per molto!